Serie TV > Provaci ancora prof
Ricorda la storia  |       
Autore: ImmaEFP    26/12/2016    2 recensioni
Il Natale a Londra era diventato il suo periodo preferito. I mercatini, le luci, le vetrine, il profumo delle persone rendevano Oxford un posto magico, meraviglioso. Sarebbe stato un altro Natale perfetto se solo i suoi passi non l'avessero portata altrove, trasportandola nel suo passato e nei suoi sentimenti, per rimettere le cose a posto. Ma le cose non vanno sempre come ci si aspetta.
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Camilla Baudino, Gaetano Berardi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ciao a tutte! Lo so, è passato un bel po' da quando ho scritto l'ultimo capitolo di THINGS CHANGE, ma purtroppo il mio periodo scolastico è stato davvero travagliante, e l'estate scorsa è volata magicamente, proprio come questi tre giorni che avevo intenzione di godermi e festeggiare tranquillamente. Ma neanche questo è stato possibile dato che la febbre mi ha preso proprio il 23 dicembre, distruggendomi. Ma posso assicurarvi che tra febbre e atmosfera di Natale, mi è venuta un'ispirazione per scrivere una Oneshot, anche se non so effettivamente quanto possa piacere o interessare.
Non ho purtroppo idee brillanti come alcune di voi, ma davvero l'avevo in testa da troppi giorni e ho deciso di mettere per iscritto almeno la prima parte, che avrebbe poi collegato la seconda dalla quale sono partita (ma che ancora non è terminata). Dato che mi è riuscita abbastanza bene, eccetto in alcuni punti (che ho riletto ma mi piacciono sempre meno), non poteva rimanere sul mio pc tutta sola.
La prima parte è di passaggio, per farvi capire che cosa è accaduto nel frattempo, ma nulla di che, dovevo solo far riflettere un personaggio (anche se non ho allungato troppo i fatti per evitare di annoiarvi) e portarlo alla realtà. La seconda parte (che non so quando sarà terminata) dovrebbe essere più movimentata e soprattutto decisamente scritta meglio! Grazie e buona lettura.



LONDRA.
24 DICEMBRE. ORE 16.50


"E non importa se la vita va avanti, se ogni cosa ti ricorda che certe cose non possono funzionare. Se non dimentichi subito, certi ricordi ti tornano a cercare. Sono momenti impensabili, tu nemmeno lo immagini che possa succedere. Perchè tanto la vita non ti ridà mai indietro un'altra occasione identica. Te ne dà tante altre, ma mai una identica"
chiuse velocemente il libro che aveva tra le mani e puntò lo sguardo alla parete che aveva di fronte, completamente bianca a cui vi era appesa solo una foto vecchia che si portava sempre dietro con sè. Impedì ai suoi sentimenti di uscire dal petto, tenendosi una mano sopra come se avesse il potere di bloccarli.
Ritirò indietro gli ultimi pensieri e continuò a leggere, aprendo in fretta la pagina che aveva lasciato in sospeso.
"Sarai fortunato se, guardando indietro nel tuo puzzle mentale, non avrai neppure un tassello da cambiare." sospirò pensando che aveva sbagliato a scegliere "E' davvero molto difficile. Quel macigno sullo stomaco, quel cerchio che ti gira in testa, quell'ansia che ti fa sospir..." Tolse immediatamente gli occhi dalla pagina, che giungeva quasi alla fine, ritrasse le gambe al petto e tirò un profondo respiro, maledicendosi per aver comprato quel libro al mercatino.
-Certo però se già comincia così non arrivo neanche a metà- scostò i suoi occhi leggermente più a destra -e tu non guardarmi così, lo sai che compro sempre qualche libro per distrarmi in questo periodo- si scambiarono uno sguardo che solo lei sapeva interpretare -e poi, poi non è colpa mia se ho comprato proprio questo libro. Lo sai che mi vengono a cercare sempre loro ultimamente. C'è quasi una sorta di attrazione tra noi: la copertina, il titolo, le pagine mi conquistano immediatamente.- restò in silenzio alcuni minuti, badò bene a cos'altro dire, in fondo nessun'altra parola avrebbe potuto spiegare meglio la situazione.
O forse non c'è n'era neanche bisogno.
Allontanò il libro in fondo al letto, mettendosi a sedere tra i cuscini, prendendo in braccio quel batuffolo morbido che ormai era diventato la sua unica certezza. Lei sapeva che, dovunque si fosse trovata, lui non l'avrebbe mai lasciata sola. L'avrebbe seguita anche in capo al mondo, avrebbe vegliato su di lei giorno e notte, l'avrebbe tenuta fuori dai guai, ma soprattutto avrebbe potuto tenerle compagnia quando i ricordi si facevano strada. -Sai che ti dico? Credo che riprenderò a leggere i miei vecchi libri, almeno sono sicura di non ritrovarmi nelle frasi."

