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Autore: Layla    24/12/2016    0 recensioni
2013:Jenna Mcdougall e ALex Gaskarh hanno una relazione clandestina basata solo sul sesso.
Va tutto bene fino a che Jenna non si accorge di essere innamorata di Alex e decide di troncare la loro relazione.
Alex però non si rassegna e alla fine Jenna è costretta a dirgli la verità.
La magia del Natale porterà loro fortuna o segnerà la fine di tutto?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alex Gaskarth, Altri, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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All I want for Christmas is you

20 novembre 2013

 
Jenna p.o.v.

 
Un raggio di sole batte insistentemente sulla mia faccia, probabilmente ieri sera non ho tirato bene le tende del bunk, visto che ero impegnata in qualcos’altro.
Il piccolo raggio alla fine ce la fa a svegliarmi, con aria assonnata  mi passo una mano tra i miei capelli verde acido e noto che effettivamente le tende non sono tirate bene e che l’autostrada scorre sotto di me in un paesaggio innevato.
Siamo da qualche parte nel New Jersey e qui fa freddo e nevica in questa stagione, non come da me, in Australia, che è estate.
Poi mi volto verso il corpo con cui divido il bunk, i capelli un po’lunghi di Alex sono sparsi sul cuscino, i suoi occhi sono chiusi e sul suo volto c’è un’espressione pacifica che lo fa sembrare un bambino, le sue mani sono appoggiate sulla mia schiena, in un abbraccio allentato dal sonno.
Io sono Jenna Mcdougall e, sì, vado a letto con Alex Gaskarth.
È stata un’attrazione improvvisa e inattesa, di quelle che ti travolgono come un uragano e che ti scombinano la vita.
Come può un ragazzo dall’apparenza tanto angelica essere un tale danno?
Siamo finiti a letto insieme la seconda volta che ci siamo visti e non abbiamo mai smesso, lui ha una ragazza di nome Lisa, ma la cosa sembra non contare, non per lui.
All’inizio non interessava molto nemmeno a me, sono uno spirito libero a cui piace fare quello che mi pare, ma adesso le cose sono cambiate.
L’ho sempre considerata un’amicizia con i benefici di una scopata, ma ora non è più così, questo uragano mi è entrato nel cuore, l’idea di doverlo dividere con la sua ragazza mi urta.
Vorrei che fosse solo mio e non credo sia possibile, a quanto ho capito non è la prima volta che tradisce Lisa, ma poi torna sempre da lei.
Sospirando mi sciolgo dal suo abbraccio, mi metto i miei jeans, la felpa e le scarpe e me ne vado nella zona relax del pullman degli All Time Low. Solo Zack è già sveglio.
“Buongiorno, Jenna.
Vuoi fare colazione?”
“Sì, mi piacerebbe.”
“Allora ti faccio un the.”
“Va bene, grazie.”
Lo seguo in cucina e mi siedo al minuscolo tavolino.
“Tutto bene, Jenna?
Hai una faccia…”
“Non va bene niente, Zack.
Sono nella merda.”
Lui alza un sopracciglio.
“Mi sono innamorata di Alex ed era l’ultima cosa che dovesse succedere, lui è allergico alle relazioni serie come io odio la carne. Ha già una ragazza e non si è fatto scrupoli nel portarsi a letto me, non è la persona adatta a me, questa cosa deve finire.”
“Sei sicura?”
“Sì, finirei solo per farmi del male.”
“Credo che dovresti dire ad Alex la verità, ne ha il diritto e poi potrebbe non essere come pensi tu.”
“Ti ha detto qualcosa a riguardo?”
“No, ma è da un po’ che sta con te e ignora le groupie e questo è strano, come hai detto tu non è per le relazioni serie e non è fedele. Forse questo stare solo con te significa qualcosa.
Io scuoto le spalle, poco convinta.
“Forse che sono brava a letto.”
“Forse, io non lo so, ma secondo me dovresti parlare ad Alex.”
Mi porge una tazza.
“Ecco il tuo the, i biscotti sono lì.”
