Film > Le 5 Leggende
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Autore: Roiben    15/12/2016    0 recensioni
Ancora poco, solo qualche metro, e infine sarà libero.
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«Tu chi sei?»
«Boogeyman, e tu?»
«Katherine»
Genere: Angst, Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Emily Jane Pitchiner, Kozmotis 'Pitch' Pitchiner, Nuovo personaggio, Pitch
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Strada Verso Casa'
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capitolo 15 - Luce




Le pesanti coperte sono morbide e piacevolmente calde. Il respiro profondo e tranquillo di Katherine, contro la sua spalla, ha lo sconcertante potere di calmarlo e rassicurarlo. Trascorre qualche tempo, immobile, a osservare la sua testa arruffata, i capelli neri sparsi sul cuscino bianco, un lieve sorriso sulle labbra rosa, il piccolo petto che si alza e si abbassa ritmicamente e in modo quasi ipnotico. Se, in quel momento, Katherine fosse sveglia, si prodigherebbe in assurdi salti di gioia alla sola vista di quel minuscolo accenno di sorriso sulle labbra di Pitch.


Molto tempo dopo, finalmente, Pitch lascia che i suoi occhi si richiudano e la sua attenzione scivoli via, mentre il sonno lo prende con sé e lo fa nuovamente sprofondare nel buio.


ͽͼ ͽͼ ͽͼ ͽͼ ͽͼ ͽͼ ͽͼ ͽͼ ͽͼ ͽͼ ͽͼ ͽͼ



Un bagliore dorato, da principio fievole, poi sempre più deciso, illumina la camera da letto nella quale riposano due figure addormentate. Una è fuor di dubbio una bambina umana, con le gote piacevolmente arrossate dal calore delle coperte e le labbra arricciate in una buffa smorfia. L’altra figura è qualcosa di inaspettato: uno spirito, ricoperto di nero e dalla carnagione così pallida da sembrare gesso. Forse è un fantasma? Ma i fantasmi dormono? Impossibile! Qui urge indagare.


Il bagliore si intensifica, mandando lampi dorati per tutta la stanza e sfiorando delicatamente, quasi con reverenza, le due figure sopite. Lo spirito si agita irrequieto al di sotto delle coltri, le sopracciglia aggrottate e le labbra tirate in una smorfia addolorata. Il bagliore sembra a tratti solidificarsi in spire e volute che si insinuano attraverso il pesante tessuto, fino a raggiungere la diversa consistenza di un corpo estraneo e più freddo del normale.


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Pitch spalanca gli occhi e boccheggia, lanciando un grido rauco e strozzato. Rapidamente si leva a sedere. I suoi occhi dorati riflettono in modo quasi sinistro il bagliore che impregna ormai completamente la stanza e il terrore si impadronisce di loro.


Si scosta bruscamente a un nuovo passaggio di una delle volute luminose che serpeggiano attraverso l’aria e cerca di lasciare velocemente il letto, per guadagnare l’uscita il più in fretta possibile. Nel momento in cui posa i piedi a terra, tuttavia, un lembo di luce scorre troppo vicino e strappa la manica che ricopre il suo braccio sinistro, lasciandosi dietro un profondo taglio anche sul braccio stesso. Pitch serra i denti e si divincola in fretta, prima di essere nuovamente investito.


Si guarda freneticamente intorno, atterrito nel notare che sia la finestra che la porta sono ora totalmente invase dal bagliore dorato e quindi inaccessibili. Indietreggia, cauto, mentre la tensione dentro di lui sale.


È in trappola, non c’è modo di lasciare quella stanza. Se anche disponesse delle energie sufficienti per viaggiare attraverso le ombre, non c’è comunque rimasto neppure un angolo in ombra nel quale rifugiarsi e fuggire. Sì, è proprio in trappola.


Sfuggito per puro miracolo alle Ombre per poi venire fatto a pezzi dalla Luce. Molto ironico, non c’è che dire.


Bene, se è questo ciò che vogliono, sia. Che non si aspettino, però, che lui renda loro le cose semplici, nemmeno per idea. Dispone di ancora un poco di energia e, se deve, la userà tutta quanta per dar loro del filo da torcere.


I successivi minuti trascorrono disperatamente lenti, mentre Pitch fa del proprio peggio per eludere gli insidiosi tentacoli di luce che si affannano in ogni modo per immobilizzarlo. Toccarli direttamente sarebbe una pessima idea. Tuttavia, al momento, non può purtroppo sfruttare un po’ di quell’utile e interessante sabbia nera che era riuscito a creare anni fa, prima della sua ultima sconfitta. Quella sì, avrebbe dato loro qualcosa di tangibile di cui preoccuparsi. Ma, ora come ora, Pitch può solamente limitarsi a evitare i loro attacchi il più a lungo possibile.


Un’infinitesimale distrazione e una sottile spira luminosa sfreccia attraverso la sua gamba destra. Pitch urla di dolore e finisce per urtare la parete alle sue spalle. Scalcia istericamente nel tentativo di allontanare alcune di loro, ma sono davvero troppe a circondarlo. Non gli resta più molto tempo, ora. Sa che di lì a pochi istanti, probabilmente, di lui rimarrà poco o nulla. Un’elaborata voluta di luce trova un varco nelle sue traballanti difese e si pianta in profondità poco sopra il suo cuore. Pitch spalanca la bocca in un grido silenzioso e alcune lacrime abbandonano i suoi occhi sgranati e colmi di paura.


Non c’è più molto che possa fare, ormai. Avverte le proprie forze venire meno a una velocità allarmante. Sospira, pregando che almeno la fine giunga in fretta (indolore, a quel punto, non è più un’opzione). Poi un altro grido, acuto; ma questa volta non è lui a urlare. Pitch socchiude faticosamente gli occhi stanchi e appannati dalle lacrime. Di fronte a lui, a separarlo ora dalla luce, c’è la piccola Katherine.



Possiamo perdonare un bambino quando ha paura del buio. La vera tragedia della vita è quando un uomo ha paura della luce.” (Platone)


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La luce non è che un dono d'addio delle tenebre a coloro che si avviano a morire.” (Metal Gear Solid 3: Snake Eater)






  
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