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Autore: Shadow writer    26/12/2016    2 recensioni
Dopo l'ultimo caso, che ha messo in discussione la sua carriera e la sua vita, il detective Harrison Graham credeva di aver finalmente trovato la pace insieme alla figlia, Emilia, e alla donna che ama, Tess. Ma un nuovo ed imprevisto caso lo trascina in un'indagine apparentemente inverosimile, in cui nulla è ciò che appare e nessuno appare per ciò che è. La ricerca lo costringe a collaborare con il suo acerrimo nemico, Gibson, ma soprattutto porta alla luce il fantasma del passato di una persona a lui molto, molto vicina, e a realizzare che forse, il detective non l'ha mai conosciuta veramente...
[AVVISO: "Smoke and Mirrors" è il seguito di "Blink of an eye", che potete trovare sul mio profilo]
Genere: Mistero, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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6_ Contrasti



 
 
Lunedì
Tess guardava i bambini davanti a sé, assorta.
Ha ragione chi considerava l'infanzia come un periodo magico, constatò la donna.
Lei era abituata a vedere gli studenti delle medie, che ormai avevano perso l'incanto dei bambini e conservavano i sogni dentro di sé insieme all'amaro realismo.
I bambini, invece, parevano non appartenere a questa realtà. I loro occhi avevano filtri speciali con cui guardare il mondo, la loro bocca era sincera e raramente c'era malignità nei loro gesti.
Erano spontanei, trasparenti e presi dalla curiosità per ciò che li circondava.
Tess aveva accompagnato Emi al compleanno di un suo compagno ed inizialmente la bimba le era rimasta incollata, troppo timida per unirsi agli altri. La donna l'aveva esortata a raggiungere i suoi compagni che giocavano e solo dopo parecchie insistenze, aveva acconsentito.
Tess l'aveva guardata mentre prima osservava gli altri bambini senza parlare, poi poco alla volta si avvicinava e infine entrava a far parte dei giochi.
A sua volta anche la donna si era dovuta inserire nel gruppo delle mamme che chiacchieravano tra loro.
«Ieri finalmente sono riuscita a convincere Jake a mangiare senza guardare i cartoni animati» stava dicendo una di loro e un'altra si aggiunse assentendo: «Anche Tom è fissato con la TV!»
Le altre riportarono a loro volta le proprie vicende e a Tess non rimase altro che ascoltare per dimostrare che non le stava ignorando.
Non poteva unirsi al discorso, perché si era resa conto che Emi non era una bambina con le altre. 
Non aveva mai conosciuto sua madre e la sua unica figura di riferimento era Harrison, che aveva dovuto ricoprire il ruolo di entrambi i genitori e proprio perché lui era uno solo, la bimba sapeva di dover essere autonoma.
Così non faceva mai troppe storie ed era ubbidiente. Da quando il padre le aveva detto che se voleva diventare davvero una pittrice doveva impegnarsi, la bambina passava le giornata a disegnare, preferendolo di gran lunga ai cartoni animati.
Adorava anche farsi raccontare o leggere storie e le ascoltava incantata dalla parole.
Se Tess avesse confidato queste cose alle altre donne, sarebbe stata ostracizzata immediatamente. 
In quel momento la bambina corse verso di lei e le sussurrò: «Devi vedere una cosa!»
Le prese la mano e la trascinò con sé verso la stanza dove gli altri bambini stavano giocando.
Su un tavolino erano sparsi alcuni fogli con dei disegni.
Emi gliene mostrò uno dicendo: «Lo ha fatto Josh, è bravissimo!»
Tess prese il foglio e annuì sorridendo: «Sì, è quasi bravo come te»
La bimba le mostrò altri disegni e quando si avvicinò un altro bambino, ammutolì e le sue guance si tinsero di rosso.
Tess la guardò sorridendo divertita.
«Cosa succede?» le sussurrò, cercando di non farsi sentire dall'altro bambino.
«Lui è Josh» bisbigliò Emilia.
«Perché non me lo presenti?»
La bimba arrossì ancora di più, ma cercando di nascondere l'imbarazzo si avvicinò a Josh e gli disse:
«Josh, ti presento Tess» 
Lui guardò Emi, confuso.
«Chi è Tess?» le chiese.
La bambina gliela indicò: «Lei è Tess, la mia mamma»
All'udire quella parola, la donna si paralizzò.
Emi l'aveva chiamata "mamma".
Mamma.
Sentì il cuore accelerare all'improvviso e gli occhi riempirsi di lacrime.
"Sono la sua mamma" avrebbe voluto gridare "Sì, sono io!"
La bambina sembrava inconsapevole della reazione che aveva provocato, anzi stava parlando con il suo nuovo amico con tranquillità.
Tess deglutì e si sfregò gli occhi per evitare che le lacrime le rigassero il volto.
Appena Emi si allontanò da Josh, la donna si chinò e la strinse tra le braccia.
La bambina ne fu sorpresa, ma ricambiò l'abbraccio con calore.
«Perché mi abbracci, Tess?» le domandò.
Lei sentì le lacrime premere ancora sugli occhi.
«Perché ti voglio bene» le disse, e sono la tua mamma.
 
