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Autore: MaryFangirl    23/12/2016    0 recensioni
Ian scopre che Mickey è uscito di prigione ma non vuole vederlo. Potrà continuare a fingere che Mickey non sia stato importante per lui?
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Ian Gallagher, Mickey Milkovich
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Mickey e Ian non ne parlarono. Quando si svegliarono, ignorarono il fatto che, soltanto la sera prima, Mickey aveva praticamente spinto Ian fuori dalla porta. Ian era confuso perché un minuto prima Mickey lo aveva voluto fuori, quello successivo gli stava chiedendo di rimanere. Strinse più forte la presa intorno a Mickey, che dormiva, spaventato che, quando Mickey avesse aperto gli occhi, lo avrebbe di nuovo cacciato. Non voleva approfittare della sua ospitalità, ma non aveva affatto voglia di andarsene, però cos'avrebbe dovuto fare, o dire? Dopotutto, quella era casa di Mickey.
Mickey non stava dormendo per davvero ma non era pronto ad affrontare la giornata, quindi rimase fermo mentre Ian lo stringeva ulteriormente. Voleva girarsi e dire a Ian di rimanere, per sempre, ma non sapeva cosa Ian volesse e ciò lo intimoriva. Molti anni prima, non avrebbe mai avuto paura di dire a Ian ciò che desiderava, ciò di cui aveva bisogno, perché nel tempo avevano costruito qualcosa ma poi Ian lo aveva lasciato, e ora erano ritornati insieme e stavano bene, quindi Mickey aveva paura di esprimere ciò che voleva e di farlo arrabbiare.
Finalmente Ian uscì dal letto per prendere le medicine e mise un po' in ordine la casa, per poi andare a preparare la colazione. Doveva chiedere a Mickey che cosa voleva. Doveva preparare le proprie cose per andare ma non voleva farlo. E sospirò ad alta voce, perché il senso di colpa e il rimorso si stavano facendo strada, se non avesse mai lasciato Mickey non avrebbe dovuto avere certe preoccupazioni, perché sarebbero già andati a vivere insieme, quindi discutere di certe cose non sarebbe stato un problema e Ian si sentiva un totale stronzo perché la faccenda lo agitava. Doveva dare tempo a Mickey di abituarsi di nuovo al fatto che stessero insieme e se Mickey non ne fosse rimasto ferito, allora non c'era neanche motivo di parlarne. Pensò che probabilmente avrebbero trascorso altre notti lì, il pensiero di tornare a casa non era affatto radicato nella sua mente, perché era tornato ad abituarsi al momento in cui si svegliava accanto a Mickey, a quando si addormentava insieme a lui e ad averlo quando e come voleva.
"Volevi bruciare tutto?" chiese Mickey destando Ian dai propri pensieri; Ian abbassò lo sguardò e gemette, togliendo la padella dal fuoco, spegnendo poi il fornello e sospirando ad alta voce.
"Distratto. Cereali?" chiese e Mickey annuì, ridendo leggermente.
"Come mai eri distratto?" chiese Mickey e Ian lo guardò in faccia, era fottutamente impassibile. Odiava il fatto che Mickey riuscisse a rimanere così neutrale.
"Non...merda...perché è così difficile. Ce la stiamo cavando bene, giusto? Cioè, dopo che sono ritornato, abbiamo parlato e tutto il resto, prima che tu ti facessi male, ce la stavamo facendo a...recuperare noi, giusto?" chiese Ian e Mickey vide che era nervoso, nervosissimo.
"Vuoi che torniamo ad essere...'noi', Ian?" chiese Mickey, sperando di conoscere Ian abbastanza da sapere la risposta.
"Sì...no...sì...Okay, voglio che siamo...'noi', ma migliori, capisci? Cioè, odio di averti lasciato e odio che non ti fidi di me, pensavo stessimo andando bene, e ieri eri pronto a cacciarmi via, e non avrei dovuto offendermi, perché l'unica ragione per la quale mi hai fatto rimanere era perché eri infortunato, ma mi è piaciuto stare qui, e non sto dicendo che voglio trasferirmi o altro, ma desidero davvero stare qui più tempo, e non so più che cosa sto dicendo. Sto sproloquiando, sto fottutamente sproloquiando..." finalmente Ian venne interrotto da una risata di Mickey, che ricevette un'occhiataccia.
"Grandioso, sono andato fuori di testa...un'altra volta, e tu trovi che sia divertente" disse Ian. "Vado a preparare alcune cose...vado a casa e ti scrivo...vediamo"
"Oh, vuoi star zitto, non sto ridendo di te. Sto ridendo di me"
"Cosa?"
"Oh, non stavo cercando di cacciarti, Ian, stavo facendo lo stronzo. Ero di cattivo umore perché stavo meglio..."
"Cosa? In che modo stare meglio poteva farti sentire di cattivo umore?"
"Perché poi avremmo dovuto sostenere questa fottuta conversazione che non voglio sostenere, okay? Voglio che tu rimanga perché mi piaci qui, mi piace fottutamente che tu stia qui, e se non sei qui perché io ho bisogno del tuo aiuto significa che sei qui per un'altra ragione, una ragione che probabilmente l'ultima volta non è stata un problema, ma questa volta, visto che stiamo cercando di fare tutto per bene, è un enorme e fottuto problema, e quindi ho dato di matto"
"Okay, quindi io ho dato di matto e tu hai dato di matto...perché vogliamo la stessa cosa?" chiese Ian e Mickey lo guardò ed entrambi scoppiarono a ridere. "Penso che abbiamo davvero bisogno di parlarne, allora, perché è fottutamente ridicolo, non possiamo avere paura. Cioè, io ti amo, e voglio stare con te, ma collasseremo ogni volta che non vorremo dire qualcosa a causa del passato?"
Mickey era d'accordo con lui. Andarono a sedersi sul divano.
"Dovrei...okay...ti amo anch'io, Ian...se tu...non posso passarci di nuovo, lo detesto ma ho bisogno di te, e sembro un totale e completo scemo a dirlo ma è così. Voglio che tu rimanga qui, probabilmente per sempre, ma so che non siamo tornati insieme da chissà quanto tempo, ed è stupido non volere che tu te ne vada, non volere che tu vada a casa, ma...merda, voglio davvero che tu rimanga qui tutto il tempo, che mi bruci la colazione, che mi abbracci quando dormo. Voglio quello che c'era prima ma voglio che sia migliore. Voglio trovare un lavoro legale, voglio che tu prenda le medicine e che siamo semplicemente noi" disse Mickey.
"Sai, credo che questa sia la quantità maggiore di parole che ti abbia mai sentito pronunciare tutte insieme. Dovresti farlo più spesso. Senti, mi dispiace da morire per quello che ho fatto. La mia mente era...è così incasinata, ma c'è una cosa che brilla in mezzo a tutta la fottuta nebbia, e siamo io e te. E magari non siamo pronti per vivere insieme, o magari sì, ma voglio davvero stare con te, cazzo..."
"Okay, allora, vai a prendere le cose dalle tue sorelle, vieni a vivere qui, fanculo. Probabilmente faremo un casino, di solito è così, ma cosa di noi non è mai stato un bellissimo casino"
"Che romantico, Mickey..."
"Oh, fanculo".
 
