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Autore: Erina91    26/12/2016    6 recensioni
-Yukihira.. che facciamo davanti alla porta del tuo appartamento?- chiese lei con la voce impastata a causa della sbronza.
-non lo so Nakiri. Sei tu che mi hai tirato per la maglietta e mi hai chiesto di accompagnarti a casa.- biascicò lui, brillo quanto lei.
-e perché sono davanti casa tua e non al mio appartamento di lusso?- bofonchiò singhiozzando. Le guance rosse per colpa dell'alcol. Si sorreggevano a vicenda dato che barcollavano in modo imbarazzante e Soma stava cercando di tirare fuori dalla tasca dei pataloni le chiavi del suo appartamento, riscontrando diverse difficoltà.
-il tuo appartamento è troppo distante per accompagnarti, accontentati del mio Nakiri.- farfugliò lui, sghignazzando senza motivo. Sempre colpa dell'alcol.
-immagino di non avere altra scelta, allora.- accosentì lei, -ho un mal di testa assurdo.- si portò una mano sulla fronte.
Soma la fissò quando furono entrati nell'appartamento preso in affitto..
Pairing: SomaxErina e altre..
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erina Nakiri, Nuovo personaggio, Souma Yukihira, Un po' tutti
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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La sofferenza di Erina


Megumi era scesa dalle campagne per salutare Soma prima che partisse per Nagano e proprio quella mattina stessa si erano salutati e lui se n'era appena andato. Come solito aveva avvertito un distacco da parte sua: la solita sofferenza interiore che pensava di nasconderle senza successo, che le creava solamente ulteriore rammarico.
Stava iniziando a capire a cosa fosse dovuta tutta quella sofferenza di Soma, soprattutto il dolore che aveva provato l'aveva aiutata a realizzare tristemente la risposta: lui non l'amava più e continuava a restare con lei solo perché la sua famiglia stava passando un periodo difficile con il lavoro. Aveva finto di non capire sperando di aver frainteso i sentimenti di Soma. Aveva provato a negare la realtà pur di non arrivare ad una considerazione tanto estrema del suo rapporto con lui, ma aveva raggiunto il limite e adesso non riusciva più a sopportarlo. Sapeva cosa sarebbe successo appena il ristorante della sua famiglia si fosse rimesso “in sesto”. Sapeva che sarebbe finita con Soma. Era consapevole che la loro separazione era prossima ed era solo questione di qualche mese scarso di “falsa convivenza”, poi sarebbe finita.
Da una parte era sollevata di aver raggiunto la verità prima che la loro relazione finisse: almeno non si sarebbe trovata impreparata al momento che lui l'avrebbe lasciata; dall'altra, aspettare il ritorno di Soma e il riassetto economico del suo ristorante, era diventata una tortura psicologica ed emozionale talmente angosciosa che quasi ogni giorno scoppiava a piangere all'improvviso, arrivando alla conclusione che al ritorno di Soma avrebbe messo fine lei stessa al loro rapporto o altrimenti si sarebbe dovuta imbottire di antidepressivi. Avrebbe chiuso con lui in ogni caso, anche se la situazione finanziaria della sua famiglia non fosse ancora tornata alla normalità, perché era diventato tutto assai insopportabile. Sapeva che sarebbe stata male ma non poteva fare in altro modo, né permettersi di perdere tempo a disperarsi o a mentire, oppure a nascondere come si sentisse davvero. Nei pochi giorni che era stata dai suoi genitori senza Soma, aveva riflettuto su questo prendendo finalmente la decisione che aveva trovato più sensata, per lei e per lui.
Appena tornato da Nagano gli avrebbe parlato e avrebbero rotto.
Nel frattempo che pensava alla sua scelta e rimetteva in ordine l'appartamento di Soma, infilando in valigia le ultime cose per ritornare al suo paese e lavorare a tempo pieno per quella settimana senza di lui, squillò il suo cellulare.
Dopo aver letto il nome di Takumi sullo schermo, si asciugò di sfuggita una lacrima, tirò su col naso e rispose sperando che quest'ultimo non si accorgesse della sua voce strozzata. -pronto Takumi-kun?-
-buongiorno Megumi!-
La voce rassicurante e allegra del ragazzo le scaldò subito il cuore, strappandole un sorriso.
-come stai? Tutto bene il Capodanno?-
-abbastanza bene. Te?-
-bene, direi. Siamo stati più che altro in famiglia.- raccontò con aria vivace.
-anch'io l'ho passato solo con i miei genitori e la gente di paese.-
-perché Soma non l'ha trascorso con voi?-
-no purtroppo. È dovuto tornare a Tokyo per lavoro.-
Megumi stava iniziando a dubitare anche di ciò che le aveva detto quando era sceso dalla campagna in anticipo. Aveva la sensazione che non l'avesse fatto solo per lavoro, ma non voleva pensarci proprio mentre parlava con Takumi a telefono. -capisco.- asserì quest'ultimo, dispiaciuto per loro. Poi constatò:
-l'Adashino C.B lo impegna parecchio.-
-già.- concordò lei -adesso è appena ripartito per Nagano con la società.-
-sì, mi aveva accennato che sarebbe stata la prossima tappa.
Però non mi aveva precisato il giorno della partenza.- proseguì lui.
-comunque Takumi-kun..- riprese lei, sentendo la necessità di cambiare discorso poiché, parlare del viaggio di Soma, significava pensare al fatto che lui e Nakiri sarebbero stati insieme per un'altra intera settimana e non era sicura di riuscire a mantenere la dovuta compostezza con Takumi. -..perché mi hai chiamato? Volevi dirmi qualcosa?-
-ti ho chiamato per sapere come stavi.- rispose -..anche se avrei un favore da chiederti e sei l'unica a cui posso farlo..- aggiunse timoroso. A Megumi apparse in seria difficoltà e pensò che le dovesse chiedere qualcosa di strano, ma lui l'aveva sostenuta tanto in questo periodo buio_anche se forse inconsapevolmente_ e voleva ricambiare perché ci teneva e chiaramente sapeva di provare qualcosa di più oltre l'amicizia, per Takumi, anche se i suoi sentimenti per Soma non erano svaniti. -chiedimi pure, Takumi-kun.- alla fine, quindi, si offrì di aiutarlo.
-grazie Megumi. Mi salvi.-
Takumi si aprì in una risata nervosa, lasciandola sempre più perplessa e incuriosita dal favore che voleva chiederle.
-per caso saresti libera nel fine settimana o lavori?-
Stava per rispondergli di non potere visto che aveva detto ai suoi genitori che li avrebbe aiutati il più possibile con il ristorante dato che Soma non c'era_anche se suo padre gli aveva detto sinceramente che non c'era problemi se si fosse presa un giorno di riposo, ma lei aveva rifiutato_. -perché sai.. Mito-san ha insistito con Isami per fare un'uscita a quattro: purtroppo ha frainteso che io sia fidanzato_non so cosa gli ha detto mio fratello per farla arrivare a tale conclusione_..-
Rise divertito dal pettegolezzo -..per cui ho pensato di invitare te per l'uscita, dato che non ho altre amiche femmine a cui chiedere. Ti scoccerebbe venire?- le propose puntualizzando:
-se è un problema non preoccuparti. Capisco.
Non è che me la prendo e posso immaginare che pensi sia una richiesta assurda.-
Calò il silenzio tra i due, che Megumi definì leggermente imbarazzante visto che tale proposta comprendeva il fingere di essere la presunta fidanzata di Takumi davanti a Mito e, dato quello che sentiva per lui, sarebbe stato l'ennesimo appuntamento tra loro. Cosa doveva fare? Accettare o no?
La voce di Takumi venne in suo soccorso nuovamente:
-scusa Megumi, non ho precisato che ho intenzione di chiarire il malinteso con Mito attraverso mio fratello; per cui, non è che dovrai fingere di essere la mia ragazza o qualcosa del genere..- precisò sottovoce, impacciato.
A quel punto Megumi sussultò, trovando il favore molto meno pesante ed imbarazzante di quello che si era aspettata e di conseguenza fattibile. Si scusò mentalmente con i suoi genitori e accettò l'invito:
-ok, se le cose stanno così, allora vengo volentieri.
Uscire e distrarmi non farà male: con tutto quello che sto passando ne ho bisogno.-
-penso anch'io che uscire ti farà bene.- sostenne lui, -almeno non pensi per un po' ai problemi economici della tua famiglia. Divertirsi è sempre un toccasana per l'umore e così mi fai anche compagnia, senza farmi sentire il terzo incomodo con mio fratello e la sua ragazza. Quindi, grazie Megumi.-
-grazie a te, Takumi-kun. E grazie della chiamata.- sorrise emozionata.
-sono contento che ti abbia fatto piacere.-
-allora ci sentiamo per questo fine settimana.-
-certo! Ti scrivo appena fisso con Isami e Mito.-
-d'accordo. A presto Takumi-kun.-
-a presto!- e con questo chiuse la conversazione.
Di nuovo, parlare con Takumi, l'aveva fatta sentire meglio ed era riuscito a farla ridere e a tirarle su il morale senza che glielo avesse chiesto. Forse era anche merito di Takumi se stava affrontando la critica situazione con Soma con più forza di quello che credeva ed era incredibile. Parlare con Takumi, oltre a rallegrarla, la faceva sentire bene e le trasmetteva sicurezza, premura, tranquillità.. facendola sentire meno sola. Non sapeva come, ma era consapevole di poter contare su Takumi in ogni momento e questo la rassicurava, la consolava, le impediva di buttarsi giù totalmente.
Cosa volevano dire tutte queste emozioni?
Era ovvio non essere solo amicizia, poiché sapeva di essere attratta anche fisicamente da lui. Amava ancora Soma, ma pian piano Takumi stava veramente entrando nel suo cuore? Probabilmente era così e forse l'unico impedimento a “lasciarsi completamente andare” con Takumi, a farsi cullare dai sentimenti che stavano nascendo per lui, a scoprirli ed ascoltarli, erano i radicati sentimenti per Soma. Magari, con il passare del tempo, sarebbe stata disposta ad esplorare anche ciò che sentiva per Takumi. Forse quando avesse chiuso del tutto con Soma, essendo costretta ad accettare la rottura definitiva. Ecco cos'era Takumi per lei: la sua “speranza” a ricominciare, a buttarsi in un nuovo amore, certamente diverso da quello con Soma ma ugualmente meritevole di essere vissuto. Non era il ripiego, perché i sentimenti per lui erano già iniziati quando stava ancora con Soma, era solamente una nuova possibilità. Non aveva prove che Takumi sentisse lo stesso per lei, ma alcuni atteggiamenti del ragazzo le avevano fatto capire che ci teneva molto. Vi era un'attrazione sottintesa tra loro, non esplicita perché entrambi condividevano uno stretto rapporto con Soma e non potevano permettersi di manifestarla apertamente, ma reale. E questo lo sapeva anche lei. Sentiva di provare qualcosa per Takumi e, sebbene fosse ingiusto verso Soma, neanche poteva negare tali emozioni dentro di lei. Ed ecco perché aveva accettato l'invito di Takumi quel fine settimana, sfruttando il giorno di riposo che le aveva offerto suo padre.
Non ce l'aveva fatta a dire di “no” a Takumi perché non voleva farlo e questo rispondeva già ai suoi sentimenti: a qualunque altra persona avrebbe detto di non potere, ma se si trattava di Takumi le era impossibile declinare l'invito.

