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Autore: bonfire    17/12/2016    0 recensioni
Beth è una ragazza di 25 anni, la cui vita è stata piena di menzogne. Non ha mai avuto qualcuno a cui aggrapparsi, o un punto di riferimento da seguire. E' sempre stata sola, eppure ha superato ogni ostacolo presentatosi nella sua vita. Dopo tanta sofferenza è giunta l'ora della sua rivincita, a partire dalla sua famiglia. Oggi, mostrandosi con un'altra identità, riuscirà ad ottenere il proprio riscatto?
Genere: Drammatico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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Pierce: Un attimo di silenzio, per favore!
Sarah: Shhh!
Pierce: Volevo ringraziare la mia famiglia per essere qui riunita, anche per questo Natale. 
Ringrazio te, papà, perché se adesso sono quello che sono, è solo grazie a te. Mi hai dato tutto ciò che mamma, purtroppo, non ha potuto darmi.
Anthony: Non ringraziarmi, figliolo.
Pierce: Ringrazio le mie due bambine, perché sono la ragione per cui ogni mattina mi sveglio con il sorriso sulle labbra.
Mila: Ti amiamo, papà!
Pierce: Ringrazio mia moglie, perché mi hai regalato due gioie immense.
Ringrazio Nick e Justin, per aver rubato le mie bambine.
Nick: Figurati, è stato un piacere!
Justin: Ormai sono grandi e vaccinate!
Pierce: E infine te, Olivia..
Sarah: D'accordo, basta con i ringraziamenti. Vado a prendere il dolce.
Pierce: Buon Natale a tutti, parenti e non!

POV'S Sarah.
Al diavolo il Natale, al diavolo la famiglia perfetta, al diavolo i discorsi ipocriti. E' il momento di scoprire la verità, la aspettavo da troppo tempo. Non so cosa succederà, non voglio pensarci, l'idea che sia ancora viva mi irrita. Non sopporto che qualcuno prenda il mio posto, che qualcuno possa essere la mia identica copia. Io sono e resterò sempre l'unica. 
Mi diressi verso lo studio di mio padre, e mi assicurai che la porta fosse ben serrata. La combinazione era semplice, vidi inserirla spesso, non potevo sbagliarmi. Appena si aprì, sfogliai i vari documenti, ma non riuscii a trovare ciò che mi serviva. Iniziai a perdere il controllo della situazione, ero sicura fosse lì. Mi girai parecchie volte in preda all'ansia, sentivo dei passi, dovevo sbrigarmi. Quando tutto sembrava perduto, notai che c'era un cassetto segreto, era la chiave della verità. Inserii velocemente il contenuto nella borsa, e sistemai le varie cartacce. Tentai di lasciare lo studio in fretta e furia, ma appena alzai gli occhi verso la finestra, scorsi un'ombra in lontananza. Misi bene a fuoco, era una donna e portava con sé un binocolo. Poteva essere chiunque, anche lei. Perché ci spiava? Che intenzioni aveva? In quell'istante mi frullava in mente solo una persona, Beth. Restai inerme nel momento in cui vidi la maniglia della porta abbassarsi lentamente. Spalancai gli occhi, cercando vie di scampo, ma era troppo tardi. 

Olivia: Sarah, eccoti!
Sarah: Che...che vuoi?
Olivia: Ti stavamo cercando, non venivi più. 
Sarah: Bene, mi hai trovata. Andiamo?
Olivia: Che ci facevi qui?
Sarah: E' casa mia, quando la smetterai di intrometterti nelle faccende che non ti riguardano?
Olivia: Puoi calmarti, per favore?
Sarah: No, mi sono stancata di sopportare il tuo viso da gatta morta ogni maledetto giorno. Non riuscirai a rovinare la mia famiglia!
Olivia: Abbassa il tono, ricordati che sono sempre tua zia!
Sarah: Fatti da parte, tu non sei nessuno.
Pierce: Che succede? Si sentono le vostre urla da sotto!
Sarah: Va tutto bene, stai tranquillo, papà. Non è vero?
Olivia: Sì, ha ragione. 
Pierce: Spero sia così. Adesso andiamo giù, tutti aspettano il dolce.
Sarah: Voi scendete, io devo fare una cosa.
Pierce: Ti aspettiamo.
Sarah: No, non importa!



 

~~~    
6 mesi prima...
Per più di vent'anni ho vissuto nel segreto, nascosta nell'ombra. Sola al mondo, fino ad ora. Conoscerò tutto ciò che c'è da sapere sulla mia nascita, sulla mia vera famiglia. Sono stata abbandonata in un collegio a Manhattan. Sono stata riempita di menzogne. La mia vita è una bugia. La mia testa è colma di punti interrogativi.
Sono stata cresciuta dalle suore, che non mi hanno mai saputo dire la verità, nonostante io le assillassi continuamente di domande. 
Mi chiamo Elizabeth Manning, e oggi è il giorno del mio riscatto.
 

Beth: Ho bisogno di entrare nella camera della Superiora, è l'unico modo per conoscere qualcosa sulla mia vera famiglia.
Rachel: E' rischioso, potresti metterti nei guai!
Beth: Lo aspetto da troppo tempo. 
Rachel: Io ti capisco, ma stai attenta. Mi resti solo tu!
Beth: Non ti preoccupare, seguirò ciò che mi hai detto. Le somministrerò il sonnifero, e riuscirò a prendere il fascicolo della mia nascita.

Dopo aver riordinato i documenti sulla scrivania, fuggii verso la mia camera prima che la suora potesse svegliarsi.
Pierce e Julianne Childs. Erano loro i miei genitori. Ebbero me e la mia gemella, ma io fui abbandonata. Era l'unica informazione che riuscii a trovare. Sapevo esattamente cosa fare, e come agire. Dovevo riprendere ciò che era mio, a tutti i costi. 

