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Autore: KikiWhiteFly    21/05/2009    6 recensioni
“Vivi per lui. Vivi la vita che lui non ha voluto, che ha rifiutato. Vivila tu per lui.”
SasuSakuNaru.
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Note (se non le ignoraste mi fareste un gran favore *smile* ): Questa ff si adatta sia alle Pink che alle Black Panther. C'è un po' di SasuSaku e un po' di NaruSaku <3. Direi che è una SakuNaruSasu.

Tratterò un argomento importante, quindi chi non è in vena di scene abbastanza pesanti e cruente, e discorsi abbastanza importanti...chiuda la pagina.

Per il resto...grazie della lettura.

Un bacione,

Kiki <3.





*°*°*°*°*°*°*°*°*°


A te,

anche se non la leggerai mai.

Perché tenti di rovinarti la vita

con quella cosa …

ti sembra vera

ma in realtà è solo una mera illusione.

Anche se purtroppo non ci parliamo più,

io vorrei esserti vicina...in fondo sei sempre

nel mio cuore.

Purtroppo o per fortuna, chi può dirlo.









Escape

 

 

 

 

 

 

 

Chiusero gli occhi, affondando le mani nelle tasche; un piccolo gesto d'assenso fra loro per poi legarsi indissolubilmente l'uno all'altra. Un sorriso amaro, forse l'ennesimo di una lunga lista. "Se ce ne fossimo accorti prima... se solo..." si incolpò Sakura, guardandosi afflitta le mani.

"Sakura", la richiamò lui, con quel tono tanto mellifluo da apparire addirittura surreale. "Guardami"

La ragazza spalancò un po' le iridi smeraldine, inondate dal mare più trasparente che avesse mai visto; il dolce tepore del suo corpo la riscaldò... le prese la mano, intrecciandola alla propria.

Com'era calda la mano di Naruto.

"Tu non hai colpa. Noi...", faticò a dire quella semplice parola "... noi non abbiamo colpa"

E quel tono di voce tradì la sua sicurezza.

Entrambi rimpiangevano, entrambi sentivano che avrebbero potuto fare qualcosa di più...

Più materiale di un semplice abbraccio, di una semplice frase.

Inutile chiedersi i motivi...

e quando ti accorgi di poter far qualcosa, è sempre troppo tardi.

"Non sai mentire Naruto"





"Sasuke-kun!", lo chiamò ad alta voce, sapendo benissimo che lui odiava il suo timbro, decisamente sopra la media. Sakura ansimò, facendosi forza con la mano sul cuore, riprendendo il battito regolare. Si trovò a imprecare contro i suoi tacchetti, pochi centimetri che le erano quasi costati  la vita. Fabbricò un sorriso, mostrando appena le perle immacolate che si trovava tra le labbra."Vai all'università?" respirò ancora affannata, muovendo i primi passi.

"Mi sembra ovvio, Haruno" grugnì, squadrandola dall'alto in basso. Scosse il capo per un momento, chiedendosi perché fosse così dannatamente impacciata quando doveva formulare una frase sensata; insomma, era ovvio che stessero andando all'università, d'altronde erano davanti al grande edificio ambedue.

"Ah già... vero!" rise istericamente "Sai Sasuke-kun..." deglutì rumorosamente, cercando di trovare un discorso quantomeno interessante; non quelli del tipo “Com'è bello il tempo oggi”, ma qualcosa che li accomunasse entrambi, al di fuori dell'ambito universitario.

Purtroppo la lingua non collaborava, rimaneva serrata fra i denti in cerca di un salvagente che non arrivava."Buongiorno my darlings!"

Quel timbro di voce era sin troppo familiare. Per un momento la ragazza traballò, seguita a ruota dall'Uchiha, ma si ripresero grazie a una spinta del loro amico, spuntato imprevedibilmente dietro le loro spalle.

"Naruto!" lo rimbeccò Sakura, facendogli una ramanzina in merito alla buona condotta e il galateo. Sasuke sbuffò sonoramente, levandosi le mani dalla tasca dei jeans e portandone una alla spalla destra, a sistemarsi la tracolla.


"Vado in bagno", li liquidò, scomparendo piano piano dal loro campo visivo. La ragazza si trovò a sbuffare, lasciandosi andare ad un sospiro malcelato; l'Uzumaki la fissò per un buon minuto -lo stesso minuto in cui aveva fissato lo scultoreo, a dir poco, fondo schiena di Sasuke-, si voltò, lasciando sfumare i suoi sogni e incrociò le iridi con quelle oltreoceano dell'amico. "Che c'è?"