 

****


Erano arrivati a Nagano e il congresso per il quale dovevano preparare il banchetto si sarebbe svolto all'interno della grande villa il penultimo giorno. Stavolta non avevano dovuto prenotare un hotel visto che la villa era dotata di un'infinità di stanze e il ricco imprenditore avrebbe ospitato loro dell'Adashino C.B alla sua villa, che tra l'altro era un conoscente del nonno di Nakiri ed era per questo che era stato così gentile da ospitarli nella sua residenza per una settimana.
La villa si trovava poco sotto alle piste da sci e vicinissimo agli impianti sciistici, tra le montagne innevate.
Il paesaggio era incantevole e le temperature, seppur basse, erano ideali per sciare.
Più o meno sapevano tutti sciare e l'unico a cui non piaceva farlo era Suzuki, che in quelle ore se ne stava alla villa a godersi tutti i maggiori servizi di lusso possibili.

Il primo giorno a Nagano, infatti, dopo aver svuotato e sistemato le valigie nelle proprie camere ed essere accolti da un ricco brunch di benvenuto organizzato dal proprietario della villa, chi sciava_lui compreso_ si era diretto agli impianti per fare lo skypass e noleggiare tutta l'attrezzatura da sci almeno per i primi cinque giorni: la mattina dopo avrebbero subito cominciato a sciare. E così il primo giorno era trascorso e anche il secondo era scorso bene e senza intoppi.
Soma aveva avuto modo di constatare, in quei due giorni di fitto sport invernale, che Nakiri non aveva stile nello sciare e probabilmente aveva iniziato solo da poco a farlo, infatti cercava di trattenere le risate ogni volta che la vedeva scendere tutta rigida dalle piste blu e rosse, e per ultima. Alice e Hisako invece erano molto brave e la piccola Marika era assai spigliata nello sciare, al contrario della madre. Alice gli aveva raccontato di essere stata lei a portarla la prima volta sulle montagne quando aveva quattro anni e ormai ci andava tutti gli anni, dunque erano già due anni che Marika sciava e aveva imparato alla svelta e non temeva le piste. Secondo quanto gli aveva raccontato Alice, poi, sembrava che anche Ryou fosse bravo a sciare ma non l'aveva ancora visto farlo perché doveva seguire Naoki che andava sullo slittino, nelle piste per bambini. Lui invece, grazie a suo padre, c'era andato spesso a sciare e aveva imparato bene.
Ciò che vi era di positivo quando salivano sulle piste, era il fatto che si trattava delle uniche ore in cui Suzuki non soffocava Nakiri con la sua presenza ed era proprio in questi momenti che loro due parlavano di più e poteva godersi la sua vicinanza, senza impedimenti, divertendosi anche con la piccola Marika.

