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Autore: astra238    21/12/2016    2 recensioni
[Dal testo] Ma come si fa a chiedere una cosa del genere? Come ti è venuto in mente di chiedermelo?
“Yuri?”
Non faccio caso a chi sia entrato, a chi mi abbia disturbato, a chi mi stia vedendo piangere a terra. No, non mi interessa. Fa così male… Perché?
La mia mente è di nuovo altrove, proprio lì, dove non dovrebbe essere…
[Questa oneshot è stata ispirata dall'idea che avevo sempre avuto per il finale di questo anime meraviglioso :D Spero vi piaccia]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Victor Nikiforov, Yuuri Katsuki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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  L'Ultimo Addio...
 
 
Mi chiamo Yuri Katsuki, ho venticinque anni ed ho appena appeso i pattini al chiodo, concludendo la mia carriera di pattinatore artistico per sempre.
Non sono mai stato capace ad annodare la cravatta, ma non ho intenzione di lasciarmi aiutare da mia madre.
La vedo richiudere la porta dal riflesso dello specchio che ho di fronte. Ci riprovo.
Nulla.
Faccio passare per l’ennesima volta la stoffa nel punto sbagliato… ed improvvisamente, un impulso insensato s’impossessa delle mie mani. Stringo. Stringo forte. Ancora più forte, fino al punto di farmi male. Vorrei continuare, senza smettere di fissare la mia faccia che pian piano diventa sempre più rossa. Basterebbe qualche istante, basterebbe fare ancora un po’ di pressione… Tutto finirebbe in breve: forse dapprima sverrei o forse, se la presa fosse abbastanza forte, potrei semplicemente soffocare.
Ma lascio andare.
Porto la mano alla gola, cercando di riprendere fiato e, senza potermi fermare, la vista si appanna: sto piangendo. Un idiota che piange…
Lascio cadere quella stupida cravatta e mi siedo lì, nel bel mezzo della stanza. Mi rannicchio, non avendo neanche le forze di restare in piedi e dopo tre giorni, sfogo il mio dolore.
Lo so, te lo avevo promesso.
Ma come si fa a chiedere una cosa del genere?
Come ti è venuto in mente di chiedermelo?
Yuri?”
Non faccio caso a chi sia entrato, a chi mi abbia disturbato, a chi mi stia vedendo piangere a terra. No, non mi interessa. Fa così male… Perché?
La mia mente è di nuovo altrove, proprio lì,dove non dovrebbe essere…
 

