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Autore: Em_    20/12/2016    9 recensioni
«Hai impegni per stasera?» mi domandò. Tanto avevo già capito benissimo dove voleva arrivare, ma decisi di fare la finta tonta.
«No, la mia amica ed io siamo venute qui per festeggiare la sua promozione al lavoro.» spiegai.
«Ottimo! Quindi ti andrebbe di fare un giro? Ho appena portato a lucidare l’auto.»
«È così che abbordi le ragazze solitamente?» chiesi divertita.
«No, di solito vengono loro ad abbordare me.» rispose ridacchiando. Non potevo negare che il suo sorriso dal vivo fosse ancora più bello e affascinante.
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Nuova storia. Nuova avventura.
Oliver e Felicity hanno 25 anni, sono due ragazzi completamente diversi, in tutto e per tutto. Una sera si incontrano in un locale e decidono di concludere la serata a casa di Oliver, ma questa bravata comporterà importanti conseguenze nelle vite di entrambi.
Trama ispirata dal film 'Molto incinta', ma la storia sarà completamente diversa.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dinah 'Laurel' Lance, Felicity Smoak, Oliver Queen, Sarah Lance, Tommy Merlyn
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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11. Eighteen weeks pregnant





Oliver
«Ollie, è ora di alzarsi.» mi disse in lontananza la voce squillante di mia sorella, mentre faceva entrare la luce del mattino in camera mia.
«Thea, vattene.» mugugnai da sotto le coperte. Che rompiscatole.
«No. Non me ne vado, alzati.» continuò imperterrita togliendomi le lenzuola dal corpo.
«Non hai lezione all’università oggi?» chiesi seccato.
«Sì, ma ho cose più importanti da fare… Tipo badare a te.» rispose acidamente.
«Nessuno te l’ha chiesto, sorellina. Per piacere, lasciami in pace.» esclamai ficcando la testa sotto il cuscino.
«È almeno la terza volta questa settimana che te ne torni a casa ubriaco marcio, si può sapere che diavolo ti prende? Mamma e papà si stanno insospettendo e fidati che se scoprono di Felicity e il bambino tramite un investigatore privato, ti taglieranno le palle.»
«Non m’importa.» borbottai.
«Ah non ti importa? Da un momento all’altro hai smesso di preoccuparti di Felicity e di tuo figlio?» mi domandò. 
Non le avevo detto nulla dell’allontanamento che c’era stato tra me e Felicity due settimane fa, e non mi andava di parlarne. Sapevo che Thea voleva aiutarmi, era sempre stata dalla mia parte, però ad essere sincero ora come ora non mi interessava.
«Thea, non te lo ripeterò, lasciami in pace.» affermai bruscamente.
«Io davvero non ti capisco, Oliver.» replicò sospirando «Sembravi felice fino a due settimane fa, poi improvvisamente sei cambiato… Se non vuoi parlarne va bene, ma non comportarti come un quindicenne arrabbiato.»
«Felicity ed io abbiamo opinioni diverse riguardo il nostro rapporto, ecco tutto.» dissi sperando si accontentasse.
«Le hai detto cosa provi e ti ha scaricato?» mi chiese.
«No, l’ha capito da sola, e non vuole oltrepassare il confine dell’amicizia.»
«Ollie, ascolta, magari ha solo bisogno di tempo…» esclamò mia sorella mostrandomi un sorriso.
«Non lo so, e non mi interessa.» dichiarai.
«Sì, come no.» ridacchiò lei, prendendomi in giro.
«E per la cronaca… È una bambina.» precisai. Non le avevo detto nemmeno il sesso di mia figlia.
«Cosa? Davvero? Oh mio dio, è fantastico!» esultò.
«Già.» dissi solamente.
«So che adesso hai tante cose per la testa, ma dovresti mettere al corrente mamma e papà, magari possono darti una mano.» aggiunse Thea.
«Sì, so di doverci parlare, ma non so come dirglielo. Sai com’è fatta la mamma, darà di matto.»
«Probabile. Ma questo non vuol dire che non ti aiuterà.»
«Ci penserò. Ora per favore lasciami dormire, ho un mal di testa assurdo.» borbottai buttandomi di nuovo a letto.
«Sei impossibile.» esclamò alzando gli occhi al cielo.