 
 
«Ho avuto un'illuminazione» esordì Harrison entrando a grandi passi nell'ufficio di Gibson.
L'uomo, che sedeva al di là della propria scrivania, sollevò il capo dai fogli che stava esaminando, tirò le labbra in un ghigno e commentò: «Strabiliante!»
«Cosa?» replicò l'altro guardandolo di sbieco.
«Il fatto che tu abbia avuto un'illuminazione, piccolo genio»
«Ti direi di andare a farti fottere, Gibson, ma dubito ci sia qualche volontaria per la cosa»
Dopo aver pareggiato i conti in fatto di frecciatine, Harrison si decise a parlare.
«Mi sono accorto che abbiamo trascurato un dettaglio fondamentale: i fili tagliati per rubare il carillon» disse e Gibson sollevò le sopracciglia. L'altro proseguì: «I primi due quadri non erano allarmati, mentre il carillon sì. C'è la possibilità che i ladri non ne fossero informati e quindi abbiamo dovuto agire di conseguenza all'imprevisto. Il modo in cui sono stati tagliati, lascia presumere che si tratti di un professionista, non di un criminale improvvisato. Sapeva esattamente quali fili tagliare e come farlo»
Gibson lo scrutò, pensieroso.
«Molto ladri di arte sono già stati catalogati a seconda del loro modus operandi, anche se non sono ancora stati catturati»
Harrison abbozzò un sorrisetto sghembo: «È esattamente quello che intendevo. Possiamo risalire al ladro e avvalerci delle informazioni che già abbiamo»
«Davvero impressionante, piccolo genio» commentò l'altro sarcastico.
«Non impressionarti troppo, non vorrei che queste emozioni ti sconvolgessero dopo tutta quell'apatia»
Gibson assunse un'espressione a dir poco animalesca, ma non ebbe il tempo di dire altro perché Sadie entrò in quel momento nella stanza.
«Ti stavo cercando» disse rivolta ad Harrison e gli tese dei fogli «Ho trovato i fascicoli dei furti d'arte dell'ultimo decennio, ma non tutte le scomparse sono state denunciate, quindi il lavoro sarà più complicato del previsto»
Il detective prese i fogli e dopo aver lanciato un'occhiata rapida a questi, sorrise alla donna: «Grazie lo stesso. Ti ho già detto che sei un angelo?»
Lei fece roteare gli occhi: «Stai diventando noioso»
L'uomo abbozzò un sorrisetto sghembo, guardandola.
«Io controllo i furti e i criminali» annunciò poi.
«Io continuo a cercare collegamenti tra le opere d'arte» replicò Sadie e se ne andò facendo svolazzare i capelli biondi.
Quando Harrison si voltò verso Gibson, scoprì che fissava la porta da cui era scomparsa la donna come sognante.
Gli schioccò le dita davanti agli occhi: «Mi dispiace, amico, ma è già occupata e il suo compagno è abbastanza affascinante, se vuoi saperlo»
Gibson si riscosse e gli rivolse uno sguardo storto.
«Non sono interessato a lei» replicò secco «Ero solo pensieroso. Non hai niente di meglio da fare che infastidire gli altri, Graham?»
Harrison alzò le mani: «Va bene, mi metto al lavoro. Cerca di non distrarti troppo»
Ammiccò un'ultima volta guardandolo, poi uscì dall'ufficio.
 
