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Autore: Gremilde    24/12/2016    5 recensioni
[Blindspot]
Ho pensato di scrivere uno speciale ... lo avrei fatto anche per Halloween, ma non ho fatto in tempo, così... ho provato a scriverne uno sul Natale... la storia è collocata nella prima stagione, quando ancora Weller non sa chi sia realmente Jane
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Vischio

Lenta e silenziosa, è arrivata una nuova vigilia di Natale.
Questo anno, così come lo scorso, non ho molta voglia di festeggiare.
Come sempre, indosso la maschera con il mio sorriso migliore. Rispondo a tutti frasi di circostanza e, a chi mi domanda quali sono i miei progetti per queste feste, rispondo che le passerò in compagnia di mia sorella, mio padre (che sta morendo) e mio nipote.

In ufficio, dopo aver lavorato come bestie sull'ultimo caso, tutti si stanno rilassando in sala comune.
Mayfair ci ha dato il permesso di fare una piccola festa. Qualcosa da mangiare, musica natalizia in sottofondo e alcolici da bere.
Vorrei bere tanto da dimenticare. Dimenticare il caso. Dimenticare il passato. Dimenticare il fatto di essere solo.

Alzo lo sguardo dal computer. Ho terminato il mio rapporto. Mi passo stanco la mano sulla faccia e muovo le spalle. Mi sembra di essere qui seduto da una eternità.
Vedo passare Jane fuori dal mio ufficio. Mi sorride. Mi sembra felice di essere qua stasera, felice di poter festeggiare la a Vigilia di Natale con noi.
Lei è veramente sola. I pochi ricordi che le sono tornati non hanno portato a niente. Né a qualche amico, amante, marito. Né a scoprire cosa le sia successo in tutti questi anni.
Non è più la ragazzina di un tempo. Non è indifesa e ossuta.
È una donna molto bella, magra e muscolosa. Terribilmente sexy e con degli occhi che sanno parlare alla mia anima.

A volte, vorrei solo poterle dire che andrà tutto bene e che io sarò sempre al suo fianco, ma ho certezze e non vorrei illuderla. Potrebbe essere una terrorista, oppure solo una vittima, una pedina di una qualche strana macchinazione...
Perso nei miei pensieri, decido di raggiungere gli altri in sala comune.
Sento le voci allegre, le risate soffocate dalla porta chiusa e, sospirando, mi decido ad entrare.
Con un rapido sguardo nella stanza, vedo dove sono tutti da Mayfair ferma tavolo con un bicchiere in mano a Reade che sta scherzando con Zapata e Patterson.
Ci sono proprio tutti, dai tecnici informatici agli altri agenti che collaborano con noi.
Non hanno permesso ai civili di venire, gli unici esterni sono gli U. S. Marshal e tra loro vedo Ally, la mia ex.
Non riuscii a trattenere un ghigno. Non ci eravamo lasciati bene, e non ero felice di vederla lì.

Zapata, intercettò il mio sguardo e, portandomi un drink, mi disse:
- Capo, non rovinarti questa serata. E non rovinarla a nessuno. - mi indicò Jane - Per lei è una prima volta, le vuoi dare solo brutti ricordi?
- No Tasha. - sorrisi accettando il bicchiere - Grazie.
- Dovere, capo. Dovere.
La osservai allontanarsi lentamente, si fermava a parlare e scherzare con gli altri colleghi e decisi che anche io potevo rilassarmi e provare a divertirmi.

La festa continuò bene, molto alcool e buon cibo. Qualche gioco stupido e poche, pochissime, occasioni di stare troppo solo con Ally. Eravamo entrambi in difficoltà e cercavamo sempre vie di fuga alternative dopo alcuni imbarazzanti convenevoli.
Osservando gli altri festeggiare, mi isolai in un punto della sala dopo poco fui raggiunto da Jane.
- Ehi, ciao... - mi salutò imbarazzata - Tutto bene. Mangiato?
- Ciao Jane. - le sorrisi - Tutto bene. - annuii - Ti stai divertendo?
- Si, non ho molti termini di paragone, ma trovo che sia una bella festa.
- Sì, è la meno noiosa di sempre. - annuisco bevendo un sorso di drink.
- Hai mangiato qualcosa? - mi domanda osservando il mio bicchiere.
- Non ancora, tu?
- Sono tutti timidi. - mi sorride in quel modo tutto suo, che le fa brillare gli occhi color sottobosco, ed io sento il sangue bollire.
- Apriamo le danze. - strizzo l'occhio e la invito a seguirmi fino al tavolo del buffet.