Nel terzo giorno di sci avevano terminato tutti la pista rossa e si erano messi ad aspettare che anche Nakiri scendesse.
-certo che la mia cuginetta è proprio negata eh!- commentò Alice.
-Alice!- protestò Hisako. -non essere cattiva con lei!-
Marika rise allegra. -la mamma è brava in tutto, ma sciare non le riesce.-
-visto Hisako? Anche Marika lo dice ed è sua figlia.-
-Soma oniichan.. sei bravissimo a sciare!- esclamò incantata, la bimba, unendolo alla conversazione mentre seguiva con gli occhi la lenta discesa di Nakiri. -grazie piccola! Ma anche te sei davvero in gamba!-
Le fece un buffetto sul naso, l'unica parte del volto della bimba scoperta.
Marika sorrise compiaciuta dai complimenti.
-non potresti aiutare la mamma?- dopo gli domandò, speranzosa. -sono sicura che puoi aiutarla, Soma oniichan!-
Soma scoppiò a ridere. -per me non sarebbe un problema, ma è la tua mamma che è troppo orgogliosa per ammettere di essere negata e di aver bisogno di qualche lezione extra. Non me lo chiederebbe mai!-
Alice intervenne insidiosa:
-penso che la nostra Marika abbia avuto un'idea geniale.-
-non cominciare anche tu, Alice.- cercò di fermarla, Hisako, dalle sue idee bizzarre.
-quanto sei apprensiva Hisako! Cosa c'è di male nel crearle un'opportunità per migliorare il suo stile di sci?- indugiò su di lui -non credi anche tu, Yukihira-kun?-
-e cosa avresti in mente, Alice? Lo sai che non accetterà.-
-sono ancora le 10.00 di mattina.
Avete tempo finché non fa buio per una lezione extra, che ne dici? Troverò il modo di convincerla.-
Finalmente, intanto che Alice studiava il suo diabolico “piano”, anche Nakiri arrivò in fondo alla pista stravolta.
-non potete andare più piano?- guardò sua figlia, contrariata.
-anche tu Marika, non dovresti correre sulle piste. È pericoloso!-
-mamma.. sei troppo lenta.-
Nakiri incrociò le braccia, offesa dall'essere giudicata anche dalla figlia.
-siete voi che andate troppo veloci!-
Portò gli occhi su Hisako:
-almeno tu potresti aspettarmi! Perché ti fai influenzare da questi due?- sbottò, riferendosi a lui ed Alice.
Hisako si fece dispiaciuta:
-mi dispiace Erina, ma credo che noi andiamo ad un passo normale, è solo che tu hai paura ad aumentare anche se di poco la velocità e quindi resti indietro.- prima che Hisako potesse aggiungere altro, lui si intromise:
-Nakiri.. credo che il tuo problema non sia tanto la velocità, ma come usi le gambe e ti pieghi per curvare: nel modo in cui le usi le stanchi solo di più ed è per questo che rallenti la discesa e stanchi soprattutto le ginocchia.-
-Yukihira!- esplose risentita, -possibile che tu debba atteggiarti ad esperto in ogni campo?
Chi mi garantisce che il tuo modo di sciare sia giusto e migliore del mio?-
Soma rise divertito.
-non lo so se è giusto, ma sicuramente scendo più fluidamente di te.- la punzecchiò.
Nakiri sbuffò seccata. -allora cosa dovrei fare secondo te? Questo è il mio modo di sciare!-
-ovviamente sbagliato!- concluse Alice per lei. Strizzò di nascosto un occhiolino a lui e si affiancò a Nakiri.
-visto che Yukihira-kun sembra il più bravo di noi a sciare, che ne diresti di prendere qualche lezioncina extra con lui per oggi? Almeno non rallenti nemmeno me e Hisako.-
-stai scherzando Alice?!- esclamò oltraggiata, Nakiri. -neanche per sogno!
Figurati se mi faccio dare lezioni da un presuntuoso come lui!-
Soma sapeva sarebbe finita così.
-..e non posso lasciare Marika da sola con voi.- aggiunse.
La bambina si avvicinò alla mamma e le sorrise:
-non preoccuparti per me, mamma. Sto con Hisako e la zia Alice.
Soma oniichan ti insegnerà bene e poi torniamo insieme.-
Nakiri quasi si commosse dalle parole della figlia e sorprendentemente accettò l'idea di Alice:
-e va bene! Ma solo per oggi! Mi fanno troppo male le gambe e se c'è un modo per non sforzarle così tanto, allora meglio.-
Portò gli occhi di lato, vergognosa. -che ne dici Yukihira?-
Soma trovò adorabile la reazione impacciata di Erina, sorridendole.
Si avvicinò a lei spinto dall'occhiata data al casco, legato troppo molle, portò lentamente la mano verso la chiusura di esso, vicina al collo, e la guardò negli occhi lilla, intensamente. Fu occhiata profonda, magnetica, avida di desiderio e di sentimenti reciproci; e, non interrompendo quello sguardo affamato, le strinse meglio il casco suggerendole vicino alle labbra. -intanto legati per bene il casco, che è pericoloso se scivoli.-
Nakiri era rimasta colpita dal suo gesto e di fatto anche lui fissò le sue labbra rosee sopraffatto dalla voglia di baciarle soavemente. In quel momento il resto dei loro “compagni” di sci scomparve, lasciando spazio solo alla loro passionale attrazione -..e sì, sono disposto a darti lezioni extra.- sorrise rispondendo alla sua domanda, solo dopo una pausa di silenziosa seduzione. Marika andò verso di lui, togliendosi un attimo gli sci dai piedi.
-Soma oniichan.. per oggi ti lascio la mamma, ma domani tornate a sciare con me. Proteggila, ok?-
La tenerezza delle sue parole, gli strappò un battito.
-non preoccuparti piccola, insegnerò meglio alla mamma come usare le gambe e vedrai che domani sarà un po' migliorata.-
La bambina annuì concitata e allargò le braccia per abbracciarlo. -a dopo Soma oniichan.-
Successivamente andò anche da Nakiri, stringendola affettuosamente.
-ci vediamo dopo, mamma.-
-va bene tesoro.- le disse lei, -fai la brava con Hisako e Alice, e non esagerare con la velocità. Stai attenta, ok?-
-tranquilla, starò attenta.-
-nessun problema cuginetta, puoi contare sulle mie attenzioni.
Te pensa a divertiti con Yukihira-kun.- la raccomandò soddisfatta.
Nakiri le lanciò un'occhiataccia, ma non le rispose.

Poco dopo, lui e Nakiri si avviarono verso delle piste più fattibili e facili per esercitare le gambe di quest'ultima.


 
****


Era ormai un'ora piena che veniva sostenuta dalle mani di Yukihira mentre facevano qualche pista insieme. Già il contatto con le sue mani, anche se separate dai guanti di lui, la destabilizzava; così come il contatto visivo che avevano e le occhiate che si scambiavano: infatti, anche se le stava spiegando, alcune frasi le sfuggivano e finiva per fare il contrario di quello che le diceva di fare. -ecco, adesso incrina meglio le gambe?- le suggerì, distraendola e facendole spostare l'attenzione sugli sci.
-Nakiri.. non ti facevano così distratta! Quando cucini sei al massimo della concentrazione. Che ti succede?-
La stuzzicò dispettoso, sorridendo sbarazzino:
-può essere che la nostra vicinanza ti crei problemi a tal punto da non riuscire a seguire ciò che dico?-
Lei si aprì in una smorfia piccata, incrociando le braccia.
-figurati! È che non sai spiegare!- cercò di nascondere il rossore che le sue guance avevano assunto.
Lui ridacchiò sollazzato.
-come al solito preferisci mentire piuttosto che ammettere che sei in difficoltà perché ti sto reggendo per fianchi e le mani.-
Lei lo spinse via. -guarda che non hai bisogno di sostenermi così tanto!- brontolò stizzita:
-non è la prima volta che metto un paio di sci, sai?-
-lo so; solo che, per cambiare modo di usare le gambe, la possibilità di perdere l'equilibrio aumenta mentre fai la pista, invece se ti reggo eviti rovinose cadute.- protestò lui, sorridendo allegro e giustificando l'eccessivo sfioramento fisico. -comunque, già adesso sembra meglio.-
Lei sospirò arresa, incontrando i suoi occhi con aria malinconica:
-Yukihira.. perché hai accettato l'invito esplicito di mia cugina a lasciarci soli?
Mi pareva di averti già detto che avrei preferito evitarlo.-
-sto solo cercando di farti un favore, in modo che ti stanchi meno nello sciare.- disse lui.
-inoltre, almeno anche Marika sta più tranquilla.-
-nessuno ti costringe a farlo, sai? Le cose non cambieranno tra noi.
Non ho intenzione di venire da te, in ogni caso. Non posso farlo.-
-è il tuo “non poterlo fare” che non capisco, Nakiri.- insisté lui, facendole fare una leggera curva. Peccato che, uno degli sci si impiantò nella neve e si piegò facendola oscillare di lato: lui prontamente impedì la caduta e lei finì contro il suo petto, con la mano di lui dietro la schiena e le labbra in prossimità delle sue. Vide Yukihira soffermarsi attratto dai contorni delle sua bocca, continuando a stringerla contro il suo petto e lei, da quanto era incantata dal suo volto, non lo allontanò. -dovresti lasciarmi..- farfugliò timidamente, scostando gli occhi di lato in modo da controllare la sua voglia di fare lo stesso con le labbra di lui -..per questo dico che non dovevi stare al pericoloso gioco di Alice.- seguì bisbigliando insicura.
-sai bene cosa vorrei fare in questo momento, Nakiri.- confessò lui, sincero -e, al contrario di te, sono abbastanza grato ad Alice.- rise sereno -l'unico momento in cui Suzuki-san non è con te è quando siamo sulle piste da sci e, prendimi per un'opportunista, ma sono contento di poterti dare lezioni private.- le strizzò l'occhiolino compiaciuto.
Erina si sentì inizialmente incapace di rispondere perché dentro di lei sapeva di aver desiderato un momento per restare da sola con Yukihira e socializzare intimamente con lui, dall'altra sapeva che in questo modo non andavano da nessuna parte: non sarebbe mai riuscita a respingerlo definitamente e, più si frequentavano e passavano del tempo insieme come in quel momento_rischiando di baciarsi da un secondo all'altro_più tutte le sue convinzioni e la sua resistenza si indebolivano e venivano scavalcate dalla persistenza di Yukihira e il suo costante e ammaliante modo di sedurla.
-così non va Yukihira..- mormorò stancamente, -così non va..- ripeté ancora, amareggiata, fissandolo tristemente.
-cosa dovrei fare con te? È dura sai? Molto!-
Lui le accarezzò i lunghi capelli che fuoriuscivano dal cappello di lana nero_con il ponpon_che indossava, sorridendole dolcemente. -la situazione al ristorante di Megumi migliora ogni giorno di più, Nakiri: quando torniamo da Nagano chiuderò la nostra relazione in qualsiasi caso, che tu accetti di provare con me o meno.- precisò tranquillo -ti prego di considerare i tuoi sentimenti entro quel periodo. Quello che tu provi per me è abbastanza chiaro ogni momento che ci tocchiamo, come adesso, per cui spero che tu capisca che stare con una persona che non ami non fa bene a nessuno dei due e a lunga andare ti porterà a deprimerti.- proseguì -so che dopo che avrò finito il mio discorso tu mi respingerai ancora per proteggermi da non so cosa, ma sai quanto io sia insistente.-
Erina lo fissò dritto nelle iridi ambra, in silenzio, esplorando la fisicità del suo volto e cogliendo il cappello leggermente storto e d'istinto, talmente presa dal momento intenso, alzò le mani verso esso e glielo sistemò con cautela calando con la mano lungo la pelle del suo viso, in una amorevole carezza. -Yukihira.. un giorno capirai perché faccio questo e perché, per quanto provi i tuoi stessi sentimenti e quello che c'è tra noi sia reciprocamente vero, non posso stare con te.-
Gli aveva praticamente confessato di amarlo, anche se non aveva detto direttamente tali parole, ma il fatto che continuasse a dire di voler stare con Suzuki suonava ormai falso anche al suo cuore e Yukihira aveva pienamente capito che c'era un motivo preciso per cui si imponeva di rifiutarlo tutte le volte.
-Nakiri.. ti rendi conto di ciò che hai appena detto?- le fece notare, stringendola più forte a sé.
-come dovrei prendere tale confessione? Credi che dopo quello che hai detto, faccia un passo un indietro?
Sai che non lo farò.- puntualizzò nuovamente, sorridendole.
-anche se l'ho fatto, non cambiano le mie intenzioni.-
-allora perché, se la situazione è questa e quello che senti per me è reale, ti ostini a respingermi e non lasci Suzuki-san?-
In tutto questo, erano rimasti abbracciati di lato, nella pista da sci e si scaldavano a vicenda, godendosi la vicinanza fisica tanto accomodante, confortevole e passionale. Cercavano entrambi di resistere dall'unirsi in un succoso e lungo bacio. -anzi..- si corresse lui -..anche se non volessi provare con me, perché continui a stare con lui se non lo ami più?-
-il motivo per cui lo faccio, beh, sai che non te lo dirò.-
Cercò di trattenere le lacrime per il senso di colpa nel mentirgli di nuovo.
-c'entra Suzuki-san? Ti sta in qualche modo obbligando o ricattando a stare con lui? Oppure riguarda un'altra cosa?-
-Yukihira!- esclamò irritata dalla sua problematica invadenza, fissandolo in un misto di rabbia e tristezza.
-ti ho già chiesto di non farmi domande. Non c'entra Rokuro e soprattutto nemmeno lui sa alcune cose di me.
Non ci siamo mai aperti come dovremmo e forse questo ha contribuito ad allontanarci a vicenda.
Smettila di indagare su di me, ti fai solo male. Non sono affari che ti riguardano.-
Aveva parlato duramente mentendo tutto il tempo: faceva male e non sapeva come riuscisse a non scoppiare a piangere.
Fu a quel punto che colse l'occasione per separarsi da lui, delusa.
-so che mi riguardano perché altrimenti non avresti bisogno di proteggermi.-
Calò il silenzio tra i due ed Erina non rispose alla sue parole decidendo di cambiare completamente discorso:
-ho fame. Raggiungiamo il primo rifugio ed andiamo a mangiare. Credo che basti con le lezioni.-
Era stato un altro vano tentativo di fuggire dalla realtà.

