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Autore: semolina    14/12/2016    3 recensioni
Dopo il loro incontro al Mollly's [nella 5x03], tra Sylvie Brett e Antonio Dawson è nato un qualcosa, un legame sottile. Il lavoro li terrà lontani ma non indebolirà ciò che è nato, lo rafforzerà invece rendendoli completamente connessi.
Questa è la prima volta che scrivo una fan fiction,non mi era mai capitato di appassionarmi così tanto alla storia nascente tra due personaggi tanto da far accendere la mia fantasia e "costringermi" a scrivere.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Finalmente ecco anche l’undicesimo capitolo. Scusate la lunga attesa ma è un periodo piuttosto intenso questo e il tempo a disposizione per scrivere non è molto.

Spero vi piaccia. Come sempre, buona lettura.

 

Severide accompagnò Antonio negli spogliatoi e, mentre lui frugava nell’armadietto alla ricerca di una maglietta asciutta da prestargli, il detective si spogliò degli abiti bagnati e si asciugò meglio che potè.

“ Tieni..metti questa.” Disse il pompiere lanciandogli una maglia blu scura a maniche lunghe, con la scritta ‘squad’ dietro le spalle.

“ Grazie Kelly.” Afferrò l’indumento al volo. “ Mi hai salvato..”

“ Per così poco!!” Severide gli sorrise.

“ Non parlo di questo..” chiarì Antonio accennando alla maglia che teneva ancora in mano.

“ Parlo di ieri, dell’incendio sulla Hastings.” Severide lo guardò confuso. Il detective si infilò l’indumento asciutto prima di continuare.

“ L’hai salvata. Sylvie, intendo.” Fece una breve pausa. “ Di conseguenza hai salvato me…”

Severide ricordò il giorno prima; l’incendio che aveva intrappolato Brett al primo piano di un’abitazione, l’ansia che aveva attanagliato tutti quando avevano scoperto che le scale all’interno erano inutilizzabili, il sollievo quando avevano sentito la voce della ragazza che chiedeva aiuto, tutte le manovre fatte per tirarla fuori da quell’inferno di fuoco. Si ricordò dello sguardo terrorizzato del detective, si ricordò dell’abbraccio con cui aveva stretto Brett una volta salva. Sorrise di nuovo verso Antonio, dandogli delle pacche amichevoli sulla spalla.

“ Quando vuoi!” Antonio ricambiò il sorriso, poi cambiò argomento.

“ Tornando a noi.. Avrei bisogno che tu dessi un’occhiata a delle foto dell’edificio che è bruciato ieri…” Il detective spiegò al tenente tutti i dettagli che riguardavano il caso dell’esplosione del laboratorio di metanfetamina e chiese il suo aiuto per stabilire se quell’esplosione era stata accidentale oppure intenzionale. Continuarono a parlare ed a visionare fotografie e fascicoli per un’ora abbondante.

“ Solo dalle foto e dai referti non riesco a dirti di più. Dovrei vedere di persona.” Disse il tenente concentrato a osservare per l’ennesima volta alcune foto.

“ Lo immaginavo. Informerò Voight e magari domani dopo il tuo turno ti accompagno a fare un sopralluogo. Che ne dici?”

“ Per me non ci sono problemi. Fammi sapere se devo venire al distretto o se ci troviamo direttamente sul luogo dell’incendio, ok?” Severide, alzandosi dalla scrivania, tese la mano ad Antonio, che la strinse con decisione, ringraziandolo ancora per la consulenza. Si salutarono da buoni amici e mentre Antonio si stava allontanando, Kelly richiamò la sua attenzione.

“ Ehi Antonio!” Il detective si voltò verso di lui. “ Sono felice per te e Brett..”

Sul suo volto si dipinse un’espressione di gratitudine e felicità che lasciava facilmente intuire quanto profondi fossero i suoi sentimenti per Sylvie.

 

Gabby e Sylvie stavano rifornendo l’ambulanza e controllando che tutto fosse in ordine quando Antonio uscì dalla caserma, dopo il colloquio con Severide. Si avvicinò alle due ragazze che chiaccheravano e ridevano tranquille; il suono di quelle risate sollevò il suo animo e lo fece sorridere amabilmente.

