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Autore: xxlollipamxx    26/12/2016    1 recensioni
Pamela ha scritto come vorrebbe che fosse la sua vita, chi vorrebbe che ci fosse ad accompagnarla. Questo però non le basta... vuole andarsene davvero, vuole scappare! E quale meta potrebbe essere migliore della Corea del Sud, di Seoul, di quel posto che tante volte ha sognato?
Uno scontro inaspettato e un nuovo caro amico daranno inizio a tutto, le faranno incontrare due persone importanti...
Il suo cuore e la sua testa lotteranno che per scegliere tra l'amore che ogni ragazza sulla faccia della terra desidera e l'amore che lei ha sempre desiderato: si dice che il cuore ha sempre ragione, ma Pamela ascolterà davvero il suo cuore o si lascerà trascinare da qualcosa di più facilmente raggiungibile e decisamente meno complicato?
Genere: Romantico, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, T.O.P.
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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You won't be able to sleep because of your fluttering heart
 
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MaRu è strano oggi. Distante, quasi preoccupato, fin troppo perso nei suoi pensieri. Chissà cosa gli è successo. È seduto alla cassa e a malapena fa un sorriso ai clienti che gli si presentano davanti per pagare il conto, quando di solito è sempre interessato a sapere come si sono trovati nel suo locale. Non posso prestargli tutta l'attenzione che vorrei perché il locale è pieno, fin troppo per i miei gusti, tanto che credo che oggi salteremo anche la pausa pranzo se vogliamo rimetterci in paro con gli ordini. SoRa mi da una gomitata e poi fa un cenno per dirmi di guardare MaRu, deve essersi accorta anche lei che qualcosa non va, ma non saprei cosa dirle, così mi limito ad alzare le spalle e a portare gli ordini che ho in mano al tavolo.

Il locale si sta lentamente svuotando, l'orario del pranzo si avvicina alla fine e SoRa mi chiede di andare a parlare con MaRu. Secondo me non ha molta voglia di parlare, se volesse sarebbe lui a venire da me come ha sempre fatto, quindi penso sia meglio lasciarlo stare. Quando vorrà parlare, sa che può cercarmi in qualunque momento.

<< Pamela! >> mi chiama MaRu e penso che sia arrivato il momento, forse vuole parlarmi. Mi avvicino a lui, ma prima che io possa arrivare alla cassa continua a parlare. << Tu e SoRa andate in pausa pranzo. Gli altri hanno già fatto. >> dice semplicemente. Io evito di rispondere e mi limito a fare un cenno con il capo. Io e SoRa ci sediamo portando con noi due vassoi con il nostro pranzo. La conversazione non può che portarci all'argomento MaRu. La mia amica sembra molto preoccupata, tanto che un'idea mi passa per la mente...

<< Ti interessa MaRu per caso? >> le domando e sul suo viso vedo quasi un'espressione inorridita. O forse finge come farei io.

<< Affatto! È il nipote della signora che mi ha dato un lavoro e un posto in cui stare con mio figlio. E poi io ho ChangSung, non potrei mai chiedere a qualcuno di prendersi cura anche di lui... >> termina la sua frase amaramente e mi dispiace per lei perché si merita un Uomo, uno con la “u” maiuscola. Non credo del tutto alle sue parole soprattutto visto che, dopo averle pronunciate, si volta a guardare proprio lui.

Mangiamo in fretta e, quando porto i vassoi in cucina, sento la cuoca parlare e dire che MaRu non ha mangiato nulla da quando è arrivato stamattina. Questo ragazzo inizia a preoccuparmi! Le chiedo qualcosa da mangiare e mi accontenta subito. Prendo un nuovo vassoio e mi avvicino al mio amico digiuno e poso il vassoio davanti a lui. << Mangia! >> gli ordino e lui si volta verso di me con uno sguardo spento, uno sguardo che non è per niente da lui.

<< Non ho molta fame, ma grazie per il pensiero. >> dice, ma penso non gli sia ancora chiaro che se voglio so diventare la persona più petulante e insistente del mondo, così afferro il cucchiaio e prendo un bel po' di riso e lo avvicino alla sua bocca. Se fa i capricci come un bambino, io lo tratterò come tale. Mi guarda quasi inorridito quando vede che gli ho avvicinato il cucchiaio alla bocca. Sospira, mi toglie il cucchiaio dalla mano e finalmente mangia, forse perché pensa fin dove potrei spingermi per farlo mangiare. << Mangerò... ho capito. >> cerca di rassicurarmi e io annuisco ma non mi muovo.