Così, senza chiedere l'aiuto di Yukihira, fece per avviarsi per conto suo lungo la pista blu. Però, da quanto era infelice dell'ennesima conversazione avuta con Yukihira e distratta da tale pensiero, inciampò con gli sci rischiando di cadere ancora; fortunatamente lui l'aveva già raggiunta e, morale della favola: finirono distesi sulla neve, una sopra l'altro e per la seconda volta con le labbra pericolosamente vicine. Gli occhi di Yukihira indugiarono lungo la lieve scollatura della tuta da sci che indossava e, oltre a sentire la morbidezza del seno di Erina che solleticò il suo petto facendolo eccitare, adocchiò anche una collana in oro bianco con un ciondolo a forma di fiore, che sporgeva da tale scollatura. Yukihira salì verso essa con le mani ricoperte dai guanti, in una tenue carezza che la percosse di brividi lungo il corpo, immergendosi nei suoi occhi, abbozzando un sorriso esclusivo per lei e afferrando con cautela la collana. -questa..- cominciò pensieroso, non interrompendo il loro incontro di sguardi -..questa collana..- provò ancora -..l'avevi anche quella sera. La ricordo bene.-

 

****


Mentre Soma analizzava la collana e allo stesso tempo non distoglieva gli occhi dal volto di Nakiri, l'ennesimo ricordo di quella notte sopraggiunse.

Era seduto accanto a Takumi, che gli stava descrivendo la meravigliosa tesi che aveva preparato ed esposto per la sua discussione di laurea.  Per fortuna aveva ancora poco alcol in circolo, dunque riusciva a seguire bene il racconto del suo migliore amico e la sua soddisfazione per il risultato finale di essa, ma nello stesso tempo era inarrestabilmente impegnato ad osservare i movimenti e i gesti di Nakiri, con suo sommo stupore. Guardava attratto i suoi sorrisi brevi ad accennati mentre parlava con Arato e sua cugina, e distrattamente giocava con il ciondolo della collana che portava al collo latteo. Ogni sua movenza era incantevole, così come il modo con il quale nervosamente si mordeva il labbro inferiore e si inumidiva la bocca in un gesto spontaneo e femminile. Probabilmente era colpa della festosa atmosfera o forse anche il poco alcol che_per ora_aveva assunto gli stava dando prima del tempo alla testa, ma in quel momento trovò del tutto superficiale il racconto della splendida discussione di Takumi rispetto al fascino e alla bellezza eterea di Nakiri, seduta esattamente di fronte a loro; difatti, all'ennesima orgogliosa esagerazione del suo migliore amico, rispose disinteressato e pensieroso, tirando uno “sfondone” del tutto estraneo al suo racconto:
-dunque la professoressa ti ha detto che sei affascinante..-

Resasi conto troppo tardi di aver detto un'imbarazzante assurdità, portò gli occhi su Takumi vedendolo assottigliare gli occhi e aprirsi in un espressione confusa. -io non ho usato la parola “affascinante”..- stabilì solo, alquanto perplesso. -come ti è venuta questa? Ho detto che la professoressa ha trovato la mia tesi ben elaborata ed “esilarante”.
Stai bene, Soma? Dubito mi stessi ascoltando, hai proprio travisato il mio discorso.-

Lui si grattò la nuca dispiaciuto e a disagio per aver frainteso il discorso di Takumi.
Aveva in testa di aver appena trovato Nakiri affascinante e, rispondendo a Takumi, aveva assecondato la sua descrizione con tutt'altro termine da egli usato. Doveva essere proprio impazzito.

Scoppiò a ridere per la gaffe, giustificandosi:
-scusa Takumi, ho seguito fino ad un certo punto e poi sono andato altrove.-
-hai bevuto solo un cocktail per adesso, eppure hai fatto confusione.
Credo che tu lo regga davvero male, amico.- ridacchiò anche Takumi. Tuttavia, anche questa volta, Soma si era perso parte del discorso perché preso ad ascoltare la conversazione tra Nakiri, Alice e Hisako:

-questa collana è bellissima, Erina!- esultò la terza, guardandola ammirata.
-già, cuginetta.. vedo che te la stai “cianciando”, chi te l'ha regalata?-
-non è poi un granché.- rispose lei, piatta -sai.. come al solito oggi mio nonno mi ha presentato tre ragazzi papabili per essere i miei futuri mariti e uno di essi mi ha regalato questa collanina. Ci stava bene con il vestito e l'ho messa. Tutto qui. Non sopporto il fatto che voglia che, adesso laureata, trovi subito marito.- si lamentò:
-è veramente seccante e poi non ce n'è uno che mi attiri.-
-non sei costretta ad uscire per forza con qualcuno, no?- intervenne Hisako.
-sono d'accordo. Però, secondo me, invece di lamentarti dovresti essere contenta di avere tutti questi pretendenti.- si unì Alice, falsamente invidiosa -per me la tua popolarità è un affronto..- continuò sarcastica, -ma che ci possiamo fare.-
La fissò con sfida, ricambiata dall'altra.

