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Autore: Horse_    19/12/2016    3 recensioni
{Sequel Una vita senza di te significa non vivere per niente.}
(Per capire qualcosa consiglio di leggere anche l’altra storia)
Ian e Nina hanno appena capito cosa provano veramente l’un per l’altra e, dopo una notte d’amore e passione, si preparano per tornare a casa. Sono entrambi decisi ad iniziare una nuova vita insieme con i loro figli, perché sono stati separati fin troppo, ma, una volta tornati a casa, dovranno fari i conti con la cruda realtà. Ian è sposato con Nikki, che è ancora sua moglie, mentre Nina sta, quasi in modo fisso, con Eric. Una notizia sconvolgente porterà i due a separarsi definitivamente, ma sarà per sempre? Riusciranno a lottare contro tutto e tutti per stare finalmente insieme con i loro bambini e con il loro vero amore?
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ian Somerhalder, Nina Dobrev, Nuovo personaggio, Paul Wesley
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                        You are my person.

 

 

Pov Nina.

Non è una buona idea.

E’ tutto quello che mi ha detto dopo dieci minuti di spiegazione. 

E tutto quello che mi sto chiedendo è perché non sia una buona idea. E’ vero che abbiamo due bambini e che siamo impegnati sul set, ma Julie mi ha detto che il produttore può darmi gli orari di lavoro che meglio preferisco, sempre in accordo con Julie.

Allora perché non è una buona idea? Dovrò lavorare, è vero, ma mi sembra un buon film.

 

“Perché non dovrebbe essere una buona idea?”- gli domando cercando di capire. 

 

Ian evita il mio sguardo e si passa una mano tra i capelli. 

 

Per me non è una buona idea, ma se per te lo è fai quello che vuoi.”- mi risponde lui noncurante. 

 

Odio davvero quando fa così. Invece di dirti direttamente le cose devi impegnarti per capire che cos’ha. Il problema è che Ian è sempre stato difficile da capire, per quanto sia quasi l’unica in grado di farlo.

 

“Ho subito pensato che parlarne con te mi avrebbe chiarito le idee, non arrivare a questo punto. Ti ho chiesto un consiglio.”- gli rispondo.

“E io ti ho risposto.”- mi dice lui incrociando le braccia al petto.

“Mi hai risposto come se avessi ucciso un panda, cosa che non ho fatto. Perché sei così scontroso?”- gli domando.

“Mi sembra di averti risposto.”- ribatte lui.

“Dobbiamo litigare per questo?”- gli domando cercando di stemperare la tensione. -“Siamo adulti.”

“Non stiamo litigando, ci stiamo scambiando opinioni diverse. Io ti ho dato un consiglio, poi fai come vuoi.”- mi risponde.

 

Sto per ribattere, ma veniamo interrotti dai nostri figli pronti per andare a letto. Vogliono che leggiamo loro una storia.

Ian sorride ai bambini e, senza degnarmi di uno sguardo, li segue in camera loro. Guardo per qualche altro istante il punto in cui era prima e scuoto la testa.

Che cos’ha che non va?

Ho solo detto che ho una proposta per un nuovo film, non che vado in Iraq per la guerra, ma ho la netta sensazione che avrebbe preferito la seconda. Ero convinta che ne sarebbe stato felice, che mi avrebbe fatto dei complimenti, non che la prendesse così male e sul personale.

Gli ho anche spiegato che avrò turni moderati e che non abbandonerò assolutamente le nostre attività e la nostra famiglia, ma lui ha continuato a comportarsi come un bambino.

Continuo a non capire il perché di questo suo comportamento. E’ sempre stato impulsivo, ma qui non ci vedo nulla di male.

Decido di andare in camera dei bambini per dar loro almeno la buonanotte.

 

“Mamma, rimani anche tu qui un po’ con noi?”- mi domanda Joseph mentre si sistema meglio sul letto.

 

Do un bacio ad entrambi prima di rispondere. Ian, intanto, si è seduto sul letto di Stefan.

 

“Sono un po’ stanca, è meglio che vada a letto.”- gli rispondo lasciando una carezza sulla testa dei miei figli.

 

La verità è che si accorgerebbero subito che c’è qualcosa che non va e non voglio che pensino che abbiamo litigato.

Non è stato un litigio, ma lo può sembrare. E sono bambini, non devono pensare ai nostri problemi.

I bambini annuiscono e, dopo esserci scambiati la buonanotte, ritorno in camera, sotto lo sguardo impassibile di Ian. 

Mi metto a letto e decido di mettermi a dormire, sempre se ci riuscirò. Conosco Ian ormai da una vita e so, per il mio e per il suo bene, che è meglio lasciarlo sbollire, sebbene il suo comportamento sia infondato.

