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Autore: Esca_    21/12/2016    1 recensioni
Ti stupisco sempre, mi dici, e guardare me è come guardare l’orizzonte, che ammiri e cerchi di raggiungere ma sai che non lo farai mai, semplicemente perché non mi conoscerai mai a fondo e passi ogni secondo cercando di farlo.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                       OGNI TANTO

 
Ogni tanto si arriva ad un punto di stallo in cui, alla domanda “Come stai?”, si risponde che va come sempre, senza nascondere o mostrare nulla, se non la quotidianità che ci si è lentamente costruiti attorno, come un tunnel o una sorta di limbo, una fase di passaggio formata da un prima e un dopo.
Il problema di ognuno di questi, però, è che non ne esci se non c’è qualcuno a trascinarti fuori, ed è qui che entri in gioco tu, piccola pianta nascosta, come mi piace chiamarti, che in realtà è una foresta intera.
Sono banale, mi dico, a pensare e scrivere cose simili, questo non è che un amore adolescenziale, tanto semplice quanto le parole che cercano di raccontarlo. Ma tu, qualche volta, mi ricordi che in me la banalità quasi non esiste e che, in ogni caso, averne un po’ è sempre piacevole.
Ogni tanto, capita di trascinarsi a vicenda e di costruire un piccolo luogo sicuro formato solo da noi due e da quello che sappiamo l’un dell’altro, che non sarà mai abbastanza e me lo ripeti sempre.
Ricordo quando ne abbiamo parlato e mi hai lasciato quel qualcosa che nessuno dei due ha saputo definire e che ci ha legati momentaneamente alle rispettive vite dell’altro senza che ce ne rendessimo neanche conto.
Ti stupisco sempre, mi dici, e guardare me è come guardare l’orizzonte, che ammiri e cerchi di raggiungere ma sai che non lo farai mai, semplicemente perché non mi conoscerai mai a fondo e passi ogni secondo cercando di farlo. E io lo vedo, sai? La volontà di sapere il più possibile, del mio corpo e della mia mente, dalle carezze che mi fai per scoprire nuovi punti deboli e ritrovare quelli vecchi, alle domande che mi poni per conoscere le mie opinioni e leggere le mie reazioni.
Ma non è un processo a senso unico: anche io ti studio e ti analizzo, nonostante non te lo dica, scomponendoti come il nostro amato Dexter fa con le sue vittime, per ricomporti in qualcosa di meraviglioso e comprensibile ai miei occhi.
“Ci stiamo distruggendo a vicenda” ti ho detto. “Aspetto solo che tu lo faccia” mi hai risposto.
Tempo fa eri completamente perso nella metafora dell’orizzonte e vedevi il bicchiere mezzo vuoto, come sempre. Ma qui non ci sei solo tu, ti dicevo, ci siamo dentro io e te, come Olivia e Fitz, e tu cammini verso l’orizzonte convinto che non lo toccherai mai. Prima o poi, però, ti girerai per un qualsiasi motivo e mi troverai esattamente accanto a te a cercare di raggiungere un altro orizzonte, identico a quello che tanto cerchi, che altro non è che te.
                                                                                                              
                                                                                                                                 21 Dicembre 2016
  
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