Qualche ora più tardi, Harrison si affacciò nuovamente sulla stanza di Gibson, dove trovò l'uomo e Sadie intendi a confrontarsi su alcune informazioni.
«Io devo tornare a casa» annunciò «Ma non ho scoperto nulla di interessante»
«Stai lavorando da più di due ore e non hai alcun risultato?» replicò Gibson con un ghigno.
L'altro scrollò le spalle: «Pochi dei furti d'arte che ho esaminato presentano le caratteristiche che cerchiamo. Ho segnato quelli che meritano un approfondimento, lo farò più tardi a casa»
«Forse dovresti dormire, Harri» commentò Sadie «Non hai un bell'aspetto»
Lui scrollò ancora le spalle: «Nessun problema. Anzi, è abbastanza divertente analizzare questi casi»
Sadie sollevò le sopracciglia, scettica.
Lui ridacchiò: «Sapevate con un ladro famoso indossava dei tacchi a spillo durante il furto per far credere ai detective che si trattasse di una donna? Quando lo hanno colto sul fatto, non sapevano se arrestarlo o attendere l'arrivo della ladra che avevano immaginato»
«Interessante» commentò Gibson ironico.
«Da sbellicarsi dalle risate» replicò sarcastico Harrison «E sentite questa: un altro ladro si presenta sempre camuffato con il nome di un personaggio storico, ma nessuno si rende conto di trovarsi di fronte alla stessa persona se non dopo aver saputo del furto»
Gibson sollevò le sopracciglia e l'altro aggiunse, sempre ironico: «Mi divertirò un mondo stanotte»
Rivolse loro un cenno di saluto e scomparve nel corridoio.
Uscì velocemente dalla centrale, impaziente di tornare a casa.
Il cielo era già buio e soffiava l'aria gelida di fine gennaio.
Harrison salì a bordo della propria auto e si mise immediatamente in viaggio.
Quando raggiunse la casa, notò subito che le luci delle stanze erano spente e intuì che Tess ed Emi non erano ancora tornate dal compleanno.
Parcheggiò ed entrò nell'abitazione silenziosa, intenzionato ad occupare il tempo che gli rimaneva da solo per riprendere il lavoro che aveva interrotto.
Si era già stravaccato sul divano con il computer sulle gambe e i documenti a portata di mano, quando sentì il telefono squillare.
Con un verso contrariato si tirò in piedi e afferrò l'aggeggio che suonava poco lontano.
«Pronto?» grugnì.
«Ciao, sono io. Mi passi Tess?»
Harrison aveva imparato che c'era una sola persona così diretta e si trattava di Nell.
«Tess non è in casa» replicò lui con la stessa schiettezza.
Dall'altro capo si sentì uno sbuffo: «È tutto il giorno che cerco di chiamarla, ma parte la segreteria!»
«Ha accompagnato Emi ad un compleanno e probabilmente il suo cellulare è morto» ipotizzò lui, lasciando cadere sul divano.
«Okay, ma che palle» protestò la ragazza «ho bisogno di parlarle»
Lui alzò involontariamente gli occhi al cielo: «Cosa è successo di così urgente da ieri sera?»
Nell tacque un istante.
«Perché ieri sera?» chiese poi in tono guardingo.
Harrison colse quella sfumatura nella sua voce e non rispose subito.
«Nulla» disse «Cosa hai fatto ieri sera?»
Nell sospirò: «Ho praticamente passato l'intera notte studiando per il prossimo esame! La mia vita fa schifo! Non so come abbia fatto Tess a laurearsi così facilmente...» lei continuò a parlare, ma Harrison non la stava ascoltando.
Non le interessava più quel discorso, o almeno non tanto quanto la consapevolezza che Tess gli avesse mentito.
«Devo salutarti ora» disse, interrompendo la serie di lamentele della donna.
«Va bene, ci sentiamo» fece lei «E ricordati di dire a Tess che ho chiamato, è da un'eternità che non la vedo!»
«Non preoccuparti, glielo dirò di sicuro»
L'uomo chiuse la telefonata e la casa ripiombò nel silenzio.
Nella sua mente si stava già delineando lo schema che sviluppava di fronte ad ogni situazione. In quel momento lo schema era molto semplice e comprendeva una sola domanda: se non era stata con Nell, chi altri aveva incontrato Tess?
 