<< Ti credo, ma ho comunque intenzione di controllarti se non hai nulla in contrario. >> e finalmente sorride, appena, ma sorride. Mi appoggio al bancone sporgendomi per vederlo meglio mentre mangia, anche perché i piedi iniziano a farmi male dopo aver corso per ore avanti e indietro per il locale.

<< Questo mi sembra eccessivo. >> commenta MaRu vedendo che lo sto fissando neanche fossi una stalker. Alzo le spalle e aspetto fino a quando non ha finito l'ultimo boccone. << Contenta? >> mi domanda.

<< Assolutamente! >> esclamo prendendo il vassoio prima di allontanarmi ed entrare di nuovo in cucina. SoRa mi rincorre per sapere se ho saputo qualcosa, ma purtroppo non posso darle una risposta affermativa.

Mi tocca anche il turno serale oggi. Una delle cameriere è ammalata ed io sono l'unica che non ha ancora fatto una sostituzione, quindi mi sono subito sentita in dovere verso le altre quando abbiamo ricevuto la notizia da MaRu. Siamo comunque in mezzo alla settimana e non dovrebbe esserci molto da fare a cena. MaRu è dovuto uscire e alle dieci e mezza di sera ci siamo solo io, la cuoca e un'altra cameriera. Sto iniziando a pulire, quando la porta si apre. << Mi scusi, cameriera? >> sento e quella voce la riconoscerei tra milioni. Il cuore mi sale in gola e mi volto all'improvviso. Vorrei sorridere, poi ricordo le nostre labbra incollate e mi blocco. Mi avvicino piano, incerta e lo osservo mentre anche lui mi guarda. Ha uno sguardo strano e penso “Anche lui? Ma cosa è successo a tutti quanti oggi?” io sono sempre pensierosa e insicura, ma non lui, anzi, mi è sembrato che in diverse situazioni sapesse benissimo cosa volesse e soprattutto cosa non volesse.

<< Vuole accomodarsi? >> chiedo professionalmente indicandogli un tavolo vicino a noi, non ho la sicurezza di riuscire ad arrivare più lontano. Lui annuisce e si accomoda. Gli passo il menù e mi volatilizzo negli spogliatoi per riprendere fiato, averlo davanti a me mi fa sempre sentire una completa idiota. Ricordarmi del nostro bacio, poi, e volere che succeda di nuovo non mi aiuta affatto. Quando siamo nel “nostro pianeta” va tutto bene, il mio cuore riesce ancora a reggere la situazione, ma quando siamo nel mondo reale lui torna ad essere TOP e io un'italiana scappata da un posto in cui non voleva più stare e che ora gli serve la cena.

Torno a prendere la sua ordinazione e il suo sguardo è troppo intenso per i miei gusti. Ok, mi sento lusingata e in un'altra occasione non vorrei mi guardasse in un altro modo, ma sono nell'imbarazzo più totale. Si pente di avermi baciato, ma, soprattutto, se lo ricorda?

<< Vieni qui. Siediti, parliamo. Non andartene subito. >> mi dice e in questo momento mi sembrano le parole più belle del mondo. “Non puoi!” mi urla la mia testa e mi darei una martellata sulle tempie se solo ne avessi il coraggio... e se avessi un martello a portata di mano.

<< Non posso. Sto lavorando e MaRu non c'è. Potrebbero fraintendere e non voglio che succeda. >> ok questa scusa sembra più plausibile rispetto ad una mia qualsiasi altra paura e più che altro qualcosa che penso davvero.

<< Dammi un po' di tempo, ho bisogno di chiederti qualcosa. >> aggiunge e in questo modo non è che mi invoglia a restare qui. Sono pazza, lo so. Prima quasi lo prego di non pensare più a MinHyun e adesso lo evito. << Non mi accontenterò di un “parliamo domani” o chissà quando. Sono qui adesso. >>

<< Adesso non posso, sono seria. >> lo guardo negli occhi, SeungHyun accenna un sorriso e, non so come, tutta la mia tensione svanisce. Dopotutto è il mio supereroe personale, non dovrei stupirmi.