Niente...” assicurò, poco convincente. “... solo che, ecco... mi sembra strano negli ultimi tempi”, si fece improvvisamente serio, iniziando a camminare, seguito a ruota da lei.


Strano?”


Sì... scostante, nervoso... non so, forse mi sbaglio” ci rise su, tornando a parlare dei problemi futili e abituali di sempre.






e, quando ti accorgi di poter far qualcosa, è sempre troppo tardi.





Sakura si rigirava, ormai da ore, la matita tra le dita, con l'intento di studiare il soggetto di fronte a sé. Sasuke Uchiha pareva non mutare espressione... il solito viso serio, la chioma corvina che lasciava oscillare, di tanto in tanto, come per dar un segno della sua umanità.

Strano? Sakura rifletteva su quell'aggettivo così ambiguo, che vedeva fin troppo cucito su una stoffa targata Uchiha: insomma, lo era sempre stato. Ma se prima lo era per quegli atteggiamenti quasi meschini e privi di rispetto verso gli altri – ancora ricordava il primo giorno in facoltà e i suoi sciocchi commenti riguardo l'insolito color pastello dei suoi capelli. Rivangando quel ricordo non poté che sorridere compiaciuta, inclinando il capo da una parte -, ma adesso era strano in modo ancora diverso.

Forse era come diceva Naruto: si facevano prendere troppo dalle apparenze e le impressioni. Come potevano dubitare così del loro amico?.

Sospirò, perdendo ancora una volta la spiegazione attenta e minuziosa del professore-un uomo anziano, con un grande libro fra le mani-, lasciando vagare la mente a pensieri decisamente più piacevoli, come quella stupida e insignificante cotta che provava, come un adolescente in subbuglio. Stupida. Si rimproverò mentalmente, stravaccandosi sulla sedia di plastica -alquanto scomoda- e socchiudendo qualche istante gli occhi. Le pesavano le palpebre, diventavano un macigno troppo gravoso; tentò di prestare un minimo di attenzione alla lavagna ma sentiva solo il rumore sordo del gessetto bianco che andava su e giù, incidendo frasi e monosillabi incomprensibili.

Chiuse gli occhi, ed in quel momento vide qualcosa.



Vagabondava, alla ricerca di una meta. Era tutto bianco,

composto, ordinato , troppo bello per essere reale.

Lanciò lo sguardo dovunque, non sapeva dire se era davanti o dietro; sentiva solamente un piacevole calore scuoterle la colonna vertebrale, un venticello appena un po' accennato procedere in sua direzione, scompigliandole gentile la massa compatta di fili rosati.

Fece un passo, un altro, un altro ancora. Ora, più sicura, si trovava a camminare su un terreno senza profondità, ora, sorrideva solo per il fatto di sentirsi in un luogo felice, giocoso, soleggiato.

Sas'ke-kun!” un grido di pura gioia le sfuggì dalle labbra sottili. Sventolò decisa la mano, richiamando la sua naturale indifferenza. I due occhi la incontrarono.

Ed ebbe paura.

Sasuke-kun... cosa c'è nei tuoi occhi?” e si avvicinò, con l'intento di stringere la sua mano, o magari sedersi accanto a lui. E quegli occhi la fissavano, accusati di chissà quale reato.

E le sembrò di sfiorare quegli occhi, parevano bruciare... ardere intensamente.

Cos'hai?”

Fa male”, rispose lui, atono.

Cosa?”

Tutto”

Sakura sbiancò, non capiva a cosa si riferisse e al contempo sentiva di dover fare qualcosa per lui.

Parlami Sas'ke... io ti posso aiutare. Io ti voglio aiutare!” urlò, in preda all'isteria.

Puoi aiutare qualcuno che è caduto in un burrone?”, religioso e casto silenzio, mentre un piccolo ghigno si appostava insicuro fra le sue labbra. “Appunto. Quando sei arrivato al fondo, non puoi più risalire”



Sakura sobbalzò. Era quasi sicura di aver sentito due dita premere sulla sua spalla, con delicatezza. “Oh” era proprio il protagonista indiscusso del suo sogno. “Devo essermi addormentata”, si giustificò, faticando a trattenere uno sbadiglio.

Scompigliò un po' i capelli, strabuzzò più volte gli occhi per rinvigorire totalmente; afferrò la cartella ancora chiusa sul banco: era stato un morbido cuscino. “La solita” la sfotté, mugugnando sottovoce qualcosa.


