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Autore: Chichi Zaoldyeck    24/12/2016    4 recensioni
In quella fredda sera di metà Dicembre, si sentiva particolarmente solo a casa sua; i suoi amici erano andati ad una festa in un locale e lui, come ben sapeva, non si sarebbe divertito per via della troppa musica e del caos della gente ammassata. Visto che in TV non c'era nulla di interessante, decise di andare a fare un giro fuori per contemplare al meglio la neve candida che stava scendendo piano dal cielo notturno. Si mise il cappotto blu scuro che aveva sull'attaccapanni, tirò fuori dalla tasca le chiavi di casa per chiuderla alle sue spalle e scese le due rampe di scale arrivando al portone del lussuoso condominio dove risiedeva ormai da tre anni.
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Killua Zaoldyeck
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Data modifica carattere e inserimento testo: Aprile 2018


Killua e i gatti.
I gatti e Killua. 


Da sempre questo animale suscitava in Killua un senso di calore e freddezza allo stesso tempo; si immedesimava perfettamente in un gatto. Anche lui a volte risultava freddo e caloroso con chi voleva e soprattutto, quando voleva. Si era ripromesso che, prima o poi, ne avrebbe adottato uno. 
In quella fredda sera di metà Dicembre, si sentiva particolarmente solo a casa sua; i suoi amici erano andati ad una festa in un locale e lui, come ben sapeva, non si sarebbe divertito per via della troppa musica e del caos della gente ammassata. Visto che in TV non c'era nulla di interessante, decise di andare a fare un giro fuori per contemplare al meglio la neve candida che stava scendendo piano dal cielo notturno. Si mise il cappotto blu scuro che aveva sull'attaccapanni, tirò fuori dalla tasca le chiavi di casa per chiuderla alle sue spalle e scese le due rampe di scale arrivando al portone del lussuoso condominio dove risiedeva ormai da tre anni. Mise le mani in tasca e cominciò a camminare lungo la via parallela, inoltrandosi verso il centro città pieno di negozi e pub ancora aperti; entrò in uno di quest'ultimi per prendersi una bibita e una brioche calda alla crema fatta al momento. Uscito dal locale, continuò la sua camminata verso la strada sempre più illuminata dalle varie luci Natalizie; ad un tratto, mentre passava tra un vicolo e l'altro sentì un flebile miagolio. Si mise l'avanzo di brioche nel sacchetto che ripose in tasca e seguì quei piccoli lamenti che si facevano sempre più forti. Dopo pochi minuti si ritrovò davanti uno scatolone tutto inzuppato dalla neve che cominciava a scendere sempre più velocemente; lo aprì piano e d'un tratto sbucò una piccola testolina bianca, tremava come una foglia e, quando vide Killua, cominciò a miagolare ancora più forte come se volesse dirgli: Prendimi, prendimi con te ti prego, sto morendo di freddo e fame. 
A Killua gli si strinse il cuore nel vedere quel batuffolo bianco come la neve dentro quello scatolone sudicio e malconcio; lo aprì lentamente e con delicatezza, prese l'animale tra le sue braccia cercando di ripararlo il più possibile con il suo cappotto: tirò giù la cerniera fino a metà metto e ci ripose il micio richiudendola un poco per farlo stare al caldo e il piccolo micio, in tutta risposta fece fusa e leggeri miagoli come segno di ringraziamento. Killua tirò fuori dalla tasca la mezza brioche avanzata strappandone un pezzo con un po' di crema da dare al piccolo; il micio si fiondò su quel pezzo di cibo divorandolo in pochissimo tempo mordendo anche la punta del dito di Killua, " Ahi, hai proprio dei bei dentini " pensò il ragazzo mentre cominciava ad incamminarsi verso casa con il suo nuovo amico: " sei proprio un bel regalo di Natale anticipato " pensò nuovamente guardando il piccino. Dopo venti minuti arrivò davanti all'ingresso del condominio aprendo il portone con un po' di difficoltà; il micio stava iniziando a prenderci gusto e iniziava ad arrampicarsi sul suo petto con le unghiette per arrivare sulla spalla. Quando furono entrati in casa, Killua si tolse il cappotto tenendo il piccolo da sotto il sedere per poi metterlo a terra e appendendo il cappotto; come prima cosa andò subito in cucina a posare la brioche che aveva tolto dalla tasca, poi prese un piatto di plastica dove ci versò un po' di latte caldo posandolo per terra, mentre il micio stava esplorando la casa. " Chissà se è maschio o femmina " si domandò Killua mentre guardava il piccolo cucciolo giocare col tappeto davanti al divano, graffiandolo leggermente.

