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Autore: AlekHiwatari14    24/12/2016    1 recensioni
Ambientato tra l'undicesimo & il dodicesimo episodio.
Yuri centric!
***
Il rintocco dell'orologio segna l'ora nuova. L'ora in cui è già domani, l'ora in cui dovrò scendere in pista e battermi per la medaglia d'oro.
Sono così insicuro, ma sono certo che ce la farò.
Improvvisamente, il ticchettio dell'orologio cessa.
E mi ritrovo ad affrontare qualcosa che non ero neanche in grado di immaginare.
- Yuri Plisetsky.
Genere: Introspettivo, Sovrannaturale, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa, Yuri Plisetsky
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Un sogno per la vittoria.



Ho sempre dato il massimo, sin da bambino.
Ho sempre voluto mostrare ciò che sono veramente, quando sia grande e farmi notare dai miei, ma per loro non valgo così tanto.
Sono sempre in viaggio per lavoro e l'unico che mi tiene per mano e mi incoraggia ad andare avanti è mio nonno.
Lui mi comprende ogni istante sino a questo momento.
So che anche se non mi segue, mi guarderà da casa vedendo l'uomo che sono diventato.
Eccomi nella camera d'albergo. Sono a Barcellona e tra un po' dovrò andare in pista e cercare di dare il massimo.
La cosa mi turba e non riesco a dormire bene. 
Il rintocco dell'orologio segna l'ora nuova. 
L'ora in cui è già domani, l'ora in cui dovrò scendere in pista e battermi per la medaglia d'oro.
Sono così insicuro. Avrei voluto un po' più di tempo per allenarmi, ma sono certo che ce la farò anche così. 
Improvvisamente, il ticchettio dell'orologio cessa. 
E mi ritrovo ad affrontare qualcosa che non sono neanche in grado di immaginare.
Mi ritrovo a volteggiare nel vuoto, preso da una forza misteriosa.
Sento gli occhi pesanti che mi si chiudono e al mio risveglio mi ritrovo in una stanza.
E' così strano.
Nulla è come ricordo, anzi. Sembra tutto di una sostanza completamente diversa dalla mia. 
Alzo il busto e vedo delle ragazzine con la tavola ouija tra le mani.
"Plisetsky, sei tra noi?"domanda una delle ragazzine ridendo quasi come se fosse uno scherzo.
Mi sembra un incubo. 
Non mi vedono eppure sono proprio dietro di loro.
Possibile che sia invisibile? E poi, come diamine ho fatto ad arrivare fin qui?
La cosa mi fa rabbia. Cerco di svegliarmi da quello strano sogno, ma non ci riesco. 
Sembra di essere bloccato in quella situazione e la rabbia fa spazio alla paura.
Scappo via e senza rendermene conto spavento le ragazzine aprendo la porta e uscendo di corsa.
La cosa mi terrorizza e non ho alcuna intenzione di rimanere in quella casa. Continuo a scappare e mi accorgo che il sole è già alto.
"Maledizione! Come faccio a tornare in albergo?" mi chiedo preso dal panico.
Quel mondo mi confonde. 
Conosco la città, ma sembra così diversa e non posso far almeno di inginocchiarmi e mettermi le mani tra i capelli impaurito.
"Dove diamine sono finito?" continuo a chiedermi, quando improvvisamente qualcuno si ferma dinanzi a me.
Alzo lo sguardo e vedo una ragazza non riesco a capire quanti anni abbia, ma credo intorno ai 16. 
Ha l'aspetto di una qualsiasi. Di qualcuno dallo sguardo caldo e rassicurante.
Come ho appena detto, sembra una ragazza qualsiasi, ma pare non lo sia.
Sembra c
he sa come ci si sente ad essere invisibili, inoltre... lei mi vede.
"Yuri?" mi chiama riconoscendomi.
"Riesci a vedermi? Come sai il mio nome?" incomincio a domandare, quando improvvisamente la vedo inginocchiarsi dinanzi a me prendendomi per mano aiutandomi ad alzare per poi dire:"Vieni con me. Non è sicuro parlare qui."
Sinceramente, non ho capito cosa volesse dire, ma non ho avuto altra scelta che seguirla.
Non riesco ancora a comprendere come mi conosce, ma presto lo capisco.
Mi mostra una foto e realizzo. 
Sono entrato in un altro mondo dove io sono solamente il personaggio di un anime. E' strano da vedere e da concepire. 
Ho una maledetta voglia di tornare a casa, ma non so neanche come ci sono finito qui. 
La cosa strana è che sembra che tutto combaci con il mio mondo, ma io non sono reale.
Per questo non mi vedono. E' come se fossi un fantasma e costei che mi ha trovato è l'unica a vedermi. 
Lei mi vede perchè è una sciamana, qualcuno che vede gli spiriti e il mio spirito è viaggiato dal mio mondo a questo, ma la cosa che mi lascia perplesso è... perchè? Perchè sono venuto in questo mondo? Perchè proprio ora che devo disputare la finale? Perchè...?
Continuo a chiedermi mentalemente mentre me ne sto seduto sul divano di casa della ragazza.
Mi sento povero. 
Non ho nulla di mio a parte la tuta con cui dormo.
Continuo a guardare l'orologio e dentro muoio. 
A quest'ora dovevo essere in pista e, invece, mi ritrovo bloccato qui senza far niente. 
La ragazza mi porge una tazza di cioccolata calda.
La tazza è così bella. Ha una tigre sopra e non posso fare almeno di sorridere prendendola tra le mani.
Mi ci voleva proprio qualcosa di caldo, inoltre sembra che lei mi conosca proprio bene.
"Come fai a sapere che mi piace la cioccolata?" domanda cercando una risposta, ma la cosa mi sorprende:"In realtà, non sapevo se potesse piacerti. Ho tirato ad indovinare, ma la tazza sapevo che ti sarebbe piaciuta."
Quelle parole mi lasciano perplesso. Neanche lei sa tutto di me a quanto pare.
Passa una settimana da quel giorno e, anche se lei si prende cura di me, mi sento praticamente inutile. 
Dopotutto essere bloccato in un'altra dimensione e non poter fare niente. Non è una bella cosa, ma pare che lei intuisca qualcosa che neanche io ho compreso.
Mi viene vicino e mi attacca una spilla alla felpa che ho addosso.
Improvvisamente, vedo la mia sostanza diventare uguale alla sua. Lei mi vede ed io posso specchiarmi e vedermi.
Guardo la spilla e noto fin da subito che il logo dell'anime in cui appartengo.
Strano come funziona questo mondo. Davvero molto strano.


