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Autore: GiulioSicurella    23/12/2016    1 recensioni
"...Ripensó a quel sogno, pensó a quanto sarebbe stato mitico poter vivere avventure del genere invece che venire sgridati alle superiori da una vecchia strega che sicuramente trascorreva la vita con una trentina di gatti e serie tv degli anni 80.
Un giorno tutto sarebbe stato diverso, avrebbe avuto anche lui l'occasione di prendere il mano il suo futuro e trasformarlo in qualcosa di straordinario, sapeva di averlo nel sangue!..."
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Sveglia, coraggio!"
Il fruscío improvviso delle tende e l'irrompere delle prime luci del mattino nell'intera stanza distolsero il Principe dal sonno ancora piú prepotentemente di quanto non avessero appena fatto le parole di sua madre che, come se non bastasse, si sedette ai piedi del letto facendolo svegliare del tutto e anche preoccupare: L'ultima volta che aveva vissuto una scena del genere fu quando lei, seduta allo stesso posto, gli diede la notizia dell'improvvisa morte del padre; Erano passati appena un paio di anni da quel momento ma ritrovarsi, anche se per pochi minuti, in quella stessa situazione lo fece rabbrividire. Cosa poteva essere successo questa volta?!
Ci volle qualche istante prima che il suo cervello ordinasse al corpo di muoversi e mettersi seduto, lunghi attimi nei quali la donna stette in religioso silenzio, con uno sguardo misto tra dolore e sconforto.
Le cose per loro non sono mai andate benissimo; Erano pur sempre una famiglia reale si, ma una famiglia reale non regnante, i loro titoli erano del tutto onorari.  Abitavano alcune sale del Castello da generazioni, per puro buon cuore dei veri monarchi del Regno Unito. La donna che aveva di fronte non era una Regina Madre ma lui, anche se non ereditario, era un Principe del Sangue: Discendente per via mascolina in linea dinastica di quelli che secoli prima erano i Sovrani regnanti di Scozia.
Le cose sono poi degenerate con la morte di suo padre, lui e sua madre hanno dovuto rimboccarsi le maniche e andare avanti, anche contro chi ha sempre remato contro i loro agi e il loro rango.

"Devo preoccuparmi?" Chiese interrompendo il silenzio, facendo smuovere qualcosa negli occhi di sua madre.
"Cosa ti fa credere che ci sia qualcosa di cui preoccuparsi?" Rispose lei, e il Principe non sapeva se interpretare quelle parole con sarcasmo o con urgente timore. Optó per la seconda e taglió corto "Perché ti conosco e ricordo perfettamente l'ultima volta in cui ci siamo trovati in questa situazione.. Credo che ormai sia diventato il tuo metodo per darmi pessime notizie, quindi andiamo dritti al punto".
Prese giusto un paio di respiri profondi, prima di guardare il figlio dritto negli occhi, occhi ancora troppo giovani, troppo ingenui e che del mondo avevano visto ancora troppo poco.
"É il tuo compleanno oggi" Disse quasi con lo stesso dolore con cui anni prima lo informó della morte del padre.
"Stai scherzando?! Hai messo in scena questo dramma soltanto per  ricordarmi del mio compleanno? Ok, sono appena diventato maggiorenne, ma non per questo devi preoccuparti cosí tanto, cioé.. Mica ti sbatto fuori dal Castello e ci costruisco un Casinó di lusso, andiamo!" Rise, pensando a quanto lei avrebbe davvero potuto adirarsi per l'apertura di un Casinó, lo avrebbe perseguitato persino dopo la morte per una cosa del genere, senza contare che i giornali avrebbero preso la palla al balzo per gettare fango addosso al loro povero nome di famiglia.
Mise fine a quell'inappropriata e fragorosa risata quando notó che lo sguardo della donna non cambió nemmeno per un istante, la situazione doveva essere davvero seria allora!
Lei si avvicinó e posó la sua mano su quella del figlio, piú che mai confuso da quella situazione, l'aria era satura di parole non dette e di silenzi troppo a lungo perseverati, ma che stavano per essere spezzati per sempre.