-te dovresti stare zitta, Alice, che ti sei scelta da sola l'uomo con cui stare!- ribatté acida, infatti, riferendosi a Ryou.
Alice sorrise maliziosamente:

-in effetti sono stata più fortunata di te, cuginetta.- la punzecchiò impertinente, -ma questo non vuol dire che nonno ti costringerà a sposarti. Non è così tremendo.-
-lo so che non lo farà mai, ma è comunque una routine noiosa.-
-si può sapere come si chiama il ragazzo che ti ha regalato la collana?
Oppure eri così presa da essa che neanche ti ricordi il suo nome?-

-ti sbagli! Certo che lo ricordo!- sbottò davanti alle insinuazioni di Alice.
-allora come si chiama?- si intromise Hisako, curiosa, sorridendole affettuosa.
-Rokuro Suzuki.- asserì asciutta, lei, portando gli occhi altrove per celare l'imbarazzo.
-comunque, se anche iniziassi a frequentare qualcuno degli uomini che mi presenta mio nonno, di certo prima di decidere porterò la nostra conoscenza per le lunghe, soprattutto perché nessuno mi ha ancora attirato a tal punto da metterci insieme o iniziarci seriamente una relazione.-

-lo sappiamo che sei così, eppure le tue prime relazioni l'hai già avute.-
-ovvio, come tutti.- affermò altezzosamente -ma più di sei mesi non è mai durata: anche perché, appena venivano a sapere a quale famiglia appartengo, fuggivano come dei vigliacchi.- raccontò frustrata.

Le altre due ridacchiarono davanti all'espressione imbronciata di Nakiri, mentre lui ne rimase piacevolmente divertito; sebbene, appena aveva sentito di come viveva le relazioni Nakiri e chi le aveva regalato la collanina che si toccava inconsciamente, una vena di fastidio l'aveva assalito all'improvviso e senza alcun motivo.
Pensò che anche tale reazione dipendesse dai due cocktail che aveva ingerito e ci passò sopra.
Fu Takumi a scacciare momentaneamente il suo malessere, aprendogli in qualche modo gli occhi:

-ecco perché non mi ascoltavi! Stavi fissando Nakiri!-
Sembrava abbastanza sorpreso dal suo comportamento e si trovò d'accordo con lui, perché lui stesso ne era rimasto colpito e si era sentito strano pensando addirittura a quanto lei fosse bella e affascinante, attirato dalle sue espressioni, parole e movimenti involontari o meno, che trovò a dir poco adorabili. Scosse la testa sbigottito e Takumi seguitò:
-ti sei preso una cotta per lei?- ovviamente non si aspettava tale domanda e sussultò spiazzato.
-ma che stai dicendo? Non abbiamo mai avuto un vero rapporto. Solo che..- nemmeno sapeva come proseguire il discorso, quindi restò a metà frase aprendo e chiudendo la bocca meccanicamente.

Non gli sfuggì il sorriso comprensivo di Takumi e una pacca sulla spalla che lo accompagnò.
-non hai bisogno di rispondere, Soma, se non sai cosa dire.
In effetti Nakiri è molto bella, ma anche molto popolare e la sua famiglia non è certo semplice.- commentò riflessivo. -bevici su con il prossimo brindisi di festeggiamenti e vedrai che presto capirai cosa senti per lei e troverai la risposta alla domanda che ti ho fatto.-
Soma non ascoltò fino in fondo le parole del suo amico, ma l'essenza del discorso gli era arrivata chiaramente. Successivamente si alzò con Takumi per andare ad ordinare un altro “shottino” sperando di buttare giù quella strana sensazione al pensiero di Nakiri e, nel momento in cui si alzò dal divanetto con quest'ultimo, ella indugiò su di lui e si guardarono per dei secondi indefiniti ma intensi. 
L'unica reazione che trovò adeguata e più naturale per nascondere la confusione e il disagio emozionale, fu alzare la mano verso di lei in segno di saluto e regalarle un piccolo sorriso che in qualche modo la fece arrossire e distogliere lo sguardo in uno scatto fulmineo.
Al ritorno con il nuovo “shottino” e dopo essere tornati a sedere sul divanetto, un'altra volta si ritrovarono a guardarsi nello stesso attimo sfuggente e, d'impulso, mandò giù di colpo lo “shottino” svuotando il bicchierino e avvertendo lo stomaco bruciare violentemente a tal punto da scatenargli qualche colpetto tosse che Takumi cercò di calmare con delle piccole botte sulla schiena. -bevi con calma, Soma.- lo assisté amichevolmente.
-penso di avere qualche problema di alcol, Takumi, mi sento strano.- ammise infine, al suo amico. -non capisco..-
-dai tempo al tempo, amico.- lo incoraggiò l'altro, sorridendo saggiamente.
A Soma dette l'impressione che il suo migliore amico avesse capito tutto prima di lui, nonostante lo stato d'animo attuale in cui si trovava fosse qualcosa di personale..