“ Cos’è che vi fa tanto ridere?” Chiese quando si affacciò dentro l’ambulanza.

“ Oh, Ehi!” Sylvie, riconosciuta la voce di Antonio, alzò lo sguardo e rimase senza fiato, come ogni volta che lo guardava.

“ Niente...Gabby mi stava raccontando di Casey che fa il verso dei dinosauri per Louie..” Spiegò la ragazza non riuscendo a smettere di ridere. Il detective si appoggiò con una spalla al portellone posteriore del mezzo, alzò le sopracciglia con fare curioso e divertito e rimase a guardarle ridere di gusto. Il volto di Sylvie, rischiarato da un magnifico sorriso, sembrava di porcellana tanto la sua pelle era chiara e liscia; gli occhi lucidi a causa del troppo ridere scintillavano di gioia, una gioia che riempì il cuore del poliziotto, facendogli desiderare di rimanere a guardarla ridere per ore. Calmate le risate, la bionda scese dall’ambulanza e si avvicinò per regalargli un bacio delicato sulle labbra.

“ E tu? Kelly ti è stato d’aiuto?” Chiese curiosa.

“ Sì e no…” Rispose evasivo.

“ Sai che non ti sopporto quando fai il bravo poliziotto?” Lo rimbeccò Gabby da dentro l’ambulanza. Antonio sbuffò in maniera teatrale, facendo alzare gli occhi al cielo alla sorella.

“ In che senso?” Chiese invece la bionda curiosa.

“ Gabby detesta che non mi sbottoni sui casi che seguo...anche se sa benissimo che non dovrei dire proprio niente!!” Le ultime parole le pronunciò con un tono piuttosto alto per farsi sentire dalla sorella, che stava trafficando con una busta contenente aghi di varie misure.

“ Come sei noioso!” Rispose Gabby.

“ Ok, devo proprio andare. Ceniamo insieme stasera?” Chiese a Sylvie mentre le posava un bacio sulla guancia.

“ Mi sembra un’ottima idea.” Rispose, baciandolo a sua volta. Si sorrisero complici, poi Antonio si allontanò verso la sua auto salutandole con la mano. Sylvie rimase ad osservarlo andar via, sospirando sognante. Gabby le lanciò un pacchetto di garze in testa per riportarla con i piedi per terra.

“ Ehi, ahi!” Si lamentò la bionda, raccogliendo il pacchetto da terra.

“ Siete vergognosamente sdolcinati…Disgustosi, direi..” Sylvie alzò le spalle, arrossendo un poco. Poi incrociando lo sguardo con l’amica si allargò in un sorriso smagliante.

“ Disgustosi ma carini” Concluse la Dawson piano.

 

La giornata passò lentamente, ma tutto sommato senza intoppi. Finito il turno Sylvie si cambiò velocemente e dopo una breve fermata al supermarket per prendere le ultime cose, si diresse a casa a preparare la cena. Era piuttosto brava in cucina, quindi l’idea di cucinare per Antonio non la preoccupava. Aveva deciso di preparare piatti semplici, senza esagerare; dopotutto non era un’occasione particolare e non voleva bruciarsi le carte migliori subito la prima volta che cucinava per lui. Quando il detective aveva accettato di buon grado l’idea di mangiare a casa sua e non al ristorante, Sylvie aveva fatto i salti di gioia; l’idea di cucinare per lui le piaceva davvero tanto. Le sembrò di fare un passo in avanti nella loro relazione; e questa sensazione le riempì il petto di un’infinità di emozioni. Erano una coppia. Una di quelle coppie che cenano insieme la sera, raccontandosi la giornata, che si rilassa sul divano, l’uno tra le braccia dell’altro.

Era ancora indaffarata ai fornelli quando Antonio suonò il campanello.

“ Sali! La porta è aperta.” Gli disse al citofono.

Dopo pochi minuti il detective varcò la soglia di casa; aveva l’aria stanca ed indossava ancora la maglia blu di Severide sotto la giacca di pelle.

“ Permesso..” Disse chiudendosi la porta alle spalle.

