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Autore: Marina94    23/12/2016    3 recensioni
"Tu invece...continui a osservarmi. E in quello sguardo sconvolto riconosco il mio compagno di un tempo. Ricordo, Dottore. Ricordo quando eri Oswald. E io ero Jack, un Jack che in fondo non è mai esistito, ma che tu non riesci a lasciare andare."
Una piccola oneshot su Jack e Oswald...in Doctor Who!AU. Due Signori del Tempo, numerose vite vissute, numerose perdite, e un legame che alla fine è impossibile da cancellare, nonostante la mente di Jack sia devastata dalle possibilità, dal tempo, talmente infinito da renderlo...vuoto.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jack Vessalius, Oswald Baskerville
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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~~★Iniziativa: Questa storia partecipa al contest “Christmas Game – Puzzle Time” a cura di Fanwriter.it!
 ★Numero Parole: 1422
 ★Prompt/Traccia: Doctor Who!AU

 

The sound of Drums.

 


Alloora. Spiegazioni necessarie per chi non conosce la serie tv con cui sono andata a organizzare il crossover, Doctor Who.
Doctor Who parla di un alieno, il Dottore, appartenente alla razza dei Signori del Tempo, del pianeta Gallifrey, che tuttavia sono stati distrutti da una Guerra contro un'altra razza aliena. Lui è, a quanto sembra al'inizio, l'unico rimasto, e viaggia per il tempo e per lo spazio nella sua macchina del tempo, il TARDIS, solitamente accompagnato da companions umani o alieni, ma prevalentemente umani. Ha la capacità di rigenerarsi, ovvero di cambiare volto e aspetto quando è in punto di morte, per un massimo di 12 rigenerazioni.
Il Maestro è....un altro Signore del Tempo, che è tuttavia impazzito quando è stato posto, come ogni bambino di quela razza, davanti al Vortice del Tempo, contenente tutti gli universi e tutte le possibilità, sui cui un Signore del Tempo dovrebbe vegliare. Da allora, è persuitato da un'incessante rumore di tamburi nella testa.
Lui e il Dottore erano amici d'infanzia, ma sono stati separati dagli eventi e dalla follia del Maestro, che lo ha portato a cercare più volte di sovvertire l'ordine del'universo e a opporsi al Dottore. Il loro legame è molto complesso, doloroso e sfacettato, troppo complesso per essere spiegato qui davvero, però...osservando Jack e Oswald, non ho potuto che fare un paragone, e da questo è nata la oneshot, che si basa su un episodio della serie, in cui il Maestro e il Dottore si trovano faccia a faccia per la prima volta dopo la guerra che ha distrutto il loro pianeta.
e...nulla, spero questo basti. Buona lettura!




 