____________________________________________________________________________________________________________________________________
In quel periodo era tutto straordinario. Londra si riempiva del Natale.
I negozi erano strapieni di gente fino a tarda sera.Era sempre così, riusciva a malapena a comprare qualcosa quando di sera, chiuse le strade al traffico, decidevano di passeggiare tra le strade di Oxford Street, dove talvolta era persino difficile incamminarsi.
Evidentemente era proprio questo che rendeva Londra un posto magnifico, nelle sue piccole inconvenienze.
C'era sempre qualcosa che la rendeva speciale, e ognuno di loro si perdeva a osservare i cambiamenti che la rendeva ancora più bella, magica, quasi irreale. Come quei posti che esistono solo nelle favole.
Puntualmente erano due le cose che per lei rendevano Oxford indimenticabile: il profumo che proveniva dalla Bouttletree Bakery, dove ci era stata almeno una ventina di volte solo nell'ultimo mese, e le luci che la illuminavano, facendo perdere la concezione del tempo, quasi non riuscendo più a distinguere il buio delle 19.00 e quello delle 24.00. Abituarsi non le era poi costato molto, anche se nel giro di pochi mesi. E ogni volta, come la prima, Dicembre diventava il suo periodo preferito. Si apprestava ad aiutare Livia decorando la piccola casetta, che con George era riuscita a comprare e a sistemare gradualmente, a darle una mano con la piccola Camilla, che cresceva molto in fretta, e quando poteva si arrangiava tenendo qualche lezione privata di italiano. Appunto, da quando aveva lasciato Torino, aveva dovuto privarsi di molte cose, a partire dalla sua cattedra che aveva ottenuto faticando. Per non parlare delle altre cose che aveva lasciato in sospeso. Ma ormai non ne sapeva più niente, e non sarebbe servito a nulla cercarle ancora, soprattutto per rimediare.
E come ogni anno, anche quella sera avrebbero preso il treno alla stazione di Victoria coach station, e avrebbero raggiungo Oxford nel giro di un'ora e mezzo, a traffico evitato. E come ogni sera, desiderava soltanto riporre il suo passato e godersi la Vigilia, aspettando i fuochi di mezzanotte che avrebbero annunciato il 25. E poi in cima alla sua lista c'erano davvero un mucchio di cose da fare o vedere.
Anche quella sera avrebbe voluto risentire le stesse emozioni, lo stesso profumo dei dolci appena sfornati, la stessa felicità che si dimenticava un attimo di tenere il broncio, di piegarsi in un sorriso di tristezza. Avrebbe davvero voluto con tutta se stessa, non chiedeva altro.  

Lo sapeva. L'aveva desiderato così tanto.
Ammirare le splendide luci di Natale e le vetrine di stagione di Oxford Strett, trascorrere se possibile anche tutta la serata tra i mercatini, osservare il gigantesco albero a Trafalgar Square, e soprattutto viaggiare indietro nel tempo e riportare la destinazione verso Londra, accompagnado sua nipote per incontrare Babbo Natale. Avrebbe voluto fare esattamente tutte queste cose quella sera. Si era già organizzata.
Ma sempre quella sera si sarebbe persa esattamente le stesse cose.
Come aveva recitato il libro " L'identikit di un'occasione porterà sempre un nome e un cognome, il rumore di certi passi, un profumo, una canzone, un sorriso all'improvviso, un silenzio raccontato da uno sguardo..." e i suoi passi l'avevano proprio condotta in quel posto.

