Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn
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Autore: kamy    17/12/2016    0 recensioni
Scritta sulle note di Treat You Better di Shawn Mendes.
E se Takeshi decidesse che Reborn non è l'uomo giusto per Bianchi?
(Successiva temporalmente alla mia fanfiction: Wildest Dream).
Genere: Romantico, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Bianchi, Takeshi Yamamoto, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ringrazio anche solo chi legge.

Cap.1 Il maniaco del baseball

Non voglio mentirti
So semplicemente che lui non è quello giusto per te.


Squalo accavallò le gambe e piegò di lato il capo, facendo ondeggiare i lunghi capelli argentei. La luce del tramonto gli illuminava il viso e faceva risplendere le fiamme della box arma su cui era accomodato. Accarezzò la testa di Alo e lo squalo fece scattare i denti. Il Capitano dei Varia osservò Takeshi muovere la mazza da baseball. Il campo deserto era battuto dal vento e un po' di polvere marroncina vorticava intorno Yamamoto.
"Voi! Ti sei accorto che sugli spalti hai un nuovo spettatore?!" sbraitò lo spadaccino.
Takeshi voltò il capo, lo alzò verso il Varia e sorrise abbassando la mazza.
"Squalo!" esclamò
Il Varia si alzò in piedi e dimenò la spada davanti a sé, verso il giovane.
"Non io, imbecille!" sbraitò.
Takeshi batté le palpebre, guardò a destra e sinistra, si sollevò il cappellino e mise la mano a schermo davanti la fronte socchiudendo gli occhi.
"Eh? Hai portato qualcun altro?" chiese.
"VOIH!" ululò Squalo, indicando davanti a sé con la protesi.
"Girati" soffiò. Gli occhi di Alo scattavano a destra e a sinistra, vitrei.
Takeshi piegò il capo, si voltò e inarcò un sopracciglio, si sfilò il cappellino infilandolo sotto l'ascella e mugugnò.
"Uh?".
Squalo si sporse, rischiò di scivolare e gli mise la mano sana sulla spalla. Lo fece girare del tutto ed indicò con il mento verso gli spalti.
"C'è una femmina" gli spiegò.
Takeshi alzò la mano e salutò agitando il braccio, sorrise ampiamente.
"Bianchi!" urlò.
Si scostò avanzando lungo il campo, sollevò il capo guardando gli spalti.
"Cerchi Gokudera?".
Squalo si lasciò di nuovo cadere sulla propria box arma, a gambe larghe e si mise la mano sana sul fianco.
"Tzé, non credo che Scorpione velenoso non sappia dov'è il suo fratello marmocchio" borbottò.
Takeshi ridacchiò, raggiunse gli spalti e alzò il capo guardando la donna. Portò la mazza da baseball sulle spalle stringendola con le mani, sorrise ampiamente.
"Come mai qui?" domandò.
Bianchi incrociò le braccia sotto il seno prosperoso, la luce del sole si rifletteva nei suoi occhiali da aviatore.
"Volevo guardarti allenare. Voglio farmi venire qualche idea di cosplay nuovo" rispose.
Takeshi storse il labbro, spostò il peso da un piede all'altro e ticchettò con le dita sulla mazza.
"Vuoi provare a tirare tu? E' più divertente che guardare soltanto!".
Bianchi arricciò il labbro superiore e sfiorò il manico della mazza.
"Preferisco il veleno al contatto fisico" ribatté.
Takeshi la tolse dalle spalle e la porse alla giovane, sorrise ampiamente.
"Non serve! Devi solo tirare la palla. Squalo può fare il ricevitore!".
"VOOOOIH!" si sentì ululare di sottofondo. Bianchi si nascose la bocca con la mano e ridacchiò.
"Non sembra eccessivamente convinto" sussurrò. Prese la mazza tra le mani e la alzò e abbassò davanti a sé.
"Pesa più di quanto pensassi".
Takeshi ridacchiò, avanzò raggiungendo una panca con delle attrezzature abbandonate in giro. Raccolse due guantoni, prese una palla e raggiunse Squalo.
"Per questo la uso io!" esclamò.
Mise un guantone in mano a Squalo, raggiunse Bianchi e le porse l'altro guanto con la palla.
"Devi solo mettere quello e lanciare la palla a Squalo. Io devo colpirla".
