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Autore: bahamut    15/12/2016    0 recensioni
In un mondo fantastico due grandi fazioni condotte da altrettante potenti e temibili divinità sono sull'orlo di una guerra. Nulla sembra poterlo evitare, nessun mortale o divinità minore è in grado di contrastare i loro poteri. La storia di un ragazzo che suo malgrado si ritrova nel mezzo di questo conflitto e che farà di tutto per preservare la sua vita tranquilla.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Giunsero dunque alla strada maestra. La testa della carovana aveva già superato l’imbocco da cui arrivavano loro, dunque si fermarono e attesero finché Mes non intravide un corpulento braccio agitarsi nell’aria, salutandolo: era Briggers, seduto alla guida del suo pesante carro coperto con stoffe raffazzonate e di diversi colori e motivi. Mes non lo vedeva da almeno 3 anni, l’ultima volta che era passato per il suo villaggio a salutare suo padre: era un uomo sulla cinquantina, sempre stato corpulento ma ora notevolmente aumentato di peso, i capelli neri che iniziavan a presentare diverse spruzzate di argento e una incipiente stempiatura. Era sempre gioviale e Mestral non ricordava di averlo mai visto imbronciato o preoccupato. Anche il quel momento sfoggiava uno dei suoi migliori sorrisi, mentre continuava ad agitare il braccio ininterrottamente anche dopo aver raggiunto i due viandanti.-MEEEEEEEEMEEEEEEEEEEE!- Il ragazzo sforzò un sorriso: odiava quel soprannome -Quanto tempo! Lode a Brollan, sei cresciuto tantissimo! Come mai ci sei tu al posto di tuo padre? E’ forse successo qualcosa?- Mestral spiegò velocemente al mercante quanto era accaduto al padre mentre altri carri gli facevano posto e gli permettevano di unirsi alla carovana. Quando ebbe finito Briggers annuì pensieroso -Capisco…brutta faccenda davvero! Mi dispiace molto ma sono sicuro che si rimetterà presto! Ha tempra da vendere quell’uomo!- dicendo ciò posò lo sguardo incuriosito su Masur -Invece il tuo compagno qui chi sarebbe? Non è una faccia nota.. Mostrando il suo miglior sorriso sdentato il viandante fece un abbozzo di inchino, arrivando a toccarsi le ginocchia piegate con la fronte -Il mio nome è Masur, piccolo contadino in viaggio verso la luminosa meraviglia di Trempors! Ho incontrato il giovane Mestral lungo la via e la fortuna ha voluto che fosse così gentile da offrirmi un passaggio sulla sua vettura!- -Benissimo! Qui più siamo meglio è! Bravo Meme, vedo che stai superando la tua ritrosia!- fu la risposta dell’uomo. Mestral evitò di rispondere: tendeva a non fidarsi troppo degli estranei e cercava di evitare qualsiasi tipologia di problema potesse presentarglisi davanti… tuttavia con Masur aveva agito senza riflettere come suo solito. Ancora stava rimuginando sull’incontro col contadino quando Briggers interruppe il filo dei suoi pensieri -A proposito di ritrosia…come sta Lali?- A quelle parole Mest divenne completamente rosso: Lali, diminutivo di Laliamor, era una sua giovane compaesana per cui il ragazzo aveva una cotta; era una ragazza di piccola statura, i capelli castani facevano da cornice ad un visino dolce ed ingenuo, con due bei occhi nocciola ed un’espressione premurosa. Non si poteva definire una gran bellezza ma era piacevole alla vista e Mestral ne era invaghito da tempo, senza però aver mai avuto il coraggio di esporsi e dichiararsi a lei -Ehm…si..bene..sisi…beh- si limitò a bofonchiare; la domanda lo aveva colto alla sprovvista e il tono del mercante faceva intuire che l’aveva fatta apposta per stuzzicarlo -Come dici scusa? Non ti si capisce bene quando borbotti così!- Briggers se la stava ridendo sotto i baffi -Ho detto che sta bene!- sbottò di rimando il ragazzo ancora a disagio. Durante questa piccola scenetta Masur spostò più volte lo sguardo da un oratore all’altro rimanendo costantemente in silenzio, negli occhi una scintilla di curiosità ma desideroso di rispettare la privacy del suo nuovo amico e benefattore.
 