Mi indica un pacchetto sotto il mio naso che io non avevo nemmeno visto, è questo l’effetto che mi fa Alex: non vedo nemmeno le cose ovvie e non va bene.
Nel bene o nel male sono sempre stata io quella che decideva della mia vita e non voglio che questa cosa cambi, cedere o dividere il comando mi spaventa.
Inizio a fare colazione meditabonda, non posso continuare così, non posso essere gelosa di una persona che è la legittima ragazza di Alex, non posso vivere la mia vita in sua funzione sapendo che lui non è capace di dimostrare un minimo di dedizione.
“Cosa state facendo qui?”
La voce di Alex mi fa sobbalzare.
“Niente, stavano facendo colazione. Cioè, io la stavo facendo, Zack non so cosa stesse facendo.”
“Ok, come mai non sei rimasta a letto?”
“Non avevo voglia.”
Rispondo secca.
È ora di iniziare a costruire muri tra me e lui se voglio lasciarlo.
“Ok, ma di solito ti piace.”
Io non rispondo nemmeno.
“Jenna, c’è qualche problema?”
“Alex, questa storia non può continuare.
Sono stufa di sentirmi l’altra donna rispetto a Lisa. Ok, scopare è stato bello, ma adesso basta.”
“Jenna, è sempre stato così. Non mi sembrava che pensassi molto alla mia ragazza finora.”
“Le cose cambiano, Alex, le persone anche. Magari per un certo periodo di tempo ci va bene una situazione, poi ci rompiamo le palle e non la vogliamo più.”
“Questa mi sembra una gran bella stronzata, stanotte mi sembravi molto consenziente.”
“Si dice che la notte porti consiglio.”
“Siamo ai luoghi comuni? Davvero?”
Io batto una mano su tavolo facendo tintinnare la tazza di the.
“Adesso basta! Non sono tenuta a dirti perché non voglio più scopare con te, non sei il mio ragazzo, sei il ragazzo di Lisa. A lei puoi dire quello che può e non può fare, a me no.
Io faccio quello che mi pare e adesso non voglio più portare avanti questa cosa, fattene una ragione!”
Urlo arrabbiata.
“Che succede?”
Jack arriva di corsa con la maglia di traverso sul petto magro.
“Niente succede!”
“Parli come un mafioso siciliano, Jenna!”
Mi rimbecca Alex.
“Qualcuno mi spiega cosa sta succedendo?”
Esclama esasperato il chitarrista.
“Ho lasciato Alex e lui, da bravo maschio dominante, non lo accetta.”
“Ed ecco le stronzate femministe!
Dov’era la tua solidarietà femminile mentre scopavamo? O funziona a intermittenza?
Quanto sei ipocrita.”
Io guardo Zack.
“Quand’è la prossima tappa, Zack.”
“Tra un’ora credo.”
“Bene.”
Chiamo Cameron e ci mettiamo d’accordo sul mio ritorno sul mio bus.
“Tra un’ora mi tolgo dalle palle, così Alex può sfogarsi in santa pace senza la finta femminista tra i piedi.”
Me ne vado in zona relax a passo di marcia.
Sembro forte e tosta, ma in realtà dentro sto malissimo, mi sento come se fossi morta.
Come se ogni sentimento che io abbia provato o che potrò provare in futuro sia rimasto nella cucina dove ho lasciato Alex e fa davvero schifo.
Davvero schifo.

 
Alla fine me ne torno sul mio bus, lasciandomi indietro il mio cuore e la maglia di Alex.
Non mi va di passare le notti a piangerci sopra, nemmeno fossi una ragazzina in calore, ho preso la mia decisione e devo mantenerla.
I miei compagni di band si accorgono subito che qualcosa non va e si scambiano un rapido sguardo, alla fine Cameron si siede accanto a me sul divano.
“Cosa è successo, Jenna?”
“Ho lasciato Alex.”
Lui mi guarda stupito.
“E come mai? Mi sembravi soddisfatta della situazione.”
“Le cose sono cambiate, non mi andava più.”
Lui mi guarda dritta negli occhi.
“Non mentire a me, Jenny. Ti conosco da quando avevi quattordici anni, cosa è successo davvero?
Lui è stato stronzo o ti ha fatto del male?”