Ehi!”, sbadigliò ancora, con il risultato di passare dalla parte del torto. Ora che se ne accorgeva, l'aula era completamente vuota. Il professore aveva abbandonato la sua indiscutibile posizione, tutti gli altri erano filati a far pranzo, poi sarebbero stati sottoposti all'ennesima lezione. “Aspetta”, lo strattonò per un braccio, sentendolo freddo. La sportiva maglia a maniche corte le permetteva di poter tastare la sua pelle marmorea. “C'è...”, intimorita, non era solita ad affrontare quei discorsi col ragazzo più taciturno che avesse mai conosciuto nella sua esistenza. “... ecco... c'è qualcosa di cui vorresti parlarmi?”


Tossicchiò, impastando qualche parola, vedendo un cipiglio astuto prontamente alzato. “Sicura di star bene, Haruno?”, si avvicinò, battendole una cartella sulla testa. “Non è che mi hai sognato?” domandò malizioso, riscaldando il collo della ragazza col suo respiro regolare, leggermente modificato dall'odore di tabacco che masticava spesso tra le labbra. Sakura chinò lo sguardo, divenendo rossa. Gettò lo sguardo a terra e non poteva fare a meno di notare qualcosa. “Cosa... cosa hai fatto qui?”, prese di scatto il suo braccio e stavolta sbiancò di paura.


Niente”, lo ritrasse subito.


Come niente? Sasuke... so benissimo cosa sono quelle! Sono iniezioni... hai usato la siringa e ti sei fatto di qualcosa?”


Smettila!”, e lei obbedì. Mai il tono di Sasuke era stato così arrabbiato. Mai.

Spaventata com'era i suoi occhi parvero inumidirsi, avvertiva un formicolio insistente alla mano che le diceva di lasciare quella dell'Uchiha. Liberatasi dalla sua presa, lo guardò astiosa, non mollando il discorso e nemmeno i suoi occhi, incatenati come due diamanti.


Perché? Cosa diavolo ti interessa?”


Cosa mi interessa?”, rimandò la domanda a lui, osservando curiosa il contrarsi brusco delle sue sopracciglia. “Mi interessa quello che fai, Sasuke. Mi interessano i corsi che fai, quello che mangi, la marca di sigarette che fumi. Mi interessano i ghigni che fai, il tuo menefreghismo, la tua indifferenza, mi interessano i tuoi discorsi, i tuoi sguardi, mi interessa sapere perfino cosa farai uscito di qua”


Si fermò un istante. Poi si riprese, prendendo per un attimo il respiro. “Ce la puoi fare... a uscirne. Io ti voglio aiutare. Posso?”


Gli tese la mano, aspettandosi un contatto umano. Minuti di silenzio tra loro, sguardi occupati a cercarsi, respiri quasi assenti, sentendo l'ansia di un responso negativo. Sasuke non prese quella mano, non sarebbe stato da Sasuke, appunto. Avvicinò Sakura a sé, facendo aderire i loro corpi; due braccia si videro incontrarsi, protendere l'una verso l'altra e finalmente ricongiungersi, sincronizzate. Il ragazzo piegò le labbra, fino a farle combaciare alla fronte della ragazza; non sapeva cosa le stava prendendo in quell'istante, era marmorea e statica come una statua. L'imprevedibile Uchiha aveva colpito ancora.

Il dardo nel suo cuore l'aveva centrato da tempo, ma c'era poco da fare se i suoi sentimenti erano tutt'altro che ricambiati. Sakura poteva apparire l'amica, la compagna di corso, la futura dottoressa. Però la rispettava.

Le bastava quello... davvero.

Un piccolo ghigno di circostanza tornò a farsi vivo sul suo volto, rivolgendolo verso di lei. Riprese tutti e cinque i sensi, impedendosi un bollore repentino sulle gote. “Grazie”

Scandì parola per parola; non ebbe nemmeno la forza di rispondergli, il cuore le era arrivato in gola.


Quando sei arrivato al fondo, non puoi più risalire.


Sognò quelle parole tutta la notte, svegliandosi madida di sudore tra le coperte. Dopo quello che le aveva detto avrebbe dovuto fare un sogno dolce e denso di tepore... piacevole. E invece no. Cos'era quel brutto presentimento che si faceva avanti, con prepotenza?





Sakura-chan... mangia qualcosa”, le ordinò dolcemente il ragazzo, badando alla sua salute. Sakura si sentiva debole e gracile ma mangiare era l'ultimo dei suoi problemi, in quel momento. Scosse il capo, rifiutando l'ennesimo piatto fumante che le si prostrava davanti gli occhi; i primi venti autunnali soffiavano forti sulle braccia fino a scendere lungo tutto il corpo.

Sentì la sua voce sussurrarle roca all'orecchio, come trasportata da quelle foglie che adesso si stavano esibendo davanti a lei e quasi stentò a reprimere l'emozione. Scattò come una molla, fiondandosi sulla balaustra di ferro, cercandolo ovunque... in mezzo al vento, tra le fronde degli alberi, nel cielo, nascosto dietro una nuvola.