 
Emilia e Tess tornarono a casa mezz'ora dopo la telefonata di Nell.
La bambina era sfinita dal pomeriggio passato a giocare così che la donna dovette portarla tenendola tra le braccia.
Quando mise piede in salotto, trovò Harrison sul divano e lo salutò con un sorriso smagliante: «Ciao!»
Lui le rispose con un cenno del capo e si avvicinò per toglierle la bambina dalla braccia. 
Quando sentì il padre farsi vicino, Emi si lasciò afferrare da lui e gli circondò il collo, accoccolandosi contro il suo petto.
Lui la portò al piano superiore, la mise nel letto e tornò di sotto, dove nel frattempo Tess si era accomodata sul divano.
«Ehi, c'è qualche problema?» domandò lei, scrutando l'espressione contrita del detective.
Lui contrasse la mascella e ricambiò lo sguardo.
«Dove sei stata ieri sera, Tess?» chiese con voce dura.
La donna fu colta alla sprovvista dalla domanda. Aprì la bocca, la richiuse, tentò di formulare una parola.
«Io...» cominciò, ma fu bruscamente interrotta da Harrison.
«Non dire che eri con Nell» disse con un'occhiata tagliante «Perché ho appena parlato con lei»
Tess dischiuse involontariamente le labbra e la sua espressione si spense. Con lentezza nelle sue iridi si lesse la consapevolezza di ciò che aveva appena udito.
«Posso...posso spiegarti» replicò, cercando di mantenere un tono saldo.
Harrison era di fronte a lei, dall'altro lato della stanza.
Le luci giallastre del salotto illuminavano a sprazzi il suo volto, disegnando ombre scure dalle forme geometriche. I suoi occhi avevano una piega decisa, le sue labbra erano serrate.
«Sarà meglio» disse, pungente.
La donna deglutì, prese un respiro profondo, cercando di trattenere il tremore che la stava afferrando.
«Io...ho incontrato Calvin» annunciò.
Il viso di Harrison prese una piega ancora più affilata, se possibile, come se lei avesse appena ammesso ciò che lui già sospettava.
«Non è come può sembrare» si affrettò ad aggiungere la donna «Credimi»
«Io voglio farlo, Tess, ma devi provarmelo»
Lei annuì, senza staccare gli occhi dai suoi.
«Ti ho mentito, perché sapevo che avevi dei pregiudizi su Calvin e volevo evitare qualsiasi pretesto per una discussione»
«Una bugia non è esattamente una decisione innocua» replicò lui.
«Hai ragione, non avrei dovuto farlo, ma l'ho fatto a fin di bene»
«Il fine non giustifica i mezzi, Tess, non nel mondo reale»
La donna lo scrutò, perplessa: «Pensavo fosse ciò di cui vi avvalete voi detective»
«Noi dobbiamo rispettare delle leggi e non mentiamo...»
«Se non è strettamente necessario?» completò lei la frase per Harrison, facendo un passo in sua direzione. «Credevo che anche in questo caso lo fosse»
L'uomo fece una smorfia: «Vedere Calvin era una questione di vita o di morte?»
Lei scrollò le spalle: «No, non voglio esagerarla. Lui mi ha chiesto di poterci incontrare per parlare e volevo evitare discussioni, tutto qui. Se non fossi stato impegnato con il lavoro, te ne avrei parlato con calma...»
«Quindi ora è colpa mia?» sbottò Harrison rivolgendole uno sguardo obliquo.
«Non ho detto questo» protestò lei e quando si rese conto di aver usato un tono troppo squillante, tacque per qualche secondo.
Si avvicinò ancora, ma lui rimase impassibile.
«Mi dispiace, davvero» disse, specchiandosi nelle iridi verdi «Forse ti senti tradito e so cosa si prova, ma volevo evitarti ogni genere di preoccupazione»
Harrison continuò a guardarla, stringendo i denti.
«Tu e Calvin siete mai stati insieme?» domandò poi a bruciapelo.
Lei sgranò gli occhi, sorpresa.
«Questo non c'entra nulla con il presente! Tu credi davvero che avrei potuto tradirti con lui?» sul volto della donna era dipinta una smorfia interdetta.
«Non hai risposto alla domanda»
Tess alzò gli occhi al cielo: «Se fidanzatini per due settimane a sedici anni contano, sì, siamo stati insieme. Dopo a malapena qualche bacio ci siamo resi conto che eravamo molto meglio come amici che come fidanzati. Puoi chiedere a Nell se non ti fidi di me»
Harrison rimase impassibile per qualche secondo, poi si sciolse in un sospiro.
«Io mi fido di te, Tessie, e ti amo, ma non voglio che tu cominci a tenere segreti con me, okay? Dobbiamo essere aperti l'uno con l'altro e mai mentirci»
La donna annuì, con gli occhi lucidi: «Hai ragione, mi dispiace. E ti amo, ti amo tantissimo»
Gli prese il volto tra le mani e lui l'attirò a sé, baciandola delicatamente.
«Nessun segreto, okay?» domandò Harrison, guardandola negli occhi.
Tess sentì un nodo formarsi in gola e gli occhi riempirsi nuovamente di lacrime, ma simulò un sorriso e un'espressione dolce.
«Nessun segreto» rispose.
Harrison la strinse tra le braccia e lei appoggiò il capo sulla sua spalla, lasciandosi cullare da quelle sensazioni
 