<< E va bene. Allora per il momento mi accontento di mangiare... da solo. Mangerò lentamente in modo da aspettare che tu finisca il tuo turno e poi mi concederai almeno cinque minuti. >> sta contrattando? Porto una mano sulla bocca per coprire il mio sorriso fin troppo sfacciato e anche lui copre il suo con una smorfia, una bellissima smorfia. In fondo, sotto questa maschera da figo, è un tenerone e mi piace anche per questo. Mi volto e non riesco a togliermi questo sorriso da idiota dalla faccia. Porto il suo ordine in cucina e mi ritrovo l'altra cameriera che mi urla parole senza senso nell'orecchio. Mi prendo qualche secondo per comprendere cosa sta cercando di dirmi, ma il suo sguardo non nasconde affatto i suoi pensieri... SeungHyun. E come poteva essere altrimenti? Mi invidia. A quanto pare tutte le ragazze in cucina e le cameriere mi invidiano. Sanno che ogni volta che lui è stato qui, l'ho servito io da quando sono arrivata, mentre prima a lui ci pensava solo SoRa su richiesta di MaRu perché sapeva essere l'unica per niente interessata al mondo dello spettacolo. Ora so che è così, inizialmente pensavo ad una coincidenza, ma credo che MaRu lo faccia per non farlo sentire a disagio con qualche cameriera che in un momento di imbarazzo o euforia possa versargli qualcosa addosso. Beh, non che io la prima volta fossi meglio di così, però in un certo senso quello era un “regalo” che mi stava facendo MaRu.

Un sorriso di circostanza è quello che ci vuole, insieme ad uno sguardo innocente che spero non le faccia venire alcun sospetto, anche se sono certa che fino a un minuto fa avevo stampato “SeungHyun baciami!” sulla fronte. Sono una contraddizione vivente, ma sono fatta così, dubito che riuscirò a cambiare adesso: un attimo prima vorrei che se ne andasse ora vorrei stringerlo neanche fosse un morbido peluche. Vado in bagno per controllare il rossore che sicuramente si è diffuso sulle mie guance pensando a me e lui abbracciati, magari a baciarci come ieri sera ed infatti è lì, a ricordarmi che, oltre ai miei occhi, anche il resto del mio viso non sa trattenere le emozioni, ma mi piace, questo rossore mi piace, ricordare ieri sera mi piace, anche se dovesse essere l'unica volta in cui si è lasciato andare, mi piace.

Torno in cucina e resto sulla soglia in attesa che l'ordine del nostro solo cliente sia pronto. Lo guardo, anche lui sta aspettando. Ogni tanto guarda verso di noi e ogni tanto usa il suo cellulare. La mia collega, con la scusa di iniziare a pulire il locale e anticiparsi per la chiusura, gli passa vicino più volte sculettando e forse pensando di attirare la sua attenzione. In effetti un paio di volte lui alza lo sguardo per guardarla. “Quanto sei scontato” penso, ma in fondo chi non darebbe una sbirciatina? Mi infastidisce, però non ho il diritto di ingelosirmi.

L'ordine è pronto e non vedo l'ora di portarglielo per ricordare alla mia collega che può sculettare quanto vuole, ma l'unica che può scambiare con lui qualche parola sono io, dentro e fuori dal locale, anche se questa il fatto che ci vediamo e parliamo fuori è una specie di segreto.

<< Spiegami una cosa. >> dice lui quando sto per servirlo. Lo guardo con un'espressione interrogativa invitandolo a continuare. << Come faremmo esattamente a parlare dopo? Non posso aspettarti qui fuori e neanche qui dentro perché dubito che ti lasceranno sola a chiudere, soprattutto la ragazza col caschetto che mi gira intorno da un quarto d'ora. La tua non era una scusa per evitare di parlarmi? >> il suo ragionamento non fa una piega e in quel poco lasso di tempo di viene in mente solo una soluzione.

<< Ti lascio le mie chiavi, ma non fare pensieri strani. >> metto subito avanti le mani vedendo la sua espressione sorpresa perché, nonostante mi piacerebbe che pensasse male e le prendesse comunque, fregandosene quindi di MinHyun, non vorrei pensasse a me così, non solo così, perché io non sono così. Abbassa lo sguardo mordendosi un labbro dopo aver nascosto le chiavi in tasca.

<< Posso anche andare a ficcanasare in camera tua, come tu hai fatto in casa mia! >> esclama divertito. A questo non avevo pensato, ma non posso di certo restare ancora qui a parlare con lui per pregarlo di ridarmi le chiavi. Sbatto i piedi a terra come una bambina e torno indietro stringendo sul petto il vassoio sbuffando. Deve averlo divertito parecchio vedermi così perché tossisce, ma riesco distintamente a riconoscere che sta nascondendo l'ennesima risata.