S-Sasuke!”

Urlò, squarciando il cielo. Ansimò, aveva dato fondo al suo fiato;

due mani le cinsero le spalle, proteggendola dalle illusioni.

Però le illusioni erano belle, almeno per un istante poteva dire di esser tornata in vita.

Sì, perché Sakura era morta. A farla tornare in vita sarebbe stata solo una cosa:

il ritorno di Sasuke.

Purtroppo però, era in un luogo troppo lontano, privo di scorciatoie o

viuzze che tagliavano la strada: là c'era solo buio.

Senza neppure uno sprazzo di Sole.

Quello stesso buio, in cui era precipitato lui. Il burrone.

Sakura-chan, va tutto bene” la tranquillizzò, riscaldandola con una sua felpa. Tremava, si dimenava, sentiva che presto sarebbe morta anche lei,in quelle condizioni.

Ma il fatto è...

che riprendersi dopo aver visto una persona morire davanti i propri occhi è un impresa ardua a dir poco... collegato a ciò, anche il dolore per quella persona a cui si voleva bene.

Lo amava. Dannazione, bruciava d'amore per lui.

Voglio morire... perché vivo? Perché?” gridò, appoggiandosi alle ginocchia del ragazzo e trovando un riparo alle sue povere lacrime.

Smettila! Smettila Sakura-chan!” urlò , mentre lei tentava di trovare qualche motivo riguardo la sua permanenza sulla Terra. “Vivi per lui. Vivi la vita

che lui non ha voluto, che ha rifiutato. Vivila tu per lui”





Insieme decisero di non rivelare nulla a Naruto, si sarebbe preoccupato e avrebbe fatto mille storie, e poi Sakura si fidava di Sasuke, le aveva promesso che quel giorno stesso avrebbe gettato vie quelle cose velenose, si sarebbe liberato dei suoi amici. Per una volta la ragazza si sentiva soddisfatta, aveva aiutato qualcuno, l'aveva fatto con il cuore. Percorse la via ormai sempre più rada di fiori, a essi si sostituivano le più malinconiche foglie, danzavano attorno alle persone, aspettando un cenno d'assenso. “Oh” rimase con la bocca a mezz'aria, a cercare l'ossigeno che sembrava essere disperso come una nube attorno al suo corpo. Vide Sasuke avvolto nella sua sciarpa scura, in mano un libro, sguardo attento e scrupoloso, tracolla poggiata inevitabilmente sulla panchina, un po' aperta. Conservò l'espressione stupita, da perfetta ebete e si fece avanti, mostrandosi coraggiosa: sventolò una mano davanti i suoi occhi, come a risvegliarlo dalla profonda catalessi in cui era precipitato.


Ti avevo già vista, Haruno”, sbuffò, girando pagina.


Uhm. Non trovi che siano tristi?” domandò amara, osservando il paesaggio spoglio.


Cosa?”


Le foglie... sembrano malinconiche e tristi”, disse, sedendosi accanto a lui. Teneva la cartella ben stretta fra le mani, le ginocchia chiuse, ogni tanto scuoteva il capo, girandolo qua e là per cercare qualcosa di inesistente. “Niente affatto”, chiuse il libro, riponendolo accuratamente nella propria borsa. “Una volta mi raccontarono una leggenda sulle foglie”, affermò e, inevitabilmente, una nota più colorita si stampò sul volto di Sakura, facendole scattare un “Cioè?” sulla punta della lingua.


Si dice che ad ogni foglia corrisponda qualcosa... hanno tutte un significato”


Oh”, sembrò stupita. Cercò i colori improvvisamente, come se prima quelle foglie fossero sprazzi bianchi e neri, come nei vecchi film.

E questa... questa ad esempio cosa significa?” domandò, insicura. Osservò le venature quasi invisibili, tastò i contorni della foglia un po' pungenti, contemplò il colore vermiglio tendente al bordeaux.

Una cosa stupida”, affermò poco dopo, cercando qualcosa nelle tasche. Ne estrasse un piccolo pacchetto bianco e ne sfilò una sigaretta. “Ah sì? Quale?” inclinò il capo di lato, sembrò sinceramente incuriosita.

Si dice che... la foglia rossa simboleggi l'amore. Una credenza stupida, senza fondamenta”

Sakura osservò meglio la foglia, trovandosi a sorridere, inaspettatamente. “E se invece non fosse una leggenda?” lo sfidò con lo sguardo.