“ Entra, entra! Scusami se non ti ho accolto come si deve, ma non vorrei bruciare la cena!” rispose Sylvie, con voce allegra, dalla cucina. Il poliziotto si tolse la giacca, trovandole posto all’appendiabiti, e la raggiunse in cucina. Sylvie indossava un paio di jeans chiari e una semplice t-shirt verde, i bei capelli biondi erano raccolti in una crocchia disordinata, dalla quale uscivano ciuffi ribelli; ad Antonio sembrò bellissima, forse anche più del solito. La osservò compiaciuto per qualche secondo e sorrise divertito quando notò che indossava delle ciabatte/pantofole azzurre con su scritto ‘ Believe in unicorns’.

“ Calzature di classe..” Commentò ironico. Sylvie abbassò lo sguardo sui suoi piedi, poi, ridendo, si avvicinò a lui per baciarlo.

“ Sono le più eleganti che ho!” Rispose anche lei con una battuta. Il detective rise di gusto, poi la baciò con trasporto, stringendola a sè con un braccio.

“ Era tutto il giorno che desideravo farlo…” Sussurrò piano all’orecchio della ragazza, che lo guardò con i suoi occhioni azzurri pieni di felicità, prima di prendergli il viso tra le mani e baciarlo di nuovo, con un’intensità tale da lasciarli entrambi senza fiato.

“ Ok, adesso allontanati da me, se non vuoi mangiare solo carbone!” Gli disse spingendolo via con una mano. Antonio alzò le mani in segno di resa e si staccò da lei, sorridendo malizioso.

“ Accomodati sul divano, accendi la tv...insomma mettiti comodo. Ancora cinque minuti ed è pronto.” lo esortò Sylvie, tornando a trafficare con pentole e padelle.

“ No, niente tv. Non voglio sentire altra cronaca nera.” Rispose mentre si appoggiava allo stipite della porta della cucina.

“ Preferisco guardare te.” Concluse incrociando le braccia al petto e fissandola con uno sguardo dolcissimo che fece tremare le ginocchia a Sylvie, che sorrise appena, arrossendo come una bambina.

“ Raccontami la tua giornata…” Continuò Antonio. Dopo la prima volta che l‘aveva vista in azione in ambulanza, era rimasto totalmente affascinato dalla sua fredda professionalità ed era curioso di sapere quali altri miracoli aveva compiuto. La bionda alzò le spalle.

“ Oh beh, è stata una giornata tranquilla tutto sommato. Siamo state chiamate per un paio di cali di pressione, una caduta dallo scivolo e poco altro.”

“ Dallo scivolo?” Chiese perplesso Antonio.

“ Sì, un bambino mentre la mamma era distratta è salito sullo scivolo e si è lanciato al contrario, di testa. Immaginati la botta!” Spiegò mentre apriva il forno, dal quale fuoriuscì un profumo delizoso.

“ Mmmm… che buon profumo!” Notò subito il detective, sentendo anche lo stomaco brontolare.

La cena risultò squisita ed Antonio mangiò con gusto, mentre Sylvie raccontava ancora della sua giornata lavorativa e degli scherzi che Otis e Cruz avevano architettato per Hermann, facendolo ridere a crepapelle.

“ Sono tremendi quando ci si mettono!” Esclamò tra una risata e l’altra.

“ Non immagini quanto! E la tua giornata? com’è andata?” Chiese iniziando a sparecchiare.

“ Il solito…” Rispose evasivo, rimanendo poi in silenzio, pensieroso.

“ Ahn già, non puoi parlare dei casi in corso..” Si ricordò la ragazza.

“ Sylvie, ascolta..” Iniziò il detective con un tono di scuse.

“ Ehi! Lo so che non puoi parlare così liberamente del tuo lavoro.” Lo interruppe la ragazza.

“ Non ti preoccupare. Non ti chiederei mai di farlo.” Quelle parole fecero capire al poliziotto quanto straordinaria fosse la ragazza davanti ai suoi occhi. Lei riusciva a capirlo come nessuno mai aveva fatto; rispettava lui e il suo lavoro senza chiedere niente in cambio. E mai nella sua vita Antonio si era sentito libero di parlarle di tutto ciò che lo riguardava.

“ Invece voglio farlo.” Realizzò improvvisamente.