AEREOPORTO DI LONDRA.
24 DICEMBRE.
ORE 20.00


Si era seduta, certa di star facendo la cosa giusta. Non aveva rimpianti, e soprattutto nulla da temere. Avrebbe potuto fare un viaggio a vuoto, ritrovando una Torino sconosciuta, cambiata, che si era dimenticata di lei, della sua storia, della sua esistenza. Oppure in caso contrario, avrebbe trovato le cose nello stesso posto in cui le aveva lasciate due anni prima. Ma era consapevole di aver sbagliato, e si sarebbe presa ogni conseguenza, ogni responsabilità delle sue azioni. Non pretendeva di avere nulla in cambio. Avrebbe dovuto fare i conti con la realtà, affrontare troppe situazioni rimaste in sospeso, troppi capitoli ancora troppo vuoti, con migliaia di pagine ancora da scrivere. Era pronta. Doveva solo attendere 1h e 51 min.

______________________________________________________________________________________________________________________________________
TORINO.
24 DICEMBRE
ORE 22.10

Certo Torino non era cambiata affatto. Il freddo c'era, e restava un privilegio natalizio. Ma lei quel freddo lo adorava. L'aveva per anni avvolta nelle sue braccia, travolgendola sempre di più nei suoi brividi. E quei brividi erano una delle cose che lei si ricordava come se non l'avessero mai abbandonata, come se l'avessero raggiunta fino a Londra. E l'ultima volta che era successo, che Torino si era fatta sentire dentro di lei, se lo ricordava molto bene. Era proprio Natale. L'ultimo che avrebbe passato in quella casa. In quella città, tra quelle persone. E per quanto il suo istinto la incitava a rimanere, aveva già tutto pronto. Stava facendo un passo tre volte più grande del solito, aggrappandosi a una strada che non avrebbe mai voluto percorrere, a una scelta che non avrebbe mai voluto prendere. Ma lo stava facendo per rimettere a posto tutto quello che aveva distrutto, per ricostruire il suo disordine, anche al costo di perdere qualche pezzo che necessariamente avrebbe potuto completare la sua vita. Ma si sarebbe mantenuto in piedi anche senza, se proprio non era possibile recuperarlo. E nel suo piccolo sperava davvero di sentirsi costretta a restare, in un modo che neppure lei sapeva spiegarsi.
Ci aveva sperato fino all'ultimo istante che accadesse, ma le cose erano andate diversamente. Non come si aspettava. Lasciò Torino a malincuore, mentre ripercorreva con la mente il rumore silenzioso di quei passi che si stavano allontanando da lei, portandosi dietro un'ennesima delusione, forse la più grande.

Torino però aveva anche un grande difetto: riportarle alla mente troppi ricordi.
In ogni angolo di quella città aveva vissuto qualcosa che,in un modo o nell'altro, l'avevano riempita. Strade che avevano un sapore amaro, o dolce, come quelle notti di cui solo loro conoscevano l'importanza. Ogni posto ricordava un momento particolare di quella storia,e attraversarli in piena notte per raggiungere il suo piccolo quartiere, era come riviverli di nuovo.

Un posto in particolare aveva scatenato in lei una reazione completamente opposta ai suoi pensieri. Piazza C.L.N.

Impulsivamente si era paralizzata proprio nell'esatto punto in cui avevano avuto il coraggio di consumare i loro sentimenti, schivando gli sguardi delle persone che da lontano, forse, restavano a osservare per qualche secondo la scena da lontano. A quel punto non sapeva più se era corretto proseguire, cercare di portare ordine in quel posto, rimediando a tutti i casini che aveva fatto.Ma soprattutto se era possibile. Dovette pensarci bene. Sarebbe davvero cambiato qualcosa? Che cosa pretendeva di ottenere? Poteva voler solo dare delle spiegazioni, fare chiarezza e ritornare alla sua nuova realtà, ma poteva anche voler qualcos'altro. Qualcosa di indefinibile. Inconsciamente. Esageratamente. Una risposta poteva darsela solo se avesse continuato in quella direzione. Ritornare indietro avrebbe fatto solo più male.
Proseguì fino a pochi passi prima di imboccare la strada verso casa. La strada non solo verso quella casa, ma anche in direzione dei suoi sentimenti, dei suoi sbagli, dei suoi rimpianti. Lì c'era tutta la sua storia, raccontata nelle quattro pareti di un appartamento che spesso l'avevano fatta stare bene, dove si era sentita amata sul serio. Ci aveva lasciato qualcosa di importante. Doveva riprenderselo, e metterselo addosso, per capire se le stava ancora bene. O se semplicemente non le apparteneva più.

