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Autore: Echocide    21/12/2016    2 recensioni
Una piccola raccolta di missing moments dedicata alla serie 'Quantum Universe'.
01. Come Adrien e Rafael si conobbero...
A pelle, sentiva proprio che quella sarebbe stata una persona da tenere alla larga: troppo sicuro di sé, troppo sfrontato, troppo…tutto.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Quantum Universe'
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Titolo: Scene
Personaggi: Un po' tutti
Genere: slice of life, generale
Rating: G
Avvertimenti: oneshot, what if...?, raccolta
Wordcount: 1.071 (Fidipù)
Note: Buo
n Natale! Lo so, è presto, mancano ancora 4 giorni ma...beh, quale occasione migliore di questa per augurare Buon Natale? In verità oggi avrei dovuto postare il 2 di Inori (che sta facendo la polvere nel pc, ormai), ma ieri sera ho avuto l'illuminazione divina (manco fossi stata Plagg davanti a una forma di pregiatissimo Camambert) e ho buttato giù questa piccola scenetta, ovviamente a tema natalizio.
Perché è Natale e quindi andava scritto qualcosa sulla festa...
Come ben sapete, questa raccolta non ha un ordine cronologico (vedrò di trovare un modo per non farvi ammattire più di tanto, non preoccupatevi), nel mentre posso dire che questo capitoletto si può inserire tranquillamente tra In the rain e l'incontro fra Adrien e Rafael (Scena 1)...ok, devo assolutamente scervellarmi per trovare un modo e dare un po' di ordine.
Come ho già detto nel primo capitolo di questa raccolta, se avete qualcosa dubbio in mente (della serie: mmmaaa....cosa è successo fra X e Y dopo quella cosa? Ma X come ha fatto a fare questo? Ma quando la finisci di romperci le scatole?), non dovete far altro che chiedere e vedrò di mettere un missing moments anche per quello (perché io ho un po' ne ho, che riempono i buchi e completano la storia del Quantum Universe ma...beh, qualcosa potrebbe essermi sfuggita).
Come sempre voglio ringraziarvi tutti per i vostri commenti, per il fatto che leggete le mie storie, le inserite nelle vostre liste, mi supportare e tutto il resto.
Grazie mille e Buon Natale!



