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Autore: gigio_animato00    20/12/2016    0 recensioni
Questa sarà una raccolta di One-Shot di mia invenzione che saranno ambientate per lo più in SAO, e che tratteranno diversi temi, anche se avranno come personaggi principalmente Kirito e Asuna. Raccoglierà storie di azione principalmente, ma mi permetto di spaziare da questo genere. Il rating giallo è indicativo perchè non so bene quali storie scriverò e quanto saranno violente (principalmente è la violenza la cosa che la porta a questo rating).
Per finire dico che sono storie principalmente ambientate nei piani intermedi, e che non saranno riproposizioni di scene presenti nell'anime/ manga.
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Asuna Yuuki, Kirito Kirigaya, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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53° piano

 

Kirito era un giocatore solitario, e come tale non si badava molto delle persone che gli stavano intorno. Ormai “ Beater “ era un termine comune, e aveva perso buona parte del suo significato dispregiativo.

Tuttavia, nonostante non tutti lo riconoscessero, la maggior parte delle persone gli stavano alla larga. Era rinomato per essere spietato, termine che in realtà non gli calzava così bene. Era più che altro la sua immagine ad esserla.

Quando combatteva in prima linea, nessuno faceva party con lui, il che gli andava bene, dato che la maggior parte dei compagni che aveva avuto gli gravava sulla coscienza. Fatto sta che per essere un solitario, devi essere perennemente overlivellato. Non puoi sperare di poter abbattere un’orda di nemici del tuo stesso livello da solo, perché quello era comunque un mondo onesto. Non poteva però fare tutte le quest, dato che spesso e volentieri puntavano più sull’ottenimento di item rari più che punti exp, e la sua Elucidator non dava problemi. Non gli restava che trovarsi una zona di caccia e grindare ( uccidere ripetute volte gli stessi nemici ), sperando di incappare in qualche mostro raro, che gli potesse dare una qualche soddisfazione.

Solitamente però, si aggirava più che altro nei dungeon alla ricerca della stanza del boss, prendendo così due piccioni con una fava. Tuttavia, tutte le gilde più importanti in quel momento stavano facendo lo stesso, e non era conveniente andare a raccattare le loro briciole.

 

< E anche questo è fatto. Siamo a 48. Direi di arrivare a 60, che si sta avvicinando la sera >

La notte era tremendamente pericolosa in quel piano. Quella foresta “incantata” attirava i visitatori ingraziandoseli con grandi premi, per poi fregarli al calar della sera. Tutte le creature passavano in fase “notturna”: crescevano di dimensione, aumentavano livello e statistiche e, soprattutto, portavano il loro livello di AI a quasi il doppio. Persino per lui era difficile abbattere una sola di quelle creature.

 

Intanto il sole calava.

Era arrivato il tramonto. Kirito si era fatto prendere la mano e ne aveva uccise qualcuna in più, ma ora doveva tornare in città. Correva rapido tra gli alberi, quanto più la sua skill di scatto gli permettesse. Saltava di ramo in ramo, passando sopra le teste di mostri che neanche si accorgevano del suo passaggio. La città non era distante, si era sempre premurato di non allontanarsi troppo. Nonostante fosse passato un anno e mezzo dal suo ingresso in SAO, aveva ancore il timore di morire per mano di un mob. Non poteva fare a meno di pensare al suo corpo che cadeva su quel terreno virtuale, per poi scomporsi in mille pezzi. Non sapeva neanche se volesse uscire da li, ma sapeva che avrebbe combattuto fino all’ultimo HP, perché doveva farlo per tutti quelli che non erano in grado di farlo.

Doveva salvarli. Doveva salvare tutti quelli che lo avevano chiamato “ Beater “, quelli che sputavano per terra al suo passaggio per le strade sicure delle città, per poi scappare quando lo vedevano all’esterno. Doveva salvare anche tutti quelli che avevano provato ad ucciderlo, anche se non meritavano che la morte.

Doveva salvarli tutti.

Era così immerso nei suoi pensieri che quasi non notò quei cinque soldati che combattevano un mostro più grande del normale.

