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Autore: cdm    16/12/2016    0 recensioni
La mia amica qui sopra voleva intendere che "Where is Azure?"è incredibilmente in tono con Kuro-chan. Sul serio di solito il mondo passa accanto a lei e non la sfiora mai, nemmeno con lo sguardo,invece si vede che il suo talento nelle foto le ha permesso di notarla. Grazie mille per quest'opera. Occhio di Falco, sua fan sfegatata!
[Gender bender !FemKuroko !FemTakao | Au]
Genere: Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Tetsuya Kuroko
Note: AU | Avvertimenti: Gender Bender
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Autore: cdm

Titolo: Where is Azure

Tipologia: One shot

Genere: Au, Angst, Genderbender, Sentimental

Fandom: Kuroko no Basket.

Citazione di Francesco De Gregori: il mondo passa accanto a lei e non la sfiora mai,

Note per lettura: Questa è una Au che in realtà ha proprio dei possibili seguiti, in questo caso questa one-shot diverrebbe una missing moment di quell'ambientazione,se vi interessa scoprine di più basta indicarmelo nei commenti o in messaggio privato.

In corsivo sono ricordi





Where is Azure?



Valigia in mano ed uno zaino, ecco cosa aveva portato dietro, ma non gli importava ora sarebbe stato tutto più avventuroso, ma non spaventoso. Non era sola, in quella città, in quel momento davanti a lui c'era il suo amico di una vita, l'unico oramai.

-Andrà tutto per il meglio ora, anche se siamo giovani, frequenteremo la scuola insieme e poi un partime fino a quando non accederemo al mondo del lavoro!

-Per far ciò dobbiamo, Ogiwara far una lista delle cose che ci servono.

-Prima di tutto: tu devi venire a vivere a casa dei miei e frequentare la Kyurin, così ci divertiamo e giochiamo a basket insieme.

-Sei il solito, due: io devo trovare un piccolo part-time adeguato alle scuole, così da non pesare alla tua famiglia.

-Due punto uno: lo cerchiamo insieme, siamo amici non te lo ricordi Tetsumi?

-Ritratto il due punto uno: chi va bene a scuola? Io, posso studiare e lavorare, tu un po' meno ti ricordo che voti avevi e poi tu devi essere lo studente perfetto nella nuova scuola.

-Pff non strafare.

-Se ci sei tu, non lo farò, promesso.

Camminavano insieme ridendo come non mai, finalmente liberi dalle angosciose emozioni del passato.

-Prima di giungere a casa, un due tiri?

Annuì, vedendo come l'altro puntava al suo zaino, sapendo bene cosa c'era: un pallone di basket, gioia sempre eterna che gli aveva permesso di conoscerli.



Fluente chioma azzurra danza assieme all'aria, lasciando a chiunque guardi quella scena uno spettaccolo triste, ma anche meraviglioso: vedere la celeste volta mimetizzarsi con quella dei fini fili di cellulle che ricoprono i pensieri di quel cranio, è un caso unico.

Il fumo d'incenso sale nell'aria, caratterizzando il posto di una odore di vaniglia dolce, ma se troppo forte è nauseante.

Ed un piccolo corpo ricoperto da una giacca jeans, troppo grande per esso, ed una veste a strati bianchi e blu, per dare un effetto ancora di inconsistenza ad una presenza che già così era effimera.

Il paesaggio che circonda quel soggetto è fatto da colonne uniformi, piccole, ma imponenti per il significato che hanno.

Click, il suono del fotografo ignaro di cosa sta realmente fossilizzando nel tempo, non una musa a cui non ha chiesto il permesso, ma ad una persona che ora deve di nuovo fare i conti nella sua vita, immergersi in una nuova modalità che non sarà in compagnia, ma da sola.

Quella figura, ignara di essere paparazzata, continua il rituale che la conduce ad inchinarsi ed appoggiare l'incenso nel punto giusto, raccogliere l'acqua ed il riso, e lasciare lì un piccolo onigiri, un po troppo rontondeggiante.

