All I want for Christmas is you
20 novembre 2013
Jenna p.o.v.
Un raggio di sole batte insistentemente sulla mia faccia,
probabilmente ieri sera non ho tirato bene le tende del bunk, visto che
ero
impegnata in qualcos’altro.
Il piccolo raggio alla fine ce la fa a svegliarmi, con
aria assonnata mi
passo una mano tra i
miei capelli verde acido e noto che effettivamente le tende non sono
tirate
bene e che l’autostrada scorre sotto di me in un paesaggio
innevato.
Siamo da qualche parte nel New Jersey e qui fa freddo e
nevica in questa stagione, non come da me, in Australia, che
è estate.
Poi mi volto verso il corpo con cui divido il bunk, i
capelli un po’lunghi di Alex sono sparsi sul cuscino, i suoi
occhi sono chiusi
e sul suo volto c’è un’espressione
pacifica che lo fa sembrare un bambino, le
sue mani sono appoggiate sulla mia schiena, in un abbraccio allentato
dal
sonno.
Io sono Jenna Mcdougall e, sì, vado a letto con Alex
Gaskarth.
È stata un’attrazione improvvisa e inattesa, di
quelle
che ti travolgono come un uragano e che ti scombinano la vita.
Come può un ragazzo dall’apparenza tanto angelica
essere
un tale danno?
Siamo finiti a letto insieme la seconda volta che ci
siamo visti e non abbiamo mai smesso, lui ha una ragazza di nome Lisa,
ma la
cosa sembra non contare, non per lui.
All’inizio non interessava molto nemmeno a me, sono uno
spirito libero a cui piace fare quello che mi pare, ma adesso le cose
sono
cambiate.
L’ho sempre considerata un’amicizia con i benefici
di una
scopata, ma ora non è più così, questo
uragano mi è entrato nel cuore, l’idea
di doverlo dividere con la sua ragazza mi urta.
Vorrei che fosse solo mio e non credo sia possibile, a
quanto ho capito non è la prima volta che tradisce Lisa, ma
poi torna sempre da
lei.
Sospirando mi sciolgo dal suo abbraccio, mi metto i miei
jeans, la felpa e le scarpe e me ne vado nella zona relax del pullman
degli All
Time Low. Solo Zack è già sveglio.
“Buongiorno, Jenna.
Vuoi fare colazione?”
“Sì, mi piacerebbe.”
“Allora ti faccio un the.”
“Va bene, grazie.”
Lo seguo in cucina e mi siedo al minuscolo tavolino.
“Tutto bene, Jenna?
Hai una faccia…”
“Non va bene niente, Zack.
Sono nella merda.”
Lui alza un sopracciglio.
“Mi sono innamorata di Alex ed era l’ultima cosa
che
dovesse succedere, lui è allergico alle relazioni serie come
io odio la carne.
Ha già una ragazza e non si è fatto scrupoli nel
portarsi a letto me, non è la
persona adatta a me, questa cosa deve finire.”
“Sei sicura?”
“Sì, finirei solo per farmi del male.”
“Credo che dovresti dire ad Alex la verità, ne ha
il diritto e poi potrebbe non
essere come pensi tu.”
“Ti ha detto qualcosa a riguardo?”
“No, ma è da un po’ che sta con te e
ignora le groupie e questo è strano, come
hai detto tu non è per le relazioni serie e non è
fedele. Forse questo stare
solo con te significa qualcosa.
Io scuoto le spalle, poco convinta.
“Forse che sono brava a letto.”
“Forse, io non lo so, ma secondo me dovresti parlare ad
Alex.”
Mi porge una tazza.
“Ecco il tuo the, i biscotti sono lì.”
Mi indica un pacchetto sotto il mio naso che io non avevo nemmeno
visto, è
questo l’effetto che mi fa Alex: non vedo nemmeno le cose
ovvie e non va bene.
Nel bene o nel male sono sempre stata io quella che
decideva della mia vita e non voglio che questa cosa cambi, cedere o
dividere
il comando mi spaventa.
Inizio a fare colazione meditabonda, non posso continuare
così, non posso essere gelosa di una persona che
è la legittima ragazza di
Alex, non posso vivere la mia vita in sua funzione sapendo che lui non
è capace
di dimostrare un minimo di dedizione.