"Il mondo in cui viviamo é sempre stato misterioso e continuerá ad esserlo anche dopo la nostra conversazione; Certi segreti, certe realtá sono.. Sono semplicemente troppo grandi e troppo lontane da tutto quello che dovrebbe concernere la vita di ragazzino, lo so bene. Tuo padre non era che questo quando lo conobbi: Un ragazzino con troppi sogni, proprio come sei tu adesso. Era una delle persone piú solari che io abbia mai incontrato prima che tuo nonno facesse a lui il discorso che sto per fare io a te in questo momento; Ho visto come lui é cambiato, sono stata al suo fianco quando tutto nel suo mondo divenne buio all'improvviso.. L'ho tenuto per mano passo dopo passo, decisione dopo decisione e voglio che tu sappia che per quanto mi sará possibile faró lo stesso con te Philip. Io non c'entro nulla in tutto questo e ho avuto bisogno di tantissimo tempo per capire e accettare questa realtá, quindi comprendo che forse anche tu avrai bisogno di tempo per metabolizzare la situazione, anche se senza la presenza di tuo padre tutto sará molto piú difficile per entrambi."
Si prese un attimo per cercare di decifrare quell'incipit spropositato, sua madre sperava con tutta se stessa che lui sapesse leggere tra le righe, perché tra quelle parole c'era sicuramente un discorso di fondo che lottava per saltare fuori, che la donna sembrava non aver il coraggio di pronunciare, ma davvero non riusciva a capire dove lei volesse arrivare.
"Mamma cosa stai cercando di dirmi? So per certo che sotto questo discorso assurdo si nasconda qualcosa di serio, ma mi duole informarti che non ci arrivo, non alle sette del mattino, non in questa situazione cosí surreale, dovrai essere piú chiara se vuoi aiutarmi a capire." Chiese, i suoi occhi erano colmi di innocenza e di cosí tante domande, non desiderava che avere delle risposte.
"Ricordi le storie sulla nascita del nostro Regno e sull'ascesa dei tuoi avi? Quei mostri di cui avevi cosí tanta paura, le voci su quel patto malvagio fatto dal primo del nostro nome in cambio di potere e vittoria.. Ricordi tutto questo? Magari saremo dei pazzi, ma non siamo mai stati dei bugiardi, nemmeno su cose del genere."
Il Principe sembró storcere il naso e inclinare appena la testa di lato, chiaro sintomo della sua piú che totale confusione, quindi decise di tagliare la testa al toro, uscendo dalla tasca interna della giacca un quadernetto di pelle dall'aspetto davvero antico, ma ben tenuto.
"I Pendleton-Bower se lo tramandano da generazioni con il massimo segreto, apparteneva a William Pendleton I, colui che trionfó contro quei mostri nel XIII secolo. Noterai al suo interno un cambio radicale delle annotazioni, che tuo padre sosteneva essere dovuto al punto in cui venne maledetto per salvare la nostra terra. Sicuramente sfogliarlo ti aiuterá a credere in tutto questo, magari ti spaventerá, magari no, sta a te decidere come interpretare queste pagine."
Si fermó, allungó il diario al figlio che, scettico piú che mai lo prese fra le sue mani. "So che la nostra famiglia é sempre stata diversa dalle altre, é una cosa che ho sempre.. Percepito, diciamo, ma mamma questo é troppo, é surreale e ridicolo e se stai cercando di fare la spiritosa con qualche spropositato rito di passaggio smettila, mi stai terrorizzando!". I suoi occhi non erano piú cosí innocenti, erano spaventati, erano arrabbiati; Cosa stava succedendo? Sua madre davvero credeva che una storia del genere potesse essere divertente o addirittura credibile?!
"Philip, sai che da quando tuo padre é scomparso é scomparsa anche quella parte di me: Non rido piú, non scherzo piú e anche se lo facessi MAI scherzerei su una cosa del genere, soprattutto in un momento del genere, credimi tesoro".
Quale momento? Cosa stava per succedere e cosa sua madre ancora non gli voleva dire? Doveva saperlo!