La giornata passò lentamente e senza particolari eventi fino a che non calarono finalmente le tenebre. La carovana si andò a disporre per la notte e diversi falò spuntarono tra i carr,i dove i viaggiatori ed i mercenari assoldati per respingere gli assalti di possibili predoni cenarono e disquisirono di vari argomenti, dalla validità di una spada rispetto ad un’ascia all’aumento del prezzo del grano. Dopocena Briggers rivelò l’esistenza di una locanda non troppo distante dove servivano la migliore birra della regione e propose di andare a brindare per il loro incontro e per la speranza di un viaggio tranquillo e, soprattutto, proficuo. Di buon grado i tre amici e qualche altro mercante aggregatosi all’idea si incamminarono al seguito di Briggers verso la decantata locanda; bastò una decina di minuti di cammino per raggiungere la casupola di modeste dimensioni che, tuttavia, sprizzava di euforia e calore già dall’esterno, mentre si sentivano cori e risate fragorose provenire dall’interno. Il locale era colmo di gente festante, complice la vicinanza di due villaggi, ma riuscirono comunque a trovare un tavolo a cui sedersi e poter ordinare i loro boccali un coro di esulti seguì il brindisi di Briggers anche da parte dei tavoli vicini, desiderosi di fare baldoria. Mentre sorseggiava la sua birra Mestral notò che, vicino al camino, vi era un grosso tavolo rotondo ricoperto di ogni ben di dio e occupato da un uomo che definire enorme sarebbe stato un eufemismo: completamente calvo ma con una folta barba bruna, l’uomo seduto sovrastava il livello delle teste presenti di molto e l’enorme ventre flaccido tremolava ogni volta che esplodeva in una fragorosa risata, causata da battute sue o dei suoi commensali; le enormi mani afferravano voracemente qualsiasi cibo gli potesse capitare a tiro e buttava giù il tutto con notevoli sorsate di birra.
 
Le dimensioni di quella persona, quasi al di fuori dell’umanamente possibile, e la sua voracità stupirono il giovane e Masur, incuriosito anch’egli dal soggetto -Lui è Brollan, Kerrias della festa e del cibo!- Mestral si girò di scatto verso Briggers, che sembrava avergli letto nel pensiero -Lui è un kerrias? Sono descritti come esseri sovrannaturali e, per quanto fuori dal normale possa sembrare, mi pare comunque un uomo!- un sorriso emerse dai baffi del mercante -Kerrias ce ne sono tanti e di ogni forma! I più potenti tendono a mostrarsi raramente e spesso si limitano ad osservare e dispensare ordini o consigli; altri, come Brollan, decidono di materializzarsi nella nostra realtà più spesso e vivere a contatto con la gente normale. Dipendentemente da cosa sono stati formati per proteggere possono farlo in piccoli templi a loro dedicati dai villaggi oppure nelle case, nelle taverne, nei campi di battaglia e negli orti. Ce ne sono davvero un sacco e molti sono legati anche ad un solo villaggio quindi chissà quanti ancora non sono stati incontrati!- i due compagni rimasero affascinati dalla spiegazione di Briggers: mai avrebbero immaginato che esseri come i Kerrias potessero interagire con il popolo come fanno dei vecchi compagni di bevute od un semplice anziano vicino di casa. Tuttavia una perplessità si insinuò in Mes –Brig, hai detto che i Kerrias si “formano”…che cosa intendi?- era curioso, non si era mai troppo interessato a cercare di capire le divinità che sembravano affollare quel mondo e finché vi era la possibilità voleva saperne il più possibile. Briggers tracannò una grossa sorsata di birra, emise un sonoro rutto per la gioia degli avventori e si pulì i baffi, dopodiché si accinse a rispondere –Non lo so nemmeno io con esattezza, vi racconto ciò che ho sentito da un vecchio nella periferia di Gtemian. Parrebbe che una teoria bislacca voglia dipingere i Kerrias come abitanti di una specie di mondo separato dal nostro, invisibile e intangibile a noi…ma la cui barriera è perfettamente oltrepassabile da loro. Sempre secondo queste voci essi sarebbero senza una forma specifica nel loro mondo…ma quando gli ideali, le idee, i sogni, i desideri e anche i pensieri e le richieste più macabre della gente sono abbastanza forti essi vengono attirati qui e guadagnano un loro aspetto e un loro scopo: una volta raggiunto questo stato parrebbe che siano in grado di fare avanti e indietro dal loro mondo recuperando la loro forma corporea ogni volta che vengono qui…-fece una pausa per controllare i suoi interlocutori: Mes ascoltava interessato ma una smorfia scettica aveva cominciato ad apparirgli in volto, Masur era sorridente anch’egli pareva interessato ma aveva la tipica espressione di chi  annuiva senza aver fondamentalmente capito nulla. Brig sospirò –Beh…è comunque solo una voce, sicuramente qualche pazzoide l’avrà messa in giro per attirare gente e darsi arie da grande filosofo!- dicendo questo finì di bere e ordinò un altro boccale.
 