-può darsi.- concordò Nakiri, quando tornò al presente con la mente.
-sono sicuro di questo.- sostenne ancora. -te l'ha regalata Suzuki-san.-
Sapeva di aver detto quelle parole con una punta di irritazione, che non scappò a Nakiri.
-come fai a saperlo?- era meravigliata.
-perché quella sera ne parlasti con Arato e Alice. Dicesti il suo nome.-
-perché stai ricordando questo mentre siamo uno sopra l'altro?-
-perché ho visto la collana e ho ricordato. Quella sera ti ho osservato molto e allora non capivo cosa sentissi per te.
Quindi, tu e Suzuki-san vi siete conosciuti il giorno della tua laurea?-
-sì, esatto.- confermò lei -poi da lì lui ha continuato a venire alla reggia di mio nonno, sempre più spesso, partecipando a quasi tutte le feste e banchetti organizzati dalla famiglia Nakiri e questo per tre anni abbondanti. Dopodiché abbiamo iniziato a frequentarci ufficialmente da soli.- raccontò, -per il fatto che ero rimasta incinta di Marika e per i primi periodi dopo la sua nascita non potevo dedicare la mia attenzione a nessun altro perché lei era troppo piccola.
Ma perché te lo sto dicendo? No anzi.. perché ti interessa saperlo?-
-non ho un motivo particolare. Solo che anche allora, quando ti sentii parlare di lui, avvertii un certo fastidio.
Come adesso che mi hai descritto com'è andata tra voi. Credo realmente che c'è sempre stato qualcosa di sottinteso tra noi nei nostri anni scolastici. Rimpiango di non essere tornato a cercarti dopo quella notte, Nakiri.
Magari adesso non ti ostineresti a stare con lui.-
Portò una mano sul suo volto, sorridendole con aria inquieta. Le guance di lei erano gelate a causa della bassa temperatura.
-sarebbe cambiato qualcosa se ti avessi cercato?
Quello da cui stai cercando di proteggermi lo avremmo potuto affrontare insieme?-
Nakiri portò la testa di lato, sentendo il contatto con la neve bianca.
-non sarebbe cambiato niente.- rivelò mentendo nuovamente, asciugandosi una lacrima che scese dalla guancia.
-in ogni caso, Yukihira, non possiamo tornare indietro. Non avremmo dovuto andare a letto insieme, quella notte.-
-dunque, ti sei pentita di essere venuta a letto con me quel giorno?-
Non rispose subito, segno che non sarebbe stata una dichiarazione né sincera né convincente.
-per quanto mi riguarda, farei la stessa cosa.- allora lui rispose per primo.
Le rivolse un sorriso solare ed autentico, che le garantiva la sua sincerità.
-se non fosse stato per quella notte forse non avremmo mai capito cosa provavamo, e proviamo ancora, l'uno per l'altra. Non lo credi anche tu? ed è per questo che non dimentico.-
-non puoi avere la certezza di questo, Yukihira.- lo smontò ancora, gelida.
Lui non si fece intimidire e la “spiaccicò” di più contro il suo petto.
-voglio stare con te, Nakiri.- sussurrò nel suo orecchio, scostando il cappellino da esso, con leggerezza.
-non riuscirò a resisterti a lungo, come puoi sentire e vedere anche adesso.-
Lei arrossì davanti a quell'affermazione, avvertendo la sua eccitazione sfiorare il suo inguine.
Soma tornò a posare gli occhi sulle sue labbra, talmente vicine alle sue che quasi poteva immaginarsi e ricordarne la loro morbidezza. Erano più rosse e gonfie del solito a causa del freddo e delle alture montane. Poteva sentire il caldo respiro di Nakiri stuzzicagli il viso e il profumo della lunga chioma bionda invadere tutto lo spazio circostante, la loro sofficità tastare i suoi polpastrelli. Quel momento fu deleterio e nessuno dei due fu capace di spostarsi da quella traumatica posizione per la loro fatale attrazione e di conseguenza Soma non riuscì a controllare i suoi desideri e finì per unire le labbra con quelle di Nakiri in un bacio famelico, mordace, passionale.. che si trasformò ben presto in un incontro di lingue che si cercavano, si esploravano con così viva voglia di sentirsi e assaggiarsi quasi come se fosse la prima e l'ultima. La mani di Nakiri affondarono tra i suoi ciuffi_ora scoperti dal cappello perché nell'audace movimento l'aveva perso_ trascinata dall'attimo, con forza, desiderio. Una presa così incandescente che trasmise a Soma tutti i sentimenti di Nakiri e la sua voglia di stringerlo, toccarlo, baciarlo con trasporto. Da parte sua, lui invece, avvolse la braccia attorno alla schiena di lei, accarezzando con avidità ogni parte del suo corpo e scendendo dalle labbra verso il suo collo, baciando, leccando e mordicchiando anch'esso ripetutamente, per poi tornare a succhiarle le labbra, a giocare con esse, ed a vezzeggiare i suoi glutei in una salda tattilità. Non si resero immediatamente conto di essere in mezzo alle piste e, fortunatamente per loro, era ora di pranzo e quasi tutti gli sciatori a mangiare. Le piste, per cui, erano svuotate e silenziose; solo i gemiti di apprezzamento di lei e i respiri affannati di entrambi a ravvivarle. Continuarono a baciarsi con foga, in uno scambio intimo, esageratamente atteso e profondo di lingue, risentendo le emozioni, le sensazioni, i sentimenti, perfino sulla loro pelle.. il momento in cui quella notte di sei anni fa avevano unito per la prima volta le labbra scoprendo un'intesa sessuale, emozionale, un'attrazione caratteriale e fisica magnetica, e realizzando sentimenti radicati in loro forse da tempo. Latenti.
Fu un bacio potente, lungo, che venne bloccato da lei che si alzò di scatto da lui battendo il sedere a terra vista la pesantezza degli sci. -accidenti Yukihira!- esplose avvampando. -cos'ho fatto?-
Era disperata e anche lui avvertì pian piano i sensi di colpa verso Megumi, quando il momento di forte eccitamento corporale iniziò ad assopirsi. -non doveva succedere!- gridò agitata, -perché mi hai baciato?-
-mi dispiace Nakiri.- disse solo -hai ragione.- abbassò gli occhi a terra deluso da se stesso e invaso dai sensi di colpa verso Megumi; tuttavia, si sentiva ancora fortemente travolto da quel bacio e, benché la fitta dolorosa al petto che sentiva per aver baciato un'altra ancora da impegnato, sentiva ipocritamente di aver fatto la cosa giusta perché guidato dai suoi veri sentimenti. Dalle emozioni che gli accendeva solo Nakiri e così riprese:
-però, nonostante questo, mi è servito a confermare completamente le mie incertezze su Megumi. Non mi sono mai sentito così preso da lei e adesso l'ho chiaro anche attraverso il contatto fisico con te. Ti desidero Nakiri ed è di te che sono innamorato. Hai risposto al bacio con la stessa esigenza fisica mia, quindi anche tu hai provato lo stesso o sbaglio?-
-anche se avessi provato lo stesso, non cambia che non posso stare con te!
Non doveva succedere, Yukihira. Non dovevamo lasciarmi andare.-
Si mise la mano tra i capelli, scossa dalla situazione:
-e ora? Se lo sapesse Rokuro..- annaspò preoccupata.
-è tutta colpa tua, Yukihira!- tuonò, poi, accusatoria.
-davvero non capisci la mia situazione? Perché agisci sempre senza considerare le ripercussioni?-
Soma si avvicinò provando a rassicurarla con protezione e sicurezza:
-Suzuki-san non lo verrà mai a sapere. Era inevitabile che sarebbe successo. Quanto pensi avremmo resistito con quello che proviamo? Ho fatto la stessa cattiveria a Megumi, ma è anche vero che io ho già chiari i miei sentimenti e lascerò Megumi tornati da Nagano. Tu che farai invece? cosa senti?-
Erina sbuffò. - cosa sento non conta. Anche se lasciassi Rokuro, non verrei da te.- decretò fredda e decisa.
Lui si avvicinò ulteriormente a lei, si tolse gli sci_lei lo aveva già fatto mentre si sfogava su quello che era successo_e l'abbracciò. -Nakiri.. perché non proviamo? Cosa ti frena dal farlo?
Qualunque cosa te lo impedisca, possiamo affrontarlo insieme.-
-non puoi e non devi saperlo, Yukihira.- persisté perentoria, lasciandosi comunque abbracciare.
-questo non dovevi farlo! Smettila di tentarmi! Un bacio è già qualcosa che non doveva succedere e adesso avremo i sensi di colpa con i nostri compagni. Come pensi che staremo?-
Cominciò a dare dei pugni al suo petto, irrequieta e angosciata.
-desidero solo rientrare alla villa e nei prossimi giorni, finché non si torna da Nagano, cercheremo di non avere rapporti solo se non è strettamente necessario. Chiaro?- lo allontanò controvoglia, e lui non poté fare a meno di accettare quella condizione. -per cui smettila di influenzarmi. Lo sai che non posso e non voglio permettermelo.-
-va bene, Nakiri. Penso anch'io che sia la soluzione migliore, almeno finché sto ancora con Megumi. Ma sai che prima o poi dovrai accettare di non provare più nulla per Suzuki-san? Inoltre, pensi di riuscire ad importi di non avere contatti fisici con me con quello che proviamo e con l'attrazione che condividiamo? Soprattutto ora che si è accesa di nuovo.
Non sarà facile e sappi che non lascerò stare perché non voglio avere più rimpianti. Mi seccano.
Non voglio ripetere l'errore di quella notte e scoprirò il motivo per cui stai cercando di proteggermi.
Sai quanto io sia determinato.- arricciò un sorriso orgoglioso e furbastro, lasciandole un bacio dolce sulla fronte.
Lei provò a scansarsi all'ennesimo contatto, ma il suo desiderio di non farlo fu più forte di lei.
Alzò le iridi lilla verso di lui, lo guardò in una smorfia addolorata.
-la tua insistenza è inutile, Yukihira, e anche concludere la relazione con Rokuro lo è, sebbene i miei sentimenti per te.
Sai perché? Perché quando le tue ricerche su di me arriveranno al “pettine”, le cose tra noi cambieranno per sempre e anche i tuoi sentimenti finiranno per vacillare. Non avrai più la forza di insistere come fai adesso e tutti i tuoi sforzi fatti per conquistarmi ti risulteranno solamente una perdita di tempo.
È proprio per questo che non credo sia un bene stare insieme, per entrambi.-
Lui sgranò gli occhi scioccato dalle sue parole e per qualche secondo indefinito non riuscì neppure a ribattere.
-cosa stai dicendo, Nakiri?-
-quello che ho detto, Yukihira.- ribadì schiva, sorpassandolo.
Raccolse gli sci da terra e se li mise in spalla per avviarsi verso il rifugio camminando_meno male mancava poco alla fine della pista_. -se è l'unico modo che ho per allontanarti da me, allora continuerò ad usarlo.- riprese, dandogli le spalle.
-non mi farai domande, giusto? Sai che non ti risponderò. Sai anche che costringermi a farlo ti farà solo perdere punti con me: ho intenzione di sfruttare tutto il possibile per proteggerti da qualcosa che ti farebbe solo male.-
Si fermò in mezzo alla pista per voltarsi verso di lui e sostenere fieramente il suo sguardo:
-esattamente! Hai ragione Yukihira: non voglio stare con te perché sto cercando di proteggerti da qualcosa.
In tutta sincerità, questo è il mio modo di preoccuparmi per te e di dimostrarti cosa sei per me. Ti prego rispettalo.-
Soma era allibito e per la prima volta riscontrò delle discrete difficoltà nel replicare alle parole di Nakiri. Nonostante quelle parole facessero male, così come l'ennesimo rifiuto di lei, esse gli avevano anche strappato un battito mai causato da nessuno. Era commosso dalle sue parole perché, benché non volesse stare con lui, il fatto che fosse tanto determinata a proteggerlo non poteva che significare quanto lei lo amasse davvero. Nakiri non aveva detto direttamente di amarlo, ma quelle parole erano sicuramente la prova che così era. Però, anche con questo, non era tipo da farsi proteggere da una donna e proprio per tale motivo aveva bisogno di scoprire il prima possibile da cosa lo stesse proteggendo; poiché, farlo, l'avrebbe aiutata ad uscire da una relazione che non era più tale da mesi. Era diventata per scostata.
-credi che dicendo queste parole, Nakiri..- si affiancò a lei afferrandola per un braccio -..rinuncerò a te? Sai che odio essere protetto dagli altri, soprattutto da te. Non ne ho bisogno e certamente farò in modo da non essere protetto.-
-fai come ti pare, Yukihira, ma considera anche la possibilità di star perdendo tempo prezioso e che le tue scelte potrebbero non andare a buon fine come invece speri facciano. So che, testardo come sei, quello che ho detto non ti fermerà dal provare ad ottenermi. Tuttavia.. è l'unico modo che ho per proteggerti e non smetterò di farlo solo perché va contro i tuoi principi essere tutelato da una donna. Nemmeno io cederò finché posso.-
Gli occhi di Nakiri erano coscienti, sicuri, non possedevano la benché minima incertezza mentre dicevano quelle parole e lui ne rimase seriamente affascinato. Il suo atteggiamento, ad ogni modo, l'aveva solamente convinto di più che lei era la donna con cui voleva passare il resto della sua vita. Nakiri era abile nel tenergli testa e lui aveva bisogno di questo.
Lo era sempre stata, in qualsiasi campo, e la sua personalità combattiva era un'altra parte di lei che lo faceva impazzire e che sinceramente ammirava perché era capace di non annoiarlo e di rendere imprevedibile tutta la sua conquista, che si faceva sempre più avvincente e specialmente ora che era abbastanza sicuro che lei provasse lo stesso.
In egual modo era curioso di sapere i motivi dei suoi costanti rifiuti, non dettati da un vero desiderio di respingerlo per mancanza di sentimenti, ma per qualcosa che la assillava e le impediva di essere felice con lui.
Se l'avesse lasciata sola in questo momento, se avesse accettato le sue condizioni di “lasciar stare” anche se non era una sua vera volontà, allora il piano di farla diventare la sua donna e di proteggerla da un triste futuro sarebbe stato sicuramente destinato a fallire. No, doveva restarle accanto: sapeva che tale scelta era quella più giusta per raggiungerla davvero.
-allora prenderò il nostro rapporto come una sfida e una protezione reciproca. Non sopporto di essere tutelato da te, è vero, ma so anche che non posso impedirti di agire come stai facendo.
Però nemmeno io posso rinunciare dal farlo: questo già lo sai. Sai anche che non mi tirerò indietro.-
Si scambiarono un'altra occhiata intensa e Nakiri fu la prima ad interromperla:
-adesso puoi anche lasciarmi il braccio. Ci siamo detti quello che volevamo, ma la distanza che ho stabilito dopo quello che è successo prima non cambierà. Non so come tu ti senta verso Megumi, ma io non voglio ferire Rokuro e assolutamente non voglio che lo venga a sapere. Non deve più succedere.-
-rispetterò ciò che abbiamo deciso, ma tornati da Nagano lascerò Megumi ugualmente.
È giusto che la liberi da un rapporto che non avrà futuro, poiché i sentimenti che provavo per lei non esistono più.-
-fai come vuoi, basta che tu non ti penta nella tua scelta quando l'avrai fatto.-
-no, perché penso sia la cosa migliore.-
Detto questo, i due ripresero a camminare con gli sci sulla spalla fino al rifugio più vicino per pranzare.
-dopo pranzo torniamo dagli altri.-
Quelle furono le ultime parole di Nakiri, a cui lui annuì concorde.