Mezz'ora dopo decisi di alzarmi dal letto, avevo un mal di testa insopportabile dopo la sbronza della sera prima, ma cercavo di non darlo a vedere. Sapevo quanto Thea avesse ragione sull'argomento "diciamo del bambino a mamma e papà" e prima o poi dovevo seriamente decidermi a sputare il rospo. Era già molto strano il fatto che nessun giornale ne avesse ancora parlato, insomma passavo molto tempo con Felicity, però nessuno sembrava essersi accorto della gravidanza. Decisamente meglio così. 
Mentre scendevo le scale notai entrambi i miei genitori in cucina intenti a confabulare qualcosa. Mi salì letteralmente il panico. Avevano scoperto tutto? No, non era possibile! Mi avvicinai a loro facendo finta di niente, giusto per vedere se fossi io l'argomento di discussione. Mia madre mi lanciò un'occhiata preoccupata, mentre mio padre era solamente pensieroso. Okay, ero io il fulcro del loro discorso, oramai era palese.
«Oliver, avremmo bisogno di parlarti.» iniziò mio padre.
Mi sudavano le mani, non sapevo che dirgli, così mi limitai ad annuire.
«Da un po' girano delle voci in ufficio, inizialmente non ci abbiamo dato molto peso, ora però si stanno facendo più frequenti e fastidiose, quindi vorremmo sapere dal diretto interessato cosa sta succedendo.» aggiunse mia madre.
«Non capisco perché la gente non pensi agli affari propri.» borbottai.
«Oliver, con noi puoi parlare.» replicò papà.
«Va tutto bene. Dovreste far a meno di ascoltare le cazzate che girano alla Queen Consolidated.» sbuffai io. Mi sembrava strano non fossero girati pettegolezzi per quattro mesi.
«Di solito non badiamo a queste cose, ma non sono semplice storielle stavolta.» esclamò Moira con un tono di voce diverso.
«Cosa vuoi dire, mamma?» domandai cercando di fare chiarezza.
«Sai cosa voglio dire.» rispose seria. Quindi sapevano tutto?
«Moira, lascia che sia Oliver a spiegarci.» le disse papà con voce pacata.
Io rimasi muto come un pesce, a quanto pare in azienda giravano delle voci su di me e sicuramente si era venuto a sapere di Felicity. Non poteva essere altro. Ma che dovevo dirgli? Che sarebbero a breve diventati nonni e che glielo avevo tenuto nascosto per quasi dodici settimane? 
«È complicato.» affermai solamente.
«Complicato, Oliver? Cosa c'è di complicato nel dire che hai messo incinta una sconosciuta? Ti credevo più furbo di così!» sbraitò mia madre. Ecco, appunto, sapevano tutto.
«Non è così facile come l'hai detta tu, mamma.» replicai infastidito.
«Quindi lo confermi anche?! Robert, dì qualcosa.» 
«Figliolo, vogliamo sapere la verità, nient'altro.» aggiunse mio papà.
«Sì, è vero. Contenti?» confermai.
«Oh mio dio. Oh mio dio.» esclamò mia madre sentendosi quasi male «Non posso credere che tu abbia fatto una stupidaggine simile. Non ti rendi conto della gravità delle tue azioni, Oliver?»
«Avrò una figlia, mamma, non ho ammazzato nessuno.» sbuffai sentendo le sue parole.
«Non hai pensato alla tua reputazione? Alla mia reputazione? Non credi sia un po' presto per avere una figlia da una ragazza che nemmeno conosci?»
«Immaginavo si trattasse di questo.» affermai con un sorriso deluso «Non ti importa nulla di aiutare tuo figlio e la tua futura nipote, no? L'importante è che la famiglia Queen sia sempre ai vertici.»
«Oliver...» provò a dire Robert.
«No, papà, questa volta non me ne starò zitto. Sono stufo di sentirmi sempre giudicato da tutto e tutti, sono stufo di non poter condividere mai niente con voi per paura di essere una delusione. Per una volta sono felice, lei mi rende felice, e non voglio che mi portiate via niente di tutto ciò.» sbottai con rabbia.
«Non ti è passato per l'anticamera del cervello che forse questa "lei" si sia fatta mettere incita apposta?!» gridò mia madre.
«Felicity avrebbe potuto fare tutto tranne che una cosa del genere! E ora, se volete scusarmi, vado a preparare le valigie.» conclusi.
Non volli più ascoltare nessuno dei due, non mi interessavano le loro scuse, ero troppo arrabbiato e frustrato per starli a sentire ancora. Presi la prima valigia disponibile e ci ficcai dentro alcuni vestiti e un pigiama, non avevo un posto dove stare, ma sicuramente non sarei rimasto un minuto di più in questa casa.