Sasuke alzò un cipiglio, probabilmente confuso. La ragazza non sapeva di aver esposto il suo pensiero a voce -decisamente- troppo alta. Il moro le tolse la foglia dalle mani, gettandola malamente a terra. Si confuse tra mille altre, sue simili; erano alzate dal vento ogni tanto e si vedevano migliaia di colori spenti danzare nel vortice per poi gettarsi di nuovo nel comodo materasso che era il suolo.

Sei una credulona, Sakura”

Non è vero!”, gonfiò le guance, proprio come una bambina. Mancava poco che incrociasse le braccia al petto; Sasuke ghignò, espirando l'ennesima boccata di fumo, sostanza nociva alla quale non sapeva rinunciare.

Si sentì per un misero istante in imbarazzo, si sfregò le mani con una violenza tale da farsi male. Voleva colmare quel rigido silenzio, ma aveva paura che ogni discorso sembrasse stupido e insensato, se non addirittura infantile. “Davvero ti piacciono così tanto le foglie, Sasuke-kun?”, aggiunse quell'onorifico per semplice rispetto, quel -kun di suffisso alla fine, suonava tenero piuttosto che educato.

Sì”

Semplice e deciso, come sempre. “E... non ti piace nessun fiore?” giocherellò con le dita, diventando paonazza per quella semplice domanda.

No. Solo uno.”


Oh”, apparve meravigliata. Felice per quella nuova informazione ricevuta, tutta presa dalla curiosità, si precipitò a fare la domanda più ovvia. “Quale?”


Il ciliegio. Mi piace solo il ciliegio”



Ricordando quell'istante provò un nuovo battito. Sentì le pareti

del cuore traballare.

Una nuova scossa, un nuovo flashback, l'immagine del cinico ragazzo

le appannava la vista, la rendeva incauta, dolorosamente fragile di fronte

al mondo esterno. “Sakura... dormi, tranquilla”

Le sussurrò Naruto, al suo fianco, pronto a sostenerle il capo,

e a riscaldare il suo corpo. La donna si girò, trattenendo l'ennesimo barlume di disperazione,

si accoccolò sul petto dell'amato -eppure non aveva lo stesso profumo, lo stesso odore, la stessa

adorata colonia che fino ad allora aveva criticato e che adesso rimpiangeva.-, affondò il capo sotto le coperte, battendo i denti dal dolore. “Mi stringi la mano?”

L'Uzumaki obbedì, andando a prenderle le dita ossute

e intricandole alle proprie. “Sempre. Te la stringerò sempre, Sakura-chan.”

sussurrò , mentre un piccolo sorriso -di speranza-le illuminava il volto

spento; la Luna faceva la sua parte andando ad abbagliare quel fondo marmoreo talmente

vitreo da apparire quasi surreale.






Ragazzi! Non ci crederete oggi cos'è successo! Il professor Hatake, quell'uomo è un grande... sapete cos'ha fatto?”


E Naruto allietava il loro pasto con un racconto a dir poco esilarante. Non potevano negare che quel ragazzo per quanto testa quadra era uno spasso assoluto, soprattutto in circostanze come l'Università, continuamente sottoposti a stress e ansia per gli esami e le lezioni. E, nel mentre il biondino esponeva le brillanti idee, ecco che sotto il tavolo Sakura andava a sfiorare col tacco il polpaccio del ragazzo, provocandolo. Provava ad andare sotto i jeans, per tastare sulle calze di pochi den la sua pelle liscia e morbida. Le guance avevano ripreso a colorare il suo visino di porcellana, finalmente aveva ripreso un po' di vita.

Ma sapeva già che far innamorare di sé l'Uchiha non era impresa da poco, anzi, occorreva un infinita pazienza e una grande determinazione, doti dopotutto di cui non era sprovvista. “Naruto... ecco, avremmo una lezione. Continuiamo la prossima volta, okay?” domandò, smaterializzandosi -senza dare troppo nell'occhio- dalla vista del ragazzo.

Adesso la strana sei tu, Sakura-chan...” rifletté, tornando a fiondarsi sulla grande porzione di ramen.


Vedi qualcuno?” Sakura lo stava trasportando verso i bagni femminili, i corridoi sembravano vuoti, il silenzio religioso. Ottimo per degli incontri ravvicinati del terzo tipo. “No”

Stavolta fu Sasuke a precederla. Le prese il braccio violentemente, trasportandola nel primo bagno libero. La ragazza fabbricò un sorriso, poi chiusa bene a chiave la porta, avvolse con le braccia il collo del moro, sospirando esausta.

Dovremmo dirglielo. Povero Naruto...” lasciò in sospeso la frase, con l'intento di continuarla.

Siamo qui per parlare di Naruto?” chiese, non proprio garbatamente.