 

< Eliminiamo questo qui. Scommetto che darà un sacco di exp >

< Siamo saliti di almeno un livello e mezzo solo oggi! Continuiamo anche dopo. Non vedo l’ora di portarmi l’elmo a +27 >

 

Kirito aveva ascoltato quei discorsi. Quegli idioti non sapevano cosa stessero facendo, stavano affrontando un miniboss al calare del sole … probabilmente non sapevano della regola della foresta.

 

< Idioti! Scappate prima che sui trasformi! >

Lo urlò con tutto il fiato che aveva nei polmoni. Ma quegli impreparati cavalieri non capirono.

 

< Cosa stai dicendo? >

< Secondo me questo qua vuole rubarci il bottino! Caschi male amico, non molleremo questa gallina dalle uova d’oro tanto facilmente! >

 

Kirito stava per rispondere, ma un alito gelido lo colpì. Il sole era calato. Era sopraggiunta la notte, e con lei “ Sales, il sergente dei nauturae “, che altro non era che un orso rosso corazzato, mutò. La sua armatura si spezzo, permettendo al suo corpo di ingrandirsi. Il suo pelo divenne di un blu profondo. Il suo muso si allungò, evidenziando degli occhi fiammeggianti. I suoi artigli crebbero fino a diventare lunghi circa un metro, mentre dalla sua schiena uscirono delle spine fatte di ghiaccio.

“ Salesight, la belva della notte “.

 

Quella che era la formazione ordinata del party, sorpresa dalla trasformazione, si lasciò colpire da un graffio che distrusse la loro linea difensiva, per poi farsi colpire da un’ulteriore lacerazione, che li fece andare a terra. La battaglia era già praticamente finita. Quei soldati così sicuri delle loro capacità … erano bastati due colpi a rendere la loro barra di vita gialla. Quel boss doveva avere la capacità di infliggere un danno critico altissimo, e ora si stava preparando all’ultimo colpo. Unì le mani, i cui artigli si illuminarono e si allungarono ulteriormente, per poi calare su quelli che non erano più che ragazzi.

 

Scintille. Niente di più scaturì dal colpo del mostro, che andò ad infrangersi sulla spada di Kirito. Si era buttato in combattimento, ed era arrivato in tempo.

 

< Scappate! >

I soldati non se lo fecero ripetere e si alzarono in piedi, per poi iniziare a correre verso la città. Anche Kirito stava per abbandonare il combattimento, ma si accorse di una cosa. Una ragazza del gruppo era ancora a terra. La sua gamba era ferita, tant’è che non riusciva ad alzarsi. Inoltre la sua barra della vita era rossa.

 

Panico. Quel boss … era troppo anche per lui, il beater. Era di livello leggermente più alto del suo, ma i suoi valori erano più alti. Sarebbero serviti almeno altri otto uomini per buttarlo giù.

Doveva scappare, ma non poteva lasciarla lì. Sarebbe morta di certo. Non poteva portarla in braccio, perché non sarebbe stato abbastanza veloce.

 Non gli restava che combattere. Intanto i due artigli si erano separati.

 

< Muori da eroe … >

La spada di Kirito iniziò a brillare.

< … o vivi abbastanza a lungo da diventare un perdente >

Si scagliò contro quella bestia.

 

Combatti. Combatti fino a quando avrai fiato in corpo. Combatti fino a quando non muori. Combatti fino a quando ogni nemico non si sarà spento, o esplodi per dar nuova luce ad altre stelle.

Combatti per dare un senso alla tua vita. Combatti per non privare del senso la vita di altri. Combatti per dare speranza.

Tutto questo fu offuscato da una cruda verità: combatti per non morire. Per non dover arrenderti.

 

I colpi della lama di Kirito rimbalzavano contro gli artigli di quella creatura. Non voleva fermarsi, non voleva darle la possibilità di passare al contrattacco. Era solo un miniboss, e quindi aveva una sola barra della vita. Lo avrebbe colpito fino a quando la luce in quegli occhi rossi non si sarebbe spenta.

Ma al nemico bastò spingere in avanti Kirito per fargli cessare la serie di attacchi. Ora era il suo turno.