Lui dotato di una grossa reflex, un capellino da sole rosso e nero, e sicuramente con lineamenti poco orientali aspettò il momento e appena vide la ragazza girarsi per allontanarsi si mosse per avvicinarla e chiederle i diritti per poterla usare.Più si dirige verso e più deve star attento dove è l'azzurra per non perderla di vista, un'azione molto più faticosa del previsto; si sta aspettando che da un momento all'altro che da umano si trasformi in ossigeno per poi svanire nell'etere.

Finalmente giungendo davanti a lei, deciso a fermarla, rimane immobile lì, per la prima volta la guarda in faccia e si rese subito conto che non ha mai visto una espressione così neutra in nessun volto, ma allo stesso tempo percepire la grande forza che un aspetto così fragile contiene.

-Mi scusi.

Disse lei, con un tono leggero, flebile, ma con intenzione precisa di spostarsi per procedere nella sua direzione.

-Aspetti un attimo, devo chiederle un piacere.

Analizzato. Ecco come si sente il fotografo, dopo quella frase, ha interrotto il movimento naturale delle cose, ha fermato quella fanciulla per la foto ed ora viene passato sotto i raggi X.

-Dica...

Si accorge che linguaggio usato dalla ragazza, per quanto formale, è molto semplice da comprendere, forse l'ha adattato proprio per lui.

-Vorrei che guardasse questa e mi desse il permesso di usarla per il mio lavoro.

Il volto leggermente squadrato, ma senza avere un mento affilato, un naso piccolo, come le mani si avvicinarono alla macchina offerta dallo straniero e permisero alla propritaria della propria figura di ammirarsi da un punto di vista diverso.

-Sa cosa stavo facendo prima?

Gli chiede perchè, se vuole mostrare la sua natura, la sua unica intimità e sicurezza del momento, deve comprendere ogni momento e rispettarlo.

-Onorava un morto, giusto?

Chiuse gli occhi, negò al momento della conferma il contatto visivo alla persona davanti a lei, per poi aprirli.

-Sì, è corretto, onoravo chi mi ha dato tanto, in vita.

-Deve essere stata una persona veramente bella.

Sorrise, si concesse quel divertimento troppo crudele da essere vero, troppo ingiusto per esistere come sentimento.

-Assolutamente sì, era l'unico che ha voluto capirmi.



Osservava di nascosto quelle foto fatte tutti insieme: il talentuoso gruppo della generazione dei Miracoli e lei. Si vergognava di farlo ancora, anche se per causa loro aveva subito una serie di ferite che stavano solo ora rimarginando, anche se questo non gli avrebbe fatto riacquistare fiducia in loro.

-Tetsumi tutto ok?

Nascose prontamente le imamgini, non voleva ferire colui che stava dandogli profondamente una mano.

-Sì

Una carezza sulla guancia giunse a lei così di sorpresa che si irrigidì, non si aspettava di essere compresa da lui.

-Devi ancora ambientarti, ma qui sappi che ti vogliono tutti bene!

-E' perchè non sanno...

-Non è quello il motivo, semplicemente sei una persona fantastica.

-No, sei tu quello incredibile: mi ospiti, mi accetti dopo che per colpa mia ti hanno espulso da scuola, mi fai integrare con i tuoi amici.

-Così penso che realmente sei innamorata di me.

-Sciocco, ovvio che sì.

-Ah allora siamo a posto, non sto più con la mia ragazza ed ora starò con te.

-Povera Rea o meglio dire povera me?

Scoppiarono in una risata, quei due anni che viveva insieme a lui, grazie alla famiglia Ogiwara, avevano la potenza e la gioia di farla sentire sempre meglio ed in grado di vivere così com'era.



Rimasero in silenzio per un po', uno di fronte all'altro, senza muovere un muscolo fin quando fu chi ha voluto conoscere quel momento che si permise di attuare una nuova richiesta.

-Posso chiederti la storia?



Incidente e via.

Prima c'erano lui, dei fratelli e sorelle, amici e famiglie sconosciute ed ora nessuno.

Gita di famiglia ed amici, lei non era andata per continuare a lavorare e non pesare, dopotutto così avrebbe anche sorvegliato l'appartamento in loro assenza, era rimasta sola dopo tanto tempo e non le dispiaceva la tranquillità di avere casa libera, poteva leggere libri in quantità e mangiare solo quello che voleva: un po' di milk shake alla vaniglia.

