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Autore: GiulioSicurella    17/12/2016    1 recensioni
"...Ripensó a quel sogno, pensó a quanto sarebbe stato mitico poter vivere avventure del genere invece che venire sgridati alle superiori da una vecchia strega che sicuramente trascorreva la vita con una trentina di gatti e serie tv degli anni 80.
Un giorno tutto sarebbe stato diverso, avrebbe avuto anche lui l'occasione di prendere il mano il suo futuro e trasformarlo in qualcosa di straordinario, sapeva di averlo nel sangue!..."
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le stelle piú grandi e luminose che si fossero mai viste brillavano proprio quella sera, irradiando in modo quasi innaturale la notte che avvolgeva il campo di battaglia celando speranze riposte e sospiri mancati.
Era un luogo talmente antico da essere protagonista di miti, racconti dell’orrore e fantasie popolari da che se ne avesse memoria, ed il bello era proprio questo: Tutti quei racconti sulla magia nera, su esseri Divini e su patti di sangue non solo erano del tutto veri, ma erano stati in passato ed erano ancora adesso l’anima di queste terre.
Il campo si ergeva su una collina dalla terra ormai arida, che era la parte della cittá un tempo abitata dagli antenati del piccolo popolo, adesso in rovina; Il resto della stessa, prettamente abitata dai loro discendenti, dai loro schiavi e dal loro smisurato esercito, si sviluppava alla base della collina su una districata e quasi maniacale serie di costruzioni a labirinto che rendeva del tutto difficile avvicinarsi o allontanarsi dalla Fortezza nemica, all'interno della quale erano sicuramente in corso i festeggiamenti per la vittoria che i Sidhe credevano di avere in tasca.

Per prendere altro tempo lui non cercó alcun aiuto per indossare l'armatura Reale e quasi se ne pentí vista l’infinitá di cinghie, nastri e cordoni che spuntavano da ogni parte e di cui ignorava totalmente la necessitá. Senza contare che nella piccola tenda aveva creato una confusione tale da non riuscire nemmeno a trovare il Chiodo di Quarzo, una caratteristica spada intagliata nel minerale rosaceo che ogni futuro Re ottiene per guidare la prima importante guerra che gli si presenta nella vita.
Ci mise molto piú del dovuto a vestirsi e a trovare il Chiodo, e come se non bastasse ebbe la geniale idea di sedersi un ultimo minuto ai piedi del letto realizzando, forse addirittura per la prima volta, quello che stava realmente per accadere alla sua vita che, fino a quel momento, era stata la piú normale e anonima che un Principe avesse mai potuto avere.
Aveva passato gran parte della sua adolescenza in Accademia preparandosi ad un momento del genere e in meno di un anno tutto era cambiato, obbligandolo ad abbandonare i tranquilli giardini del Castello per cavalcare in numerose battaglie. Ne aveva passate davvero tante anche dopo quel periodo perché certo, essere un giovane e ingenuo Principe appena maggiorenne poteva anche essere difficile, ma niente – niente, in confronto a quello che la vita gli poneva davanti adesso. 
Non era di certo arrivato a quel punto con l’intenzione di diventare il Re piú potente della storia o pazzie simili, era fin troppo umile per avere fantasie del genere, ma era piú che certo che trionfare avrebbe cambiato la situazione sia per lui che per il suo popolo.
Mise in pausa i mille pensieri che stavano vorticando alla rinfusa nella sua testa e fece un respiro profondo; In quel momento il sottile tessuto della tenda che lo divideva dal resto del mondo diventó spesso e impenetrabilecome un muro di cemento: Nessun suono lo oltrepassava, nessuna luce esterna e nessuna paura. La fine della guerra era alle porte, la loro situazione era davvero precaria e tutto sarebbe dipeso dalle sue gesta quella notte.
Si alzó di scatto perché quel silenzio stava iniziando a terrorizzarlo. Fissó per bene il Chiodo alla cintura - se mai fosse successo qualcosa a quella spada sarebbe stato in guai enormi - e varcó la soglia della tenda senza esitare.

Andó a passo sicuro senza alcuna direzione per circa cinque minuti, giusto il tempo di essere notato dai soldati che lo circondavano e dal suo consigliere personale; Il saggio Gwydion lo raggiunse a passo di marcia per interrompere brevemente la distanza che lo separava dal suo Principe che, preso dallo sconforto, si lasció scivolare le spalle contro il muro di un’abitazione in rovina sentendosi sconfitto dalla situazione, dalla paura, dalla vita! 
