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Autore: EleonoraParker    21/12/2016    2 recensioni
Un bambino stava seduto, solo, nel grande salone di una casa silenziosa. “Non dovrei passare così la notte di Natale” pensò, mentre una lacrima gli rigava la guancia. “ Tra tanti giorni dovevo piangere proprio oggi”. Qualcosa, un anno prima, quella stessa notte, aveva turbato il suo animo di bimbo.
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti. Questa è la prima storia che pubblico. è una one-shot senza pretese, ispirata dalla frase  del giorno 2 Dicembre del calendario dell'avvento del gruppo "Il giardino di efp" : "ci credi nei sogni?". Spero possa piacervi. Buona lettura.



~~Un bambino stava seduto, solo, nel grande salone di una casa silenziosa. Il caminetto innanzi a lui spargeva una delicata luce arancione che illuminava la stanza, riflettendo sul suo  viso un delicato gioco di luci ed ombre. Guardava le fiamme che si rincorrevano vivaci, aspettando qualcosa di imprecisato anche per lui. Una conferma, o forse un miracolo. “Non dovrei passare così la notte di Natale” pensò, mentre una lacrima gli rigava la guancia. “ Tra tanti giorni dovevo piangere proprio oggi”.
Qualcosa, un anno prima, quella stessa notte, aveva turbato il suo animo di bimbo.
Stava aspettano Babbo Natale, quella notte. L’impazienza era così tanta che non riusciva a prendere sonno. Così, non appena aveva sentito dei rumori provenire dal salotto, si era avvicinato alla cima delle scale, silenziosamente. Sperava di vedere quel, a lui tanto caro, vecchietto con vestiti rossi, una gran pancia e, soprattutto, un sacco pieno di regali.
Ma non era stato quello che aveva visto. Il suo papà, in pigiama e vestaglia, consumava i biscotti e il latte che lui aveva lasciato per Babbo Natale. Si chiese cosa stesse facendo, perché non lasciava quelle cose al loro posto per il vero destinatario. Era sul punto di scendere le scale quando qualcosa lo bloccò. Un sospetto più che legittimo per un bambino di otto anni. Ne ebbe la conferma quando vide il padre posare un pacco che somigliava tanto a quello della macchinina che lui aveva chiesto. Scappò in camera sua, deluso ed avvilito. Tante volte i suoi amici gli avevano detto che Babbo Natale non esisteva, ma lui si era sempre rifiutato di crederlo, difendendo le proprie idee. Ecco quale era la verità. Tutta la magia e la bellezza del natale gli scivolarono di dosso in un momento. Si strinse sotto le coperte cominciando a piangere.
Il giorno dopo aprì il regalo svogliatamente, conoscendone ormai la provenienza. Ma proprio mentre giocava con quella macchinina tanto desiderata un’idea si fece largo nella sua testa. Forse Babbo Natale esisteva davvero, solo non riceveva mai le sue letterine perché le prendevano prima i suoi genitori. Avrebbe aspettato il Natale successivo, lasciando la letterina dove solo Babbo Natale avrebbe potuto trovarla. E così aveva fatto, continuando a sperare fino all'ultimo che la scena che gli si era presentata quella notte fosse stata solo un malinteso. Durante l'anno le sue speranze continuavano ad affievolirsi, cominciando a collegare tutte le strane situazioni che si verificavano a Natale con quella amara scoperta. E quando aveva quasi perso ogni speranza, ecco che non trovò più la letterina. Si sentì sollevato, riacquistando quella fede quasi perduta. Restava un'ultima prova da affrontare, la più importante.