«Ollie?» mi chiamò Thea facendo capolino nella mia stanza «Stavo studiando e vi ho sentito urlare... Va tutto bene?»
«No.» replicai.
«Perché stai facendo la valigia? Dove vai?» mi chiese.
«Non lo so, da Tommy forse.» risposi.
«Hai litigato con mamma e papà?» 
«No, ho solo capito cos'è importante per loro e cosa no. Ed io evidentemente non sono tra le loro priorità.»
«Non puoi andartene così...» balbettò lei.
«Ehi, per te ci sarò sempre, d'accordo?» la rassicurai.
«Sì, ma...» si lamentò.
«Thea, non ti sto abbandonando, vado solo via di casa. Non ce la faccio più a rimanere qui.»
«Okay, lo capisco... Ci... Ci sentiamo più tardi allora.» sospirò.
Le lasciai un piccolo bacio sulla fronte prima di andarmene, non mi piaceva vederla star male, ma adesso avevo bisogno di schiarirmi le idee e stare lontano dai miei genitori. Ero certo che mia madre l'avrebbe presa male, però non credevo che avrebbe insinuato cose del genere su Felicity. Dovevo sbollire la rabbia, stare fuori da quella casa almeno per un po'.
Salii in auto con l'intenzione di guidare fino a casa di Tommy, ero sicuro che lui mi avrebbe ospitato per tutto il tempo che volevo, solo che senza rendermene conto avevo imboccato una strada diversa. Mi fermai ad un semaforo e scossi la testa, non stavo andando da Tommy, questa era la strada per l'appartamento di Felicity. L'unica nota negativa era che avevamo discusso (più o meno) e non ci parlavamo da due settimane, che dovevo fare? Andare da lei comunque senza problemi? Forse avevo sbagliato a prendermela con lei per avermi detto quelle cose, ma infondo non potevo negare che ci fossi rimasto molto male. Pensavo che con una figlia in arrivo sarebbe stato bello provare a stare insieme, evidentemente mi sbagliavo. Nonostante ciò sentivo di voler risolvere, non potevo tenerle in muso o affogare i miei dispiaceri nell'alcol. Premetti l'acceleratore fino ad arrivare a casa di Felicity e senza farmi troppi problemi salii fino al suo appartamento e suonai il campanello.
«Ehi.» le dissi non appena aprì la porta.
«Ciao.» mi salutò lei con un mezzo sorriso.
«Mi dispiace.» affermai soltanto.
«Dai, entra.» mi invitò.
«Come stai?» le domandai. Ero felice di essere di nuovo accanto a lei dopo tanto tempo.
«Sto bene, grazie. Tu piuttosto? Sei letteralmente sparito.»
«Lo so, sono un cretino. Oltretutto i miei genitori hanno scoperto di te e della bambina, quindi ti chiedo scusa in anticipo se dovessero farti strane proposte.»
«Che vuoi dire?» mi domandò preoccupata.
«Non lo so... Mia madre l'ha presa molto male e conoscendola avrà qualcosa in mente.» spiegai.
«Gestiremo la cosa insieme.» esclamò stringendomi la mano.
«Avrei un favore da chiederti.» ridacchiai.
«Certo, dimmi.» annuì lei.
«Posso restare per un paio di giorni?»
«Ma sì, certamente.» mi disse senza farmi troppe domande.












Angolo autrice
Ciao, scusate il ritardo enorme ma purtroppo come ho già detto ad alcune di voi (che mi hanno scritto) ho fatto tanti esami e il tempo per pubblicare/scrivere era inesistente. Spero mi possiate perdonare :)
Il capitolo è stato difficile da buttar giù, non sapevo che cosa scrivere di preciso ma avevo bisogno di una svolta e ho pensato che questo fosse il modo migliore e più logico.
Oliver e Fel non si parlano da 2 settimane, da quando lei l'ha friendzonato per capirci lol. Lui si è lasciato andare ricadendo nelle vecchie abitudini nonostante Thea cercasse di aiutarlo il più possibile. Alla fine il succo del discorso è che Moira e Robert (che già avevano sospetti) scoprono tutta la faccenda della bimba e soprattutto lei si incavola a morte. Ed è qui che Oliver entra in gioco proprio perchè difende Felicity nonostante tutto e decide di andarsene.
Guarda caso dove finisce? A casa di Felicity xD
Ora come si metteranno le cose tra i due futuri genitori? :)

Spero vi sia piaciuto e spero anche mi lascerete un parere :)
Se non pubblico prima di natale vi faccio anticipatamente gli auguri <3

A presto,
Anna
   
 
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