Stava per iniziare a chiedersi ‘Perché a me?’ un’infinitá di volte quando una flebile voce lo fece impietrire: "Tutto bene Sire?". Si voltó terrorizzato, per trovarsi davanti il vecchio saggio che lo aveva cresciuto tra storie di magia e lezioni di spada. 
"Tu non hai paura, vecchio Gwy?" Chiese, senza nemmeno pensare a quanto una domanda del genere potesse risultare banale nel bel mezzo di una guerra sanguinaria come quella.
“Certo che ne ho Sire, come tutti, ma la paura é sia un limite che un lusso che né Lei né nessuno di noi puó permettersi in questo momento. C'é molto piú in ballo del conquistare una terra o uccidere piú nemici dell'avversario, non stiamo affrontando i barbari delle montagne del Nord; Sono esseri potenti quelli a cui abbiamo pestato i piedi questa volta, la nostra aviditá ha spezzato legami di pace creati con il sangue dei nostri e dei loro antenati. Questa notte forse ne pageremo le conseguenze, oppure potremmo imparare una lezione per vivere meglio in futuro."
Anche se aveva ammesso di averne, i suoi occhi non trasudavano affatto paura anzi emanavano una sicurezza tale da confortare anche lui, che si sollevó leggermente da quella scomodissima posizione e inizió a camminare avanti e indietro, rimarcando i propri passi. Sicuramente c'era una soluzione, anche estrema, a cui non avevano ancora pensato e che avrebbe potuto permettere loro la vittoria, con perdite minime magari. Doveva esserci! 
"Non so cosa fare Gwy, non so dove sto portando te, i nostri uomini e le loro famiglie, non so cosa essere o chi diventare per sconfiggere quei mostri una volta per tutte; Sono solo uno stupido ragazzino senza alcun potere né forza, probabilmente fra un paio d'ore saró anche il primo a morire in mezzo a quella confusione! No so a quale Divinitá rivolgere le mie suppliche, vorrei solo che fosse tutto dannatamente piú facile..". Si trattenne un attimo dal continuare.. Aveva chiesto tante volte al saggio Gwydion se ci fosse qualcosa che lui potesse fare; Una notte era talmente disperato che confessó al Mago di essere disposto anche a ricorrere alla magia piú oscura che esistesse al mondo pur di riportare pace e prosperitá nella sua terra, ma in tutta risposta il saggio si infurió e si rifiutó categoricamente di ricorrere a simili mezzi. Da allora il loro rapporto si era un po' raffredato, ma sapevano che se ci fosse stata una ramanzina o una morale da imparare quella avrebbe dovuto attendere tempi piú tranquilli.
Esitó, immaginando giá di subire per la seconda volta l'ira dell'uomo che aveva di fronte, ma erano a corto di idee e ancora di piú a corto di tempo, se qualcosa doveva essere fatta doveva essere fatta adesso! 
Dal canto suo, anche il vecchio Gwydion si era fatto due conti: Se quella sera la situazione sarebbe degenerata e volta al peggio dovevano accettare di morire da eroi, o macchiarsi l'animo e sopravvivere anche usando mezzi oscuri. Magie antiche e potenti cavalcavano i pensieri del saggio in quel momento.. Forse questa era davvero l'unica soluzione?! Non poteva saperlo, ma la disperazione negli occhi del Principe lo convinse a prendere una decisione di cui sicuramente si sarebbe pentito in futuro.
"Loro non si faranno scrupoli a usare tutta la magia oscura di cui dispongono Sire, forse se facciamo lo stesso.." Prese un respiro che al Principe sembró durare un'eternitá, poi continuó "..Forse anche noi avremmo una possibilitá allora!".
Il Principe non sapeva davvero cosa pensare o come interpretare quelle parole; Era felice perché sapeva che avrebbero davvero potuto avere una possibilitá, ma era anche preoccupato perché se il vecchio Gwydion era arrivato a proporre una cosa simile allora significava che erano davvero messi male.
"Vecchio Gwy ma cos-" non ebbe nemmeno il tempo di reagire perché il Mago lo prese per un braccio, e senza esitare un istante lo trascinó all'interno del rudere su cui era appoggiato appena un secondo prima. "Mi spiace Sire, ma se veramente siamo disposti a tutto dobbiamo fare questa cosa adesso! L'effetto sorpresa potrebbe portarci un vantaggio considerevole e chissá cosa potrebbero studiare i nostri nemici nelle ore che ci separano dall'inizio della battaglia". 