Mangiamo la pizza e gli stuzzichini parlando. Non del passato e nemmeno di lavoro. Parliamo della giornata trascorsa, della stanchezza accumulata, di quanto sia bella la città decorata per Natale. Parliamo di niente, come una comune coppia dopo una giornata trascorsa distanti.
Mi piace la sensazione di calore familiare che Jane mi trasmette. Il suo corpo è vicino al mio braccio. Di tanto in tanto ci sfioriamo ed io sento una specie di scossa attraversarmi il sangue quando succede.
Dalle sue guance color rubino, intuisco che anche per lei è piacevole ed eccitante stare così vicini.

Gli altri attorno a noi hanno iniziato a mangiare, le loro voci si accavallano sui nostri discorsi pacati. La osservo e lei mi chiede se possiamo spostarci in un punto più tranquillo. Annuisco, era ciò che pensavo anche io.
Sorridendo, le metto una mano sulla schiena, afferro un piatto pieno di cose da mangiare e ci fermiamo in un punto più isolato della sala, dove sentiamo le voci ma non siamo disturbati dai loro discorsi.
Ridendo, riprendiamo a mangiare e parlare. Le racconto di mio nipote, di quanto sia eccitato all'idea che domani potrà scartare un sacco di regali. E lei ride, la sua risata mi scuote nel profondo. Le sto dando un momento di serenità e lei sta donando un momento di vita a me.

Ci guardiamo, occhi negli occhi. Jane trattiene il fiato e si pulisce con la lingua un eccesso di salsa da un dito, vorrei poterlo fare io. Vorrei sentire io che sapore ha la sua pelle calda sporcata di salsa.
Il pensiero mi eccita e devo distogliere un attimo gli occhi, pensando alle immagini strazianti del Tg per ritrovare la calma persa.
Ad un certo punto, sento la mano di Jane posarsi sul mio avambraccio e torno in me. La osservo e lei mi indica con un cenno Zapata.
- È da un po’ che sto cercando di attirare la tua attenzione. – mi dice con un sorriso – Ma non mi stavi ascoltando.
- Scusami Jane. – distolgo lo sguardo, imbarazzato – Stavo pensando.
- Lo avevo immaginato. – ridacchia – Non capisco cosa sta indicando Tasha. – continua mandando la testa di lato.
Mi guardo attorno, non noto niente di strano poi seguo il dito di Zapata verso l’alto e capisco che devo alzare lo sguardo.
- Oh! – esclamo capendo.
- Perché hai detto “oh”? – mi chiede Jane preoccupandosi – Stai male? Hai mangiato qualcosa a cui sei intollerante? – è veramente preoccupata e la cosa mi fa sentire completo.
- No, Jane. – le sorrido mettendole una mano sulla schiena ed avvicinandola a me -Tasha ci stava indicando lassù. – aspetto che lei alzi la testa e continuo – Non so se ti hanno parlato del vischio.
- Vischio? – domanda osservando il rametto verde con le palline bianche che pende dal soffitto – No. Ho sentito che ne parlava Patterson con Edgar stamattina. Ma non so cosa sia. – sorride alzando solo un angolo della bocca ed io sento la saliva nella mia annullarsi.
- È una tradizione. Quando una coppia finisce sotto al vischio, deve baciarsi.
- Oooooh! – Jane sgrana gli occhi, si gira a guardare i colleghi dell’FBI e poi guarda me.