Fece un cenno con la mano, come per invitarla a continuare quel discorso pazzesco. Una cosa era certa: Prima avrebbero finito e prima avrebbe potuto farsi una doccia calda e buttarsi quest'assurdo risveglio alle spalle!
Prima che sua madre aprisse bocca qualcosa cambió nel suo sguardo, diventó autoritario, quasi intimidatorio, poi continuó "Anche se non vuoi credere a questa storia la vita continua a fare il suo corso, cosí come la maledizione legata al tuo sangue". Ma di cosa diavolo stava parlando? Credeva davvero alle parole che diceva o era tutto uno scherzo? Prima che potesse interromperla peró lei continuó senza esitazioni.
"Non potrai piú lasciare il Castello da adesso, é troppo rischioso e questo edificio é talmente carico di magia che funge da catalizzatore per la maledizione: Il tuo sangue é la chiave che rende possibile trattenere quei mostri nella realtá a loro assegnata. Se dovessi mai lasciare il Castello la situazione potrebbe degenerare e in breve tempo dovremmo dire addio al mondo che conosciamo. E non puoi, non devi, parlarne con nessuno mai, se non ai tuoi figli quando anch'essi raggiungeranno la maggiore etá".
Fra tutte le parole che disse l'unica che fece scattare qualcosa in lui fu 'magia'. Era la prova che quello era uno scherzo.. Come poteva non esserlo? Ok, suo padre non aveva mai lasciato il Castello in vita sua e ricordava perfettamente che era solito dirgli con aria misteriosa che tutto sarebbe cambiato in modo incredibile quando sarebbe diventato un uomo, ma questo era troppo!
Decise di non voler sentire piú una sola parola riguardo mostri, antenati posseduti, magia e sangue maledetto: Si alzó di scatto dal letto e senza guardarsi indietro uscí dalla stanza lasciando da sola sua madre, che nel frattempo si era abbandonata alle lacrime. 

Rimase seduta ai piedi dell'enorme letto per una decina di minuti, godendo della luce del giorno che irradiava la coperta bordeaux trasformandola in un rosso talmente vibrante da brillare. Una cosa la notó peró: Non c'era traccia del diario di William.. Nella fuga il Principe doveva averlo portato con sé.
Tiró un sospiro di sollievo "Forse per noi c'é ancora sper-"
"LADY BOWER! LADY BOWER!!" Le urla di un uomo la fecero tornare alla realtá con una prepotenza terribile. Era Potts, uno dei maggiordomi, nonché la persona di cui la famiglia Reale si fidava di piú.
L'uomo corse fino al letto a baldacchino con aria terrorizzata. "Potts, ma che-" Chiese lei alzandosi con le gambe tremolanti.
"Lady Bower, ci ho provato ma mi ha spinto contro la credenza dei cristalli, per poco non ci lasciavo le penne, sono riuscito a malapena a supplicarlo di fermarsi ma niente, non ci sono riuscito. Gliel'ha detto, vero?" Concluse alla fine, osservando il panico prendere spazio negli occhi della donna, che annuí con amarezza e rassegnazione.
"Mi sono a malapena accorto del diario che aveva con sé.. É riuscita a parlargli anche di quell'altra cosa ch-" Ebbe appena il coraggio di chiedere, ma non il tempo di finire la domanda, prima che lei lo interruppe "No, e poi non ne siamo nemmeno sicuri, non ho avuto il cuore di riempirlo di ulteriori dubbi quando siamo noi i primi a non sapere che strada prendere, Potts. Adesso dobbiamo trovarlo e riportarlo qui, anche con la forza.. Nessun Bower ha mai lasciato il castello in ottocento anni" concluse con le lacrime che lottavano per scivolare via dai suoi occhi.
"Non so nemmeno quanto tempo abbiamo prima.. Prima che loro arrivino".

Le ultime parole di Lady Bower riechegiarono nell'aria come la piú oscura delle minacce, lasciando nei volti dei due nient'altro che il terrore, terrore puro.
Ma era vero.. Da qualche parte, nascosti nell'ombra, loro si stavano muovendo. Stavano per arrivare, e la loro unica possibilitá era appena scomparsa nel nulla!
   
 
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