Quegli artigli erano incredibilmente versatili. Il suo moveset era straordinariamente ampio, e nonostante il beater sembrasse stargli dietro all’inizio, si fece colpire in pieno dall’ultimo colpo della catena. E un quinto di vita se ne andò.

 

< Di questo passo non ce la farò mai … >

La barra della vita di Salesight era stata solamente appena scalfita. Quella bestia aveva uno stile di combattimento unico. Gli stessi artigli che utilizzava per sferrare attacchi rapidi e letali, gli fornivano una difesa insormontabile. La ragazza non riusciva ancora ad alzarsi, e presumibilmente non aveva cristalli, come lui del resto.

Nuovamente si scagliò contro quel boss. Quello era un mondo giusto. Doveva esserci un modo per batterlo.

La raffica di colpi fu più lunga della precedente, ma nuovamente la sua skill non fu abbastanza.

Fino al tuo ultimo spiro.

Continuava a scagliarsi contro quel mostro.

Non posso morire.

Ogni suo colpo sprigionava scintille, ed abbassava leggermente la vita del suo avversario. Ma non era abbastanza. Appena Kirito si allontanò, gli si scagliò contro con una ferocia che solo quel gioco sapeva dare ai suoi figli. Non riuscì a difendersi, e venne lanciato contro un albero. La sua barra della vita era rossa. Non poteva più combattere, doveva scappare , doveva tornare nella zona sicura. Doveva lasciare lì quella sconosciuta.

< Vattene >

La ragazza stava piangendo.

< Lasciami qui. Tanto non sarei in grado di tornare. Il debuff “ferita  letale” persiste finchè non si viene curati. Non potrei comunque sopravvivere senza cristalli … >

Il ragazzo la ascoltò, per poi alzarsi.

< Sai … una volta ho conosciuto una persona che non temeva la morte. Le bastava sapere di essere morta combattendo …  >

Strinse la sua spada.

< … e io non posso permettere la morte indegna di una persona sotto i miei occhi. Se io muoio, lo farò da guerriero. Se scappo, vivrò per sempre da codardo >

E nuovamente si fendette quell’aria fittizia con la sua spada. Non poteva mollare, non doveva scappare. Non poteva arrendersi.

La sua catena di colpi fu interrotta dal contrattacco nemico. Era la fine. Non poteva schivarlo. Si preparò a morire.

 

Mancato. Il beater era ancora vivo. L’aveva mancato.

Si allontanò dal boss. Come aveva fatto. Erano stati a mezzo metro uno dall’altro. Come aveva fatto a mancarlo. Non è possibile che fosse stato così poco preciso, era davanti ai suoi occhi …

Gli si illuminò lo sguardo. Quegli artigli … erano troppo lunghi. Finché era in modalità difensiva, non poteva vedere. Per questo aveva sempre fatto in modo che si allontanasse prima. Doveva avere modo di togliere le sue armi da davanti agli occhi.

Aveva commesso un errore umano. Quel mostro, così lontano da tutti gli altri giocatori, aveva commesso un errore umano. Attratto dall’idea di poter eliminare Kirito, aveva agito impulsivamente. Possibile che fosse stato programmato così bene?

“ Un’AI fatta bene non è una mente matematicamente invincibile, ma qualcosa che si avvicina quella umana, con tutti i suoi pregi e i suoi difetti”.

 

Ora sapeva cosa fare. Estrasse un coltello da lancio e glielo scagliò contro. Il nemico si difese.

“Ora”

Kirito scattò contro Salesight che, come prevedibile, aprì la sua guardia,dato che non sembravano arrivare altri colpi. Proprio in quel momento la lama del Beater entrò dalla fessura creatasi, e trapassò il collo del mostro.

 

Stunnato. La tragica regola dei GDR, lo stun. Esegui un colpo critico, e il nemico non sarà immediatamente in grado di rispondere.

Fu una vera e propria tempesta di lame quella che si riverso sul miniboss. Quella era l’occasione d’oro.

“ Più veloce “

La vita del nemico stava calando vertiginosamente.