In quel momento si spalancò la porta dell’osteria e l’atmosfera si congelò per un istante: un gruppo di quattro uomini entrò nell’ambiente sotto lo sguardo di tutti, le armature ed il vestiario li identificavano come cavalieri ma era il simbolo sul loro mantello che aveva lasciato tutti immobili, poiché si trattava di un pesce completamente nero e dotato di ali da pipistrello su sfondo verde smeraldo; il simbolo di Kromis, il simbolo Gtemian. L’armigero che stava in testa, un uomo di media statura e caratterizzato da una lunga chioma rosso fuoco e una barba del medesimo colore, avanzò deciso tra i tavoli fino a portarsi dinanzi a Brollan. Gli occhi del kerrias si fissarono in quelli color smeraldo dello sconosciuto per alcuni interminabili secondi, finché quest’ultimo non portò una mano al fianco dove era riposta la spada; la tensione aumentò notevolmente, nemmeno una mosca sembrava voler infrangere l’atmosfera che si era venuta a creare. Le dita del rosso arrivarono a sfiorare la spada ma subito dopo la oltrepassarono e andarono ad afferrare un otre agganciato alla cintura e parzialmente nascosto dal mantello. L’uomo lanciò l’otre a Brollan –Asprovino dell pianure del Nord, non troverai mai nulla di meglio per toglierti la sete!- disse aprendosi in un sorriso complice; anche sul viso della divinità comparve un sorriso, grande ed entusiasta, mentre stappava il recipiente e iniziava a sorseggiarne rumorosamente il contenuto; dopodiché si pulì la bocca ed emanò un grido di soddisfazione –Sai sempre come presentarti al mio desco, maledetto d’un gtemiano!- a quelle parole la tensione che fino ad allora aveva bloccato la sala si sciolse e tutti tornarono a bere e festeggiare come prima.
Il trio di viandanti era rimasto in religioso silenzio durante il tutto ma ora che la situazione si era smossa tornarono anch’essi a pensare ai loro affari, mentre il tavolo al loro fianco, liberatosi poco prima, veniva occupato dai nuovi arrivati. Masur si voltò ad osservarli e vi rimase talmente a lungo che venne notato dagli stessi soggetti, messi in soggezione da un esame così lungo e silenzioso –C’è qualche problema? Abbiamo forse qualcosa nella barba?- a rompere il silenzio fu proprio l’uomo dai capelli rossi, con un tono più incuriosito che nervoso. –No no, nessun problema messere…semplicemente è la prima volta che mi capita di osservare gente che proviene da Gtemian!- fu la candida risposta. Il rosso si voltò verso i suoi compagni per poi tornare a rivolgersi allo strano individuo –Ebbene, eccoci qui buon signore: fiera gente di Gtemian…come potete vedere non deriviamo da troll e altre strane creature, come ci dipingono in altri posti!- nel mentre si voltò di nuovo verso i suoi, indicando il più brutto della compagnia –Eccetto forse lui: le leggende narrano che sua madre fosse effettivamente un troll!- gli altri tre scoppiarono a ridere mentre il deriso incrociava le braccia e borbottava qualcosa, evidentemente abituato a tali commenti.
-Ci scusi, non volevamo disturbare la vostra sosta, anzi adesso finiamo e ce ne andiamo!- si affrettò a rassicurare Briggers: la nomea dei gtemiani era di notevoli attaccabrighe e l’ultima cosa che voleva erano problemi scaturiti da uno scrocca passaggi. Ma con sua grande sorpresa il cavaliere lo bloccò –Ma no, per carità! Incontrare gente che non ci evita come ratti ricoperti di letame da queste parti è sicuramente un piacere! Prego, prego! Rimanete al vostro desco e permettete di intrattenerci un poco con voi!- il mercante, che forse per la prima volta Mestral vide rimanere senza parole, si risedette –Ma certo…molto volentieri…messer…?- -Quell, Quell del casato Mostren! E qui con me abbiamo Tronas di Pyr- alzò la mano il più basso del gruppo, capelli castani e sbarbato, viso alquanto comune –Merlond di Tarm- stavolta a fare un cenno con la testa fu il cavaliere che era stato sbeffeggiato poco prima, la pelle del viso fortemente sfigurata da chissà quale malattia, capelli biondo paglia e parevano della stessa consistenza ma con u sguardo incredibilmente bonario –E infine Phom, anch’egli di Pyr-  altro cenno di saluto dall’ultimo rimasto, un bel viso affilato contornato da una lunga chioma di capelli corvini tirata all’indietro. Fu briggers invece a fare gli onori del trio –Io sono Briggers, commerciante di varie mercanzie che viaggia per tutta Gigeryon! Il giovanotto qui davanti è Mestral, anch’egli mercante in sostituzione del padre. Invece colui che ha dato inizio a questo incontro è Masur, viandante in direzione di Trempors- a turno i due interpellati salutarono, ricevendo un ulteriore saluto dai quattro. Mestral non poté evitare di incrociare lo sguardo fiero di Quell e provare una sensazione di ammirazione mista a sconforto per quell’uomo: sembrava aver raggiunto i propri obiettivi, avere una vita degna di essere definita piena, senza preoccupazioni o dubbi su cosa fare e come fare. Un’ombra di invidia attraversò la mente del ragazzo, che subito si vergognò di tale infimo sentimento: non poteva incolpare nessuno se non sé stesso della vita ai margini dell’inedia che viveva. Mentre era impegnato nelle sue mortificazioni mentali, Mestral non si accorgeva di essere osservato, non solo dal guerriero, ma anche da qualcun altro.


*secondo capitolo! spero vi piaccia! Come sempre sono bene accette idee, consigli e critiche!*
  
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