Ella ammiccò, ad un millimetro dalle sue labbra. “E chi ha detto che dobbiamo parlare?”

Famelica gettò la bocca adiacente alla sua, quel gusto, quel sapore che non svanivano mai. La foga fu più feroce della razionalità, mandò bellamente a quel paese tutto, e, sotto un soffitto di pochi metri, la ragazza si privò dei tacchi, lasciando che le sue gambe fossero avvolte attorno alla vita di Sasuke. La corta gonna non faticò ad essere tirata via dalle sue mani, un po' meno rapida fu l'operazione per togliere le calze. Dal canto suo, lei, non poteva che osservare come una spettatrice attenta gli atteggiamenti scocciati e al contempo eccitati del ragazzo che si trovava di fronte. Il suo principe azzurro poteva dirsi finalmente suo. E forse nei sogni non bisognava sempre disperare, nemmeno nel destino... lui si era accorto di lei, la timida ragazzina che si accontentava di significare amicizia, fiducia, rispetto per lui. Ma cos'erano queste cose senza l'amore?

Ti amo” si lasciò sfuggire da quelle labbra sottili, sigillandole immediatamente. “S-scusa” abbassò il volto, sciogliendosi come neve al sole.

Cos'hai detto?” respiri ansimanti, i corpi che si staccavano un poco, madidi di sudore in quello spazio ristretto.

Nulla. Fai conto che non abbia detto nulla” troppo vigliacca per accettare la realtà.

Come vuoi” decise di ignorarla, tornando a stamparle miriadi di baci sul collo, parte talmente debole che a Sakura parve addirittura spezzarsi. Inclinò inevitabilmente il collo, tastando insicura la schiena del ragazzo, ancora troppo inesperta per permettersi simile audacia. “Haruno?”

Uhm?”

Anch'io”

Le si illuminarono gli occhi, parve scoppiare il cuore. “C-Cos'hai detto?” domandò, assolutamente scettica per credere alla veridicità di quelle parole.

Nulla. Fai conto che non abbia detto nulla” la scimmiottò, come aveva fatto lei attimi prima. Ed entrambi ghignarono e si pentirono delle loro risposte; ma erano ambedue troppo orgogliosi per tornare indietro e cancellare tutto. L'Haruno si mordicchiò le labbra, giocando a screpolare le perfette venature che erano disegnate sui contorni della bocca di Sasuke.

In quel momento si accorsero di essere a una distanza troppo esagerata l'uno dall'altra. Quindi si riavvicinarono; Sasuke seguì con una traiettoria obliqua l'apertura dei bottoncini della camicetta della ragazza, trovandosi a complimentarsi col seno. “Dicevamo?”



Il principe azzurro esiste solo nelle favole.

Era così -una regola rigida- e sempre lo sarebbe stato. Il principe a cui tante ragazze aspiravano, non avrebbe mai bussato alle loro porte per il semplice fatto che i principi di ieri sono stati di gran lunga superati da quelli di oggi.

Non l'hai capito ancora Sakura?. Non perderai la scarpetta


Ma la speranza.


Non busserà alla tua porta.


Non si prenderà il disturbo.


Non ti sorriderà per poi portarti in Paradiso con una semplice frase, né ti concederà un ballo.


Ti farà soffrire, ti porterà in Paradiso, sì, ma subito dopo all'Inferno, ti purgherai per un momento e poi di nuovo Paradiso e Inferno.

Ti farà soffrire, tanto, tanto, tanto.

Troppo.


Ma questo... cosa può importare a una ragazza

innamorata?


Nulla.




Ti lascio per un po' solo!.” disse lei, slacciando le braccia dalla sua schiena. Fu parecchio doloroso l'addio momentaneo, poiché quelle mani non volevano saperne di lasciarsi, i loro sguardi si cercavano intensamente, scrutandosi attenti.

Caddero più volte preda della tentazione, soffiandosi sopra le labbra come due dannati. “Ciao... davvero stavolta” si allontanò di scatto, sfregandosi le labbra bagnate.

Resisti senza di me” sibilò lui, fiondandosi sul più comodo divano a vedere una partita di calcio, con la solita birra in mano, pronto per aprirla.

Lo guardò di sbieco, sistemandosi alla meglio la camicetta. “Vale la stessa cosa per te!” trillò, allontanandosi e sbattendo la porta col suo fare un po' imbranato. Sasuke sbuffò, rinnegando i suoi stessi pensieri col capo.



***



Fronte spaziosa... finalmente, ce ne hai messo di tempo!” sospirò una contrariata Ino, bevendo in un secondo tutto il liquido, grazie all'uso della cannuccia di plastica. “Ah, ho capito” intuì, squadrandola dall'alto in basso, senza farsi il minimo scrupolo.