- Hey tu, ci tengo a quel tappeto! - gli disse avvicinandosi per prenderlo in braccio e fargli vedere il piatto di latte e il gatto in tutta risposta, gli graffiò il naso.
- Ahi! Bel ringraziamento eh, su fammi vedere se sei un maschio o una femmina. - disse dando un'occhiata li sotto per vedere il sesso.
- Un maschietto! Un po' mi dispiace perché avevo già un nome pronto da femminuccia, ora penso a come poter chiamarti. - disse mentre lo posava a terra.
- Spero che questo latte ti sazi fino a domani. - disse accarezzandolo.
- Domani ti andrò a comprare scatolette, croccantini, ciotole e lettiera; mi raccomando, se devi fare i bisogni ora, falli qui. - disse Killua indicando al micio dei giornali che aveva sparso a terra. L'animale alzò per un attimo la testa per osservarlo, tornando subito a gustarsi il suo latte.

Nel mentre il piccolo era impegnato a bere, Killua aveva aperto la porta-finestra della sala sedendosi su una sedia che lasciava fuori per poter ammirare lo spettacolo che aveva davanti; un'immensa distesa di neve cadeva leggiadra sui tetti, alberi, marciapiedi e lampioni. Nonostante facesse freddo, Killua non si perdeva mai quello spettacolo che attendeva ogni anno: il micio aveva raggiunto il ragazzo sul balcone salendogli con un balzo sulla spalla, facendo sobbalzare il giovane sulla sedia che era letteralmente incantato.

- Vieni qua piccolo impiastro. - disse prendendolo in braccio per poi posarlo sulle gambe e cominciare a giocarci.
- Vediamo, come potrei chiamarti? Hai il pelo bianco e soffice e gli occhi azzurri come il cielo... - disse guardando attentamente il micio scrutandolo in ogni suo punto per trovare qualcosa che lo ispirasse per un nome; un fiocco di neve volò sopra il naso roseo del micio facendolo starnutire, mentre altri due fiocchi si posarono sul suo pelo diventando quasi invisibili.

- Salute! Guarda qui, i fiocchi sono spariti nel tuo pelo talmente sei bianco... uhm... forse ho trovato! - disse gioioso il ragazzo sollevando il gattino a mezz'aria strofinando i loro nasi.
- Ti chiamerò... Howaito!* - disse rimettendo l'animale sulle gambe per giocarci ancora un altro po'. Poi si alzò dalla sedia e rientrò in casa, seguito da Howaito che lo seguiva come se fosse la sua ombra.

- Bene, è il momento della nanna! Per stanotte dormirai insieme a me e domani ti comprerò una bella cuccia. - disse il ragazzo andando a chiudere la porta di casa a chiave e spegnere le luci per poi dirigersi verso la camera da letto dove si cambiò mettendosi un pigiama color indaco andando a lavarsi i denti sempre seguito dal piccolo micio. 
Da un cassetto tirò fuori delle salviette profumate e cominciò a passarle sul piccolo per ripulirlo bene dallo sporco.

- Volià, ora sei ancora più splendente! - disse posandolo a terra per buttare le salviette nel cestino, spense la luce del bagno e si buttò a letto aspettando che anche il piccolo Howaito salisse; ma non aveva tenuto conto che il letto era molto alto che ad occhio e croce aveva non più di cinque mesi.

- Ops, scusa piccolo ahah - disse prendendolo in braccio per posarlo sul letto.
- Ora ci mettiamo sotto il piumone a vedere un po' di televisione. - disse al micio tutt'altro che interessato al suo padroncino; aveva visto una cordicella e ci si era fiondato sopra iniziando a giocarci.
- La mia stringa! - disse Killua cercando di togliergliela, ottenendo un graffio sul polso.
- Ahio! E va bene giocaci. - disse tornando sotto le coperte.

Dopo un'ora di TV era il momento di andare a dormire; il ragazzo spense il televisore e accese la bajour che aveva sul comodino, si rannicchiò sotto il piumone e diede la buonanotte al piccolo Howaito. Dopo una mezz'ora Killua si svegliò di colpo sentendo qualcosa sopra la sua testa.

- Howaito, cosa ci fai sul mio cuscino? - chiese con un sopracciglio alzato. 

Il micio si limitò a stiracchiarsi e fare un sonoro miagolio facendo intendere al suo padroncino che era molto comodo dove stava e che non si sarebbe mosso di li.

- Sei proprio buffo, buonanotte piccolo. - disse il ragazzo rimettendosi sul cuscino dando una leggera carezza alla testa del micino per poi sprofondare nel sonno.

 
~~¤~~
 
La mattina seguente Killua si svegliò abbastanza presto per andare al supermercato per comprare tutto il necessario per Howaito.