 
 
"Era ora, stronzi!" disse Jake più di una settimana dopo quando Mickey e Ian entrarono nel bar. Ian ridacchiò all'esagerazione di Jake e Mickey lo mandò a fanculo. "Voi stronzi vi siete nascosti per anni" scherzò Jake.
"Fanculo. Se voi stronzi non mi aveste lanciato addosso una macchina..." sorrise Mickey.
"Non ti ho lanciato una macchina addosso!!" gridò Jake e Mickey scoppiò a ridere perché era ovvio che avrebbe reagito così. "Che stronzo, Ian perché frequenti questo idiota"
"Ci sono affezionato. Ho sempre avuto un debole per gli stronzi" disse Ian ridendo insieme a Mickey.
"E' quasi letteralmente vero" scherzò Mickey e Jake scosse il capo.
La conversazione volò e si misero a giocare a biliardo, ridendo, e quando Ian e Mickey si avvicinavano troppo i ragazzi facevano battute. Andò tutto bene finché Mickey non scattò e fulminò Jake con lo sguardo. Ian non si ricordava nemmeno ciò che Jake aveva detto ma Mickey aveva un'espressione strana. Ian non riuscì a riconoscerla ed era bizzarro perché di solito riusciva a capire l'umore di Mickey. Prima ci fu irritazione, poi un sorrisetto giocoso, e poi guardò Ian negli occhi e sorrise luminoso, senza avvisare lo spinse contro il bancone del bar e iniziò a baciarlo, era brusco e non era da Mickey baciarlo in quel modo fuori casa, era un bacio di desiderio, e di bisogno, e che voleva dire 'Scopami adesso'. Quando Mickey sk separò, Ian era senza fiato.
"Wow! Amico!" rise Jake e finse di fare il tifo mentre gli altri due scossero le teste.
"Ora, se volete scusarmi, porterò il mio ragazzo a casa, e approfitterò di lui. Voi ragazzi divertitevi".
 