Sakura gettò la borsetta traforata sul tavolo di plastica, cercando un ordinazione. “Cosa avresti capito?” fece orecchie da mercante, puntando lo sguardo direttamente ad un fresco aperitivo.

Niente niente... solamente che fare sesso a quest'ora può essere letale...”

Perché?” domandò, leggermente impaurita.

Ah!Ti ho scoperto! L'hai fatto... sono un genio!” si complimentò, mugugnando una serie di auto-complimenti uno dopo l'altro. “Cazzo” si trovò ad imprecare, sbattendosi una mano sulla fronte.

Ti conosco troppo bene, per fortuna” annunciò entusiasta.

Purtroppo” rinnegò subito la ragazza.

Non dirmi che è Naruto, su quel baka non ci avrei scommesso due yen!” rise sguaiatamente, preda di chissà quali fantasie irrazionali. Sakura negò, non intenzionata comunque a farle sapere il nome del diretto interessato. “Oh” quell'esclamazione di stupore era letale se sfuggiva dalle labbra di una sadica Ino Yamanaka.

Che c'è?” chiese, temendo di cadere in un altro dei suoi misteriosi sotterfugi.

Capelli... decisamente in netto contrasto con i tuoi” si avvicinò allo scollo della camicetta, prendendo quel filo blu elettrico e analizzandolo attentamente. “Bel colpo sorella!” serrò la mascella, ancora attonita dalle ultime news stile soap-opera dell'amica.

Ehi… frena frena Ino-pig!”

La stoppò, fiondando due mani davanti alla sua faccia sorpresa. “Non c'è nulla di male Haruno. Solo... l'Uchiha non ha la fama di essere...” si guardò scrupolosamente attorno. “...fatto?”

A buon intenditore poche parole. Le sopracciglia della ragazza diventarono severe e imperiose. “Chi ti ha detto questa cazzata?” si agitò, odiava quando si spargevano in giro simili scempiaggini.

Ehi calma! Voci di corridoio!”

Appunto Ino, voci. Cazzo. Ti fidi più delle voci che di me, la tua amica?”

si indicò, assumendo una piega immutabilmente arrabbiata.

Io so solo una cosa, Haruno. Non si smette così, in quattro e quattro otto. Cosa fa quando tu non ci sei? Che ne sai? Puoi fidarti davvero? Riflettici Sakura”.

Parve per un momento assimilare quelle parole, sebbene pesanti sul fardello gravoso della coscienza. Poi però rinvigorì, alzando nervosa un cipiglio. “Non sai cosa dici, Yamanaka” si alzò, prendendo la borsa e dirigendosi a una meta ben precisa, facendo camminare i tacchi con fermezza, senza indecisioni.

Si doveva fidare,no? Se aveva detto basta così sarebbe stato.

Camminò.

[e pianse]

Cercò di rientrare in casa sforzando un sorriso, sebbene dietro gli occhi si nascondessero cascate, che non vedevano l'ora di sgorgare.

Camminò: altri passi.

Quel sorriso sfumò, dietro l'ombra di un Sole calante,

calante come la fiducia, la stima, la speranza.

Ma l'amore no. Quello restava costante,

qualunque cosa fosse accaduta, l'amore era un paletto ben piantato

nel cuore.

Io mi fidavo di te!” gridò, un urlo disumano che squarciò il cielo.

Sotto una Luna casta e pulita c'era uno scenario sporco e malsano, una visione da accapponare la pelle, brividi, angoscia, voglia di urlare al mondo.

Sasuke, disteso a terra, ormai privo di sensi, diceva qualcosa di insensato, tenendosi fermo il braccio e allo stesso tempo tremando convulsamente.

Non si smette così, in quattro e quattro otto.


Certe volte è facile iniziare a fare qualcosa... ma smettere, smettere è difficile, impossibile in alcuni casi.

Smettila! Smettila di rovinarti la vita!” gli gridò, cercando di fare qualcosa per aiutarlo.

Perché?” chiese, come se nulla fosse.

Per me”


*******




Oh... che belle, vero Naruto-kun?”

Domandò, stringendosi a lui, accoccolata come un gattino. Sakura danzò attorno a quella tavolozza spenta, trovandoci tuttavia l'allegria.

Ma non le odiavi Sakura-chan?” le scompigliò i capelli, con fare affettuoso.

No. Ora non più” sorrise malinconica, raccogliendo una foglia rossa dalle venature sporgenti. Era tutta tagliuzzata intorno ,veniva gentilmente aspirata dalla foga del vento. Ben presto lasciò andare lo stelo, facendo sì che quella brezza fresca , a tratti pungente, assorbisse l'ennesima foglia; tanto fra poco non ci sarebbero state più.