Metto il vassoio sul bancone, mentre la cuoca mi domanda se SeungHyun vuole ordinare altro perché in caso contrario lei andrebbe via. Non so e muoio dalla voglia di andarglielo a chiedere. Sul suo viso un sorriso velato, gli occhi leggermente socchiusi come se fosse incantato. Adoro essere guardata in questo modo, con un'espressione quasi beata e lo adoro ancora di più quando è lui a farlo. Forse, pensandoci, è assonnato, ma che sia incantato o assonnato poco importa... mi basta il sogno che mi fa vivere la mia immaginazione.


 

Sono stanchissima. Ho dovuto finire di pulire il locale, ho lavato quello che ha usato SeungHyun e ho lavato a terra prima di uscire. Non sento più le gambe. È da stamattina che sto in piedi, salvo quel quarto d'ora in cui ho pranzato e adesso dovrei anche avere la forza di controllare delle mie emozioni davanti a SeungHyun?

Chiudo il negozio e arrivo al portone che trovo socchiuso. Lui non c'è e spero che non sia entrato davvero in camera mia. Solo adesso ricordo di aver lasciato un casino, sicuramente lui avrà sbiancato nel vedere in che condizioni vivo. Corro per le scale nonostante il dolore, sperando almeno di non cadere a terra e peggiorare la situazione. Busso alla mia porta, ma non risponde nessuno. Ok, è in disordine ma non penso sia svenuto per lo shock, però allora che fine ha fatto? Non può essersene andato e, soprattutto, con le mie chiavi in tasca! Abbasso la testa sconsolata, non che morissi dalla voglia di fare una conversazione imbarazzante sull'accaduto della notte scorsa, ma non mi perderei per nulla al mondo l'occasione di passare del tempo con lui.

Due mani si posano sulle mie spalle e involontariamente urlo mentre mi volto per vedere in vico la persona dietro di me che scopro essere altri che lui. Senza accorgermene gli do un colpo sul braccio, mentre lui ride di gusto. << Sono così spaventoso? >> domanda non riuscendo a smettere di ridere.

<< Potresti evitare di prenderti gioco di me? Mi hai spaventato davvero. Sono facilmente impressionabile! >> mi giustifico.

<< Tu mi dici che la mia bruttezza ti spaventa e io ti prendo in giro? >> si sta divertendo davvero tanto a quanto pare a farmi queste domande idiote e, anche se non voglio darlo a vedere, mi sto divertendo anche io. Brutto lui... è l'unico aggettivo che non userei mai parlando di lui.

<< Il tuo arrivarmi da dietro come un maniaco mi spaventa! >> esclamo e lui non mi risponde. Fa oscillare le chiavi davanti a me e si siede sulle scale, credo non voglia entrare nella mia stanza e non gli do tutti i torti, è piccola e il letto a quattro passi dalla porta non suggerisce proprio la cosa giusta. << Non sei entrato dentro davvero, vero? >> chiedo per capire se non entra perché è sconvolto o solo perché non vuole.

<< Non ho l'abitudine di entrare in camera di una ragazza quando lei non c'è. >> si spiega e questo almeno mi da la certezza che posso ancora guardarlo senza sembrare una barbona. << ...Non che io sia entrato in molte stanze di ragazze... se escludiamo mia sorella, in effetti credo di non averne vista nessun'altra. >> aggiunge, ma questa non è una consolazione, penso. << Ti siedi o hai intenzione di restare lì in piedi? Sono un gentiluomo, non ti farò nulla. >> annuisco e mi siedo anche io sulle scale, non ce la facevo davvero più a stare in piedi.

<< Perché sei venuto? >> gli domando. Non che io non sappia che mi vuole parlare e probabilmente so anche di cosa, ma potrebbe volermi dire altro, qualcosa che ignoro e prima di dire qualunque cosa voglio esserne sicura.

<< Avevo bisogno di parlarti. >> mi risponde senza darmi ulteriori indizi.

<< Questo l'avevo capito dal primo “parliamo” che hai detto appena arrivato. Di cosa vuoi parlare? >> approfondisco la domanda, chiedendomi intanto se ricorda di avermi baciato.

<< Ho l'impressione di aver detto e fatto qualcosa che non avrei dovuto, ieri. >> dice e ringrazio la penombra delle scale per avermi aiutato a nascondere la delusione sul mio viso. Non che mi aspettassi molto, ma almeno che lo ricordasse. << Ad essere onesto, mi sono svegliato con una strana sensazione... il cuore mi batteva forte, ma proprio non ricordo. Devo aver bevuto davvero tanto la notte scorsa. Ho fatto qualcosa per cui mi dovrei scusare? >> mi chiede.