 
 
"Perché ce ne stiamo andando? Non li vedi da settimane. Non voglio che per causa mia ignori i tuoi amici. Finiranno per odiarmi" disse Ian mentre camminavano per strada.
"Vuoi tornare nel bar? Adesso? Davvero stai rinunciando all'opportunità di scoparmi fino a rimanere privo di sensi, così non ti sentirai in colpa perché non usciamo abbastanza?" Mickey gli sorrise perché non aveva bisogno che Ian rispondesse.
"Non dire così, stronzo. Sarei felice di scoparti ovunque, in qualsiasi momento, contro qualsiasi superficie tu voglia, lo sai" disse Ian sorridendo prima di bloccare Mickey contro il muro più vicino. Si avvicinò il più possibile al viso dell'altro senza però toccargli le labbra.
"Che cosa stai aspettando, allora?" chiese Mickey senza fiato, voleva colmare quello spazio, ma sapeva che sarebbe stato ancora più sexy se avesse atteso la resa di Ian, se avesse atteso finché Ian non avrebbe più resistito e gli avrebbe catturato le labbra con le sue, lo voleva, voleva quel calore che condividevano. Ne aveva bisogno subito. Ne aveva bisogno così tanto in ogni minuto da essere ridicolo.
"Volevo solo dire che viviamo insieme e sono sicuro che loro sentono la tua mancanza e vogliono stare con te" disse, il suo respiro colpì il viso di Mickey, era così vicino che quasi si piegava in avanti perché ne aveva bisogno.
"Posso stare con loro in qualsiasi momento...voglio te, ho bisogno di te"
"Sì? Quanto?" chiese Ian giocoso ed eccolo lì, il fuoco di cui Mickey necessitava, era negli occhi di Ian, ogni volta che lo vedeva riusciva a cancellare tutte le cose brutte che avevano affrontato, le cose brutte che si erano fatti reciprocamente e che li avevano fatti soffrire ma che alla fine li conducevano sempre lì, e a Mickey stava perfettamente bene perché lo sguardo di quel ragazzo era davvero tutto ciò che aveva bisogno, la consapevolezza che sarebbe andata bene. Che andava bene amare Ian perché Ian lo amava ugualmente. Non si trattava solo di sesso, si trattava di una connessione ed era qualcosa che avevano sempre avuto, e Mickey ne aveva bisogno all'istante. Per quanto sciocco potesse risultare, poiché stavano andando bene, vivevano insieme e tutto andava davvero alla perfezione ma a volte Mickey aveva ancora bisogno che Ian lo attirasse come la prima volta in cui le loro labbra si erano incontrate.
Mickey non resistette più, fanculo all'attesa, fanculo al dominio di Ian, aveva bisogno di quelle dannate labbra. Quindi afferrò bruscamente la nuca di Ian e premette quelle sue bellissime labbra sulle proprie, perdendosi. Ian non esitò ad abbracciare Mickey in mezzo alla strada e a lasciargli prendere il controllo. E Mickey prese il controllo.
Si separò da Ian dopo un lungo e rude bacio, lo attirò a sé, raggiungendo l'appartamento il più velocemente possibile. Spalancò la porta dopo averci infilato la chiave, tirando dentro casa il fidanzato, per poi chiuderla sbattendo.
"Sei così sexy, Mick" fece Ian, tra i baci, entrambi ansimavano come se non si fossero mai baciati prima, incapaci di respirare o pensare. Ecco cosa c'era in Mickey e Ian, non importava da quanto si conoscevano, o da quanto erano innamorati, ogni volta era differente, ogni volta era più meravigliosa dell'ultima, e forse era per quello se si erano rimessi insieme dopo essere rimasti divisi. Perché era quello il posto a cui appartenevano.
A Ian girava la testa nel modo migliore possibile mentre Mickey lo spogliava, leccandosi le labbra. Osservare Mickey mentre era così...fottutamente concentrato su di lui, gli provocava qualcosa, lo aveva sempre fatto ma quella volta era diversa, non c'era più un adolescente determinato a non farlo sapere a nessuno, era un uomo pienamente cresciuto, concentrato sul prendersi il proprio tempo, sul portare entrambi al massimo piacere senza rinunciare a nulla della meravigliosa connessione che condividevano. Ian decise di non prendere il controllo. Amava il controllo, e voleva da morire far scorrere le mani sul corpo di Mickey, specialmente ora che ce l'aveva di fronte, completamente nudo. Dio, era talmente splendido. Ma non lo fece.
Alla fine fu contento di non averlo fatto. Lasciò che Mickey lo stuzzicasse, fino al limite, lasciò che Mickey lo cavalcasse lentamente e poi in modo dannatamente veloce finché entrambi non vennero con forza, per poi collassare sul letto. Tutto fu perfetto e meravigliosamente giusto in quel preciso momento. Niente avrebbe potuto rubare loro tutto ciò che avevano in quell'istante. 
  
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