L’unica cosa che so, con certezza, è che rinuncerò alla proposta se continuerà a tenermi il muso.

 



































 

                                                                             * * *

 




































 

Mi sveglio di soprassalto la mattina dopo. Lo deduco dalla luce e dall’orologio che segna le 7.15 del mattino. Ian, con mio grande rammarico, non è al mio fianco, ma posso vedere che comunque ha passato la notte qui dalle pieghe delle lenzuola e dal cuscino. 

Spero con tutto il cuore che gli sia passata. Sento delle voci in cucina e le riconosco perfettamente. Gli uomini di casa stanno facendo la colazione allegramente. Mi prendo qualche attimo di riflessione su cosa debba fare: fare finta di niente o tenergli il muso anche io?

Mi sembra di essere tornata una bambina che non sa se comportarsi come se nulla fosse con la mamma dopo una sgridata o fare l’offesa.

Scendo in cucina e trovo i miei figli intenti a finire di bere il loro latte, mentre conversano tranquillamente con il padre. 

Mi salutano raggianti, mentre Ian mi rivolge un accenno di saluto. Se non ci fossero i bambini molto probabilmente lo prenderei a pugni.

 

“Mamma, possiamo andare con la nonna al parco oggi?”- mi domanda Stefan.

“Se volete andarci certo che potete.”- gli rispondo. -“Volete che vi portiamo direttamente lì prima di andare sul set?”

“No, vogliamo venire questa mattina con voi.”- mi dice Joseph. -“E oggi pomeriggio con la nonna.”

“Va bene, dopo chiamiamo la nonna e la informiamo.”- gli sorrido.

 

Senza che possa far nulla o dire qualcosa mi trovo un bicchiere di latte sotto il naso con dei pancake preparati da poco. Alzo lo sguardo su Ian, che nel frattempo mi da una forchetta e un coltello, e lui fa finta di niente.

Quindi… Abbiamo litigato, più o meno, ma lui comunque mi fa lo stesso la colazione?

Perché questo uomo deve essere sempre più complicato del previsto?

Vorrei seriamente parlare con lui, ma questo non è il momento adatto perché ci sono i bambini. Non faccio nulla, lo ringrazio con un timido e semplice Grazie e inizio a mangiare la colazione. 

I bambini, forse capendo la situazione o forse no, iniziano a parlare su che cosa abbiano intenzione di fare al parco e ben presto, dopo esserci finiti di preparare, arriviamo sul set. I bambini, dopo aver ricevuto le solite raccomandazioni, corrono per il set alla ricerca di qualcuno con cui giocare, ed io e Ian rimaniamo soli -per quanto si possa rimanere soli in un set.

 

“Possiamo parlare?”- gli domando fermandomi di fronte a lui. -“Ti rendi conto di come ti stai comportando?”

“Dobbiamo girare delle scene.”- mi ricorda lui.

“Le scene possono aspettare, noi no. Mi stai davvero tenendo il muso perché ti ho detto che forse potrei recitare in un film?”- gli domando incrociando le braccia al petto. -“E non puoi ribattere su nulla perché la prima cosa che ho fatto è stata parlarne con te. Tu, invece, mi stai tenendo il muso come se avessi accettato quando, evidentemente, non l’ho fatto!”

“Credevo che bastasse quello che stiamo facendo.”- mi dice lui guardandomi per la prima volta negli occhi.

“E’ un film, Ian, non ti ho mica chiesto di andare in Iraq per combattere una guerra!”- esclamo sbuffando. -“Ero felice perché ho ricevuto una proposta ed ero convinta che anche tu avresti reagito allo stesso modo, ma, evidentemente, ho sbagliato.”

 

Dietro di noi compare Kevin, un cameraman, informandoci di muoversi perché abbiamo parecchie scene da girare oggi e che Julie vuole la massima puntualità. Il mio camerino è in quello di Ian -o il suo è nel mio, dipende dai punti di vista-, ma non ho proprio voglia di passare altri minuti in questa situazione, per questo decido di andare in quello di Candice sotto lo sguardo attonito di Ian. Non mi ferma e non perché non ci tenga, ma perché sa che comunque non lo farei.

La mia amica bionda, non appena entro nel camerino, intuisce subito che c’è qualcosa che non va.

 

Neens, dimmi quali e quanti problemi ti affliggono.”- mi dice mentre finisce di infilarsi uno stivaletto.

“Non ho alcun tipo di problema…”- le dico rubandole la sedia.

“Ah no?”- ribatte lei scrutandomi attentamente con le braccia incrociate al petto. -“So che sei arrabbiata con qualcuno, chiunque lo capirebbe con quella faccia.”

 

Mi lascio andare contro lo schienale e mi porto entrambi le mani sulla faccia.