Tutti ci stanno osservando sghignazzando. Siamo finiti per primi sotto al vischio e dobbiamo baciarci come dice la tradizione.
- Posso Jane? – le chiedo il permesso, non so neanche io il perché.
Lei annuisce e mi porge timidamente una guancia. Sono io a scoppiare a ridere davanti al suo gesto.
- Non ci si bacia sulla guancia sotto al vischio. – le dico catturando il suo mento tra le dita e girandola verso di me.
- Kurt io… - tenta di fare un passo indietro, ma io la blocco, voglio baciarla. Lo voglio da quando siamo entrati in questa stanza per questa stupida festa.
Senza ascoltare le sue proteste, poggi le mie labbra sulle sue. Sono morbide, calde, sensuali.
Mi infiammano i sensi. Jane sospira, passa le sue mani sui miei fianchi e si stringe a me. Chiude gli occhi lasciandosi baciare.
Le nostre lingue si sfiorano per un attimo ed io sento tutto il mio corpo prendere fuoco. Vorrei approfondire il bacio, vorrei stringere i suoi seni tra le mani fino a farla gemere di piacere, ma l’applauso che parte dagli altri ospiti ci fa dividere con un sobbalzo.
Lasciandola andare lentamente, le sussurro all’orecchio:
- Scusami Jane… Io…
- Io lo volevo… - ingolla a vuoto lei guardandomi, ha le labbra gonfie per il piacere provato ed io la trovo così sexy che tutto il resto attorno a noi svanisce – Non voglio stare sola la notte della Vigilia di Natale. – è una supplica la sua ed io soccombo.
- Andiamo via.
- Sì. – ci separiamo lentamente, facciamo gli auguri agli altri e lasciamo l’edificio.
Sento su di me gli occhi acuti di Ally, non approva ciò che sto facendo, ma non mi importa. Lei non è più nella mia vita da tanto ormai, non può né deve giudicarmi.

Lasciamo l’FBI tenendoci per mano, è una notte fredda e limpida e la safe house di Jane non è così lontano. Decidiamo di raggiungerla a piedi, sperando che uno di noi due faccia un passo indietro.
Leggo nel linguaggio del suo corpo la stessa paura che ho io: questa sera cambierà tutto. Forse non siamo ancora pronti per un passo del genere, ma se non proviamo non potremmo mai saperlo.
Prima di raggiungere la casa di Jane, lei si ferma davanti ad un palazzo. La guardo e lei indica con un cenno del capo un rametto di vischio. Ridendo, la stringo a me e la bacio di nuovo.
- Baciami ogni volta che vuoi. – le mormoro sulle labbra prima di separarci.
- Vera… Veramente posso? – domanda con gli occhi che brillano come stelle.
- Sì. – le bacio la punta del naso e lei ride.
Stretti in un abbraccio, raggiungiamo la safe house. Jane ha voluto degli addobbi natalizi ed ha creato un ambiente più carino e familiare.
- Mettiti comodo… - mi dice dopo avermi rubato un bacio – Arrivo subito.
- Ok. – annuisco.
La vedo sparire in camera, io prendo una birra dal frigo e mi siedo nel divano. L’attesa è breve, ad occhio e croce meno di cinque minuti.

Jane torna dalla camera indossando un accappatoio rosso. La guardo e le sorrido. Sembra in imbarazzo, faccio per alzarmi, ma lei mi prega di restare seduto.
Annuisco e la osservo incuriosito.
- Ehm… ecco… Io sono il tuo “Babbo Natale” segreto Kurt. – lo dice con un filo di voce, sto per chiederle spiegazioni, ma lei lascia cadere l’accappatoio mostrandosi a me in un completino di Natale sexy che lascia molto poco spazio all’immaginazione.
La birra che stavo bevendo mi va di traverso, tossendo, mi alzo dal divano senza mai smettere di guardarla.
È bellissima. Il rosso è un colore che su di lei sta molto bene. Fa risaltare la sua pelle ed i suoi capelli neri.
- Sei un miraggio. – le dico ritrovando la voce.
- Ti… - non le lascio il tempo di concludere la frase, da come la bacio e la tocco credo che abbia capito perfettamente quanto mi piace svestita così.
- Da impazzire! – le sussurro contro il collo, mangiando di baci il corvo che spicca il volo – Sei bellissima, eccitante… il più bel regalo di sempre.
Il sorriso che mi regala è il più bello di sempre, mi prende per mano e mi guida fino in camera, mi spoglia e mi invita a raggiungerla nel letto.
Non me lo lascio ripetere due volte, ringhiando sommessamente mi stendo su di lei ed inizio a divorarla di morsi e di baci.
Jane si lascia andare completamente, lasciandomi libero accesso al suo corpo. Chiedendo e donando piacere.
Ci amiamo per tutta la notte, è da molto tempo che entrambi coviamo dentro questo desiderio. Non ho intenzione né di lasciarla insoddisfatta né di darle il tempo di pentirsi del regalo che mi ha fatto.