 
Ricordo che il sole era al tramonto; sembrava salutarci, pittando il cielo con colori meravigliosi.
Poggiato sul muretto, lui sorrideva.
Al di là del Grand Prix, mi sentivo felice, così felice che avrei voluto affacciarmi e gridarlo all’oceano interno. Abbassai lo sguardo alla sua mancina, dove l’oro scintillava a quegli ultimi sprazzi di luce diurna.
È bellissimo, vero?”
Tornai velocemente a guardare il mare,dritto davanti a me.
Sì…”
Lo udii sospirare, ma non mi voltai, temendo di essere sorpreso a fissarlo per l’ennesima volta.
Devo parlarti, Yuri”.
A quel tono, tuttavia, non potei far altro che guardarlo.
Dimmi” sorrisi, stringendo le dita attorno la stoffa del giacchetto.
Victor non ricambiava il mio sguardo: i cristallini erano ancora là, immersi nel panorama, o chissà, forse in qualcosa più in là. Rimase in silenzio per una manciata di secondi, lasciando appesa la mia curiosità ad un filo. Così, scioccamente, ero subito volato nelle mie fantasie, ridendo dentro me per l'entusiasmo che cresceva. Mi avrebbe chiesto di sposarlo. Lo sapevo. Era così. Oppure, di andare a fare un viaggio insieme, soli! O magari di voler tornare a pattinare: lo avrei seguito fino in capo al mondo, questo era ovvio. Sì! Oppure…
Sto morendo, Yuri”
Il castello di sogni andò in pezzi, facendo rimbombare il rumore dei suoi vetri infranti nella mia testa.
Ma abbiamo appena mangiato!” ridacchiai. Così come incrementava la costruzione dei miei castelli, così li faceva crollare con le sue solite uscite fuori luogo.
Victor finalmente mi concesse il suo sguardo.
Come lame affilate, i suoi occhi mi trafissero, mi fecero male e spensero il mio sorriso istantaneamente.
Non disse nulla, mentre mi prendeva e stringeva tra le sue braccia. Restai fermo, immobile, paralizzato e l’orrida consapevolezza si avvinghiò attorno al mio cuore, iniettadovi il suo veleno.
Scusa” mormorò, dopo forse qualche secondo.
Vi...Victor, che stai dicendo?” riuscii a biascicare.
La sua stretta si fece più decisa, ma poi, fui lasciato andare ed il calore dolce del suo corpo abbandonò il mio.
Cercai il suo viso, ritrovandomi a guardare le lacrime che rigavano la pelle diafana.
Volevo dirtelo. Avrei dovuto farlo prima, ma… con la gara io… non volevo che…”
CHE STAI DICENDO?” gli urlai contro, spingendolo via.
Non rispose, abbassando lo sguardo alle sue mani.
Victor?”
Iniziò a rigirare l’anello attorno l’anulare.
Vic…?”
Lo sfilò, facendomi ammutolire.
Non saprei descrivere con certezza il macigno che mi cadde addosso, ma ricordo bene di non essere stato in grado neanche di piangere. Non ci riuscii. Non volevo neanche lontanamente prendere sul serio quelle parole assurde. Non era possibile.
Non è giusto che io lo tenga, Yuri” mormorò con voce rauca.
Mi prese la mano e vi poggiò la sua. Sentii il freddo metallo a contatto con la mia pelle, illogicamente pesante.
Hai una vita meravigliosa davanti a te… Non voglio che rimanga legata alla mia” aggiunse.
Arretrai, interdetto, spostando lo sguardo da lui all’anello nella mia mano.
Non riuscivo a respirare, qualcosa mi bloccava la gola, così ferreo e crudele da volermi uccidere.
Non dirai sul serio, vero? Se… se è uno scherzo io giuro che…” dissi stupidamente.
Victor scosse il capo, scuotendo i fili d’argento al vento.
Mi spiace, Yuri” disse ancora.
Arretrai di un altro passo, sentendo le gambe cedermi.
Ogni cosa, però, si ricollegava, pezzo dopo pezzo, nel quadro inquietante delle circostanze.
Dentro di me, rinacquero i germogli di quell’atroce consapevolezza; frasi di un passato recente che mi gridavano in faccia la verità delle sue parole…
I capelli che cadono, la sua stanchezza, la scelta, per i più assurda, di abbandonare le gare per fare da coach ad un povero fallito in Giappone.
Il puzzle era completo e sudava sangue.
Perché…?” sussurrai, cercando disperatamente ancora una speranza di bugia nei suoi occhi “Perché, Victor?”.
Ho un cancro”
Mi ressi al muretto con la mano libera, per non cadere.
No…”
I medici avevano detto che c’era la possibilità di un…”
No”
... miglioramento, ma non ho voluto la chemioterapia, perché …”
NO!”
Mi venne da rigettare e lasciai cadere la promessa della nostra felicità dalla mano. L’anello rimbalzò a terra con un rumore secco, disturbando il silenzio che si era andato a creare.
Smisi di guardarlo, non potendo sostenere un altro istante di più il suo viso deformato dal pianto.
Non avrei mai pensato che…”
Lo interruppi: “Che cosa? Che non dicendomelo mi avresti fatto del bene? Che quando sarebbe giunto questo momento io ti avrei abbracciato e detto che ti sarei stato vicino come…?”
Fui interrotto a mia volta.
Victor mi afferrò per la giacca, costringendomi a voltarmi di nuovo verso di lui.
...Che mi sarei innamorato, Yuri”
La rabbia ribolliva nello stomaco, ma il dolore era così forte da attenuare quell’istinto. Riuscii a deglutire, ma poi non mi potei trattenere: scoppiai in lacrime.
Oh, Yuri…”
Mi lasciai avvolgere ancora una volta dalle sue braccia, affondando la testa nella spalla.
Perché… perché…?”
Ti amo, Yuri.” stava piangendo ancora. Non so per quanto tempo restammo così, stretti nell’abbraccio più bello e brutto della mia vita.
Raccolsi la forza di scansarmi e chinarmi a terra. Presi l’anello e mi rialzai.
Questo è tuo” sussurrai, tirando su col naso. Il cuore mi martellava il petto, quasi a voler uscire fuori… Non ne poteva più. Non poteva sopportare un dolore simile.
Yuri…”
Io non ti lascerò andare, Victor. Io starò con te…” balbettai “...fino alla fine”.
Il bip bip mi rimbomba nelle orecchie. L’odore dell’ospedale sembra appestare la mia stanza. Dolore. Troppo dolore.
Qualcuno si è avvicinato e si è seduto accanto a me. Alzo appena il capo, per vedere gli occhi verdi di Yurio, arrossati.
Dobbiamo andare…” mormora.
Fa così male”
Lo so…”
 
 
[Odi et Amo, quare id faciam, fortasse requieris nescio sed fieri sentio et excrucior.]


Note:

Ciao a tutti!
Beh che dire? Ho sempre pensato che sarebbe finita così
(anche se lo temevo da morire... Lo so sono una contraddizione vivente ^^'')
Ho amato questo anime come non mai e devo ringraziarlo... Sì.
Dopo dieci anni di stop, guardare questi personaggi, il loro amore, la loro passione per il pattinaggio,
mi ha fatto trovare il coraggio di rimettere i pattini e tornare in pista.
Quindi questa con questa seconda oneshot,
dedico un saluto a tutti i miei lettori,
ma soprattutto un inchino a questo splendido anime
<3
 
   
 
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