"Riesco a vedermi." dico sorpreso guardando la mia immagine riflessa. 
E' un po' strano. Lo ammetto. 
Non sono abituato a vedermi in questa forma.
"Vieni con me." mi sussurra per poi prendermi per mano e portarmi in un posto che non immagino neanche che ci sia lì.
E' una pista di pattinaggio ed è quella che utilizzato nel programma short della finale. 
"Possiamo utilizzarla?" domando per poi vedere che la ragazza annuisce.
Prendo i pattini e incomincio a pattinare. 
Mi sembra passata una vita.
Non ho i pattini miei e neppure quelli adatti per allenarmi, ma ci provo. Provo il mio programma libero, quello che avrei dovuto portare a Barcellona.
Provo e riprovo più volte, ma i pattini lisci mi danno troppa aderenza e le trottole non vengono come dovrebbero.
La ragazza sorride mentre mi vede pattinare.
Sembra che mi sia sfuggito qualcosa. 
Si, mi è sfuggito il tempo.
Il tempo è una cosa fondamentale. 
Se non fosse stato per il tempo, non mi sarei mai potuto allenare ed esibirmi in quel modo.
La vista sembra offuscarsi, mentre riprovo la mia trottola bassa. Ho le orecchie che sembrano otturate. Riesco a sentire solo un fischio lungo e strano.
Probabilmente ho perso i sensi, ma non sono sicuro di ciò che è accaduto. 
Apro gli occhi e mi rendo conto di essere in camera dell'albergo.
"Cosa?" mi chiedo confuso voltandomi verso la mia destra e vedendo l'orologio segnare le nove del mattino.
"Yuri, alzati! Se non ti sbrighi finiremo per fare tardi!" rimprovera Yakov entrando nella stanza.
La cosa mi confonde ancora di più. Possibile che sia stato tutto un sogno?
Senza perdere tempo, mi vesto e, non appena mi ritrovo con il vestito, prendo la felpa della russia e me la metto, per poi piegare la tuta che uso come pigiama.
In quel momento, qualcosa cade. Mi abbasso e vedo che è la spilla che mi ha dato quella ragazza alla quale non ho chiesto neanche il suo nome.
Non è stato un sogno. Sono stato in un altro mondo.
Tutto per farmi guadagnare tempo. Il destino ha voluto darmi la chance di vincere questa sfida ed io l'ho raccolta a volo.
Sto per entrare in pista, pieno di dubbi, quando Victor si avvicina al coach e dice di voler tornare a pattinare.
Questo significa solo una cosa, il porco lardoso vuole lasciare.
Quel porco lardoso che ho sfidato e ho cercato di superare.
Quel cretino che è diventato mio amico e compagno di squadra. Come può farlo?
Possibile che il destino mi ha dato la possibilità di vincere e cambiare le carte in tavola?
Se non vinco, tutto sarà perduto. Voglio tornare ad allenarmi con Victor, ma voglio farlo anche con il porco. 
Così, scendo in pista e penso alle parole di Victor.
Ho tanta rabbia, forse troppa.
Sento il peso della russia e del destino di quel cretino di Yuuri sulle spalle. 
Mi sento male e crollo appena finisco l'esibizione.
Non può andare tutto a puttane!
Glielo farò pentire se lascia!
Questo è ciò che penso mentre cado inginocchiato sul ghiaccio con gli occhi pieni di lacrime.
Qualsiasi sia il risultato, non importa.
Ho partecipato, ma devo vincere l'oro. Devo farlo per Yuuri.


   
 
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