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Autore: FreddyOllow    15/12/2016    0 recensioni
[Half Life 1]
White Mesa è un laboratorio segreto, gestito dal governo.
Gli scienziati si occupano di ricercare nuove tecnologie spaziali.
Ma in profondità, ci sono settori di cui nessuno conosce l'esistenza e lo scopo.
Pochi scienziati hanno l'autorizzazione a lavorarci e nessuno di loro ha una vita sociale.
Lavorano e vivono isolati dal resto del mondo.
Morgan Freeman, viene assunto come ricercatore nel settore Anomalie.
Ma mentre si accinge a provare un nuovo macchinario, qualcosa va storto...
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Si svegli, signor Freeman, si svegli. Il tempo richiede la vostra presenza"

Freeman aprì gli occhi. 
Era nel treno, diretto alla base sotterranea di White Mesa.
Fuori dai finestrini la neve scendeva abbondante e leggera, come se stesse ballando con il vento.
Imponenti motagne sovrastavano le porte d'ingresso del laboratorio, sopra di esso un cartellone bianco con su scritto in giallo
"Benvenuti a White Mesa"
Le porte si aprirono e il treno entrò nel lunghissimo tunnel, illuminato a intervalli da un forte luce bianca.
Il convoglio proseguì per alcuni minuti. Freeman potè guardare, attraverso alcune fermate, scienziati e guardie di sicurezza in diverse sale.
In una stanza in particolare, un uomo con abiti formali, giacca blu, cravatta rossa e una valigetta, parlava con una guardia.
Poco dopo l'uomo misterioso si volse verso Freeman, si aggiustò la cravatta e andò via.

Il treno preseguì lento fino ad arrivare al capolinea. Settore F zone anomalie.
Uno scienziato, capelli grigi disordinati, baffi sulla parte superiore del labbro, occhiali da vista neri e un camice bianco, con una targhetta di riconoscimento al petto, si avvicinò al vagone.
Con uno stridulo suono le porte del treno si aprirono e Freeman uscì.
<< Buongiorno, Dottor Freeman >> Esordì lo scienziato.
Freeman guardò la targhetta di riconoscimento dell'uomo.
<< Sono Freud Truth, felice di fare la vostra conoscenza. Il vostro talento come ricercatore vi precede, sapete? >>
I due si incamminarono verso l'entrata del settore F, vicino al muro una guardia di sicurezza.
<< Con lei al nostro fianco faremo grandi progressi, nè sono sicuro >>
Lo scienziato mise il viso vicino allo scanner, posto di fianco all'ingresso, che gli scanssionò gli occhi per l'autorizzazione.
La portà si aprì. 
All'interno dell'enorme sala, una guardia armata era seduta alla reception e digitava qualcosa sulla tasteria del computer.
I due si avvicinarono all'uomo, che nel primo momento, non si accorse della loro presenza se non quando smise di scrivere.
<< Oh, scusatemi. Non vi avevo visti >> Disse la guardia << Lei dev'essere Gordon Freeman? Bene, aspettate un secondo... >>
L'uomo tornò a digitare qualcosa sul computer e quando finì aggiunse.
<< Bene. D'ora in avanti avrete accesso a tutti i settori della White Mesa, signor Freeman. Vi auguro una buona giornata >>
Dopodichè Freud guardò Freeman << Seguimi. Ti accompagno allo spogliatoio >>

In due camminarono per diversi corridoi. Molte delle stanze erano piene di computer e attrezzature simili.
Molti scienziati erano indaffarati nei loro compiti e alcuni di loro discuttevano delle ricerche su degli strani marchingegni.
Tutti gli ingressi erano sorvegliati da una guardia di sicurezza in un uniforme blu, giubotto antiproiettile nero, casco grigio scuro e una pistola nella fondina, oltre alla targhetta di riconoscimento.
Poco dopo arrivarono a destinazione.
Gli spogliatoi avevano una panca, diversi armadietti e un bagno con delle doccie.
<< Dottor Freeman, quello è il vostro armadietto >> Indicò con il dito Freud << Si cambi e mi raggiunga al laboratorio di ricerca >>