“Cosa state facendo qui?”
La voce di Alex mi fa sobbalzare.
“Niente, stavano facendo colazione. Cioè, io la
stavo
facendo, Zack non so cosa stesse facendo.”
“Ok, come mai non sei rimasta a letto?”
“Non avevo voglia.”
Rispondo secca.
È ora di iniziare a costruire muri tra me e lui se voglio
lasciarlo.
“Ok, ma di solito ti piace.”
Io non rispondo nemmeno.
“Jenna, c’è qualche problema?”
“Alex, questa storia non può continuare.
Sono stufa di sentirmi l’altra donna rispetto a Lisa. Ok,
scopare è stato bello, ma adesso basta.”
“Jenna, è sempre stato così. Non mi
sembrava che pensassi
molto alla mia ragazza finora.”
“Le cose cambiano, Alex, le persone anche. Magari per un
certo periodo di tempo
ci va bene una situazione, poi ci rompiamo le palle e non la vogliamo
più.”
“Questa mi sembra una gran bella stronzata, stanotte mi
sembravi molto consenziente.”
“Si dice che la notte porti consiglio.”
“Siamo ai luoghi comuni? Davvero?”
Io batto una mano su tavolo facendo tintinnare la tazza di the.
“Adesso basta! Non sono tenuta a dirti perché non
voglio
più scopare con te, non sei il mio ragazzo, sei il ragazzo
di Lisa. A lei puoi
dire quello che può e non può fare, a me no.
Io faccio quello che mi pare e adesso non voglio più
portare avanti questa cosa, fattene una ragione!”
Urlo arrabbiata.
“Che succede?”
Jack arriva di corsa con la maglia di traverso sul petto magro.
“Niente succede!”
“Parli come un mafioso siciliano, Jenna!”
Mi rimbecca Alex.
“Qualcuno mi spiega cosa sta succedendo?”
Esclama esasperato il chitarrista.
“Ho lasciato Alex e lui, da bravo maschio dominante, non
lo accetta.”
“Ed ecco le stronzate femministe!
Dov’era la tua solidarietà femminile mentre
scopavamo? O
funziona a intermittenza?
Quanto sei ipocrita.”
Io guardo Zack.
“Quand’è la prossima tappa,
Zack.”
“Tra un’ora credo.”
“Bene.”
Chiamo Cameron e ci mettiamo d’accordo sul mio ritorno sul
mio bus.
“Tra un’ora mi tolgo dalle palle, così
Alex può sfogarsi
in santa pace senza la finta femminista tra i piedi.”
Me ne vado in zona relax a passo di marcia.
Sembro forte e tosta, ma in realtà dentro sto malissimo,
mi sento come se fossi morta.
Come se ogni sentimento che io abbia provato o che potrò
provare in futuro sia rimasto nella cucina dove ho lasciato Alex e fa
davvero
schifo.
Davvero schifo.
Alla fine me ne torno sul mio bus, lasciandomi indietro
il mio cuore e la maglia di Alex.
Non mi va di passare le notti a piangerci sopra, nemmeno
fossi una ragazzina in calore, ho preso la mia decisione e devo
mantenerla.
I miei compagni di band si accorgono subito che qualcosa
non va e si scambiano un rapido sguardo, alla fine Cameron si siede
accanto a
me sul divano.
“Cosa è successo, Jenna?”
“Ho lasciato Alex.”
Lui mi guarda stupito.
“E come mai? Mi sembravi soddisfatta della
situazione.”
“Le cose sono cambiate, non mi andava
più.”
Lui mi guarda dritta negli occhi.
“Non mentire a me, Jenny. Ti conosco da quando avevi
quattordici anni, cosa è successo davvero?
Lui è stato stronzo o ti ha fatto del male?”
“No, Cam, no.
È successo qualcos’altro.”
“Che cosa?”
“Mi sono innamorata di Alex.”
“Cosa?”
“Non urlare, cretino! Non lo deve sapere tutto il
mondo!”
Lui abbassa la voce.
“Come sarebbe a dire che ti sei innamorata di Alex?