Bianchi piegò le labbra rosa acceso in un sorriso. Porse la mazza a Takeshi e prese il guanto. Lo appoggiò insieme alla palla sulle gradinate e si slacciò la zip della giacca. Si sfilò la giacchetta di pelle rimanendo in maglietta ed infilò il guantone.
"Non ti prometto niente" disse gentilmente.
Takeshi sorrise ampiamente, raggiunse il posto del battitore e indicò a Squalo la postazione del ricevitore.
"Devi prendere la palla, pensi di poterlo fare?" chiese.
sorrise ampiamente, prese la mazza, raggiunse*
Squalo prese le redini della propria box arma e schioccò la lingua sul palato.
"Dovrei mettermi un caschetto, rovinando i capelli. Non se ne parla" sibilò.
Takeshi rise, ticchettò la mazza in terra e la sollevò con entrambe le mani.
"Avanti! Se non alzi il guanto, Bianchi ti colpirà in faccia, e sarà molto peggio!" scherzò.
Squalo digrignò i denti.
"Allora trovami un caz*o di caschetto" soffiò.
Bianchi scese in campo e strofinò la scuola della scarpa da ginnastica sul terreno. Strinse la palla candida e le sue iridi grigie brillarono di riflessi verde acido.
"Vediamo di divertirci" disse, mettendo una gamba davanti all'altra.
Takeshi si poggiò la mazza sulla spalla, corse verso la panca e afferrò uno dei caschetti. Lo tirò a Squalo, tornò al proprio posto e indicò a Bianchi la base bianca del lanciatore.
"Sarà divertente!".
Sollevò la mazza, arcuò la schiena e socchiuse gli occhi tenendo lo sguardo sulla ragazza.
Bianchi si piegò di lato, facendo ondeggiare i lunghi capelli rosa. Allargò le gambe e fissò lo sguardo sul guantone di Squalo. Quest'ultimo guardò Takeshi, osservò Bianchi e deglutì. Si premette con un paio di colpi di piatto della spada il caschetto in testa e si acquattò a terra. Alo alle sue spalle dimenò la coda e si allontanò.
Takeshi strofinò i piedi sul terreno, strinse la presa sulla mazza tenendo lo sguardo sulle mani di Bianchi, le iridi castane assottigliate.
Bianchi lanciò, la palla fu circondata da onde cinetiche e sollevò un polverone da terra.
Takeshi tese le braccia piegando leggermente le ginocchia, dilatò gli occhi e li strinse di scatto, le iridi brillarono di riflessi più scuri e fece scattare la mazza in avanti colpendo la palla; lo spostamento d'aria fece scivolare in terra il capellino e ondeggiare i lunghi capelli di Bianchi e Squalo. Takeshi sorrise, alzò il capo osservando la palla volare verso gli spalti e si passò la mano sulla fronte sudata.
"Pfhiu! Pensavo di non riuscire a prenderla!".
"Dannati Hitman" gemette Squalo, nascondendosi il viso con il guantone.
Takeshi poggiò la mazza sulla spalla, raggiunse Bianchi e le sorrise ampiamente sollevando il capo per guardarla.
"Dovresti fare la lanciatrice!" esclamò.
Bianchi si protesse gli occhi con la mano e guardò il cielo, schioccando la lingua sul palato.
"Direi che quella palla non la riprendiamo più" commentò.
Takeshi aprì la bocca spalancando gli occhi, si voltò a guardare il cielo e scoppiò a ridere passandosi la mano tra i capelli sudati.
"Accidenti, mi sa che hai ragione!" esclamò.
Si voltò a guardare Squalo, accentuò il sorriso dondolando sul posto.
"Tu giocherai la prossima volta, Squalo!".
Squalo si tolse il guantone e glielo lanciò in faccia.
"Io torno da BakaBoss, devo controllare che sia ancora vivo" ringhiò. Gettò il caschetto a terra, mosse il capo facendo ondeggiare i capelli e corse via.
Bianchi lo vide balzare in groppa ad Alo, allontanandosi in volo.
Fece apparire una fiamma rossa della tempesta tra le dita della mano libera e ci giocherellò.
"Forse dovrei andare anch'io. Amoruccio avrà sicuramente bisogno di me" sussurrò, arrossendo.
Takeshi sporse le labbra osservando Alo allontanarsi in volo, mugugnò abbassando la mazza.
"Ma quindi perché era venuto?" borbottò.