 

“Il problema è che gli uomini sono troppo complicati. Complicati è un eufemismo. Che cosa ho fatto di male?”- gli domando.

“Se non mi spieghi dal principio non posso aiutarti!”- mi dice lei sedendosi sulla sedia accanto alla mia.

“Ne ho parlato con lui. Con nessun altro. La prima cosa che ho fatto è stata parlarne con lui e beh… L’ha presa sul personale! Vorrei prenderlo a schiaffi quando si comporta così!”- ribatto io.

Neens, tesoro, vorrei tanto aiutarti, ma ci sto capendo sempre meno.”- mi dice Candice scuotendo leggermente la testa. -“Puoi dirmi che cosa sta succedendo?”

 

Si, okay, ha ragione.

 

“Ieri mi ha chiamato Julie. A quanto pare ho ricevuto una proposta per un film, un gran bel film.”- le spiego.

“Ma è fantastico!”- esclama lei entusiasta.

“Anche io l’ho pensato, più o meno. Insomma… Ho subito pensato ai pro e ai contro, ma questo è un altro discorso. Ovviamente ho detto a Julie che ci avrei pensato e la prima cosa che avrei fatto sarebbe stato parlarne con Ian.”- le spiego sospirando. -“Ovviamente siamo una coppia ed è logico che ne parli prima con lui invece di prendere una mia decisione.”

“Si, mi sembra giusto.”- annuisce Candice.

“E lui cos’ha fatto? Continua a ripetermi che secondo lui non è una buona idea.”- sbotto alla fine. -“E, di tutto questo, non ci sto capendo niente. Non mi vuole dire perché secondo lui non è una buona idea, mi ha detto questo e oh… Fai come vuoi, si, mi ha detto anche questo.”

 

Candice rimane zitta per qualche istante, poi mi guarda attentamente negli occhi.

 

“Ha semplicemente paura.”- conclude Candice con un’alzata di spalle.

 

Paura? Paura di cosa?

 

“Gli ho detto che non cambierà nulla e che starò comunque con la mia famiglia perché, per me, è la prima cosa. L’ha capito? Penso di si.”- concludo io.

“Ma non per quello… Okay che l’hai detto, ma è pur sempre un film e sai meglio di me quanto dura il tutto. Vi siete appena sistemati, avete appena trovato la vostra stabilità, e lui ha semplicemente paura che possa cambiare tutto.”- mi spiega lei.

“Ma non cambierà!”- ribatto io.

“Ne sei sicura?”- mi domanda lei con un sopracciglio alzato. -“Sappiamo già che le ore libere che avrai si dimezzeranno, come minimo. Se prima potevi passare otto ore con Ian e i bambini, ora ne avrei a malapena quattro.”

“Ma sarà per un periodo di tempo limitato.”- le dico io.

“Oh, questo lo so, ma il tempo scorre Neens. E ha paura che tutto cambi e che niente sia come prima. Ci avete messo tanto tempo per ritrovarvi e già una volta vi siete allontanati per la carriera.”- mi spiega lei.

 

Questo non accadrà mai più. Non lascerò mai che Ian si allontani -o che io stessa lo allontani- per la mia carriera. Lui e i bambini sono la cosa più importante della mia vita, tutto il resto passa in secondo piano.

 

“Ma non accadrà assolutamente più. Lui e i gemelli sono troppo importanti per me. In passato ho commesso un errore e non si ripeterà più.”- le rispondo.

“Gliel’hai detto?”- mi domanda dolcemente lei. -“Ha paura di perderti un’altra volta.

 

Abbasso lo sguardo e mi mordo le labbra. Non gliel’ho detto perché ero convinta che questo non c’entrasse, ma, effettivamente, Candice può avere ragione. Ian si è sentito davvero così ieri sera e anche questa mattina? Ha veramente paura di perdermi? Non lo farei mai, ma Ian è sempre stato anche insicuro, al contrario di quello che da a vedere.

Molto probabilmente ha già immaginato come andrà a finire e, ovviamente, se ne sarà anche convinto con gli scenari peggiori.

Ma io lo amo, siamo una famiglia, non farei mai niente per spezzare tutto ciò. Ho già pagato in passato per le mie scelte, non voglio che capiti di nuovo perché Ian è la mia ragione di vita, è la mia vita.

 

“Dovrei rinunciare?”- le domando piano. 

“Non ti ho detto questo, ti dico solo di parlargli.”- mi dice Candice appoggiandomi una mano sulla gamba. -“Parlagli.”

“Non vuole parlarmi.”- le dico.

“Fa il finto offeso, gli passerà.”- ridacchia Candice. -“Fai in modo di parlargli. Sono sicura che, una volta spiegatagli la situazione, capirà. Non può sempre andare tutto liscio, ha bisogno di conferme.”