“ Voglio parlarti del mio lavoro, voglio che tu sappia sempre tutto.”

Sylvie lasciò perdere ciò che stava facendo ed uscì dalla cucina, asciugandosi le mani ad un asciugamano appeso sopra l’acquaio, raggiungendo Antonio, che nel frattempo si era alzato in piedi.

“ Voglio renderti partecipe di ogni aspetto della mia vita.” continuò avvicinandosi a lei, parlandole con un tono dolcissimo.

“ Questa...cosa...tra di noi.. è importante per me.” Sylvie, ascoltate quelle ultime parole sentì il cuore sciogliersi come neve al sole, le gambe tremare leggermente e sentì gli occhi riempirsi di un amore sconfinato per quell’uomo magnifico che aveva di fronte. Quell’uomo che, inaspettatamente, le stava aprendo il cuore, dichiarandole sentimenti molto profondi nei suoi confronti per la seconda volta in due giorni. Antonio le prese le mani tra le sue, delicatamente, e dopo una breve pausa parlò di nuovo.

“ Non voglio una storiella con te. Voglio costruire qualcosa di solido, di duraturo.” la sua voce era bassa e profonda, seducente come il canto di una sirena, dolce come il miele alle orecchie di Sylvie.

“ Lo so che è presto, che siamo usciti solo un paio di volte ma..”

Sylvie non lo lasciò finire; gli gettò le braccia al collo e stringendolo con tutte le sue forze, lo baciò sulle labbra con così tanto trasporto che Antonio capì che non c’era bisogno di dire altro; anche lei desiderava ciò che lui aveva appena avuto il coraggio di chiedere. Per un secondo, mentre parlava, aveva avuto paura che fosse davvero troppo presto per volere un certo tipo di relazione, e che Sylvie potesse spaventarsi; ma non poteva sbagliarsi di più. Brett non avrebbe mai immaginato, neanche lontanamente, che lui, Antonio Dawson, il detective tutto d’un pezzo, potesse essere affascinato da lei, una ragazza semplice e naif, tanto da desiderare di iniziare una relazione seria, con prospettive a lungo termine. Neanche nei suoi sogni ad occhi aperti aveva osato sperare in tanto.

“ Mi piaci davvero tanto..” Gli sussurrò piano, staccandosi a fatica dalle sue labbra. Antonio sorrise dolcemente, le accarezzò la guancia, sistemandole un ciuffo ribelle dietro l’orecchio.

“ Non hai idea di quanto mi piaci..” continuò la ragazza, affondando lo sguardo nei suoi profondi occhi scuri.

“ Mi piaci davvero tanto anche tu.” le disse il detective in un soffio prima di baciarla di nuovo sulle labbra, teneramente. A poco a poco i loro baci si fecero sempre più ardenti e passionali, costringendoli a stringersi in abbracci sempre più stretti e mozzafiato, infuocando di desiderio i loro cuori e le loro menti.

Fecero l’amore a lungo, scambiandosi effusioni e gesti dolci e premurosi, beandosi entrambi di quelle carezze. Passarono il resto della serata, e gran parte della notte, accoccolati l’uno nelle braccia dell’altro, sotto le coperte, in un’atmosfera idilliaca.

Antonio, come promesso, le raccontò la sua giornata nei minimi dettagli, spiegandole anche le dinamiche dei casi che stava seguendo, rendendola davvero partecipe di tutti gli aspetti della sua vita. Sylvie lo ascoltava rapita ma, ad un certo punto, lui credette di vedere un accenno di paura nei magnifici occhi azzurri della bionda.

“ Non voglio spaventarti raccontandoti ciò che faccio. Se preferisci che non dica più niente basta che me lo dici..”

“ No! Assolutamente no.” Esclamò Sylvie decisa.

“ Preferisco sapere di cosa aver paura che aver paura senza sapere niente..”

Antonio la strinse forte contro il suo petto, in un gesto protettivo; mai avrebbe voluto farle passare momenti di terrore come era successo a lui il giorno prima, durante l’incendio; ma sapeva benissimo quanto il lavoro del poliziotto fosse imprevedibile e molto spesso pericoloso. Averla tra le braccia gli fece capire che avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di tenerla al sicuro. Qualunque.
  
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