Scrollò le spalle, si voltò verso Bianchi e sorrise indicandole con la mazza l'interno.
"Il moccioso stava facendo un nuovo gioco con Tsuna, in piscina. Posso accompagnarti, se vuoi".
Bianchi spense la fiamma della tempesta e si tolse il guantone.
"Mi farebbe piacere" disse. Raggiunse gli spalti e si rimise la propria giacchetta. Tornò da Takeshi e si sporse in avanti, giocherellando con le proprie collanine.
"Il guantone lo rivuoi?" domandò.
Takeshi scrollò le spalle, indicò le panche piene di materiale sparso e sorrise.
"Quella è della scuola! Invece questa mazza è mia, il moccioso me l'ha regalata proprio perché è pesante!".
Bianchi lanciò il guantone su uno degli spalti, facendolo atterrare accanto a una pezza candida. Allungò una gamba e si piegò in avanti, massaggiandola con entrambe le mani. Si stiracchiò e si raddrizzò, massaggiandosi la spalla.
"Sicuramente il mio adorato Reborn aveva i suoi motivi profondi per farti un regalo".
Takeshi raggiunse la panca, afferrò la custodia della mazza, vi infilò l'oggetto e mise la borsa in spalla. Strinse il manico, infilò il cappellino da baseball e sorrise dirigendosi verso l'uscita del campo.
"Beh, diventa una spada, certe volte. Mi è stata d'aiuto un sacco di volte in cui il Vongola Gear era eccessivo!".
Bianchi arricciò una ciocca dei propri capelli intorno all'indice pallido.
"Immaginavo si trattasse di proteggere Tsunayoshi" ammise.
Takeshi sporse le labbra, mugugnò avanzando nel cortile verso uno degli edifici coperti, alzò le spalle e sollevò lo sguardo.
"Già! Facciamo un gioco pericoloso, quindi è meglio avere delle armi!".
Bianchi appoggiò una mano sulla guancia e con l'altra si strinse il bacino.
"La vita è un gioco pericoloso". Concesse.
Takeshi piegò il capo di lato, sorrise e si strinse la sacca con la mazza dimenando l'altra mano.
"Parlavo del GDR della mafia! Succedono sempre un sacco di cose!".
Bianchi incrociò le braccia sotto il seno.
"L'avevo capito, ma preferivo una visione più vasta" ribatté.
Takeshi la guardò, batté le palpebre e scrollò le spalle. Raggiunse il capannone, aprì la porta scorrevole e sgranò gli occhi. Reborn stava seduto su una mini-sedia da bagnino con un megafono verde in mano, mentre Tsuna era legato per i piedi ad uno dei trampolini, con il capo immerso nell'acqua. Ogni volta che il ragazzo tirava fuori la testa, i lacci che gli tenevano i piedi scattavano facendolo finire nuovamente sotto. Takeshi portò le mani dietro il capo, sorrise perplesso.
"Come hai convinto Gokudera a non stare sott'acqua per prenderlo?" chiese.
Reborn abbassò il megafono, che tornò Leon e gli zampettò sulla spalla. Reborn sorrise, sollevandosi la falda del cappello.
"Chi ha detto che l'ho fatto?".
Bianchi raggiunse Reborn e si sedette accanto a lui. Gli sorrise battendo le palpebre.
"Fammi indovinare, è lì sotto in apnea che cerca inutilmente di scioglierlo" sussurrò, mettendo la bocca a cuore.
Reborn sogghignò, carezzò il capo di Leon e si poggiò contro lo schienale della seggiolina.
"Quel ragazzo è proprio patetico".
Vide un'ombra sfrecciargli davanti, sgranò gli occhi osservando la borsa vuota di Takeshi rotolare sul pavimento, si voltò di scatto e vide il ragazzo tuffarsi. Reborn emise un versetto stizzito, si morse il labbro.
"Tsk. Avrei dovuto dirgli di non intervenire" borbottò.
Takeshi riemerse con Gokudera appeso ad una spalla e Tsuna appeso all'altra; tenendo la spada con la bocca. Poggiò i due sul bordo, afferrò la spada in mano e sorrise.
"C'è mancato poco!".
Gokudera tossì un paio di volte, socchiuse gli occhi arrossati ed ansimò.
"D-Decimo" gemette. Bianchi si mordicchiò un labbro e congiunse le mani.