- Tornerò tra un'ora più o meno, fai il bravo. - disse chiudendo la porta lasciando il micio abbastanza confuso, si chiedeva dove era andato il suo padroncino e se sarebbe tornato. I minuti passavano e Howaito si sentiva solo e abbandonato; girovagò un po' per le stanze e, gli venne in mente un'idea: avrebbe lasciato il suo padroncino senza parole.
Nel frattempo, Killua era arrivato al supermercato, prese il carrello e si diresse verso il reparto "Animali" e cominciò a prendere tutto il necessario insieme a qualche giochino e tiragraffi, così che il piccolo non si facesse più le unghie sul suo tappeto: ancora non sapeva cosa gli sarebbe aspettato arrivato a casa. Andò alle casse veloci dove ci mise la metà del tempo, aveva voglia di tornare a casa a fare colazione insieme al suo piccolo animale. Il rientro di Killua fu a dir poco shockante; le tende erano completamente a pezzi per terra, il lato destro del divano completamente graffiato, per non parlare dei pacchetti di fazzoletti sparsi ovunque per terra fatti a brandelli.

- HOWAITO! - urlò Killua non vedendo il micio.

Una testolina sbucò da dietro il divano.

- Howaito, vieni subito qui! - disse seriamente il ragazzo.

Il micio arrivò davanti a Killua lentamente, sapeva benissimo i guai che aveva combinato.

- Ti ho salvato dal freddo e dal gelo, ti ho accolto in casa mia con gioia, ti sono andato a comprare tutto il necessario perché voglio che tu viva con me e mi ripaghi così?! - disse arrabbiato.

Howaito salì sul bancone della cucina e si avvicinò alla mano di Killua e cominciò a strusciarsi come a volergli dire " scusami, scusami ti prego, ho avuto un sacco di padroni che mi hanno abbandonato. Temevo l'avresti fatto anche tu. Ti prego, perdonami.", poi salì sulla sua spalla e si strusciò sulla guancia in segno di affetto.

- Oh... Howaito, sappi che io mi prenderò cura di te e non ti abbandonerò mai. - disse al gatto che spalancò leggermente gli occhi, era come se il suo padroncino gli aveva letto nel pensiero.
- Ora avrò bisogno anche delle tende nuove, piccolo impiastro. - 

Dopo aver ripulito tutti i danni, cominciò a sistemare tutti gli accessori per il micio: in cucina mise la ciotola dell'acqua, carne e croccantini in un angolo dove ci stavano alla perfezione. In bagno mise la lettiera e aggiunse un sacco di sabbia spolverando un deodorante per la lettiera all'odore di lavanda. Il tiragraffi lo mise in un angolo della sala e poi tirò fuori dal sacchetto due palline sonore facendo divertire il piccolo Howaito.
E così, iniziò la loro storia di convivenza; Howaito ne avrebbe combinate altre essendo ancora un cucciolo, Killua si promise che avrebbe fatto di tutto per fargli capire le cose che non doveva fare. Sarebbero stati una bella coppia.
 
~~¤~~

Era passato molto tempo, Howaito era diventato un bel micione di otto anni. Le marachelle che combinava da piccolo erano diminuite - non del tutto - e Killua era sempre più felice di averlo trovato quel giorno di Dicembre.
 

- Howaito, cosa diavolo stai facendo?! Esci dalla manica del mio maglione! - disse il ragazzo vedendo la testa del gatto che sbucava dalla manica rossa del maglione che aveva lasciato appoggiato sul letto.
- Mi farai impazzare gatto! - disse facendolo uscire dalla manica.
 
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- Ch-che vuoi Howaito? Hai appena finito i croccantini, non ti darò altra carne! Diventerai un gatto ciccione! - disse Killua affrontando lo sguardo freddo di Howaito: occhi glaciali e spietati, proprio come i suoi che lo fissavano fermo; gli facevano venire letteralmente i brividi.
- Eh va bene... ma solo metà scatoletta! - disse arrendevole il ragazzo.
 
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- Howaito! Vieni sul lettone con me? Howaito? Howa- - lo chiamò Killua bloccandosi nel vedere che il gatto si era già posizionato sul letto, precisamente dalla sua parte avvolto in una coperta grigia.
- Ti sei già messo comodo? Dai fammi spazio. - disse Killua facendosi su nella coperta come il suo micione.


Killua e Howaito erano molto simili.
Entrambi avevano un passato duro e difficile alle spalle.
Entrambi erano cresciuti prevalentemente da soli.
Entrambi cercavano qualcuno di simile che riuscisse a comprenderli.
E finalmente si incontrarono.
Killua capiva Howaito come Howaito capiva Killua.

" Un gatto che capisce un umano, che follia. Una bellissima follia. " pensò Killua osservando il micio sul suo petto mentre dormiva profondamente.











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Howaito significa: Candido.

Auguro a tutte le lettrici/ori, buona Vigilia e Buon Natale! ^^

   
 
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