Più tardi, mentre Tess riordinava il proprio materiale ed Harrison consultava i suoi documenti, l'uomo smise di lavorare e la fissò per qualche istante, senza parlare.
Sentendosi osservata, lei ricambiò lo sguardo e gli rivolse un'espressione interrogativa.
«Che c'è?» domandò.
Lui abbozzò un sorrisetto sghembo: «Mi stavo chiedendo se Calvin avesse mai incontrato i tuoi genitori»
La donna sollevò le sopracciglia, scoccandogli un'occhiata accigliata: «Sul serio?»
Harrison scrollò le spalle: «Lascia perdere, era solo una curiosità»
Lei incrociò le braccia al petto e si appoggiò allo schienale della sedia, senza togliere lo sguardo da lui.
«No, tu stai cercando di far nascere in me l'idea che dovrei presentarteli»
L'uomo alzò gli occhi al cielo: «Seriamente, Tess, non m'importa. Era tanto per dire»
«Ma l'hai detto. E hai citato Calvin» precisò lei.
Harrison sbuffò: «Odio la puntigliosità delle donne. Spero che Emi non diventi mai così»
Tess alzò gli occhi al cielo: «Diventerà la tua copia femminile, ne sono certa»
Lui non replicò, ma sorrise in modo dolce, lasciando vagare lo sguardo come se si stesse immaginando ciò che sarebbe successo. 
La donna lo fissò in silenzio, sia contemplando la sua figura fiocamente illuminata, sia riflettendo sulla loro conversazione.
Avrebbe potuto tranquillamente considerarla conclusa, ma sapeva che la cosa non sarebbe stata corretta. Non dopo che lei aveva mentito all'uomo che amava.
«Dopodomani va bene?» esordì poco dopo «Per cena?»
Harrison si riscosse e sollevò di scatto il capo.
«Cosa?» domandò sbattendo le palpebre, confuso.
Tess accennò un piccolo sorriso: «Chiederò ai miei se possiamo cenare da loro. Dopodomani va bene?»
Lui sgranò gli occhi: «Tessie, non è necessario...»
«Lo so» replicò la donna «Ma voglio farlo»
Harrison si alzò in piedi, si avvicinò a lei e la fece alzare a sua volta, in modo da poterla guardare meglio negli occhi.
«Dopodomani è perfetto» le sussurrò prima di baciarla dolcemente.
 
 
 
 
 
Angolo autrice
Ciao a tutti, voglio scusarmi per la scarsa lunghezza di questo capitolo, ma vi assicuro che il successivo sarà molto più lungo e denso di avvenimenti! Aggiornerò in anticipo in modo da rendere più equa la distribuzione della lettura. Colgo l'occasione per ringraziare tutti quelli che seguono la storia, soprattutto Claddaghring8 per le sue fantastiche recensioni. :)
Se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate della storia, dei personaggi, dell'evoluzione della trama, ma anche le correzioni/critiche.
Grazie a tutti e alla prossima:)
   
 
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