Lo sai che non sa essere fedele e che è un cretino,
pensavo avessi più rispetto per te stessa.”
“Sì, non è fedele, ma non è
nemmeno un cretino!
Sa essere e comprensivo se vuole, tu non sai cosa ha
passato nella sua vita! Gli è morto il fratello.”
“Ok, ok. Non è un cretino, va bene, ma non
è nemmeno
l’uomo adatto a te.”
“Lo so benissimo! È per questo che ho rotto, ma
non sono felice, mi manca.”
“Vedrai che ti passerà.”
“Lo spero proprio, perché fa schifo e lui non
l’ha nemmeno presa troppo bene.”
“Cosa vuoi dire?”
“Che non capisce perché e pensa che sia
un’ipocrita
perché fino all’altro giorno mi andava tutto bene
e oggi ho tirato in ballo
Lisa.”
“Come mai?”
Io mi schiaffo una mano sulla faccia.
“Cam, non potevo dirgli che mi sono innamorata di lui,
sarebbe stato troppo umiliante.
Ho una mia dignità.”
“Non sembra.”
Io lo guardo scioccata, poi gli mollo una sberla e mi chiudo nel mio
bunk
rifiutando di parlare con la mia band. Maschi! Sono tutti cretini!
Con questa atmosfera è inutile dire che il concerto della
sera non è il massimo, quando canto con Alex “A
love like war” sembriamo due soldati
pronti a scannarci più che due cantanti che duettano.
Quando il concerto finisce incontriamo i nostri fans,
scambiamo quattro chiacchiere con loro, firmiamo autografi, scattiamo
foto e
cerchiamo di incoraggiarli.
Alla fine saliamo sul bus e ci sediamo al tavolo della
zona relax, sembriamo una famiglia disfunzionale la domenica mattina,
per
fortuna le armi qui non sono ammesse.
“Si può sapere cosa ti prende, Jenna?
Oggi eri come assente al concerto.”
“Fatti miei?”
“Sono anche fatti nostri se non canti bene.”
“Oh! Che carini! Avete preparato il tribunale
dell’Inquisizione e io sono
l’imputata.”
“Se dici che è perché sei una ragazza
mi incazzo!”
Bercia Matt.
“Beh, allora incazzati!”
Lui alza gli occhi al cielo.
“Quando usi la carta del femminismo a random mi fai
arrabbiare!
Non ti stiamo sgridando perché sei una ragazza, ma
perché
sei la cantante e oggi non ci hai messo energia!
Devi essere più professionale, qualsiasi cosa sia
successa con quel cretino di Gaskarth devi lasciarla fuori dalle tue
esibizioni, chiaro?”
Io non rispondo e me ne vado nel mio bunk amareggiata,
apro la tenda e strabuzzo gli occhi.
Alex è seduto sul mio letto.
“Mi chiedevo quanto ci avessi messo ad arrivare.”
Io lancio un urlo acutissimo che fa accorrere tutti.
“Jen, lo devo pestare?”
Mi chiede Matt, scrocchiando minacciosamente le nocche.
“No, non ancora.
Alex, cosa ci fai qui?
Ti avevo detto che era finita e di non farti più
vedere!”
“Non mi hai dato una spiegazione che avesse senso!
Così
quando è finito il concerto ho pagato il vostro bodyguard
per salire qui, mi
sono seduto sul letto e ho aspettato.
Prima o poi saresti dovuta andare a letto.”
“Tu sei completamente pazzo, scendi da questo pullman o ti ci
faccio scendere a
calci.”
“Temo che non sia possibile, Jenna.”
Mi dice piano Whak.
“Come mai?”
“Il pullman è già partito, quindi – a
meno che tu non voglia buttare un uomo da un veicolo in corsa
– Alex deve
rimanere qui.”
Io ringhio inviperita e me ne torno nella zona relax, mi siedo cinque
secondi
sul divano, poi mi alzo e vado in cucina e mi preparo una tisana
calmante.
Cosa diavolo ci fa qui?
Davvero il suo orgoglio maschile brucia così tanto?
Non lo credevo il tipo, quello che so è che adesso
è nel
mio bus e io mi sento un animale in gabbia, quasi quasi salto io da un
veicolo
in corsa!
