Questa breve storia contiene dei pensieri random di Arizona in seguito al trasferimento di Callie insieme a Penny.
Spero che sia di vostro gradimento, fatemi sapere cosa ne pensate con una recensione!

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È come quando sei continuamente circondata da persone, conoscenti o amici, familiari o estranei, ma loro, chiunque essi siano, continuano a non vederti. 
Ti salutano, scambiano con te cenni amichevoli, si lamentano delle loro vite imperfette anche quando nelle loro vite di imperfetto non c'è niente.
Vorrei urlare, vorrei riuscire a rompere questa campana di vetro che mi separa dal mondo, ma la verità è che questa campana me la sono costruita da sola.
Posso urlare fino a perdere la voce, ma nessuno potrà mai aiutarmi ad uscirne. Solo io ne sono in grado.
Ma voglio veramente uscire da questa campana?
Uscire significherebbe affrontare la realtà, ed io non voglio. Non voglio accettare il fatto che la donna che amo, e che probabilmente amerò per tutta la vita, la donna che ho amato come nessun'altra, non sia più mia.
Uscire dalla campana di vetro, uscire da questo rifugio così sicuro, così caldo, significherebbe aprire gli occhi ed accettare il fatto che Callie si stia costruendo una nuova vita, in un'altra città, con la sua nuova compagna e con nostra figlia.
Non mi ero resa conto di averla persa fino al momento in cui l'ho effettivamente persa.
La guardavo, in tribunale, mentre lottavamo per la custodia di nostra figlia, e nei suoi occhi io non riuscivo a vedere quel calore, quella semplicità, di cui mi ero innamorata.
Il suo sguardo mi ha gelato. Credo sia da quel momento che io abbia iniziato a costruire questa campana di vetro attorno a me: il momento in cui mi sono resa conto che lei non mi amava più.
Il momento in cui ho preso atto del fatto che lei sarebbe stata capace di tutto pur di vincere la causa.
Il momento in cui lei mi guardava, ma non mi vedeva.
Per lei non ero più Arizona, la sua Arizona, la donna che per anni era stata al suo fianco, la donna che tempo prima aveva baciato in uno sporco bagno di un bar, la donna con cui mangiava pizza a letto e con cui ballava nell'appartamento, la donna con cui aveva pianto, riso, strillato, ma nonostante tutto ciò non aveva mai smesso di amare.
No, quella donna non c'era più. O meglio, c'era ancora, ma Callie non sembrava in grado di vederla, di riconoscerla.
In quel momento ho iniziato a costruire questa campana di vetro, per proteggermi, perché sapevo che, in un modo o nell'altro, comunque sarebbe andata a finire la battaglia legale per la custodia di Sofia, io avrei perso la mia Callie.