“No, Cam, no.
È successo qualcos’altro.”
“Che cosa?”
“Mi sono innamorata di Alex.”
“Cosa?”
“Non urlare, cretino! Non lo deve sapere tutto il mondo!”
Lui abbassa la voce.
“Come sarebbe a dire che ti sei innamorata di Alex?
Lo sai che non sa essere fedele e che è un cretino, pensavo avessi più rispetto per te stessa.”
“Sì, non è fedele, ma non è nemmeno un cretino!
Sa essere e comprensivo se vuole, tu non sai cosa ha passato nella sua vita! Gli è morto il fratello.”
“Ok, ok. Non è un cretino, va bene, ma non è nemmeno l’uomo adatto a te.”
“Lo so benissimo! È per questo che ho rotto, ma non sono felice, mi manca.”
“Vedrai che ti passerà.”
“Lo spero proprio, perché fa schifo e lui non l’ha nemmeno presa troppo bene.”
“Cosa vuoi dire?”
“Che non capisce perché e pensa che sia un’ipocrita perché fino all’altro giorno mi andava tutto bene e oggi ho tirato in ballo Lisa.”
“Come mai?”
Io mi schiaffo una mano sulla faccia.
“Cam, non potevo dirgli che mi sono innamorata di lui, sarebbe stato troppo umiliante.
Ho una mia dignità.”
“Non sembra.”
Io lo guardo scioccata, poi gli mollo una sberla e mi chiudo nel mio bunk rifiutando di parlare con la mia band. Maschi! Sono tutti cretini!
Con questa atmosfera è inutile dire che il concerto della sera non è il massimo, quando canto con Alex “A love like war” sembriamo due soldati pronti a scannarci più che due cantanti che duettano.
Quando il concerto finisce incontriamo i nostri fans, scambiamo quattro chiacchiere con loro, firmiamo autografi, scattiamo foto e cerchiamo di incoraggiarli.
Alla fine saliamo sul bus e ci sediamo al tavolo della zona relax, sembriamo una famiglia disfunzionale la domenica mattina, per fortuna le armi qui non sono ammesse.
“Si può sapere cosa ti prende, Jenna?
Oggi eri come assente al concerto.”
“Fatti miei?”
“Sono anche fatti nostri se non canti bene.”
“Oh! Che carini! Avete preparato il tribunale dell’Inquisizione e io sono l’imputata.”
“Se dici che è perché sei una ragazza mi incazzo!”
Bercia Matt.
“Beh, allora incazzati!”
Lui alza gli occhi al cielo.
“Quando usi la carta del femminismo a random mi fai arrabbiare!
Non ti stiamo sgridando perché sei una ragazza, ma perché sei la cantante e oggi non ci hai messo energia!
Devi essere più professionale, qualsiasi cosa sia successa con quel cretino di Gaskarth devi lasciarla fuori dalle tue esibizioni, chiaro?”
Io non rispondo e me ne vado nel mio bunk amareggiata, apro la tenda e strabuzzo gli occhi.
Alex è seduto sul mio letto.
“Mi chiedevo quanto ci avessi messo ad arrivare.”
Io lancio un urlo acutissimo che fa accorrere tutti.
“Jen, lo devo pestare?”
Mi chiede Matt, scrocchiando minacciosamente le nocche.
“No, non ancora.
Alex, cosa ci fai qui?
Ti avevo detto che era finita e di non farti più vedere!”
“Non mi hai dato una spiegazione che avesse senso! Così quando è finito il concerto ho pagato il vostro bodyguard per salire qui, mi sono seduto sul letto e ho aspettato.
Prima o poi saresti dovuta andare a letto.”
“Tu sei completamente pazzo, scendi da questo pullman o ti ci faccio scendere a calci.”
“Temo che non sia possibile, Jenna.”
Mi dice piano Whak.
“Come mai?”
“Il pullman è già partito,  quindi – a meno che tu non voglia buttare un uomo da un veicolo in corsa – Alex deve rimanere qui.”
Io ringhio inviperita e me ne torno nella zona relax, mi siedo cinque secondi sul divano, poi mi alzo e vado in cucina e mi preparo una tisana calmante.