“Mi sembra che gliene abbia date di conferme.”- sottolineo io.

“Lo so, ma sai, meglio di me, che Ian è sempre stato insicuro su qualsiasi cosa, soprattutto su di te. Non sui suoi sentimenti, ma è spaventato dalla paura di perderti, che possa capitare qualcosa e allontanarti. Ti ama così tanto.”- mi dice dolcemente.

“Anche io lo amo. Lo amo come non ho mai amato nessun altro e come mai amerò. E’ la mia anima gemella.”- le dico.

“Anche tu sei la sua. Parlagli, chiaritevi. Capita nelle coppie che ci sia qualche incomprensione, ma l’importante è sapersi chiarire.”- mi spiega.

 

Rimaniamo zitte per qualche istante, poi sono io a parlare.

 

“Grazie, Can, non saprei cosa avrei fatto senza di te, molto probabilmente gli avrei tenuto il muso per molto tempo.”- ammetto.

“Vi sareste sicuramente chiariti anche senza il mio aiuto.”- mi dice lei.

“Nah, non lo so. Ma comunque grazie.”- le dico abbracciandola. -“Potresti fare consulente di coppia, lo sai?”

“Hai ragione, potrei essere molto brava.”- scherza lei ridacchiando. 

 

Continuiamo a parlare per un po’ di altro, poi decido di sganciare la bomba. Voglio solo parlarne con qualcuno che non sia Ian.

 

“Stiamo provando ad avere un bambino.”- le dico.

“Davvero?”- mi domanda lei portandosi entrambe le mani alla bocca emozionata.

“Già, ormai da un po’ di mesi. Ne abbiamo parlato… C’è stato un malinteso, ma alla fine ne abbiamo parlato e beh… Siamo stati due stupidi perché avremo potuto parlarne prima.”- le spiego e la vedo scuotere la testa, a metà tra il divertito e lo sconsolato. -“E ci stiamo provando, non scendo nei particolari, ma ci stiamo provando. Saranno tre o quattro mesi più o meno, ma non arriva.”

“Ci vuole tempo per certe cose.”- mi dice Candice. -“L’importante è provarci e non abbattersi.”

“Lo so, ma… I gemelli sono arrivati così in modo improvviso, non programmati e al tempo prendevo anche la pillola quindi beh… Puoi arrivare alle conclusioni da sola, mentre ora… Sembra che la fortuna non giri mai.”- le dico esasperata.

“Non devi farci un dramma. Va bene provarci, non lo nego, ma più ci pensi e meno arriverà. Fate con calma. Tu sei giovane e Ian, sebbene abbia passato i quaranta, non è comunque vecchio.”- mi dice lei mettendomi una mano sulla spalla. -“E, quando meno te lo aspetti, arriverà.”

“Lo spero…”- sospiro.

“Ne sono sicura, anche perché non vedo l’ora di vedere in giro un altro baby Dobrev-Somerhalder e diventerà un altro piccolo patrimonio dell’umanità, in fin dei conti avete dei geni da far invidia a tutti.”- mi dice lei sorridendo.

 

Scuoto la testa divertita e decido di andare a parlare con Ian. Lui non si è spiegato, ma io sono staccata egoista per non aver pensato, almeno in parte, che cosa gli passasse per la testa.

 

“Nina?”- mi richiama Candice prima che possa uscire dal suo camerino. -“Parla con Ian e… Questa sera potremmo tenere io e Joe i bambini. Daniel li adora e anche noi.”

“Candice, non… No, insomma-”

“Non accetto un no come risposta. E’ da tanto che non mi coccolo quei due e io e Joe non abbiamo nessun problema. In più le bambine sono con la loro madre, quindi non abbiamo nessun problema.”- mi dice lei.

“Sai che dovrebbe essere il contrario? Io che chiedo a te di Daniel per darvi un momento libero?”- le domando.

“Potrai ricambiare il favore più avanti. Dormiranno da me e guarderemo i cartoni della Disney, così Daniel si fa un po’ di cultura e tu e Ian avrete un po’ di tempo libero, da soli.”- mi dice facendomi l’occhiolino.

 

Le mie guance, ne sono sicura, diventano rosse.

 

“Comunque lo prendo per un si, ti ho detto che un no non lo voglio.”- continua lei.

 

E per quanto voglia dirgli di no per non accollarle i miei figli, so che è praticamente impossibile.

 

“Ricordati che ricambierò il favore non appena possibile.”- le dico solo.

 

Quando finalmente esco dal mio camerino, in cui ero andata per cercare Ian, incontro Michael Malarkey.

 

Dobreva, che cosa avete combinato tu e Ian?”- mi domanda facendomi aggrottare le sopracciglia. -“E’ di umore nero.”