Quando Nathalie era andata a informarlo della visita improvvisa di Marinette, Adrien aveva sentito il cuore aumentare i battiti molto velocemente: le aveva mandato un messaggio, poco prima, chiedendole come avrebbe trascorso il Natale e lei aveva risposto, dopo una buona manciata di minuti, adducendo a un pranzo con i parenti.
Il biondo si alzò velocemente dalla sedia girevole, dando un’occhiata ai suoi abiti e poi guardando lo spiritello che svolazzava per la stanza, tornato allo scoperto dopo che Nathalie era uscita: «Come sto?» domandò al kwami, fermando il suo volo annoiato e attirandone l’attenzione: «Allora?»
«Come ogni giorno?» chiese di rimando Plagg, scuotendo il capo sconsolato: «E’ la tua ragazza. Ti conosce.»
«Sì, ma Marinette è…»
«Incredibilmente imbranata?»
Adrien aprì la bocca pronto a ribattere, ma la porta della sua camera si aprì nuovamente e, veloce, il ragazzo afferrò il kwami, nascondendo dietro la schiena: Nathalie fece segno a Marinette di entrare e Adrien poté osservare la figura infagottata: «C-ciao, A-adrien.» mormorò la mora, scostandosi la sciarpa rosa dal volto e sorridendo timidamente: «D-disturbo?»
«No.»
«Vi lascio soli.» dichiarò Nathalie, squadrandoli da dietro le lenti quadrate e uscendo velocemente dalla stanza, ignara di quanto Adrien la ringraziasse mentalmente.
«Sto soffocando!» sbottò Plagg, liberandosi e volando per la stanza: «Bonjour, Marinette. E’ sempre un piacere vederti.» dichiarò il kwami, volando verso la ragazza e inchinandosi con fare galante davanti a lei: «Posso osare di dire che questo cappotto ti sta divinamente?»
«Il solito marpione.» sentenziò Tikki, uscendo da sotto gli indumenti della sua Portatrice e scuotendo il capo: «Quando mai finirai di provarci con ogni essere femminile?»
«Oh. Tikki.»
«Come ‘Oh. Tikki.’?»
«Ciao, Plagg.» lo salutò Marinette, sorridendogli e allungando una mano per carezzargli il capino: «E Buon Natale.» dichiarò, mettendo la mano in una delle tasche del giubbotto e tirando fuori un pacchetto dalla forma rotonda.
Una forma che voleva dire una sola cosa.
Adrien sorrise, osservando il kwami del Gatto Nero illuminarsi di gioia e prendere il suo regalo: «Per me?» domandò sorpreso, mentre il biondo si chiedeva dove era finito l’essere sarcastico e cinico che conosceva fin troppo bene.
«Per te.»
Plagg sorrise, volando con il suo carico fino al tavolino e scartandolo velocemente sotto gli occhi di tutti: «Camambert! E della marca migliore!» esclamò giulivo, girandosi poi verso Adrien: «Moccioso, questa ragazza è da sposare!»
«Plagg!» esclamò Adrien, voltandosi verso Marinette e notando come il rossore avesse preso possesso del volto: non che gli dispiaceva pensare a Marinette e lui in quei termini, ma aveva ben imparato che con la mora doveva andarci piano…
Fin troppe volte aveva fatto passi indietro per colpa della sua esuberanza.
Marinette era timida, fin troppo.
«Scusalo.» mormorò, grattandosi la nuca impacciato e sorridendole: «Sai com’è…»
«Una lingua lunga.» sentenziò Tikki per i due umani, scuotendo il musetto: «Un qualcuno che parla sempre senza pensare.»
«Tikki, c’è un regalo anche per te.» dichiarò Adrien, avvicinandosi alla scrivania e recuperando la confezione di biscotti natalizi, che aveva preso nel giro di shopping che aveva fatto con Nino, poiché entrambi disperati perché non sapevano che cosa regalare alle loro dolci metà.
«Per me?»
Il biondo annuì, passandole la confezione e osservando la kwami sorridergli calorosa: «Grazie mille, Adrien.» dichiarò, afferrando il proprio regalo e volando verso Plagg, sistemandosi al suo fianco e iniziando a lavorare con la plastica che teneva prigioniero il succulento regalo.
«E questo è per la mia lady.» decretò Adrien, tornando alla scrivania e recuperando un pacchetto finemente incartato, passandolo alla ragazza: «Spero ti piaccia…»
«Per me?» domandò Marinette, facendo vagare lo sguardo dal dono al volto del biondo: «N-non…ecco…io…» la mora scosse il capo, aprendo la borsa che teneva a tracolla e tirando fuori un altro pacchetto: «Per te.»
«Oh.» Adrien sorrise, afferrando il regalo dalla carta scura e sorridendo: «Grazie.» mormorò, mentre la ragazza stringeva al petto il suo dono: «E’ un altro cappello?» domandò, ricordando il primo regalo che aveva avuto da lei e che lui aveva donato a un Babbo Natale, che lo aveva salvato dal freddo di Parigi.
Preferì tralasciare il fatto che quel povero Babbo Natale fu incolpato del suo presunto rapimento da suo padre e dalla ragazza di fianco a lui, finendo poi per essere akumatizzato e seminare un po’ di caos per le strade di Parigi.
Ma tutto si era risolto bene e Adrien conservava un bel ricordo di quel Natale, assieme a una lezione che aveva imparato decisamente bene: mai uscire per le strade innevate con solo una camicia.
Marinette scosse il capo, districandosi con la tracolla e la sciarpa: «F-fa caldo…» mormorò, notando come Adrien stesse seguendo attentamente i suoi movimenti: «E…»
«Beh, abbiamo i riscaldamenti accesi e tu sei tutta imbacuccata.» la riprese scherzosamente il ragazzo, sorridendole: «Posso aprirlo?» domandò, sedendosi sul letto e sollevando il regalo che lei gli aveva fatto.
Al cenno affermativo di Marinette si mise al lavoro sulla carta e, finalmente, tirò fuori il proprio regalo: «Guanti…» mormorò, rigirandosi fra le mani il capo di abbigliamento.
«H-ho notato che giri senza guanti e…beh, ecco…ho pravato…cioè volevo dire provato a farli. Non ho mai lavorato ai ferri e quindi…beh, ecco…volevo…e il colore, ho pensato al grigio perché…»
Adrien scoppiò a ridere, scuotendo il capo biondo: «Apri il mio regalo, Marinette.» dichiarò, voltandosi verso di lei con una luce ilare negli occhi.
La ragazza studiò il volto del giovane, portando poi lo sguardo sul dono ancora fra le mani; titubante si sedette vicino a lui e, non senza qualche difficoltà, aprì il dono: un paio di guanti rosa pastello facevano bella mostra di loro fra la carta natalizia. Marinette sorrise, facendo passare il polpastrello sui fiocchetti rossi che ornavano entrambi: «Non li ho fatti io, ti avviso.» dichiarò il ragazzo, sorridendole: «Però sono di lana, come i tuoi. Anche io ho notato che non li porti mai.»
«Grezia…Ziegra….» Marinette sbuffò, chinando la testa e facendo un respiro profondo: «Grazie!»
«Di niente.» rispose Adrien con un sorriso, infilando uno dei guanti: «Ehi, sono perfetti!»
«Davvero?»
«Sì! Guarda!» Adrien alzò la mano aperta verso di lei, facendole poi l’occhiolino e stringendo il pugno nella sua direzione: «Forza, my lady…è tanto che non lo facciamo.»
«Beh, non c’è più bisogno di…»
«Infila uno dei tuoi guanti.»
Marinette annuì, mettendo la mano nella lana rosa e stringendo le dita, colpendo poi il pugno del ragazzo con il proprio: «Bien joue!» esclamarono in coro, ridendo poi divertiti.
«Buon natale, Marinette.»
«Buon natale, Adrien.»

   
 
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