Cosa diavolo ci fa qui?
Davvero il suo orgoglio maschile brucia così tanto?
Non lo credevo il tipo, quello che so è che adesso è nel mio bus e io mi sento un animale in gabbia, quasi quasi salto io da un veicolo in corsa!
Ma forse è meglio di no, ho ancora tanto da fare nella mia vita e non voglio sprecarla per quel cretino, alla fine me ne torno nel mio bunk e Cam scorta rudementeAlex al divano.
Io mi addormento quasi subito stanca per lo show, a un certo punto della notte qualcuno mi scuote, io apro gli occhi e vedo Alex. Vorrei urlare ancora, ma lui mi fa cenno di tacere.
“Cosa diavolo vuoi?”
Gli chiedo inviperita.
“Voglio sapere perché mi hai mollato.”
“Non siamo mai stati insieme.”
Lui alza gli occhi al cielo.
“Jenna…”
“Senti, te l’ho già detto, non mi va più. È stato divertente finché è durato, adesso è ora di finirla.”
“Mi stai nascondendo qualcosa, il vero motivo per cui lo stai facendo.”
“Non pensi che siano fatti miei e che non ho nessun dovere che mi impone di dirtelo?”
“Io penso che tu ti stia comportando da vigliacca.”
“Disse quello che non ha il coraggio di mollare Lisa nonostante tutte le corna che le mette.”
“Ancora con questa storia, non era un problema all’inizio, perché ora lo è diventato?”
“Perché le cose sono cambiate.”
Dico secca.
“Cioè?”
Io alzo gli occhi al cielo.
“Forza, sputa il vero motivo.”
“Sei sicuro di volerlo conoscere?”
“Sì.”
“Va bene, allora. Mi sono innamorata di te, Lex.
E adesso fuori dal mio bunk i giuro che ti prendo a calci!”
Lui fa come gli dico, negli occhi ha una grande confusione.
Lo sapevo che sarebbe finita così, l’amore è un gioco a cui si perde.

 
Dopo la notte che Alex ha trascorso sul pullman le cose sono cambiate.
I miei compagni di band non gli permettono di avvicinarsi a me, anche se lui ci prova, le uniche occasioni in cui siamo insieme sono quando cantiamo insieme sul palco. Per il resto le band se ne stanno ognuna per conto suo e io non posso fare a meno di chiedermi perché comunque Alex provi ad avvicinarsi a me, mi vuole insultare?
Sono ricambiata?
Si vuole scusare per aver giocato con i miei sentimenti?
Non lo so e non so se voglio saperlo, se fossero solo insulti penso che ci rimarrei molto male e non mi va di soffrire più di quello che sto già soffrendo.
In ogni caso è arrivata la fine del tour perché Natale si avvicina, il 20 dicembre teniamo il nostro ultimo concerto, auguriamo buon Natale ai fans e dopo le foto e gli incontri di rito andiamo dritti al nostro pullman.
Gli All Time Low tengono una festa sul loro, ma noi domani mattina abbiamo l’aereo molto presto per tornare a Sidney e rifiutiamo il loro invito, inoltre una festa è un’occasione pericolosa, Alex potrebbe tornare all’attacco. Complice qualche birra di troppo potrei cedere di nuovo e non voglio che succeda, so che lui tornerà da Lisa.
Durante la notte il tourbus ci porta a New York e all’alba scarichiamo le nostre valigie che contengono i vestiti e il resto, gli strumenti musicali verranno spediti a parte domani.
Entriamo nell’aeroporto e andiamo al nostro gate, dove presentiamo i nostri biglietti, dopo il check-in entriamo nella zona duty-free e cerchiamo un bar.
Dopo aver bevuto almeno un pochino di caffè siamo in grado di intavolare una conversazione.
“Non vedo l’ora di tornare a casa.”
Borbotta Jake.
“Sole, mare, estate e non questo freddo becco.
Il Natale si trascorre al sole non al freddo al gelo.”
“Jake, guarda che gli strani siamo noi. Il Natale si trascorre tradizionalmente al freddo e al gelo, davanti a un camino con i parenti a chiacchierare mentre fuori nevica. E poi la neve mi piace.”