<< Non hai fatto nulla che richieda delle scuse. >> rispondo ed è vero che non deve scusarsi perché a me i suoi baci non hanno dato alcun fastidio, anzi.

<< Può esserci un filo di luce e puoi anche non guardarmi mentre mi parli, ma so che è successo qualcosa, lo so, e questo non mi fa proprio sentire a mio agio con te. >>

Oddio ma perché continua ad indagare? “Neanche io mi sento a mio agio a dirti che mi hai preso e baciato all'improvviso!” gli urlerei, ma mi vergogno così tanto... << Se non lo ricordi, non deve essere nulla di importante. >> come al solito dalle mie labbra esce sempre la frase più sbagliata.

<< Non ricordo perché mi sono scolato barili di vino e birra, è diverso. Sono qui perché potrebbe essere importante. Non riesco a spiegarlo, è la prima volta che mi sento così... >> la sua voce mi fa battere il cuore, potrebbe anche leggere la lista della spesa ma non cambierebbe nulla per me. << Ahhh, ero venuto convinto di riuscire a parlarti, ma poi ti guardo e le parole mi muoiono in gola! >> esclama passandosi le mani tra i capelli e restando così, con le mani tra i capelli e la testa abbassata. Lo abbraccerei, muoio dalla voglia di farlo, ma, da brava autodistruttrice quale sono, non faccio nulla che possa andare a mio favore. Resto in silenzio in attesa che sia lui a dire o fare qualcosa perché io non so proprio come comportarmi. << Mi sento in imbarazzo quando ti guardo perché non so cosa ho fatto. Non puoi dirmelo? >> aggiunge e sono sicura che non mi toglierò da questa situazione finché non parlerò. Devo solo cercare le parole giuste anche se finirò lo stesso per dire quelle sbagliate. Sento le mie guance scaldarsi, ringrazio che la luce quasi assente che riesce a nascondermi.

<< Mh...>> mugugnare non è la soluzione giusta. Impreco sottovoce, ma credo che mi abbia sentita comunque. << O-ok... mi hai... anzi, ci siamo baciati! >> dico titubante e non sento una risposta. SeungHyun evita anche di muoversi e così nascosto tra le sue braccia non capisco neanche che tipo di reazione ha generato in lui saperlo.

<< È stato >> inizia a parlare, ma lo blocco prima che possa continuare.

<< Non voglio sentirti dire che è stato un errore. >> probabilmente le mie parole sembrano quasi una supplica, ma non sopporto la sensazione del mio cuore che viene stritolato da qualcuno che vorrei invece che lo coccolasse. Lo sento sorridere e non so come interpretarlo.

<< In realtà stavo per chiederti se è stato bello. Non ricordandolo, avrei voluto qualche indizio in più. >> dice e non so se per prendermi in giro o perché vuole saperlo davvero. << Allora? Guarda che ci tengo alla mia reputazione di grande amatore. Ho bisogno di saperlo. Non potrei perdonarmi una performance da dilettante. >> ora scherza, ne sono certa e non so come prendere la cosa. Mi volto per guardarlo e anche lui mi guarda adesso. Ha abbandonato la sua posizione da riccio ed è qui a pochi centimetri da me. Ci vorrebbe così poco per avvicinarmi e baciarlo, in fondo a una certa distanza scatta in automatico il bacio, si sa, ma ovviamente non lo faccio, sono troppo fifona per farlo. Per fortuna non ho bisogno di farlo perché si avvicina lui a me, posa lui le sue labbra sulle mie, delicatamente, lentamente, come se avessimo tutto il tempo del mondo. È così diverso da quello di ieri sera, sembra più dolce e le nostre labbra sono l'unico contatto tra di noi. Un contatto sempre più profondo, riesce a farsi spazio tra le mie labbra senza troppe difficoltà, poi il portone d'entrata sbatte. MaRu è tornato! 



Sera! Ecco aggiornata anche questa... 
Come credo avrete capito dal titolo, per questo capitolo ho presto spunto da "Lady"... in realtà questa canzone mi ispira più allegria di quanta volessi trasmetterne nel capitolo, ma sembrava avere le parole giuste per il momento. Vogliatemi bene lo stesso. 
Qualcuno di voi aveva intuito che lui non si sarebbe ricordato del bacio, non vi posso nascondere nulla, ma l'idiozia di Pamela è imprevedibile, quindi almeno per quello che farà lei posso riuscire a non farmi scoprire.. ahahah 
Ci vediamo l'anno prossimo ormai e vi lascio con il titolo del prossimo capitolo.... "Baby goodnight" 
P. 

  
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