Esteticamente non era cambiato nulla. Era tutto esattamente allo stesso posto, proprio come lo aveva lasciato lei. Nessuno aveva neppure pensato a far sistemare quelle crepe. A costo di ritrovarsi dopo anni un tetto sulla testa. Sembrava proprio che il tempo si fosse fermato qualche anno prima, quando entrambi avevano preso due strade diverse, separando per sempre il loro destino. Alzò la testa dopo aver dato un ultimo sguardo in giro, e le sembrava tutto tranquillo, immutato. Fino a quando un particolare attirò la sua attenzione. La finestra che dava sul cortile, quella con le tende blu, era stranamente aperta. Strano non solo per il buio della notte, a cui probabilmente Camilla neanche ci aveva fatto caso, ma anche per il freddo gelido che avrebbe ghiacciato la stanza, se non tutta la casa.
Le tende voleteggiavano nel vento, proprio come il giorno successivo alla loro prima notte, consumata proprio in quella camera, accompagnate dallo sbattere di qua e di là delle finestre di ferro. Fu sicura che non c'era da temere. Infondo Gaetano poteva averle lasciate sbadatamente in quello stato mentre si apprestava ad assopire il sonno. Ignorò la cosa e raggiunse la scala che la portò dritta al piano dov'erano i due appartamenti. Anche qui la condizione era la stessa. C'era ancora attaccato sulla sua porta la targhetta dei cognomi BAUDINO-FERRERO, che avrebbe strappato felicemente a morsi. Perchè si era ostinata così tanto a credere che potevano vivere serenamente il loro matrimonio per venti lunghi anni? Cosa inaccettabile.
Menomale che qualcuno glielo aveva fatto notare. E pure bene.
Che spettacolo di panorama s'era persa per tutto quel tempo!
Tralasciando le sue visioni, e l'immagine del commissario senza camicia, si voltò proprio in quella direzione. Dieci passi. Erano essattamente dieci passi che la separavano dal suo appartamento.
Effettivamente qualcosa di diverso c'era.
Si avvicinò tremolante, giurando a se stessa di non fare altre cretinate.
Osservò attentamente quel foglio bianco su cui vi era stampato qualcosa.

'Immobile sottoposto a sequestro preventivo disposto dal tribunale di Torino con provvedimento del giudice per le indagini preliminari N.14414/2016'

Ne aveva visti davvero a migliaia. Dietro le porte degli immobili sequestrati si nascondeva sempre qualche caso spaventoso, un indizio scottante, una storia finita male. Ma questo qui, più di tutti gli altri messi insieme, scottava davvero spaventosamente.


______________________________________________________________________________________________________________________________________

Se siete giunte fino a questo punto significa che almeno un pochino vi è piaciuta, non sono ancora pronta per cimentarmi in storie complicate, quindi ho cercato di rende la situazione anche un po' drammatica lasciando un finale aperto, per creare solo suspance.
Spero si è compreso bene tutto, e che tra le righe vi siate accorte anche di come si sono lasciati due anni prima Camilla e Gaetano (ma tranquille che una parte sarà affrontata nella seconda parte). Davvero, questa parte qui è stata scritta in una giornata quasi, dato che sono a letto ferma immobile!
Però l'ho ricontrollata e revisionata, per renderla al 50% comprensibile.
Ma veniamo alla cosa più importante.
Che cosa sta succedendo? E perchè l'appartamento di Gaetano è sotto sequestro?
Felice di rispondere alle vostre domande soltanto al prossimo capitolo!

Un bacione a tutte.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Provaci ancora prof / Vai alla pagina dell'autore: ImmaEFP