"Dobbiamo fare questa cosa adesso? COSA dobbiamo fare esattamente? Non mi hai nemmeno spiegato di cosa si tratta ed esigo di saperlo adesso!!" Finí appena in tempo la sua frase prima di ritrovarsi gettato a terra, nel bel mezzo del rudere, pronto a ribellarsi a quell'insubordinazione del tutto inaspettata.
"Sire, l'ho vista nascere, l'ho vista essere il bambino piú allegro di questa terra, l'ho vista diventare un uomo valoroso e pieno di coraggio con il cuore piú puro che io abbia mai visto in tutti questi anni di vita, e le assicuro che sono tanti. Ma é proprio la sua purezza che ci serve, se avessi trovato sin dall'inizio di questa tremenda guerra qualcuno come Lei lo avrei fatto, non ci avrei pensato un secondo a sacrificare quella persona, ma Lei.. Non Lei. Non abbiamo altra scelta; Se i Sidhe sono cosí potenti una ragione c'é, ed é il momento che Lei sappia tutta la veritá."
"Gwydion, di cosa stai parlando? Quale veritá e perché me ne stai parlando solo a due ore dalla guerra?!" chiese il Principe, con un distacco impressionante, come se per un attimo si fosse allontanato kilometri e kilometri da quel campo di battaglia, come se quella guerra non fosse la sua, come se non fosse l'erede del primo Tulagon che secoli prima aveva dato loro il dominio della terra che adesso stavano nuovamente rivendicando.
"Ricorda quando non era che un semplice bambino e seguiva le mie lezioni sui Tulagon e le leggende sulla creazione del nostro Regno? Era solo un Principino allora, cosí pieno di sogni e di vita! Ricorda cosa le dissi sulle antiche Divinitá che davano vita e misteriosi poteri agli alberi, alle fate e agli abitanti del piccolo popolo? Beh, era tutto vero.. All'inizio non erano Divinitá, erano solo semplici uomini e donne con un dono potentissimo, talmente potente da arrivare a dettare leggi sulla vita e sulla morte degli altri esseri viventi. I Sidhe per secoli hanno dedicato culti, sacrifici e lotte in favore dei piú perfidi fra quei Dei. E continuano a farlo anche adesso." Si fermó, riuscendo a notare nient'altro che confusione negli occhi del Principe, che lo interruppe senza preamboli. 
"Gwydion, cosa stai cercando di dirmi? Cosa dovrei capire da questa lezione di Storia dell'ultimo minuto? Parlami chiaramente."
"Il loro Re, Finvarra, da anni ormai compie sacrifici verso la Dea Kazhmet. É lei che sta dando loro tutto questo potere, non sarebbero durati un giorno senza la sua magia. Sacrifica senza ritegno chiunque gli capiti sotto tiro: Goblin, troll e tutti gli altri mostri schifosi che ancora adesso sono al suo seguito. Magia di questo peso ha un prezzo enorme mio Principe, Finvarra ha di certo dovuto rinunciare a quel poco della sua anima che gli rimaneva e forse anche di piú.
Ed é quello che dobbiamo fare anche noi, solo che semplici esseri umani non sono abbastanza per un sacrificio di questa portata. Serv-" Si interruppe di colpo, colto alla sprovvista dalla reazione del Principe sul cui viso stavano correndo lacrime amare come il peggiore dei veleni. Aveva capito tutto.
"Il sangue dei discendenti di Tulagon racchiude nelle sue vene una potenza che non possiamo ignorare mio Principe" riprese titubante.
"Quali sarebbero le conseguenze per me? Quanto reali diventerebbero le nostre possibilitá di vittoria se ricorressimo al potere di qualche Divinitá? Se devo farlo devi almeno essere chiaro su questo, me lo devi!"
Il saggio si avvicinó al suo Principe, chinandosi appena per poterlo guardare negli occhi, poí continuó senza esitazione "Il suo sangue é la chiave di tutto Sire, posso assicurarle che avremmo un'ottima probabilitá di vittoria, ma il Dio a cui offriremo il suo sangue non si limiterá a questo.. Vorrá occupare il corpo che gli offriremo e il suo sangue verrá maledetto fino alla fine dei tempi. Ogni generazione che verrá dovrá pagare il suo pegno per tenere fede al patto che verrá stipulato questa notte. Una volta che lei verrá posseduto da cosí tanta magia non si potrá tornare indietro, mi dispiace William". E gli dispiaceva davvero, il Principe poteva percepirlo chiaramente, e il fatto che per la prima volta dopo anni lo avesse chiamato con il suo nome di battesimo gli fece capire la gravitá di quello a cui stava andando incontro. 