 
****


Tornati alla villa dopo la giornata di sci, Erina non aveva smesso di ricordare nella sua testa il bacio appassionato con Yukihira: sentiva ancora le sue labbra tiepide e morbide sulle sue, le mani sul suo corpo che la accarezzavano con focosa bramosia e che le avevano acceso la nostalgia di quella notte trascorsa con lui e la voglia di riviverla, una forte mancanza del suo tocco, il desiderio della sua pelle contro il suo corpo e addirittura la piacevole e compiacente sensazione del suo membro eccitato che faceva pressione contro il suo inguine. A quell'ultimo pensiero si vergognò profondamente della sua volgare immoralità e per aver gradito di essere desiderata così tanto. Tutto dunque. Era stato difficile separarsi da lui.
Lo era stato altrettanto interrompere la vicinanza fisica e quel bacio che le aveva trasmesso emozionalmente tanto di più di quelli che per anni si era scambiata con Rokuro. Se si fosse spinta oltre cosa sarebbe successo?
Era chiaro che, se si fosse trovata in una camera da sola con Yukihira e non distesa sulla neve, il controllo sarebbe venuto meno finendo per avere un rapporto completo che purtroppo per lei sentiva di voler ripetere da tempo con Yukihira e certamente i ricordi di quella notte, sempre nitidi, e la sua persistenza nel volerla “fare sua” non l'aiutavano a sopprimere quella peccaminosa “fantasia” e il romanticismo passionale che aveva provato quella notte che l'aveva talmente estasiata da lasciare il segno dentro al suo cuore, a tal punto da sentire il morboso bisogno della presenza di Yukihira sulla sua pelle, nella sua vita, nel suo cuore. Nei suoi ricordi. Adesso anche nel suo presente. Ora che si erano baciati nuovamente più che mai. Adesso che era riscattato tutto. Forse Yukihira aveva ragione. Forse se non avessero trascorso quella notte insieme, nessuno dei due avrebbe capito di amarsi a vicenda. Lei davvero non rimpiangeva quella sera come aveva fatto credere a lui e non solo perché da quella era nata Marika, ma anche perché aveva provato tanto e, nonostante la sbronza, aveva veramente sentito di amare profondamente qualcuno e il momento vissuto, avvertendo un affinità di sentimenti indimenticabile, rara, in qualche modo dolcemente prepotente ed invasiva. Cicatrizzante. Mai più rivissuta.
Voleva proteggere Yukihira dallo scoprire la verità distruggendo così l'immagine irrealistica che egli aveva di lei, in maniera che lui sarebbe fuggito e rimasto deluso, lasciandola sola al suo amaro rimpianto. Sapeva che l'avrebbe scoperto presto_non si sarebbe tirato indietro pur di stare con lei_ma si sentiva veramente egoista a voler ritardare maggiormente la “rivelazione” soprattutto per impedire il suo inevitabile abbandono sentimentale. Stava cercando finché poteva di allontanarlo da lei, ma cosa avrebbe fatto quando ad un certo punto sarebbe crollata? Perché sì, sarebbe successo.
Non era abbastanza forte da riuscire a fronteggiare i suoi sentimenti per Yukihira fino alla fine, in eterno, in special modo adesso che si vedevano praticamente tutti i giorni. Avrebbe ceduto alle sue emozioni, ne era consapevole.
Anche in quel momento, ad esempio, non riusciva a non pensare a quel bacio mozzafiato e voleva di più.
Voleva stare con lui; e, proprio per questo, fintantoché ce la faceva a resistere_a fatica_in qualche modo, doveva sfruttare le poche forze che le erano rimaste per respingerlo.
Bussarono alla porta della sua camera e “vide la luce” quando Rokuro comparve davanti a lei.
Non riusciva a cancellare le emozioni del bacio con Yukihira, dunque sperò che Rokuro fosse la soluzione a farle dimenticare per un po' quel momento. -Rokuro..- gli regalò un sorriso di circostanza.
-Erina.. tra poco bisogna scendere a cena. Come mai non sei ancora pronta?-
Da quanto era avvolta dai pensieri, non si era accorta di essere rimasta in intimo per diversi minuti: infatti Rokuro non smetteva di esplorare il suo corpo con compiaciuto apprezzamento e lei decise di usare la sua attenzione:
-non ho ancora fame.-
Si portò davanti a lui e iniziò a carezzargli il collo, in un tentativo di sedurlo.
-Marika è con Alice. Che ne dici?-
Esplorò in una carezza, con il dito, scendendo lentamente con esso lungo il petto di Rokuro continuando a fissarlo negli occhi e avvicinando le labbra. -scendiamo più tardi?- propose suadente, vicino alle sue labbra carnose.
Rokuro era confuso dal suo atteggiamento e lei sapeva perché: era un po' che non mostrava un desiderio tanto esplicito nei suoi confronti, anche se solo lei sapeva essere una disperata via di fuga dai sentimenti per Yukihira.
Comunque, il seducente modo adottato per vedere di rimuovere per un po' le sensazioni provate con Yukihira, sembrò avere successo con il suo compagno.
-non so cosa pensare di questo comportamento, Erina, stai davvero cercando di sedurmi come non facevi da tempo?-
Avvolse le mani attorno alla sua vita fine e calò nei pressi della sua clavicola scoperta per baciarla e assaggiarla con assetata risposta alle sue manifestazioni affettive. Lei circondò le mani attorno al collo di Rokuro e sfiorò le sue labbra, per poi approfondire il bacio. Quando si staccò per riprendere fiato, rispose audacemente:
-perché sei tanto stupito, Rokuro?
Credo solo che ultimamente le nostre prestazioni sessuali siano state un po' piatte. Vorresti rimediare?-
Si sentiva davvero un'opportunista ad usare il corpo di Rokuro nella speranza di appagare il suo desiderio verso Yukihira e ancora di più quando lui le sorrise compiaciuto dalla sua proposta. -direi che è un'ottima idea!-
Fu a quel punto che ogni parte di tessuto che copriva il suo corpo volò via in un brevissimo secondo, portandola a fare lo stesso con gli eleganti abiti di Rokuro.