Tutto sarebbe divenuto spoglio e arido, senza traccia di vita. E fu proprio quello il momento in cui Sasuke morì... morì tra le sue braccia, freddo il suo corpo.

Marmo il suo viso.

L'ultima cosa che le soffiò all'orecchio fu un miserabile “Arigato” prima di donarle uno sguardo decisamente meno burbero del solito, cercando quasi di scoccarle l'ultimo bacio su quelle labbra asciutte. Ma non ci riuscì... no.

Il destino tagliò il filo prima, impedendogli di sfiorare la carnagione di porcellana.

Andiamo?” le tese la mano Naruto, colui che l'aveva raccolta dalla depressione. Erano stati vicini, si erano stretti mani, braccia e alla fine i loro corpi avevano ceduto, carne con la carne... forse lui l'aveva sempre amata, anche se non l'ammetteva, per correttezza nei confronti di Sasuke.

Forse LEI non amava Naruto.

Ma non importava... le sue mani erano calde.

Non erano lastre di ghiaccio, fredde come la morte.

Il suo respiro era dolce, privo d'acidità, di fumo appena espirato.

Non era macchiato.

Le sue parole dolci, i suoi gesti attenti, la sua premura costante.

Lui era il principe. Era il principe ideale, il canone della bellezza, della nobiltà d'animo, dell'eroe per eccellenza.

Lui non era l'Altro.

Sakura accettò la stretta, un po' tremolante per via delle reminiscenze che affioravano una dopo l'altra nella sua mente.

Ti voglio bene” disse, aggrappandosi alla sua spalla.

Lo so” ghignò sbarazzino “... e so anche che non potrà mai cambiare” aggiunse malinconico, stringendola a sé.

E aveva dannatamente ragione.

Come si può amare... un morto?

No, si contraddisse da sola. Lui non era morto, era vivo...

Vivo nel suo cuore e nel suo animo e mai... MAI avrebbe smesso di gridare amore, di piangere lacrime, di vivere di sogni.



Vivi per lui. Vivi la vita

che lui non ha voluto, che ha rifiutato. Vivila tu per lui.



Sorrise al mondo.

Sasuke non l'avrebbe mai fatto, ma, guardando il cielo, non aveva potuto fare a meno di notare una nuvola, sopra vi era dipinto un piccolo ghigno... era troppo chiamarlo sorriso. Le piaceva pensare che Sasuke, da qualche parte, la stava osservando...

E sognava di vederla felice.



Ever felt away without me

My love, il lies so deep

Ever dream of me


Ti sei sempre sentita lontana senza di me

Il mio amore giace , è così profondo

Sogni sempre di me


-Ever Dream-Nightwish-


Fine. 

Uhm. Si, è stato difficile.

Ci ho messo ben 8 giorni per scriverla, pomeriggio e sera, col risultato di non studiare per Fisica -.-(ma vabeh...dettagli xD. Tanto ormai gli esami d'estate mi aspettano a braccia aperte -_-.)

Grazie per aver letto...adesso, ciò che vi chiedo non è recensire per far piacere alla sottoscritta, che in fondo non voleva manco postarla...ci teneva solo a sfogarsi un po' . Ma per dirmi oltre le vostre impressioni -positive o negative che siano U_U- , i vostri pensieri, riflessioni.

Purtroppo cose di questo tipo ne accadono tutti i giorni...magari fossero solo fan fiction.


Doverose spiegazioni (riguardo la ff) :


Le parti in corsivo riguardano il presente -tranne il “sogno”-, quelle normali il passato.

La parte delle foglie & i relativi significati è completamente inventata, tutto di mio pugno xD *fantasiosa eh?XD *

è OOC Sasuke, sento che me lo direte. Ma mi serviva, per rendere bene il tema ><. Tra Sasuke e Sakura è scoppiata la scintilla dopo l'episodio delle foglie...immaginate che lui si sia accorto di lei improvvisamente...non sono andata a narrare di tutto nel particolare anche perché mi volevo concentrare più sul tema , che poi ho trattato.

Sakura e Naruto, in seguito alla morte dell'amico si sono messi insieme, ma Sakura sta insieme a Naruto più per un senso di protezione e conforto che per altro...sennò cadrebbe nel baratro della solitudine.

Spero vi sia piaciuta e che vi abbia fatto riflettere.

Mi ci sono impegnata davvero tanto (Infatti sono stanchissima @___@)

E come dicono molte persone : me è un vulcano di idee, quando inizio non mi ferma più nessuno o__o...tornerò!MUHAHA.


Kiss, Kiki :).


   
 
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