 

Alzo gli occhi al cielo e scuoto la testa. Perfetto, se la sta prendendo con chiunque.

 

“Mi puoi dire dove trovarlo? Gli devo parlare. Subito.”- gli dico.

“Ora sta girando e poi ha un’altra scena in esterna con Matt. Poi non so se abbia qualcos’altro.”- mi spiega lui.

“Nina, dov’eri finita?”- domanda una voce alle mie spalle e riconosco essere quella di Julie. -“Dovevamo parlare e sei in ritardo di due minuti per una scena.”

 

Non vedo l’ora che questa giornata finisca.

 

“Michael, grazie, parlerò dopo con Ian e non preoccuparti, niente di grave.”- dico al mio amico, poi mi volto verso la bionda. -“Adesso corro, sarò lì in meno di un minuto e… Dopo devo parlare con Ian prima di parlare con te.”

 

I due non fanno nemmeno in tempo a rispondermi che mi sono già dileguata, per quanto veloce possa andare, oltre al corridoio. 

Non appena arrivo mi scuso per il ritardo e, dopo aver salutato quelli che ci sono nella sala, inizio a girare con Michael Trevino. Mezz’ora dopo finalmente finisco di registrate le mie due scene e sono finalmente libera per almeno venti minuti, nei quali ho intenzione di chiarire con quella testa calda del mio fidanzato.

 

“Steven, hai visto Ian?”- domando a mio fratello/cugino prima che possa sparire dalla mia vista.

“Ian? Oh, si. Ha finito di girare qualche minuto fa e penso stia gironzolando per Mystic Falls, non è di buon umore oggi.”- mi spiega.

 

Annuisco e, dopo averlo salutato, esco dallo studio e mi dirigo in esterna. Può essere andato ovunque come no. Questo posto è enorme, ci sono ettari e ettari di terra con stradine, ville, case normali e tanto altro. Potrei mettermi a cercare ovunque, ma sono quasi sicura di sapere dove si trova. Mi dirigo lentamente verso la torre dell’orologio cercando di elaborare, durante la strada, cosa dirgli. Tanto so che, una volta lì, mi dimenticherò tutto. Abbiamo già litigato in passato, così tante volte che ormai ho perso il numero, ed ogni volta abbiamo sempre chiarito, ma questo è un motivo stupido. Stupido e tenero. Posso considerarlo tenero? Se è la verità quello che ha detto Candice, e penso che lo sia perché non trovo nessun’altra spiegazione, mi pentirò di averci pensato anche solo per qualche istante per tutta la mia vita. Arrivo davanti la torre dell’orologio e ci metto mezzo secondo per individuarlo. E’ seduto sugli scalini con la testa all’insù ad osservare il cielo, cielo che ha anche negli occhi. Mi avvicino lentamente a lui e mi ci siedo accanto e mi metto anche io ad osservare il cielo.

 

“Hai trovato qualcosa di interessante?”- gli domando dolcemente. 

 

Decido di smettere di guardare il cielo, sebbene l’abbia osservato soltanto per qualche secondo, e riporto i miei occhi su di lui. Lo trovo combattuto. E’ orgoglioso e non vuole ammettere di aver sbagliato, ma lo capisco dal suo sguardo che si pente di aver reagito così. Sono orgogliosa anche io, ma in una coppia uno deve cedere prima dell’altro, indipendentemente se i motivi siano stupidi o meno.

 

“Ho sempre pensato, fin da bambina, alla mia vita. Ho da sempre voluto fare la ginnasta e me la cavavo parecchio bene. Mi divertivo, parecchio. Poi, però, sebbene abbia preso parte a competizioni importanti, ho capito che non volevo fare per tutta la vita la ginnasta perché c’era qualcos’altro che mi piaceva e che mi faceva sentire viva. Fare l’attrice. Interpretare mille ruoli diversi con mille personalità diverse, conoscere nuove persone e nuovi posti. Ho capito che avrei fatto quello nella mia vita, l’attrice e che non avrei più smesso. E’ da sempre stato il mio sogno e ho sempre pensato che niente e nessuno l’avrebbe interrotto, ma poi, con tutto quello che è accaduto, mi sono fermata a riflettere.”- inizio così il mio sproloquio. Mi fermo per qualche attimo e so perfettamente che Ian mi sta osservando e sta trattenendo perfino il respiro. -“Okay che fare l’attrice è sempre stato il mio sogno, ma ho capito che le mie priorità sono altre. La famiglia è la priorità, la mia famiglia, di cui tu fai parte. Ho già fatto una volta un errore che, probabilmente, non mi perdonerò mai, non lo farò assolutamente una seconda volta.”