Ma forse è meglio di no, ho ancora tanto da fare nella
mia vita e non voglio sprecarla per quel cretino, alla fine me ne torno
nel mio
bunk e Cam scorta rudementeAlex al divano.
Io mi addormento quasi subito stanca per lo show, a un
certo punto della notte qualcuno mi scuote, io apro gli occhi e vedo
Alex.
Vorrei urlare ancora, ma lui mi fa cenno di tacere.
“Cosa diavolo vuoi?”
Gli chiedo inviperita.
“Voglio sapere perché mi hai mollato.”
“Non siamo mai stati insieme.”
Lui alza gli occhi al cielo.
“Jenna…”
“Senti, te l’ho già detto, non mi va
più. È stato divertente finché
è durato,
adesso è ora di finirla.”
“Mi stai nascondendo qualcosa, il vero motivo per cui lo stai
facendo.”
“Non pensi che siano fatti miei e che non ho nessun dovere
che mi impone di
dirtelo?”
“Io penso che tu ti stia comportando da vigliacca.”
“Disse quello che non ha il coraggio di mollare Lisa
nonostante tutte le corna
che le mette.”
“Ancora con questa storia, non era un problema
all’inizio, perché ora lo è
diventato?”
“Perché le cose sono cambiate.”
Dico secca.
“Cioè?”
Io alzo gli occhi al cielo.
“Forza, sputa il vero motivo.”
“Sei sicuro di volerlo conoscere?”
“Sì.”
“Va bene, allora. Mi sono innamorata di te, Lex.
E adesso fuori dal mio bunk i giuro che ti prendo a
calci!”
Lui fa come gli dico, negli occhi ha una grande confusione.
Lo sapevo che sarebbe finita così, l’amore
è un gioco a
cui si perde.
Dopo la notte che Alex ha trascorso sul pullman le cose
sono cambiate.
I miei compagni di band non gli permettono di avvicinarsi
a me, anche se lui ci prova, le uniche occasioni in cui siamo insieme
sono
quando cantiamo insieme sul palco. Per il resto le band se ne stanno
ognuna per
conto suo e io non posso fare a meno di chiedermi perché
comunque Alex provi ad
avvicinarsi a me, mi vuole insultare?
Sono ricambiata?
Si vuole scusare per aver giocato con i miei sentimenti?
Non lo so e non so se voglio saperlo, se fossero solo
insulti penso che ci rimarrei molto male e non mi va di soffrire
più di quello
che sto già soffrendo.
In ogni caso è arrivata la fine del tour perché
Natale si
avvicina, il 20 dicembre teniamo il nostro ultimo concerto, auguriamo
buon Natale ai
fans e dopo le foto e gli incontri di rito andiamo dritti al nostro
pullman.
Gli All Time Low tengono una festa sul loro, ma noi
domani mattina abbiamo l’aereo molto presto per tornare a
Sidney e rifiutiamo
il loro invito, inoltre una festa è un’occasione
pericolosa, Alex potrebbe
tornare all’attacco. Complice qualche birra di troppo potrei
cedere di nuovo e
non voglio che succeda, so che lui tornerà da Lisa.
Durante la notte il tourbus ci porta a New York e
all’alba scarichiamo le nostre valigie che contengono i
vestiti e il resto, gli
strumenti musicali verranno spediti a parte domani.
Entriamo nell’aeroporto e andiamo al nostro gate, dove
presentiamo i nostri biglietti, dopo il check-in entriamo nella zona
duty-free
e cerchiamo un bar.
Dopo aver bevuto almeno un pochino di caffè siamo in
grado di intavolare una conversazione.
“Non vedo l’ora di tornare a casa.”
Borbotta Jake.
“Sole, mare, estate e non questo freddo becco.
Il Natale si trascorre al sole non al freddo al gelo.”
“Jake, guarda che gli strani siamo noi. Il Natale si
trascorre tradizionalmente
al freddo e al gelo, davanti a un camino con i parenti a chiacchierare
mentre
fuori nevica. E poi la neve mi piace.”
“Sì, lo sono, Jenna. Tu ami la natura in tutte le
sue forme, ma io preferisco
il caldo.