La stanza era accogliente, illuminata solo dalla luce del fuoco. Chiuse gli occhi stanchi per un momento. Il sonno stava per avere la meglio su di lui, quando un rumore lo fece sobbalzare. Corse a nascondersi dietro il divano. Sentì passi pesanti e un lieve scampanellio. Una grossa ombra precedette un grosso uomo. Era vestito di rosso, e aveva una lunga barba bianca. Con uno sbuffo posò a terra, senza troppe cerimonie, un grande sacco che portava in spalla.
Il piccolo sgranò gli occhi incredulo. Esisteva davvero! Iniziò di nuovo a piangere, stavolta di gioia, mentre l'uomo si avvicinava al banchetto che lui gli aveva preparato. Stava bevendo il suo latte, quando si accorse di qualcosa di diverso nell'aria. Iniziò a guardarsi intorno. Lui si fece più piccolo dietro il divano, ma non servì poichè fu visto lo stesso: "Ah! Ma bene! Perchè non siamo a dormire durante la notte di Natale?" chiese con il suo  vocione che sapeva essere tanto spaventoso quanto paterno ed affettuoso < fanno bene a chiamarlo Babbo Natale> pensò lui, non riuscendo tuttavia a proferire parola. " Sai che dovrei andarmene per questo tuo comportamento?" continuò Babbo Natale. Il bambino si rattristò, in fondo lui voleva solo vederlo. " Beh? Sei muto? Perchè non parli?". Vedendo che continuava a restare in silenzio, lui sospirò:" E va bene, tanto oramai sono qui, tanto vale che finisco". Si allontanò lasciandolo lì dietro il divano. Quando lo sentì trafficare con i regali, lui si alzò lentamente per assicurarsi che tutto quello non fosse un sogno. Poi finalmente trovò il coraggio per parlare < in fondo quando avrò di nuovo la possibilità di parlare con Babbo Natale?> si chiese. Così disse: " Come fai a consegnare tutti i regali in una notte?" . Lui si girò per un attimo a guardarlo, prima di rimettersi alla ricerca del suo regalo. " è una domanda che mi fanno in molti... ma...dove è finito?" borbottò rovistando nel sacco. " Ah, eccolo qui!" esclamò poi contento: "Ecco qui il tuo regalo, piccolo Luca" gli disse mettendoglielo sotto l'albero. "Sei contento che io sia venuto? " gli chiese poi.
" Certo, tanto contento!". Luca ammutolì per qualche secondo: " Devo dirti una cosa..." "Si? Cosa c'è?"gli rispose lui, ora più affettuoso. "Beh...io... devo dirti che in questo ultimo anno cominciavo a non credere più in te" disse abbassando gli occhi mortificato. Babbo Natale si accigliò : " e perchè mai? MI pare di non aver mai dimenticato di passare da casa tua. Certo, tutto può essere...ma mi pare di essere sempre venuto qui!".
"Si, si certo! E solo che... l'anno scorso ho visto il mio papà che metteva il regalo al tuo posto e mangiava i tuoi biscotti e ho creduto..." venne interrotto: " OH OH OH!" Luca sobbalzò per quella risata improvvisa.  "Ma allora è questa la ragione! Certo, che sbadato! Il tuo buon papà mi voleva solo dare una mano! Sai, tanti regali in una sola notte, non è affatto facile! Inoltre lo scorso anno una delle renne si è ammalata e sono stato ritardato nella corsa. Così ho chiesto aiuto a lui. Ma non devi assolutamente preoccuparti di questo, è stata una cosa temporanea, solo per quell'anno!" concluse sorridendo.
Anche Luca sorrise, sinceramente rincuorato del fatto che fosse stato solo uno spiacevole equivoco.
Poi Babbo Natale tirò fuori dalla tasca della sua divisa un grande orologio dorato, ricco di ghirigori intarsiati, con cinque lancette che si rincorrevano senza sosta. Luca si chiese a cosa servissero e glielo avrebbe chiesto se lui non avesse esclamato: " Ohibò! è già così tardi! Scusa ma devo scappare. Ci sono tanti altri bambini che mi aspettano! è stato un piacere incontrarti, Luca!" lui si rattristò: " ma non hai ancora risposto alla mia domanda! Come fai a consegnare tanti regali in una notte?Devi andare molto veloce! ". Babbo Natale gli rispose: " Non sono io a correre, piccolo, è la notte a fermarsi." Dopo queste parole, che lasciarono a bocca aperta Luca, cominciò ad allontanarsi. Poi, prima che scomparisse dietro l'uscio del salotto, Luca gli chiese:
" è tutto vero? O questo è solo un bellissimo sogno?". Babbo Natale lo guardò negli occhi per qualche istante, poi gli rispose: " Dipende. Ci credi nei sogni?". E così scomparve nell'oscurità, che per qualche attimo parve offuscare la vista di Luca.
Chiuse gli occhi.
Si sentì scuotere da qualcuno, così li riaprì. Vide sua sorella accanto a lui che lo scuoteva: " Luca! Luca, finalmente ti sei svegliato! Cosa ci fai in salotto a quest'ora?" . Lui cercò di riordinare per un momento le idee: < Babbo Natale deve aver bloccato la notte, come mi ha detto, così che mi sono addormentato e ora sono di nuovo qui.>, pensò. " Aspettavo Babbo Natale!" esclamò lui tutto contento, realizzando solo in quel momento l'intera vicenda. La ragazza si voltò verso il grande abete decorato che troneggiava vicino al camino: " Beh, vedo che è arrivato, ma non credo tu l'abbia visto, dato che dormivi!". " E invece ti sbagli!" ribattè lui tutto contento " L'ho visto, abbiamo parlato! Mi ha spiegato come fa a distribuire tutti i regali. Sai...". Iniziò un lungo racconto mentre lei lo prendeva in braccio per riportarlo in camera sua. Raccontò di quello che aveva visto, cosa si erano detti, e le disse di essere molto felice per essere finalmente tornato a credere in lui. Lei lo assecondava da brava sorella. Conosceva ogni cosa di lui, tanto era forte l'affetto che li legava, ed era stata partecipe del dolore che l'aveva colpito quando aveva fatto quella scoperta, avendolo provato lei stessa anni prima. Poi, giunti nella sua camera, lo mise nel lettino e gli rimboccò le coperte: " Dormi ora, domani è una lunga giornata. Può darsi che stanotte lo sognerai." gli diede un bacio:" Buonanotte". Lui sbadigliò: " Buonanotte".  Stava per uscire dalla stanza quando lui, colto da un improvviso dubbio, la richiamò: " Sorellona!". Lei si girò paziente : " cosa c'è ora?". " Secondo te è stato solo un sogno?". Lei sorrise :" Dipende. Ci credi nei sogni?". Lui non rispose e, sorridendo, cadde in un sonno pacifico, in quella notte di Natale, finalmente con la certezza di sapere cosa esisteva veramente.
Perchè si, lui nei sogni ci credeva.
   
 

   
 
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