 

Mi fermo per riprendere fiato per qualche istante e riordinare i pensieri. Io avevo bisogno di dirlo e lui di ascoltarlo.

 

“Ho sbagliato.”- lo sento mormorare. Mi giro ad osservarlo e lui alza lo sguardo su di me. -“Sarei dovuto essere felice per te invece, ancora una volta, ho rovinato tutto. Sono stato un’idiota, mi sono comportato da idiota. Sono veramente felice per te è solo che-”

“Hai paura che tutto cambi, lo so.”- gli dico dolcemente appoggiando una mia mano sulla sua gamba. -“Ma nulla potrà cambiare finché stiamo insieme. Se accettare quel film equivale a perderti declinerò l’offerta. Ti amo così tanto e non sono disposta a perderti, non più.”

 

Ian, prima ancora che possa fare qualcosa, prende il mio volto tra le sue mani. Mi guarda e io ricambio. Nei suoi occhi trovo tutto e capisco quanto Candice abbia avuto ragione.

Se accettare il film vuol dire perderlo o che qualcosa cambi tra noi rifiuterò, non posso pensare nemmeno per un secondo alla mia vita senza di lui.

 

“Tu devi accettare io… Ho sbagliato tutto e non sai quanto me ne stia pentendo in questo momento.”- mi dice accarezzandomi una guancia e io socchiudo leggermente gli occhi beandomi di quel tocco. -“Ho solo avuto paura che qualcosa potesse cambiare tra di noi che… Ma io lo so che tu non faresti questo, solo che non so che cosa mi sia preso. Sono egoista, dannatamente egoista, con le persone che amo. Ma tu hai ragione, nella tua vita non ci siamo solo noi e i bambini e meriti altre opportunità. Opportunità che non hai avuto perché ti stavi prendendo cura dei nostri figli.”

“La paura è un sentimento lecito, Ian, non devi vergognarti per questo. Non nego di esserci rimasta male ieri, e anche questa mattina, dalla tua reazione perché mi aspettavo che mi comprendessi, ma sono stata un’idiota anche io. Avrei subito dovuto capirlo, invece… Invece ho pensato chissà cosa. Ormai siamo una famiglia e quel tempo che ci rimane dobbiamo sfruttarlo appieno.”- gli spiego.

 

Ian scuote la testa e mi accarezza una guancia con il pollice.

 

“Proprio perché siamo una famiglia dovresti accettarlo. Non smetterò mai di chiederti scusa e non ti dirò ancora una volta che ho avuto paura perché… Avrei dovuto capire che non sarebbe cambiato nulla invece ho rischiato di rovinare, ancora una volta, tutto. Starò io con i bambini e tu potresti… Dovresti accettare.”- mi dice lui.

“Questo significherebbe mettere la nostra famiglia da parte. Mettere te da parte e non potrei mai farlo. Il lavoro è una cosa passeggera, l’amore resta. E non voglio perderti per qualcosa di futile come questo. Non posso immaginare in nessun modo di perderti perché ormai ogni singola cosa ruota intorto a te perché tu sei la mia persona* e lo sarai sempre.”- gli dico di getto.

 

Lui non dice niente. L’unica cosa che fa è baciarmi. Ancora con il mio viso tra le sue mani mi bacia. E non un semplice bacio, quello che ti scambia perché sei di fretta, ma un bacio. Uno di quei baci che dicono tutto. Uno di quei baci che ti fanno girare la testa non appena le labbra entrano in collisione tra loro. Uno di quei baci in grado di toglierti il respiro e rischiare di farti scoppiare il cuore per tutte le emozioni che provi in quel momento. 

Ian mi bacia con una passione tale che quasi non mi sento più il terreno sotto il corpo. Le sue mani abbandonano il mio viso per stringersi sui miei fianchi, mentre le mie sono già perse nei suoi capelli corvini morbidi come la seta. E’ un attimo in cui le nostre lingue entrano a contatto tra di loro e si intrecciano, quasi come fossero protagoniste di una danza. 

E questo è amore, amore puro.

Ci stacchiamo ansanti guardandoci negli occhi, occhi carichi di speranze e di aspettative. 

 

“Ti amo così tanto.”- mormora sulle mie labbra a mezzo centimetro dalla sue con ancora le mani sui miei fianchi.

 

Le mie, in effetti, sono ancora tra i suoi capelli.

 

“E proprio perché ti amo voglio che tu accetti la proposta. Ti farà bene fare qualcosa di diverso dalla serie e fare qualche altra esperienza.”- mi dice spostandomi dietro l’orecchio una ciocca di capelli. 

“Voglio stare con te e i bambini…”- mormoro con ancora il petto che si alza e si abbassa velocemente. -“E non mi importa del film, mi importa solo di te e dei nostri figli.”