"Mi dispiace, ma dobbiamo pensare al di lá di noi stessi William, dobbiamo pensare alle centinaia di migliaia di vite che potremmo salvare, alle loro famiglie e la loro discendenza.." Ma prima che potesse continuare il Principe si alzó di scatto e ora i suoi occhi erano pieni di amarezza e rabbia. "E della mia discendenza non te ne importa nulla? Potrei darti fino all'ultimo dei miei capelli se la cosa si fermasse a me, ma si parla dei miei figli, e dei loro figli, con che coraggio potró dar vita ad una discendenza se ancora prima di diventare padre e nonno sapró giá che chi verrá dopo di me sará condannato? Noi siamo la famiglia Reale, quando questa storia verrá fuori ci sará una rivolta, nessuno vorrá essere governato da una famiglia corrotta da una maledizione del genere." Si fermó soltanto per riprendere fiato e darsi una calmata, ma prima che potesse riprendere a inveire contro il saggio, il vecchio Gwydion gli si avvicinó e a denti stretti gli disse qualcosa di ancora piú oscuro "NESSUNO dovrá mai venirlo a sapere! E la tua famiglia avrá potere e protezione fino a quando rimarrá nel Regno, ancora meglio se tra le mura del Castello. Molte cose cambieranno da domani, e tu.. Il Dio che ospiterai avrá bisogno di molto riposo ed energie, probabilmente il tuo corpo non riuscirá mai a riprendersi da quello che accadrá adesso William".
"Adess-" Sospiró prima di essere colpito alla testa dal bastone del vecchio, crollando a terra e perdendo conoscenza.

-

"Ed é cosí che, secondo la leggenda, i Pendleton di Tulagon sconfissero i misteriosi Sidhe e si ripresero le terre che furono loro rubate, prendendo in custodia i quattro magici oggetti fonte di forza e potere del piccolo popolo, e confinandoli nelle profonditá della terra. Ora, ovviamente i quattro oggetti magici della storia non sono niente di meno che le Insegne del Regno, ovvero la Corona e lo Scettro di Scozia, la Spada cerimoniale e la Pietra del Destino e, ovviamente, i Sidhe non sono altro che gli Inglesi contro cui lottammo per l'indipendenza nel XIII secolo, enfatizzati per alimentare leggende popolari e spaventare i bambini, quindi potete continuare a far parte del club di lettura fantasy senza preoccuparvi di maledizioni, Divinitá e oscuri patti di sangue ragazzi. Anche se mi piacerebbe che diceste la vostra sull'argomento, sapete, io ho fatto la mia parte da insegnante, adesso sta a voi farmi capire cosa vi ha trasmesso questa leggenda e.. SIGNOR MILLS STA DORMENDO DURANTE UNA MIA LEZIONE?!"
Rory si sveglió di soprassalto per le urla che un'indemoniata Mrs. Collins gli stava rivolgendo e con molta disinvoltura usó la manica del maglione per asciugare la scia di saliva creatasi sul suo mento durante il riposino. Aveva dormito proprio bene fino a quel momento e adesso quella vecchia megera aveva rovinato tutto, ponendo fine al sogno in cui era lui a salvare la Scozia da goblin terrificanti e mille altre creature.
"Credo che delle scuse da parte sua siano il minimo Signor Mills. Le consiglio di dormire a casa la prossima volta, perché per quanto le mie lezioni possano sembrarle frivole, le assicuró che sono alla base della storia delle nostre terre e non rispettandole, mi permetta la franchezza, manca di rispetto ai suoi avi e a tutti i presenti. La Storia é una cosa importante Signor Mills, ci aiuta a vivere il presente con correttezza e ci aiuterá a migliorare il futuro. Anche il suo futuro un giorno potrebbe dipendere da queste leggende."
Si scusó davvero svogliatamente e venne cacciato dall'aula anche se mancavano dieci minuti alla fine della lezione; Minuti che sembrarono interminabili stando seduto in un corridoio deserto. 
Ripensó a quel sogno, pensó a quanto sarebbe stato mitico poter vivere avventure del genere invece che venire sgridati alle superiori da una vecchia strega che sicuramente trascorreva la vita con una trentina di gatti e serie tv degli anni 80.
Un giorno tutto sarebbe stato diverso, avrebbe avuto anche lui l'occasione di prendere il mano il suo futuro e trasformarlo in qualcosa di straordinario, sapeva di averlo nel sangue!
   
 
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