“ Più veloce “

Lo stun era perenne. Essendo un miniboss, seguiva le regole dei nemici normali, a differenza di quelle dei boss, che non subiscono questa ingiustizia.

“ Più veloce “

Kirito era stanco, tant’è che pose fine alla sua streak con un ultimo colpo direttamente sulla fronte del nemico.

Ora era vulnerabile. Era troppo stanco per muoversi. Un colpo e sarebbe morto. Per fortuna il nemico esplose in mille frammenti luminescenti.

Era finita. Gli si aprì davanti agli occhi la schermata di vittoria: 150.000 Coil, 750.000 exp. e un item classe viola, che indossò, oltre a tutti gli altri che finirono direttamente nel cestino degli scarti da vendere.

“ Cappotto dell’eroe notturno “

Gli cadeva a pennello, ed era nero. Perfetto. Donava inoltre una serie di buff, tra cui “ Rispetto del generale della notte “, che gli consentiva, durante la notte, di non essere aggrato  dai nemici meno forti di lui, a patto che non gli avesse attaccati.

 

Non aveva né pozioni né cristalli curativi. Inoltre, lì il teletrasporto non funzionava. Non gli restava che camminare.

Prese in braccio la ragazza, che era svenuta a causa dei troppi danni accumulati, e si diresse verso la città. Era una sensazione strana passare di fianco a quei mostri, che non parevano dargli retta.

Arrivò finalmente a Karanov, la cittadina vicina, dove trovò gli altri compagni di party della ragazza.

 

< Yunai, stai bene! >

Così si chiamava la ragazza quindi. Kirito la passò tra le braccia del capo gruppo, che si apprestò a curarla.

< Dimmi, cosa ti ha fatto questo pervertito? >

Sguainarono le spade contro di lui, ma la ragazza, che si era svegliata, tirò un ceffone al suo aiutante, per poi farsi mettere a terra.

< Deficienti! Questo eroe mi ha salvato. Al contrario di voi, lui è rimasto lì a combattere il boss per proteggermi! >

< Ma … >

Fecero tutti un inchino imbarazzato, ad eccezione della ragazza, che gli diede un Bacio sulla guancia, per poi sussurragli un tenero “grazie, mio eroe “ all’orecchio, che fece visibilmente ingelosire gli altri.

A quel punto notarono che la barra della vita di Kirito era rossa.

< Oddio, ma sei quasi morto! Aspetta, dovrei avere un altro cristallo nell’inventario … >

Ma il Beater lo fermò.

< Non ce ne è bisogno, ormai sono in zona sicura >

E si allontanò dal gruppo, per poi sparire tra le vie della città.

 

Eroe. Questo è quello che è un eroe. Uno che combatte fino alla fine dei suoi giorni, fino al suo ultimo spiro. Un eroe e quella persona che affronta un boss di livello più alto del suo per proteggere una sconosciuta.

 O forse era solo un pazzo.

È un eroe forse quella persona che combatte come solitario in prima linea, per difendere tutti gli altri? Che non ubbidisce agli ordini del vicecomandante perché gli sembrano stupidi, che si scaglia a difendere i tank in prima linea, anche se gli era stato ordinato di eliminare tutti i minion?

È un eroe quello che fa di tutto per far uscire da quel gioco mortale più persone possibile?

 

Non ne era sicuro, ma di sicuro “eroe” gli piaceva di più che “Beater”.

 

 

Nota dell’autore

E con questa breve (?) One-Shot inauguro la raccolta Supereroi, che comprenderà un numero non definito di brevi storie su SAO, e che vi dico già da subito che non aggiornerò regolarmente. Comunque, nonostante tutto, questa storia mi piace, perché aggiunge una parte di storia ai piani un po’ più intermedi, cosa che secondo me manca in SAO.

Concludo dicendo una cosa inutile. Come per la precedente FanFic, queste storie le userò per riempire buchi e far andare diversamente le cose. Perché, non so voi, ma secondo me Underworld sarà uno schifo, a differenza di Mother’s Rosario, che ho amato.

Saluti e alla prossima da Gigio

   
 
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