“E a me importa di te.”- mi dice lui accarezzandomi la base della schiena, mentre l’altra mano rimane sul mio fianco. -“Voglio che tu sia felice e se questo ti rende felice lo sono anche io.”

Tu mi rendi felice.”- gli dico appoggiando ancora le mie labbra sulle sue, questa volta in un bacio casto. Ian sorride sulle mie labbra e io gli accarezzo una guancia per poi staccarmi da lui. -“E rifiuterò.”

“Elimina tutto quello che è successo ieri e questa mattina. Ne sei stata felice e avevi intenzione di accettare, o comunque una parte di te voleva. Mi sono comportato da idiota, ma ora ho capito. Accetta, ti prego.”- mi dice lui.

 

E’ sincero, lo capisco.

Lui vuole che io accetti per esserne felice, ma la mia felicità è lui -ovviamente insieme ai bambini. La proposta che mi ha fatto Julie diventa ogni secondo sempre meno allettante.

 

“E non mi perderai.”- precisa lui. -“Non ci perderemo.

“La proposta diventa ogni secondo sempre meno allettante.”- gli confesso.

“Non farlo per me. Accetta per te.”- mormora lui dolcemente.

“Le riprese inizieranno a gennaio e ho ancora un po’ di tempo, ma sappi che… Ho perso qualsiasi voglia. Non per te, ma per me. E’ da questa mattina che ci rifletto.”- gli dico.

“Prenditi il tuo tempo.”- mi dice lui.

 

Ed è vero. Ieri ero euforica e forse anche un po’ questa mattina, ma poi ho pensato al quadro generale e al tempo che potrò dedicare al resto: praticamente nulla. E io non voglio avere il nulla per la mia famiglia. Un film non farà differenza per la mia carriera, che praticamente non ho più da tanto tempo, e nemmeno mi interessa.

Ian si alza e mi porge la mano che io afferro. Mi ritrovo in piedi accanto a lui.

Appoggio la testa sulla sua spalla e lui mi avvolge un braccio attorno alla vita e iniziamo a camminare.

 

“Quante persone hai fulminato con lo sguardo questa mattina?”- gli domando divertita ricordando Michael.

“Un po’. Sai che sono felice soltanto quando sto con te o quando lo sei tu.”- mi dice lui.

“Un po’ possessivo, non credi?”- gli domando.

“Odio litigare con te.”- mi dice lui.

Non abbiamo litigato, ci siamo scambiati opinioni diverse.”- lo scimmiotto.

 

Ian ride divertito e mi pizzica un fianco.

 

“Mi stai prendendo in giro?”- mi domanda fermandosi.

“Forse.”- gli dico gettandogli le braccia al collo. -“Candice mi ha fatto una proposta.”

 

E l’ultima frase gliela sussurro maliziosamente a un centimetro dalle labbra.

 

“Da come partiamo potrebbe piacermi questa proposta.”- mi dice lui con il mio stesso tono.

“Questa sera terrà i bambini per lasciarci un po’ di tempo da soli.”- gli spiego maliziosamente. -“Anche per la notte.”

“Una serata e un’intera nottata da soli?”- mi domanda Ian e un guizzo malizioso gli attraversa gli occhi. 

“Esattamente. Soli.”- gli rispondo io. -“Potremmo cenare, guardare un film o… Fare l’amore… Oppure no.”

“Oppure si!”- esclama lui facendomi ridacchiare. -“Faremo l’amore tante e tante volte. C’è una doccia che ci sta aspettando.”

“Uhm… Sotto la doccia?”- domando ridacchiando.

“Oh, si, sotto la doccia. E sul letto. E sul divano. E sul pavimento.”- mormora lui malizioso. “Peccato che sia caldo per il camino.”

“Già, non sarebbe una bella trovata il camino.”- concordo con lui strofinandogli i capelli.

“Sotto il condizionatore, sai per… Raffreddare gli animi…”- mormora lui contro le mie labbra.

“Si potrebbe fare…”- continuo io con il suo stesso tono malizioso.

 
































 

                                                                            * * *

 




































 

“Qui qualcuno ha fatto pace.”- cantilena Candice non appena finisco la mia scena.

 

Sollevo gli occhi al cielo mentre la mia amica mi guarda divertita.

 

“Dai, su, è una bella cosa.”- mi dice lei.

“Avevi ragione tu.”- le confesso. -“Ma ora mi ha detto di accettare e non come fai come vuoi tu, ma più come accetta perché ne sarai felice e lo sarò anche io.”

“Sai che è sempre stato bipolare.”- ridacchia Candice scuotendo la testa. -“Cosa hai intenzione di fare?”