Il dolore colpisce secco, e per un istante, nella mia testa c'è spazio solo per quello.
Per un istante, c'è silenzio. Il tuo urlo arriva da molto lontano, e ti vedo correre verso di me, figura indistinta anche quando mi prendi fra le braccia.
Che strano. Io, il Maestro, quasi ad un passo dal governare l'universo e il destino, il mio, il tuo, quello di tutti i miseri umani...ucciso da un semplice colpo umano, di una donna di cui neanche so il nome.
Perché so che è la fine. Anche se tu non vorresti.
《...ack! JACK!  JACK!!》 la tua voce urla disperata. Ma quello non è il mio nome, non più. Ora sono il Maestro, colui che dominerà l'universo, solo per dare ascolto al rumore incessante nella mia testa, solo per sentirmi vivo, di nuovo, come quando c'era lei. Sono finiti i tempi in cui rispondevo al nome di Jack, lo urla tutto, lo urlano i nostri corpi ora più giovani di allora, lo urla il suono nella mia testa che è ancora più forte. E lo urli anche tu, con quel nuovo nome a cui hai scelto di rispondere.
《Oh mio dio...》 mormora la ragazzina che ti accompagna. Lottie, giusto?
Si. È una marionetta carina, devo riconoscertelo. E deve essere innamorata perdutamente di te, per aver girato in lungo e in largo quel vostro mondo solo per riabilitare la tua memoria.
《Dottore...》continua.
E nonostante il dolore rido, rido come ho sempre fatto, di una risata che non supererà mai il suono martellante che mi perseguiterà da sempre, una risata priva di identità, come me.
Dottore, eh? Ora ti fai chiamare così, mentre mi fissi con quello sguardo sconvolto, ma che ha molto della tua precedente espressione glaciale. Ti riconosco ancora. Nonostante tu abbia persino abbandonato il soprannome che avevi scelto su Gallifrey, Glen. Nonostante tu ti stia appassionando così tanto a questi...umani. scommetto che ora ti tornerebbe comodo anche il modo in cui avevi tagliato il tuo nome, eh, Oswald?
Ah, ma naturalmente non lo faresti mai.  Vuoi tagliare i ponti da Gallifrey, dalla guerra, da quello che hai causato. Da lei.
Ma non potrai mai.
Esattamente come me, sei legato a tutto quello che è successo. E non sei cambiato di una virgola.
Io si.
Ma in fondo, io forse non sono mai esistito.
Te lo ricordi? Ti ricordi l'Accademia, ti ricordi i tamburi?
Te li ho fatti sentire, una volta, e mi hai guardato sconvolto, osservando vacuo il sorriso che ancora regnava sul mio viso. Che non è mai andato via.
E alla fine non avevo altro, in realtà. Perché Jack, quello che conoscevi, non è mai esistito, è sempre stato soffocato da quei tamburi martellanti. E tu lo sai. Mi hai sempre guardato cercando di capirmi, di vedere al di là del sorriso felice, del giovane Signore del Tempo interessato ad ogni cosa, di leggere i miei occhi, come fai con tutti, sempre. Ma non ce l'hai mai fatta.
"Acqua" mi soprannominavi, poichè non riuscivi a vedere il mio vero io, ma solo qualcosa di vacuo, mutevole. Una limpida distesa trasparente.
Ma al di là della superficie quieta, c'è sempre stata una tempesta così forte da impedire che qualsiasi cosa infrangesse lo specchio tranquillo.
E l'hai capito troppo tardi. O non hai mai voluto capirlo. Probabilmente neanche ora, mentre mi osservi sconvolto.
Già, Dottore. Non puoi scappare per sempre. Non sei solo, esatto. Ci sono anche io. Il passato ritorna.
Nel mio caso, però, non è mai andato via. Passato, presente e futuro, fusi insieme in un vortice che martella senza tregua.
Ma puoi stare tranquillo. Continua a correre. Continua a scappare, come l'ultimo della tua razza.
Te li ricordi i nostri compagni, anche se hai cambiato nome, volto, storia? Ti ricordi lei? Era tua sorella.
Eri un fratello. Anche per me. Ma lei è morta. Lei, che era l'unica che ponesse in qualche modo fine a quel rullo incessante che governa la mia mente. Tu sei scappato e lei è morta. Non l'hai mai meritata. E io volevo riportare indietro Gallifrey, riavvolgere il tempo, riavere lei. Riuscire a superare quel punto fisso creato dalla tua codardia, perché i tamburi nella mia mente hanno sempre ignorato ogni regola, e anche io mi rifiuto di piegarmi alle leggi del tempo.
Non sono uno di voi. Non lo sono mai stato, probabilmente.
Sono una stortura, sono uno specchio rotto e vuoto.
 E allora perché dovrei accettare delle regole, se nemmeno il Tempo è stato alle regole con me? Quel vortice incessante, in cui ho guardato come ogni bambino, che ha assunto un roteare ritmico, mentre in lontananza iniziava un suono tamburellante, che non mi avrebbe più abbandonato, mai più.