“Sì, lo sono, Jenna. Tu ami la natura in tutte le sue forme, ma io preferisco il caldo.
Potremmo organizzare un barbecue in spiaggia.”
Io e Cameron gli lanciamo un’occhiataccia, siamo entrambi vegetariani e non mangiamo carne.
“Non guardatemi come se avessi detto che voglio ammazzare vostra madre nel sonno! Possiamo grigliare anche le verdure e quella roba che mangiate al posto della carne, come si chiama?
Seitan?”
“Sì, si chiama seitan. Ma non capisci che dei poveri animali soffrono per saziare la tua fame?”
“Sì, e che delle povere verdure soffrono per saziare la vostra, per non parlare di una buona metà di mondo che la carne se la sogna di notte da quanto la vuole.
“Ragazzi, non iniziate il solito dibattito. È troppo presto per sedare le vostre discussioni.”
Mugugna Whak.
“Okay, Whakaio.
Chissà perché Alex continua a farsi vivo?”
“Jen, prima ti dimentichi di lui e meglio sarà. Ti meriti di meglio di un ragazzo immatura come lui.”
“Lo so, però…”
“Ne sei innamorata, lo sappiamo.
Ma sai anche che adesso tornerà da Lisa e trascorrerà un sereno Natale e blablabla.”
“Sei sensibile come un elefante in una cristalleria, Whakaio.”
Lui sbuffa.
“Sono solo realista, Jenna.”
Dopo colazione, gironzoliamo ancora un po’ e poi finalmente chiamano il nostro volo e ci imbarchiamo. Non appena mi siedo sul sedile, mi allaccio le cinture e faccio finta di addormentarmi in modo da non dover parlare con nessuno, perché davvero la mia voglia di comunicare è a zero.
Sono stufa di sentirmi rimproverare di essermi innamorata del ragazzo sbagliato, capita a tutte una volta nella vita, nessuno è perfetto a questo mondo, nemmeno loro.
Dopo non so quante ore di volo atterriamo finalmente in Australia, a Sidney, che ci accoglie con una meravigliosa giornata di sole.
Sbarchiamo e raccogliamo le nostre valigie, poi ci dirigiamo nella zona dei taxi.
“Beh, divertitevi.”
Dico un po’ sbrigativa.
“Jenna, tutto bene?”
“Sì, sto bene.”
“Non sembra, sembra che tu abbia una fretta terribile e non capisco il perché.”
“E io non ho voglia di spiegarvelo, statemi bene.”
Chiamo un taxi e carico le mie valigie nel bagagliaio, dico al taxista il mio indirizzo e mi rilasso sullo schienale, tra poco vedrò la mia famiglia.
La mia città natale entra ed esce dai finestrini ed è una strana sensazione, è come se non fosse più casa mia, è come se il mondo fosse diventato casa mia.
Quando arrivo davanti a casa mia tutti questi pensieri se ne vanno come sono arrivati, i miei genitori mi aspettano sul portico insieme alle mie sorelle.
Il taxi si ferma e io scendo, mi vengono tutti incontro, io abbraccio mamma e le mie sorelle, papà scarica i bagagli.
“Bentornata a casa, tesoro.”
“Sono felice di vedervi.”
“Anche noi lo siamo.”
Papà prende le mie valigie ed entriamo in casa, è già tutta decorata per Natale e mi mette allegria, da piccola aiutavo a decorare e mi piaceva un sacco. Camera mia è ancora al secondo piano, l’unica che dà su un terrazzino ed è spoglia.
“Come mai non è decorata per Natale?”
Chiedo a mia madre.
“Ho pensato che ti sarebbe piaciuto decorarla, le tue vecchie cose sono nello sgabuzzino.”
Io sorrido.
“Grazie, hai avuto un’ottima idea.
Adesso però vorrei solo dormire.”
Mamma mi sorride.
“Dormi, sarai stanca dopo un volo del genere.”
Io annuisco e mi chiudo in camera mia, mi spoglio e mi metto a letto. Tutto quello che sogno è Alex che viene da me e mi dice che mi ama, che ha scelto me. Esattamente il modo migliore per non pensare a lui!