“Non lo so. Vorrei lasciar perdere, ma d’altra parte mi attira… Mi vogliono e… Non so veramente cosa fare. Dovrei pensarci su ancora un po’.”- le confesso.

 

Sento dei piccoli passi dietro di me e qualcuno abbracciarmi da dietro. Mi volto verso Stefan che mi sta osservando sorridendo.

 

“Mamma, zia Candice ha detto che dormiremo da lei questa sera!”- trilla felice.

 

Hanno sempre adorato Candice. 

Alzo lo sguardo su di Candice che guarda mio figlio sorridendo. Avrei voluto chiederne se ne fosse sicura (ancora), ma la sua faccia mi dice già tutto.

 

“Dovrete fare i bravi, va bene?”- domando a Stefan.

“Certo, mamma! Giocheremo con Daniel! Possiamo portare anche alcuni giochi?”- mi chiede.

“Non quelli troppo piccoli perché potrebbe metterli in bocca e farsi male.”- gli spiego accarezzandogli la testa.

 

Da dietro il corridoio sbuca anche Joseph che mi viene incontro e, ovviamente, come ha fatto il fratello, mi abbraccia anche lui.

 

“Mamma, sai che andiamo da zia Candice questa sera?”- mi domanda anche lui mentre Candice scoppia a ridere.

“Si, tesoro, ci siamo messe d’accordo noi così.”- gli dico dandogli una carezza sulla guancia. 

“E’ logico che portiamo solo quelli grandi e morbidi, non siamo mica dei bambini piccoli noi. Certe cose le capiamo.”- mi ammonisce Stefan con tono autoritario.

 

Candice dietro di me ride ancora più forte mentre io sorrido ad entrambi. Stanno diventando sempre più grandi e indipendenti ormai.

 

“Lo so, tesoro, siete i miei uomini.”- gli rispondo.

“Certo che lo siamo!”- esclamano entrambi per poi scappare via da qualche parte.

“Mi sembra ieri la prima volta che li ho presi in braccio e ora sono già così grandi.”- mi dice Candice sospirando.

“Già, sta passando tutto troppo in fretta.”- sospiro. -“Tra qualche anno anche Daniel correrà in giro a combinare marachelle con loro.”

“Sicuramente.”- ride la mia amica bionda. -“E’ già un piccolo teppista, figuriamoci tra qualche anno.”

 

 

 

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*Penso che la frase tu sei la mia persona la conosciate tutti. Per chi non lo sapesse è la celebre frase di Cristina e Meredith, di Grey's Anatomy ^^

 

 

Buon inizio di settimana a tutte e, se non dovessi aggiornare in tempo (cosa probabile, ma non impossibile) vi auguro un Buon Natale, a voi e alla vostra famiglia, ovviamente.

Ringrazio le cinque ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo e delle bellissime parole che ogni volta mi lasciano, siete fantastiche ;)

Capitolo parecchio lungo, questo, in cui accade un po’ di tutto. E’ il continuo di quello precedente e abbiamo visto la reazione di Ian alla notizia di Nina, che non ha reagito in modo brillante.

Penso che le motivazioni di Ian si siano capite, più o meno. I due, quando si sono lasciati, l’hanno fatto perché Ian voleva una famiglia e Nina voleva concentrarsi ancora un po’ sulla carriera e Ian (quello di adesso, nella storia) si è fatto prendere, letteralmente, dal panico. Ormai penso che lo conosciate e sappiamo che una delle sue più grandi pecche è quella di combinare casini, oltre ad essere impulsivo, ma sa anche rimediare ai suoi errori (aspettatevi una parte un po’ piccante per il prossimo capitolo :’) )

Ian, quindi, aveva paura che la situazione tra loro due potesse cambiare visto che adesso hanno trovato la stabilità che cercavano da anni, mentre Nina, una volta capite le sue motivazioni, l’ha compreso. Lei gliene ha parlato (era felice di ciò), senza mettere in conto però il carateranno del suo compagno, cosa che ha capito. Ian non è geloso di Nina (non è nemmeno da mettere in conto questo sentimento) e, infatti, vuole, alla fine, che lei accetti la proposta, anche se Nina ci penserà comunque su perché, vi ricordo, stanno provando ad avere un altro baby Dovbrev-Somerhalder e sarebbe veramente duro far coincidere tutto. Se Nina dovesse rifiutare non sarà per colpa di Ian, ma per sua scelta, non vorrei che si fraintendesse. Ian non la obbliga a fare niente, ha capito i suoi errori e lui vuole che lei sia felice.

Candice, come sempre, fa aprire gli occhi a Nina, bisognerebbe farla santa quella donna ahahah

Dai prossimi capitoli aspettatevi delle belle sorprese.

Basta, ho detto tutto, alla prossima ^^

 

 

 

 

  
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