Inaspettamente la prima macchina sbandò e la seconda non riuscì a rispondere in tempo e si vide catapultata fuori dal percorso previsto per volare giù.

Ne parlarono i giornali, lo scoprii così, e per tre mesi andò avanti lei a vivere tra scuola, casa loro, ormai vuota, e l'ospedale dove sperava sempre nel miracolo, che non avvenì.

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Scosse la testa.

-Puoi pubblicare la foto, ma la mia storia non te la posso concedere, questo è solo un epilogo a cui hai voluto dare importanza, in realtà c'è ben altro e a te questo non è concesso saperlo.

Criptiche parole della musa, che con un inchino si allontanò, abbandonando così l'artista per vivere ancora la sua vita.





Dopo un anno Jannes Raich propose la sua galleria fotografica a Tokyo, vide all'inaugurazione moltissima gente, dopotutto lui la sua filosofia è di fotografare l'anima del mondo e questo, come sempre, affascina tutti.

-Mr. Raich bellissima mostra, adoro che per ogni foto ci sia un colore predominante e che tutto sfumi poi al grigio, lei ha una sua foto preferita?

Lusinga, commento, veloce comprensione di un piccolo gioco che aveva attuato nella scelta degli scatti.

-Certamente venga che gliela mostro.

Con i calici in mano giunsero su una parete bianca dove c'era una piccolissima foto al centro, un formato 10x15 centimetri, un po' a rimembrare il gusto analogico dell'arte.

La persona dovette avvicinarsi molto per scoprire di osservare il cimitero di Kyoto dove il cielo splendente del sole illuminava un paesaggio tra il grigio ed il verde.

-Non capisco come mai questa sia posizionata nel settore dell'azzurro.

In quel momento comprese l'emozione che avrà provato la protagonista invisibile di quella foto quando si era messo a chiederle la sua storia.

-Perchè la figura azzurra che non ha notato è la musa di questo scatto.

Vide avvicinarsi l'ospite, e non solo dato che altri si erano messi dietro di loro ad ascoltare il discorso del fotografo, e tirar fuori dubbi e perlessità del fatto che era veramente difficile da scorgere, come in realtà anche lui perdendo la prospettiva iniziale aveva faticato per giungere da lei.

-Eccola!

Disse un bambino sulle spalle del padre indicando prontamente la ragazza ritratta mentre pregrava la persona che gli aveva dato tanto. La vittoria e la gioia del piccolo per aver vinto una fatidica caccia al tesoro, mentre gli adulti seguivano l'indicazione del fanciullo, era grande e spropositata come a contrastare all'emozioni provate in quel giorno.



La galleria dopo mesi viene chiusa e fra un po' si sarebbe messo a smontare tutto, assieme agli adetti, per tornare in Nuova Zelanda, ma prima decide di concedersi uno sguardo al libro dei visitatori che con somma gioia contiene tantissimi commenti positvi del suo operato, ma i suoi preferiti, quelli che l'hanno colpito più di tutti sono:

La ringrazio per il rispetto mostrato nell'esporre la foto che mi ritrae. Kuroko Tetsumi.

La mia amica qui sopra voleva intendere che "Where is Azure?"è incredibilmente in tono con Kuro-chan. Sul serio di solito il mondo passa accanto a lei e non la sfiora mai, nemmeno con lo sguardo,invece si vede che il suo talento nelle foto le ha permesso di notarla. Grazie mille per quest'opera. Occhio di Falco, sua fan sfegatata!

Chiuse il libro e chiama il gestore dello spazio dimostrativo per comprendere se nel periodo hanno raccolto i contatti dei visitatori, voleva di nuovo parlarle echiederle com'era andata dopo l'epilogo. La delusione giunse in faccia, nessuno dei contatti raccolti corrisponde in qualche modo agli autori originali delle scritte interessate.





Alla fine dovette accettare il fatto che Azure alias Kuroko fosse proprio come l'aria, invisibile, ma fondamentale per fare il passo successivo,cioè tornare da ciò che gli è più caro, di più della foto, la sua casa con la famiglia che l'attendeva.





  
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