Comporre il suo numero diventa una tentazione terribile, anche se cerco di tenermi occupata decorando la mia camera e poi aiutando mamma nei preparativi per il pranzo di Natale, pare che verranno tutti i parenti.
Immagino vorranno vedere la Mcdougall di successo, mi sento un filo un animale allo zoo.
E finalmente arriva Natale, accolgo alla porta i mie nonni, zii e zie, cugine e cugini, salutandoli e abbracciandoli. Da tutti mi sento dire più o meno la stessa cosa: che sono l’orgoglio della famiglia
Non era così quando ho deciso di non frequentare più l’università e di dedicarmi alla band, mi domando se sia la gente a essere cambiata o se sia solo ipocrita.
Quando finalmente sono arrivati tutti ci sediamo a tavola, nemmeno cinque minuti dopo suona il campanello, ci guardiamo tutti perplessi: non manca nessuno.
“Jenna, hai invitato qualcuno?”
“No o ve l’avrei detto. Vado a vedere chi è, magari sono solo ragazzini che cantano carole.”
Mi alzo e vado alla porta, la apro e quasi svengo.
Alex Gaskarth mi guarda pacifico con i suoi occhi castani e la sua canottiera dei Doni della Morte, facendomi sentire stupida con la mia maglietta rossa a fantasia di agrifoglio.
“Si può sapere cosa vuoi?
Non hai una famiglia con cui festeggiare il Natale?”
“Sì, che ce l’ho.”
“E allora vai da loro.”
“No, dopo quello che mi hai detto non posso.”
“Non dire stronzate, scommetto che hai Lisa che ti aspetta a casa.”
“Non li leggi i siti di gossip?”
“No, ho avuto da fare in questi giorni. Noi persone normali festeggiamo il Natale e ci sono dei preparativi da fare.”
Lui sospira, traffica un attimo con il suo cellulare e poi me lo porge.
È aperto su una pagina di uno di quei siti specializzati in pettegolezzi sulla vita delle persone famose e il titolo recita che Alex e Lisa hanno rotto.
Io lo guardo incredula.
“Hai mollato Lisa?”
“Sì.”
“E come mai?”
“Non potevo stare con lei dopo che tu mi avevi detto che mi amavi.”
“E come mai?”
Sono sempre più confusa, lui è sempre più a disagio.
“Ecco… non sono un genio nelle relazioni, ma dopo che tu mi hai confessato i tuoi sentimenti ho iniziato a pensare alla mia relazione con Lisa e a cosa sentissi per lei e alla nostra relazione e a quello che provo per te. Mi sono accorto che da un po’ di tempo con Lisa era routine e che invece tu mi piacevi moltissimo, più tu cercavi di tenermi lontano da te più i miei sentimenti crescevano.
Ce l’hai fatta, Jenna. Mi sono innamorato di te.”
Io sono senza parole.
“Tu mi ami?”
Articolo infine, lui annuisce e poi appoggia le sue mani sulle mie guance e mi attira a sé in un bacio, è diverso da quelli che mi ricordavo: è più dolce, come se cercasse di metterci i sentimenti che prova.
“Ti amo, ti va di provarci?”
“Sì, ma se mi metti le corna con qualcuno te lo taglio.”
Lui alza le mani.
“Ok, va bene.”
“Jenna, chi è?”
La voce di mia madre mi riporta alla realtà.
“Il mio ragazzo, mamma.”
“Non mi avevi detto che sarebbe venuto o che ne avessi uno.”
“È stata una sorpresa anche per me e volevo aspettare un po’ a parlartene perché la relazione è ancora all’inizio.”
“Capisco. Beh, entrate, il pranzo di Natale si raffredda.”
“Arriviamo.”
Lei rientra e noi ci prendiamo per mano.
“Buon Natale, Mcdougall.”
Mi sussurra lui.
“Buon Natale, Gaskarth.”
Rispondo io.
Sì, sarà un buon Natale.
Adesso ne sono sicura.


Angolo di Layla.

Buon Natale a tutti :)
   
 
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