Tutto quel tempo, tutte quelle possibilità. Sono mie. Sono il Maestro, sono colui che le riavvolgerà e riporterà indietro il mondo che _tu_ hai lasciato morire, che riporterà lei.
Solo con lei avevo sollievo, anche se non ho mai capito quale fosse il mio sentimento per lei...Non so neanche se ho mai conosciuto quelli che tutti chiamate sentimenti.
Ma mi dava tregua. Mi faceva sentire silenzio.
Un silenzio che non c'è nemmeno ora, con il dolore che pervade tutto il mio corpo, senza via di scampo, e le tue braccia che mi sorreggono, la tua espressione inconfondibile, nonostante il corpo diverso. Ora sei un ragazzino, capelli sempre scuri e occhi che, devo ammetterlo, hai scelto con cura. Sono belli. Quasi ricordano il Vortice del Tempo...quasi, fissandoli, i tamburi aumentano. Sempre di più, sempre di più. Non ho mai avuto tregua.
《Jack...rigenerati! So che puoi ancora farlo...per favore! Per favore, rigenerati! Possiamo...fare ancora tanto. Siamo gli unici rimasti!》
Mi concedo di ridere.
Sul serio? E passare l'eternità imprigionato con te, nel tuo TARDIS,  quei giocattolini umani con cui ora ti accompagni a farmi la guardia, e il rumore martellante a tenermi sempre sveglio e mostrarmi tutte le possibilità che non posso cogliere? Per favore.
《Sarebbe un inferno.》 È vero, amico mio.
Amico...Ma ho mai avuto amici? Legami? Alla fine...una persona vuota come me non può averne. C'era lei, che placava, in parte, il suono nella mia mente, c'eri tu, forse, che hai cercato di capire me e quel mio tormento...Ma ora sarebbe solo distruttivo. Non sono fatto per essere bloccato.
Acqua, mi chiamavi.
E l'acqua non la blocchi. È mutevole, potente, subdola e molteplice. Come me.
《Rigenerati! RIGENERATI!》 Ormai stai urlando. Dovrei...cambiare corpo? Perché? Questo mi piace. Sembra una versione più piccola di quello che ero. Quasi a ricordarmi i tempi passati....tempi in cui già non potevo fuggire dal suono nella mia testa.
Rigenerarmi....ed essere in tua mano?
La ragazzina umana dai capelli rosa mi osserva. Deve aver capito prima di te che non c'è speranza, se non metto in atto un trucchetto da Signore del Tempo. E deve aver capito anche che non lo farò. Probabilmente lo spera. Non ha torto.
Tu invece...continui a osservarmi. E in quello sguardo sconvolto riconosco il mio compagno di un tempo. Ricordo, Dottore. Ricordo quando eri Oswald. E io ero Jack, un Jack che in fondo non è mai esistito, ma che tu non riesci a lasciare andare.
《Rigenerati...per favore...RIGENERATI!》 non dovresti urlare così. Nella mia testa c'è già rumore.
No, Oswald, Glen, Dottore....in qualsiasi modo tu voglia farti chiamare.
Non vincerai. Sarebbe facile. Sono ancora il Maestro. Quello che domina il proprio tempo e quello altrui.
Non perderò.
Il dolore è forte, sempre di più, si dirama per tutto il corpo e raggiunge la mia testa, diventando più forte del dolore.
sta arrivando il vuoto. Sarai di nuovo solo. Potrai di nuovo scappare.
Ma non dimenticherai. Nulla.
 Non dimenticherai come mi hai ritrovato, perso, come mi hai...guarito, assistendo poi al mio piano, alla mia idea di riportare indietro Gallifrey, riavere lei, cominciando con il prendere il controllo del mondo.
Non dimenticherai come ho distrutto il tuo nome, e come la tua ragazzina l'ha riportato alla vita. Hai distrutto anche lei.
Non dimenticherai come mi hai visto morire, senza poter fare nulla, come tutta la sua stirpe.
Il buio ha la meglio su di me, e per un istante, mentre sento una tua lacrima cadere sul mio viso -hai pianto allora? Hai pianto sapendo che la tua gente era morta? Che lei era morta?-, nella mia mente regna il silenzio.
Totale.
Sorrido, e forse, per la prima volta, è un sorriso rilassato, cullato dai tuoi mormorii spezzati.
《Ho vinto.》


 

Angolo autrice:
Sono fuori di testa? oh si.
Nerd in modo irrimediabile? Assolutamente si.
Amante dell'angst? Beh...direi che ci avete preso di nuovo.
Però ecco, stavo ascoltyando una canzone dei Chamaleon Circuit e..pensare a questa scena, in questa AU, è stato fulmineo. Ho scritto di getto. Spero possa piacere. Per chi conosce la serie e se lo stesse chiedendo...si, Lottie è una specie di Martha Jones.
Lacie invece non ha un corrispettivo, ovviamente, ma...non potevio non inserirla. Spero che qualcuno legga...e magari recensisca çwç
Marina94

  
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