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Autore: DarkViolet92    15/12/2016    0 recensioni
Segreti, molte cose non dette, violenze psicologiche ben congeniate oltre a momenti di violenza fisica…tutto ciò finisce nella cenere di un incendio, o almeno così pare…e se quel passato avesse degli altri assi nascosti e volesse tornare prepotentemente nella nuova vita che la protagonista sta cercando di ricostruirsi grado per grado?
Genere: Angst, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Nuove Direzioni, Nuovo personaggio, Rachel Berry, Un po' tutti, Warblers/Usignoli | Coppie: Blaine/Kurt, Brittany/Santana, Finn/Rachel, Mercedes/Sam, Puck/Quinn
Note: Lime, OOC, Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Triangolo
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My GIANTS Older Brothers
Quei GIGANTI dei Miei Fratelli Maggiori

 
NOTE D’AUTRICE:

Questa storia non è scritta a scopo di lucro, non segue pedissequamente la trama della serie televisiva di Glee, sebbene tutti i nuovi personaggi di mia invenzione avranno modo d’interagire con i vari personaggi dell’universo di questo fandom, nel corso dei vari capitoli.
Un altro avvertimento che devo fare a voi lettori, oltre ad avvisarvi che rispetto alla sua prima versione, questa fanfiction è stata completamente revisionata e ampliata e non presenta più alcuna trama sintetica della storia né alcuna presentazione breve dei personaggi principali, ma soltanto un nuovo prologo, riguarda: lo stile della narrazione, il rating (verde, giallo, arancione, rosso per intenderci), i generi (sia quello principale, sia quelli secondari).
È vero, come genere principale ho messo sovrannaturale, perché è quello che prevale in tutta la storia, ma anche i generi secondari di commedia, romantico e mistero hanno un peso altrettanto consistente nella trama, per questa ragione la narrazione sarà lenta, non aspettatevi quindi colpi di scena a ogni capitolo.
Ho deciso quindi, di alzare il rating della storia, da giallo ad arancione, perché ampliando e revisionando la storia, esploro maggiormente certe tematiche, che nella prima versione della storia erano solamente accennate molto brevemente, conseguentemente a ciò, ho aggiunto anche dei nuovi avvertimenti.
Bene, ora che ho detto tutto, posso auguravi…Buona Lettura!

 
 PROLOGO
 
“ Aie confiance en Katie, Viola.” sono le ultime parole che i miei nonni materni mi dicono con un filo di voce, prima di baciarmi a turno in fronte e di accarrezzarmi delicatamente i capelli, con le poche forze che gli rimangono ancora in corpo, in segno di saluto. (*Abbi fiducia in Katie, Viola* è la traduzione in italiano, della frase che i nonni dicono in francese alla loro nipote).
La diciassettenne, quando esce dalla loro stanza ospedaliera, che è stata anche sua per una settimana, con i propri effetti personali in mano si sente spaesata, sia dalle loro parole, sia dalla situazione di orfana in cui si ritrova.
La giovane, infatti, prima di perdere completamente i sensi all’interno del ripostiglio in cui era stata rinchiusa a chiave dal padre, ha udito perfettamente la discussione tra i propri genitori, si ricorda ogni loro parola prima dei rispettivi colpi mortali che si sono inferti vicendevolmente, per poi diventare cenere, come il resto della casa, a causa dell’incendio appiccato da ignoti durante la notte.
 Dopo aver firmato il foglio delle proprie dimmissioni dall’ospedale ed essere stata accompagnata da un’infermiera nella sala d’attesa, dove poi è rimasta seduta per circa una decina di minuti in balia dei propri pensieri, improvvisamente, la ragazza si sente toccare leggermente sulla spalla destra.
La giovane alza il proprio sguardo e vede davanti a sé la donna precedentemente nominata dai suoi amati nonni, ma di cui lei non si fida troppo.
Quest’ultima, d’altrocanto, non è per nulla stupita dalla freddezza e dalla diffidenza dello sguardo della diciassettenne nei propri confronti, ne è perfettamente consapevole e sa anche, che il motivo del risentimento della ragazza verso di lei è dovuto, anche a certe azioni che lei ha dovuto compiere per non far saltare la propria copertura, e che conseguentemente hanno portato a un calo della fiducia della ragazza verso di lei.
… una sera tarda di qualche giorno più tardi…
Sono appena scoccate le 19.30 e Katie ha appena inserito un sacchetto contenente un mobile pieghevole, nella quinta delle otto valigie da caricare nella stiva dell’aereoplano facente parte della linea dell’Alitalia in cui m’imbarcherò tra circa quattro ore, dall’aereoporto di Milano Malpensa.
“Si tratta di un comodino da viaggio, è un regalo che mia sorella maggiore Jessica mi ha fatto molti anni fa. Ma ora parliamo del tuo sempre più prossimo viaggio per gli Stati Uniti d’America, di preciso nello Stato dell’Ohio e nella città di Lima, dove si trova la tua famiglia adottiva. Tutto ciò che si è salvato dalle fiamme dell’incendio appiccato alla tua casa è stato già inviato a spese della tua famiglia adottiva così come il trasporto presso la loro abitazione, me ne sono assicurata personalmente. Quando arriverai all’aereoporto con la tua assistente sociale, dopo aver superato i vari controlli, lei è incaricata di accompagnarti fino alla zona dei taxi, poi prima di andarsene ti consegnerà una cartelletta con una scheda descrittiva sulla tua famiglia adottiva, più una lista di referti medici scritti in italiano e in francese e tradotti anche in inglese; in essa sono contenuti tutti i dati sulla tua situazione medica attuale di salute. Io ti raggiungerò più tardi e in compagnia del notaio dei tuoi nonni per la lettura delle loro ultime volontà, perché prima devo sbrigare delle ultime faccende qui in questa città; fino ad allora, non avremmo alcun modo di comunicare, perché la telefonia dei cellulari americani è diversa da quelli italiani. Hai capito tutto Viola?” io annuisco semplicemente dopo aver ascoltato per tutto il tempo in silenzio le sue parole, a proposito di tutto ciò che mi aspetta quando sarò oltreoceano. 
“Bene, allora adesso possiamo andare” esclama con decisione Katie, trasportando da sola anche questa quinta valigia come le altre tre che l’hanno preceduta, fino al garage, per poi metterla nell’ampio portabagagli della sua scattante automobile.
Io la seguo silenziosamente con appresso la mia borsetta personale e il mio bagaglio a mano.
Anche il viaggio in macchina fino all’aereoporto trascorre in quest’atmosfera, senza alcuno scambio di parola tra noi, questo anche per non distrarla dalla guida, dal momento che c’è una pioggia battente che rende conseguentemente il traffico più lento e la guida di tutti gli automobilisti più prudente, ad eccezione delle teste di cazzo ovviamente, quelle purtroppo ci sono ovunque. 
Katie, anche dopo essere entrate nell’aereoporto e avermi accompagnata per fare il check-in del volo, oltre ad accettarsi personalmente che tutte le mie otto valigie da stiva fossero effettivamente passate sul nastro trasportatore e quindi caricate nell’aereo, mi fa compagnia fino a quando la mia assistente sociale, Maria Donida, non si palesa nella zona delle partenze per il nostro volo. 


 
   
 
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