Potremmo organizzare un barbecue in spiaggia.”
Io e Cameron gli lanciamo un’occhiataccia, siamo entrambi
vegetariani e non mangiamo carne.
“Non guardatemi come se avessi detto che voglio ammazzare
vostra madre nel sonno! Possiamo grigliare anche le verdure e quella
roba che
mangiate al posto della carne, come si chiama?
Seitan?”
“Sì, si chiama seitan. Ma non capisci che dei
poveri animali soffrono per
saziare la tua fame?”
“Sì, e che delle povere verdure soffrono per
saziare la vostra, per non parlare
di una buona metà di mondo che la carne se la sogna di notte
da quanto la
vuole.
“Ragazzi, non iniziate il solito dibattito. È
troppo presto per sedare le
vostre discussioni.”
Mugugna Whak.
“Okay, Whakaio.
Chissà perché Alex continua a farsi
vivo?”
“Jen, prima ti dimentichi di lui e meglio sarà. Ti
meriti di meglio di un
ragazzo immatura come lui.”
“Lo so, però…”
“Ne sei innamorata, lo sappiamo.
Ma sai anche che adesso tornerà da Lisa e
trascorrerà un
sereno Natale e blablabla.”
“Sei sensibile come un elefante in una cristalleria,
Whakaio.”
Lui sbuffa.
“Sono solo realista, Jenna.”
Dopo colazione, gironzoliamo ancora un po’ e poi finalmente
chiamano il nostro
volo e ci imbarchiamo. Non appena mi siedo sul sedile, mi allaccio le
cinture e
faccio finta di addormentarmi in modo da non dover parlare con nessuno,
perché
davvero la mia voglia di comunicare è a zero.
Sono stufa di sentirmi rimproverare di essermi innamorata
del ragazzo sbagliato, capita a tutte una volta nella vita, nessuno
è perfetto
a questo mondo, nemmeno loro.
Dopo non so quante ore di volo atterriamo finalmente in
Australia, a Sidney, che ci accoglie con una meravigliosa giornata di
sole.
Sbarchiamo e raccogliamo le nostre valigie, poi ci
dirigiamo nella zona dei taxi.
“Beh, divertitevi.”
Dico un po’ sbrigativa.
“Jenna, tutto bene?”
“Sì, sto bene.”
“Non sembra, sembra che tu abbia una fretta terribile e non
capisco il perché.”
“E io non ho voglia di spiegarvelo, statemi bene.”
Chiamo un taxi e carico le mie valigie nel bagagliaio, dico al taxista
il mio
indirizzo e mi rilasso sullo schienale, tra poco vedrò la
mia famiglia.
La mia città natale entra ed esce dai finestrini ed
è una
strana sensazione, è come se non fosse più casa
mia, è come se il mondo fosse
diventato casa mia.
Quando arrivo davanti a casa mia tutti questi pensieri se
ne vanno come sono arrivati, i miei genitori mi aspettano sul portico
insieme
alle mie sorelle.
Il taxi si ferma e io scendo, mi vengono tutti incontro,
io abbraccio mamma e le mie sorelle, papà scarica i bagagli.
“Bentornata a casa, tesoro.”
“Sono felice di vedervi.”
“Anche noi lo siamo.”
Papà prende le mie valigie ed entriamo in casa, è
già tutta decorata per Natale
e mi mette allegria, da piccola aiutavo a decorare e mi piaceva un
sacco.
Camera mia è ancora al secondo piano, l’unica che
dà su un terrazzino ed è
spoglia.
“Come mai non è decorata per Natale?”
Chiedo a mia madre.
“Ho pensato che ti sarebbe piaciuto decorarla, le tue vecchie
cose sono nello sgabuzzino.”
Io sorrido.
“Grazie, hai avuto un’ottima idea.
Adesso però vorrei solo dormire.”
Mamma mi sorride.
“Dormi, sarai stanca dopo un volo del genere.”
Io annuisco e mi chiudo in camera mia, mi spoglio e mi metto a letto.
Tutto
quello che sogno è Alex che viene da me e mi dice che mi
ama, che ha scelto me.