Stanchi, dopo l’ennesimo orgasmo, avvolgo i nostri corpi nel piumino, la stringo a me ed affondo il viso nei suoi corti capelli.
L’orologio che ho lasciato sul comodino segna la mezzanotte. È ufficialmente Natale.

- Buon Natale Jane. – le dico baciandole il collo.
- Buon Natale a te, Kurt. – si gira e mi ruba un bacio, ha gli occhi inspessiti dal piacere provato e dalla stanchezza.
- Grazie. – le dico con un mezzo sbadiglio.
- Di cosa?
- Di essere stata il mio “Babbo Natale” segreto. – lei ridacchia e mi si fa più vicino.
- Grazie al vischio. – ammette.
- Perché? – le domando.
- Se non fosse stato per quel bacio in sala, non credo avrei mai avuto il coraggio di darti in regalo il completino. – è arrossita, lo intuisco dal tono di voce.
- Allora sì… Grazie al vischio. – la giro e la bacio dolcemente, una due tre… cento volte.
Jane ride, mi fa stendere sulla schiena e siete su di me.
- Non sei ancora stanco?
- No. – scuoto la testa – Di te… Impossibile. – e, senza aspettare una replica, la prendo per i fianchi e la impalo sulla mia virilità risvegliata.
Lei è già pronta per accogliermi e lo fa con un gemito di piacere che risuona per tutta la camera.
Mi cavalca lentamente, gustandosi ogni sensazione. Io lascio che sia lei a guidare, che trovi il giusto ritmo per donarsi piacere.
La osservo nella penombra della stanza, le accarezzo i seni. Le pizzico i capezzoli.
È bellissima. Sembra un’Amazzone in questo momento.

Jane appoggia le mani sul mio torace, reclina la testa all’indietro e il ritmo della danza cambia nuovamente. Io le stringo i glutei con forza ed inizio a muovere il bacino dandole ancora più piacere.
Urliamo l’arrivo del nostro orgasmo simultaneamente. Lei si accascia sul mio petto, mi abbraccia e mi trattiene dentro di sé. È deliziosa la sensazione di essere massaggiato dalle sue contrazioni.
- Buon Natale, Jane. – le dico baciandole la testa.
- Buon Natale a te, Kurt. – scivola via da me e si accoccola contro il mio petto, stremata.

Lentamente scivoliamo nel sonno, prima di addormentarmi, la sento mormorare:
- Ti amo Weller… - sbadiglio – Grazie vischio… - e poi il suo respiro si fa regolare.
- Ti amo anch’io mia piccola Taylor – la stringo dolcemente a me, e lascio che la stanchezza mi conduca nel mondo dei sogni.
Questo sì, è il Natale più bello di sempre… E tutto grazie ad un piccolo rametto di vischio.

Angolo dell'Autrice (pazza):
Nel ringraziare tutti coloro che passeranno di qua stasera, a leggere questa mia One Shot, approfitto per fare i miei più sinceri auguri di Natale a voi ed alle vostre famiglie.
Vi auguro che rechi serenità e pace ai vostri cuori e che, dentro ai pacchi colorati, possiate trovare sogni e possibiltà di realizzare ogni vostro progetto.
Un bacio sul cuore.
XOXO Gremilde

 

 

   
 
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