Freeman si cambiò i vestiti e indossò un camice bianco, poi raggiunse lo scienziato.
Nella sala ricerche due lettini erano posti al centro. Vicino ai muri, qualche bancone con sopra delle attrezzature da laboratorio.
<< Eccovi, dottor Freeman. Mettetevi vicino a quel computer >>
Freeman raggiunse la postazione e si sedette sulla sedia.
<< Come già sepete, abbiamo scoperto un nuovo modo per spostarci tra i mondi tramite il teletrasporto. Il procedimento è ancora spartano è pieno di effetti collaterali.
Abbiamo mandato alcuni uomini, di una agenzia governativa segreta, in uno di questi mondi. Purtroppo nessuno è mai tornato indietro.
Non so se siano morti oppure dispersi, quel che sappiamo che uno di loro aveva cercato di contattarci, ma non abbiamo capito un granchè. 
Le trasmissioni erano disturbate da una frequenza anomala e non siamo riusciti a scoprirne l'origine.
La faccio breve. Stiamo tentando di aprire un nuovo portale che ci condurrà in quel mondo. Chi lo sà, forse potremmo persino aiutare quei poveretti >>
Freud si allontanò dalla console e si diresse verso un computer pieno di pulsanti, posto vicino al muro.
Pigiò alcuni pulsanti e borbottò fra sè.
<< Okay, Dottor Freeman. >> Aggiunse lo scienziato voltandosi verso di lui << Lo vedete quel pulsante rosso al centro della console? Premetelo non appena vi dirò farlo >>
Freud premette alcuni pulsanti sul computer e si diresse nelle stanza affianco.
Un enorme struttura arancione era posta al centro della stanza, sopra di esso, attaccato al tetto un'altra attrezzatura.
<< Mi sentite, dottor Freeman? >> Una voce giunse dalla radio incorporata della console << Bene, aspettate il mio ordine >>

Poco dopo la struttura arancione iniziò a roteare su se stessa, prima lento poi veloce. Dall'attrezzatura posta sul tetto comparve una sfera rossastra contornata da alcuni piccoli fulmini.
Scese lenta fino a posizionarsi al centro della struttura, predendo una forma sempre più consistente e vivace.
<< Premete il pulsante, dottor Freeman! >>
Freeman lo pigiò e un forte suono, simile a una bomba, si liberò nella stanza, facendo tremare le mura.
La sfera si espanse, rilasciando attorno numerosi fulmini.
Freud, che era protetta da un vetro, proseguì con l'esperimento.
Fin'quando il nucleo della sfera si rimpicciolì su se stessa e dopo qualche secondo, esplose con un forte boato, facendo tremare la terra. 
Esplosione squarciò le pareti e la porta d'ingresso del laboratorio.
Il corpo di Freud venne fatto a pezzi dall'onda d'urto, che distrusse tutti macchinari presenti nella sala.
Freeman venne scaraventato verso il muro e persi i sensi.
L'intera White Mesa fu lacerata dall'esplosione. Attrezzature e computer non furono risparmiati.

Freeman si svegliò. La vista era appannata e faticava a mettere a fuoco ciò che aveva davanti.
Sentì un urlo. Un esplosione. Raffiche di pistole. Tutto era nel caos.
La sirena girava su se stessa e suonava initerottamente, illuminando con un fascio di luce rosso quello che ne rimaneva della stanza.
Freeman si scrollò di dosso i detriti. Cercò di alzarsi a fatica. Si appoggiò con il gomito al muro e si guardò attorno.
L'intera sala era distrutta. Del fumo fuoriusciva dai macchinari e tra le macerie vide un braccio, o quello che ne rimaneva.
Camminò lento verso l'uscita e cercò di respirare.
L'ascensore era stato distrutto dall'esplosione, ma le scale erano ancora intatte. Le usò.
Salì fino a raggiungere il piano superiore. Qui la situazione non era diversa, ma poteva respirare.
Qualche scienziato giaceva a terra senza vita. Una guardia di sicurezza era a terra con le spalle al muro, senza gambe.
Accanto a sè aveva una pistola. Freeman la prese e controllò il caricatore. Diciasette colpi.

Camminò verso l'uscita del corridoio. L'illuminazione era debole, ma riusciva ad orientarsi.
Arrivò davanti a una piccola stanzetta. Sul tavolo il corpo senza vita di una guardia, con il ventre lacerato.
Si avvicinò per controllare se avesse una pistola. La vide, era proprio accanto a lui. La prese e svuotò il caricatore. Altri diciasette colpi.
D'un tratto sentì uno strano rumore provenire dal corridoio. Si voltò e ne verificò l'origine.
Infondo, vicino alla porta di emergenza, una strana creatura. 
Era piccola e camminava su quattro zampe. Sul ventre un grossa bocca con denti affillati.
Si muoveva agile sul pavimento alla ricerca di qualcosa. Ogni tanto emanava un gemito.
   
 
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