"Non capisco perché non lascia morire l'altro ragazzino e basta" borbottò con voce rauca.
< Reborn mi troverebbe patetica se gli dicessi che mi ero preoccupata > pensò.
Tsuna sputò acqua, si mise a gattoni sollevando il capo e le ciocche di capelli castane bagnate gli ricaddero sulle guance arrossate.
"G-grazie Yamamoto" sussurrò.
Takeshi sorrise, uscì dall'acqua e si guardò i vestiti gocciolanti. Sospirò, scrollò le spalle e afferrò la propria borsa.
"Come siete finiti in quella situazione?".
Reborn incrociò le braccia, saltò sulla spalla di Takeshi e socchiuse gli occhi neri.
"Era un addestramento, e tu l'hai rovinato".
Lanciò un'occhiata a Bianchi, assottigliò le labbra.
"Tsuna deve diventare Neo-Primo Boss dei Vongola. Ha molta strada da fare, prima di morire".
Bianchi congiunse le mani all'altezza del seno. Allungò le gambe e piegò di lato il capo.
"Appena sarà finito torneremo in Italia, vero?" domandò con voce cinguettante.
Gokudera si sedette per terra e vomitò acqua.
Tsuna si passò ripetutamente il braccio sulla bocca, deglutì e sgranò gli occhi.
"Reborn! Ti ho già detto che non farò il Boss proprio di un bel niente!" sbottò.
Reborn saltò colpendolo dietro il collo, facendolo ricadere con il capo in terra.
"Zitto, ImbranaTsuna" ordinò.
Takeshi ridacchiò, si sedette in terra e incrociò le braccia dietro la testa.
"Stai esagerando, moccioso" disse, gioviale.
Bianchi si avvicinò a Gokudera e quest'ultimo si sdraiò a faccia in su.
"Che ne dici se torniamo a casa?" domandò. Gokudera si nascose il viso con il braccio.
Reborn strinse le labbra, saltò nuovamente sulla spalla di Takeshi e si mise seduto.
"Ti preoccupi troppo, Bianchi. Devono imparare a cavarsela" disse, duro.
Tsuna si rimise in ginocchio, deglutì e si avvicinò a Gokudera, lo aiutò a mettersi seduto e gli passò la mano sulla schiena.
"Stai bene, Gokudera-kun?" domandò.
Takeshi incrociò le gambe, portò le braccia dietro la testa osservando Bianchi, guardò Reborn sulla propria spalla e storse le labbra.
"Non capisco come fate voi due ad andare d'accordo" disse.
Gokudera guardò in viso Tsuna, arrossì e chinò lo sguardo.
"Sono lieto che stiate bene, Decimo" sussurrò.
Bianchi si voltò verso Takeshi.
"Cosa intendi?" domandò.
Tsuna sospirò di sollievo, si mise in ginocchio di fianco a lui e voltò lo sguardo verso Takeshi.
"Lo sai che sono stati amanti, no?" chiese.
Takeshi annuì, mugugnò e allungò le gambe mentre la maglietta e la giacca gocciolavano sul pavimento della piscina.
"Beh, ma sono completamente diversi! Tanto per cominciare lui è un moccioso!".
Gokudera si massaggiò il collo.
"Mia sorella andava all'asilo quando si sono messi insieme" sussurrò.
Tsuna sgranò gli occhi e guardò verso Bianchi con la bocca aperta, Reborn saltò sulla seggiolina e vi rimase in piedi guardandoli dall'alto.
"Ad essere precisi, ho accettato di stare con lei quando ha cucito il mio primo cosplay; alle elementari" disse.
Takeshi fischiò ampiamente, si passò la mano tra i capelli bagnati.
"Non mi sembra il tipo giusto per lei!".
Bianchi ridacchiò.
"Certo che quella pioggia è davvero un tipetto strano. Non trovi tesorino?" domandò.
Reborn sogghignò, carezzò Leon e lo strinse nel palmo piegando il capo.
"Yamamoto non è un ragazzo normale".
Tsuna deglutì avvicinandosi maggiormente a Gokudera, chiuse gli occhi.
< Ora lo ammazza! > pensò.
Takeshi sorrise ampiamente, scrollò le spalle e raccolse il fodero della mazza, infilandola dentro.
"Beh, non voglio mentire. Se io sono strano, voi lo siete di più!".
  
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