~~~    
Oggi.
Era la fine. Tutti questi mesi passati ad osservarli, a conoscere ogni loro abitudine, non mi erano serviti a nulla. Dovevo scappare il più lontano possibile, non potevano sapere che ero viva. 
La sentivo avvicinarsi sempre di più, quindi accelerai il passo con le lacrime agli occhi, mentre la sua voce mi intimava di fermarmi. Ero giunta quasi alla mia macchina, pian piano le mie gambe iniziarono a crollare, non riuscivo a sentirle più. Corsi più velocemente, ma ad un passo dal cancello inciampai in un sasso, precipitando per terra. Non avevo altre alternative, dovevo mostrarmi a lei. 


Sarah: Chi cazzo sei? Fatti vedere, brutta stronza!
Beth: Ciao Sarah.
Sarah: Merda, lo sapevo che eri viva. 
Beth: Allora perché non mi hai mai cercata? 
Sarah: Perché mi sono sempre convinta del fatto che tu fossi soltanto un brutto incubo.
Beth: Ma guardaci, siamo uguali. Siamo l'una la copia esatta dell'altra. Tu sei me, e io sono te.
Sarah: Tu non sei mia sorella, non sei la mia famiglia.!
Beth: Ma non capisci che abbiamo lo stesso sangue? Non c'è nulla che ci divida.
Sarah: Non sarai mai una Childs, loro non ti accetteranno mai come hanno fatto con me. Ti hanno dimenticata, tu sei morta. Hai capito? Non esisti, non sei nessuno!
Beth: Mettiti nei miei panni. Cos'avresti fatto se i tuoi genitori ti avessero abbandonata alla nascita? Come ti sentiresti se avessi vissuto 25 anni completamente sola, senza un punto di riferimento, senza affetto, senza un cazzo di niente?
Sarah: Stai zitta, stupida!

Sentii il sangue salirmi al cervello. Le sue parole rimbombavano nella mia testa. Per loro ero morta, mi avevano rimossa. Non poteva essere vero, non poteva essere così crudele la realtà. Riuscii lentamente a sollevarmi da terra. Probabilmente lei continuava a sputare altro veleno su di me, ma non feci caso alle sue parole. Una valanga di lacrime iniziarono a rigare il mio viso, annebbiandomi la vista. Anni di silenzio stavano annientando l'ultimo briciolo di innocenza che mi era rimasto. Avevo voglia di vendetta, era arrivato il momento della mia rivincita. D'improvviso portai le mani sulle sue spalle e la spinsi, non accorgendomi dei numerosi sassi che vi erano a terra. Sbatté la testa su di essi, cominciando a perdere una cascata di sangue. Mi immobilizzai davanti a quel corpo giacente. Istintivamente feci per chinarmi, portai un braccio sotto la sua nuca e l'altro sotto le gambe. La sollevai da terra e corsi velocemente verso la macchina, in preda al panico. Cos'avevo fatto? Mi rimproverai, non sarei dovuta arrivare a questo punto. Colpendola, avevo fatto contemporaneamente del male a me stessa. 
Tornai a casa, con mille pensieri che mi ripercorrevano in testa. 
Avvertii Rachel, senza giungere ai dettagli, e in un lampo scese. 

Rachel: Cos'hai combinato, Beth?
Beth: Non so cosa mi è preso. Penso sia morta, l'ho uccisa io!
Rachel: Ma di chi stai parlando?
Beth: Guarda dietro.
Rachel: Oh cazzo, ma...siete uguali!
E' la tua gemella?
Beth: Sì, è Sarah...giuro che non volevo arrivare a questo. 
Rachel: Lo so, sei troppo riflessiva per farlo. 
Beth: Ha iniziato a dirmi quanto fossi uno sbaglio. Mi hanno dimenticata tutti, non sono più nessuno per loro...o forse non lo sono mai stata.
Rachel: Non dire una parola di più, lascia fare a me!
Beth: Cosa pensi che possa fare adesso? Dovrò andare al commissariato a confessare tutto?
Rachel: Ma sei pazza? Non se ne parla. La soluzione te l'ha servita in un piatto d'argento. E' chiaro, no?
Beth: Che...che cosa?
Rachel: Pensaci: siete identiche. Sono sei mesi che la spii, conosci ogni suo movimento, il suo modo di fare. Si può dire che sai tutto di lei, ormai.
Beth: Dove vuoi arrivare?
Rachel: Devi prendere il suo posto, Beth!
Beth: In che senso?
Rachel: Indossa i suoi vestiti e preparati a vendicarti.
Beth: Non ne sarò in grado...io non sono come lei!
Rachel: Sei tu la parte forte di noi due, ricordi? Non mollare così. Non hai fatto nulla volontariamente, ti ha solo portata a somigliarle per un istante. 
Beth: L'ho uccisa, Rachel...cosa ne faremo del suo corpo?
Rachel: Andremo a sotterrarlo da qualche parte. Adesso sta a te comandare il gioco! 

 

   
 
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