Il rapporto completo fu assai piacevole e apprezzato da ambedue, sicuramente più di altre volte che si erano uniti, ma questo non servì affatto a cancellare il piacere irrazionale e gustoso, impeccabile, sentimentalmente forte, che aveva provato sentendo le mani di Yukihira sul suo corpo e le loro lingue che si cercavano con folle e nostalgica trepidazione.
Ovviamente la differenza era netta. Assai netta. Molto. Che stupida era stata?
Veramente aveva pensato che facendo l'amore con Rokuro avrebbe cancellato le sensazioni che solo Yukihira le donava?

Era stata proprio ingenua a sperarci: era chiaro che quella sensazione di inappagamento e infelicità non sarebbe svanita, visto che lei lo amava a tal punto da avere paura delle sue reazioni davanti alla verità.
Era innamorata di lui perfino da temere il suo distacco o il suo odio. La sua amarezza di fronte alla schifosa persona che era stata negandogli una figlia a sua insaputa. E soprattutto si vergognava della codardia nell'avere paura a confessargli tutto, a scusarsi della sua sbagliata scelta: non ci riusciva perché aveva il terrore di non essere mai perdonata ed era costantemente angosciata dal senso di colpa. Ed era proprio per questo che si imponeva di proteggerlo dalla sofferenza e si rifiutava di stare con lui sapendo di non poterselo meritare per ciò che aveva fatto. Poteva provare di tutto, ma purtroppo nulla avrebbe permesso che l'amore nei confronti di Yukihira cessasse. Neanche quello che aveva fatto la spingeva ad allontanarsi da lui. Non ne era semplicemente capace.
Un paio di lacrime scesero dai suoi occhi e Rokuro, ormai ripresosi dall'orgasmo, se ne accorse e ne fu dispiaciuto:
-cosa ti prende, Erina? Perché stai piangendo all'improvviso?-
Lei scosse la testa amareggiata.
-niente. Ho pensato ad una cosa triste.-
-di cosa si tratta?- chiese apprensivo, asciugandole le lacrime con le dita.
-ho ricordato un momento con mia madre.-
Fu costretta a mentirgli, poiché non era riuscita a gestire l'emotività. -scusami Rokuro..-
Si scoprì dal lenzuolo di seta perlata e si portò a sedere.
-..forse è meglio rivestirsi ed andare a mangiare, che ci aspettano tutti.-
Così fece, prendendo gli abiti per rivestirsi. Lui fece lo stesso e d'istinto l'abbracciò da dietro:
-se hai bisogno di parlare, sai che ci sono.-
-lo so.- annuì grata, posando la mano sul suo braccio che circondava il suo collo e sentendosi sempre più in colpa verso di lui: per averlo tradito poche ore fa e per non amarlo allo stesso modo.
Rokuro, nel scarso tentativo di alzarle il morale, le bisbigliò al suo orecchio malizioso:
-certo che era un po' che non ci sentivamo così appagati dopo un rapporto, eh?
Pensi che riusciremo a tornare la coppia che eravamo prima, ora?-
Erina sobbalzò, incapace di rispondere subito a quella constatazione.
-già..- disse solo -..forse ci riusciremo.-
Cercò di essere il più convincente possibile con quelle parole, ma dentro di lei sapeva che era un “sogno” impossibile: restava con Rokuro unicamente perché altrimenti si sarebbe sentita sola e perché era diventata abitudine, visto che con la persona che veramente amava non poteva stare. Sapeva essere una motivazione pietosa, ma non riusciva a lasciare Rokuro perché, ridicolmente, faceva da ennesimo ostacolo, giustificandole l'impossibilità di una relazione con Yukihira.
Era da pazzi, vero? Sì, sapeva esserlo. Era da malati? Sì, lo era.
Eppure, avere la “scusa” di stare con Rokuro a portata di mano, la sollecitava dallo stare distante da Yukihira, dal non assecondare i sentimenti per lui e dal ritardare il momento della verità. Era diventato essenzialmente un rapporto utilitaristico. Socchiuse gli occhi cercando di controllare le lacrime che minacciavano nuovamente di sgorgare da essi.
Sciolse la presa di Rokuro e gli donò un sorriso costruito, dicendo:
-grazie del sostegno. Andiamo dagli altri? Marika ci sta aspettando.-
Lui annuì legando il braccio dietro alla sua schiena, amorevolmente, e insieme si avviarono per cenare con il resto dei loro colleghi. Il pensiero di Yukihira continuò a devastarla sera e notte, pesantemente.



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Angolo autrice: finalmente sono riuscita a pubblicare il nuovo cap! mi scuso profondamente per l'enorme ritardo; ma, come avevo anticipato, i miei impegni sono ricominciati tutti insieme e sono riuscita a trovare il tempo solo durante in questi giorni di festa per continuare. Purtroppo la situazione con le pubblicazioni continuerà ad essere tale, dunque non so quanto tempo ci metterò a pubblicare il prox cap (spero meno di un mese, ma non garantisco.. ç____ç).
Cosa ne pensate di questo cap? come avrete visto, Soma ed Erina si sono baciati e per la prima sta diventando sempre più difficile resistere ai sentimenti provati per Soma e anche il suo rapporto con Rokuro è diventato doloroso. L'unico motivo che la spinge a resistere a Soma è proprio la paura di perderlo scoperta la verità. Come avete visto la scena del bacio? è stata abbastanza intensa? sono riuscita ad esprimere il coinvolgimento di Erina e Soma e quanto follemente si desiderano? :P non abbiate paura a dirmi cosa ne pensate! XD allo stesso tempo, ho raccontato un altro sprazzo di quella notte passata.
Esattamente, Erina ha conosciuto Rokuro proprio quel giorno (anche se si sono messi insieme molti anni dopo a causa del fatto che lei era incinta di Marika e sarebbe stato piuttosto complesso. E voleva dedicarsi solo alla figlia). Sorpresi?
Il flashback come vi è sembrato? fatemi sapere! *___* risponderò alle vostre recensioni il prima possibile, abbiate pazienza per i miei continui ritardi :( spero solo che non smetterete di seguirmi a causa di questo D:
Grazie ancora di tutto a chi ha messo la mia storia a preferite/seguite e a chi mi recensisce sempre!^^

Spero a presto!! ;D
Un bacione immenso! <3 <3 Erina91

 
  
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