Esattamente il modo migliore per non pensare a lui!
Comporre il suo numero diventa una tentazione terribile, anche se cerco
di
tenermi occupata decorando la mia camera e poi aiutando mamma nei
preparativi
per il pranzo di Natale, pare che verranno tutti i parenti.
Immagino vorranno vedere la Mcdougall di successo, mi
sento un filo un animale allo zoo.
E finalmente arriva Natale, accolgo alla porta i mie
nonni, zii e zie, cugine e cugini, salutandoli e abbracciandoli. Da
tutti mi
sento dire più o meno la stessa cosa: che sono
l’orgoglio della famiglia
Non era così quando ho deciso di non frequentare
più
l’università e di dedicarmi alla band, mi domando
se sia la gente a essere cambiata
o se sia solo ipocrita.
Quando finalmente sono arrivati tutti ci sediamo a
tavola, nemmeno cinque minuti dopo suona il campanello, ci guardiamo
tutti
perplessi: non manca nessuno.
“Jenna, hai invitato qualcuno?”
“No o ve l’avrei detto. Vado a vedere chi
è, magari sono solo ragazzini che
cantano carole.”
Mi alzo e vado alla porta, la apro e quasi svengo.
Alex Gaskarth mi guarda pacifico con i suoi occhi castani
e la sua canottiera dei Doni della Morte, facendomi sentire stupida con
la mia
maglietta rossa a fantasia di agrifoglio.
“Si può sapere cosa vuoi?
Non hai una famiglia con cui festeggiare il Natale?”
“Sì, che ce l’ho.”
“E allora vai da loro.”
“No, dopo quello che mi hai detto non posso.”
“Non dire stronzate, scommetto che hai Lisa che ti aspetta a
casa.”
“Non li leggi i siti di gossip?”
“No, ho avuto da fare in questi giorni. Noi persone normali
festeggiamo il
Natale e ci sono dei preparativi da fare.”
Lui sospira, traffica un attimo con il suo cellulare e poi me lo porge.
È aperto su una pagina di uno di quei siti specializzati
in pettegolezzi sulla vita delle persone famose e il titolo recita che
Alex e
Lisa hanno rotto.
Io lo guardo incredula.
“Hai mollato Lisa?”
“Sì.”
“E come mai?”
“Non potevo stare con lei dopo che tu mi avevi detto che mi
amavi.”
“E come mai?”
Sono sempre più confusa, lui è sempre
più a disagio.
“Ecco… non sono un genio nelle relazioni, ma dopo
che tu
mi hai confessato i tuoi sentimenti ho iniziato a pensare alla mia
relazione
con Lisa e a cosa sentissi per lei e alla nostra relazione e a quello
che provo
per te. Mi sono accorto che da un po’ di tempo con Lisa era
routine e che
invece tu mi piacevi moltissimo, più tu cercavi di tenermi
lontano da te più i
miei sentimenti crescevano.
Ce l’hai fatta, Jenna. Mi sono innamorato di te.”
Io sono senza parole.
“Tu mi ami?”
Articolo infine, lui annuisce e poi appoggia le sue mani
sulle mie guance e mi attira a sé in un bacio, è
diverso da quelli che mi
ricordavo: è più dolce, come se cercasse di
metterci i sentimenti che prova.
“Ti amo, ti va di provarci?”
“Sì, ma se mi metti le corna con qualcuno te lo
taglio.”
Lui alza le mani.
“Ok, va bene.”
“Jenna, chi è?”
La voce di mia madre mi riporta alla realtà.
“Il mio ragazzo, mamma.”
“Non mi avevi detto che sarebbe venuto o che ne avessi
uno.”
“È stata una sorpresa anche per me e volevo
aspettare un
po’ a parlartene perché la relazione è
ancora all’inizio.”
“Capisco. Beh, entrate, il pranzo di Natale si
raffredda.”
“Arriviamo.”
Lei rientra e noi ci prendiamo per mano.
“Buon Natale, Mcdougall.”
Mi sussurra lui.
“Buon Natale, Gaskarth.”
Rispondo io.
Sì, sarà un buon Natale.
Adesso ne sono sicura.
Angolo di Layla.
Buon Natale a tutti :)