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Autore: Itsmary17    27/12/2016    2 recensioni
E se il Natale nella Foresta Incantata non esistesse, e fosse proprio Belle a portarlo grazie alla lampada del genio di Aladdin?
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino, Sorpresa
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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script di skin deep a cui mi son ispirata per la storia.
UN MAGICO NATALE
La luce filtrava prepotentemente dagli ampi vetri delle finestre della sala andando ad illuminare i mobili scuri e i tappeti scarlatti, un tempo bui, ora ridondanti di calore. Le tende erano ancora per terra, da quel giorno in cui lei, per aprirle, le aveva tirate giù: nessuno si era più occupato di rimetterle al loro posto. E se a Rumpelstiltskin andava bene così, allora anche a lei andava bene così.
Nonostante il calore del sole, tuttavia, un gelido silenzio regnava nella stanza.
Rumpelstiltskin filava in un angolo nella stanza, con movimenti lenti e regolari e una leggerezza che lei aveva visto in pochi prima di lui. Dal canto suo Belle si stava prodigando a far sparire ogni singolo granello di polvere dalla stanza, spostando man mano l’attenzione di oggetto in oggetto. All’inizio quel compito le era parso un po’ ripugnante, soprattutto visto che lei, in quanto principessa, non aveva mai toccato uno straccio prima, ma pian piano si era abituata e ora, a distanza di diversi mesi, doveva ammettere di esser diventata piuttosto brava. Inoltre, aveva scoperto che poteva conoscere il mondo anche attraverso quei piccoli oggetti pieni di magia e di polvere, e ciò la spronava a impegnarsi sempre più nel suo lavoro. Adorava in particolare quando Rumpelstiltskin le concedeva le varie storie di quegli oggetti.
- Parlatemi di questo – disse all’improvviso, rompendo il silenzio che si era andavo a creare.
Il folletto sorrise impercettibilmente a quella richiesta e, cercando di non darlo a vedere, giro lentamente il capo verso la ragazza. Notò subito che si stava rigirando tra le mani una lampada d’oro.
- Oh, quella non la toccherei troppo, dearie – sghignazzò.
- Perché? – chiese improvvisamente incuriosita la ragazza, osservando l’oggetto in ogni lato possibile e guardando ammirata la luce che si rifletteva sulla superficie liscia.
- Perché agitandola troppo rischieresti di far uscire un genio vagabondo, che ti darebbe la possibilità di esprimere tre desideri.
Negli occhi della ragazza si accese una luce.
- E noi non vogliamo desideri? – domandò eccitata.
- No. Noi non vogliamo desideri, dearie. E visto che non mi fido della tua curiosità – il folletto si alzò e schioccò le dita – Questa è meglio se la tengo io.
La lampada sparì dalle mani della ragazza per ricomparire in quelle di Rumpelstiltskin.
- Ma io… - tentò di obiettare lei.
- Basta così, è l’ora del thè, dearie. Vai ad impegnare i tuoi pensieri in cucina.
E con un altro schiocco delle dita, fece sparire anche Belle, che un attimo dopo si ritrovò nella cucina.
- “Vai ad impegnare i tuoi pensieri in cucina, dearie. Io non mi fido della tua curiosità, dearie” – scimmiottò la ragazza, imitando con delle smorfie e dei gesti buffi l’atteggiamento del folletto. Subito dopo scoppiò a ridere per la sua stessa imitazione e quindi si avvicinò alle tazzine – E ora, a noi, belle mie.
 
 

Il pensiero della lampada, tuttavia, non sparì dalla mente di Belle. Per giorni continuò a fantasticare su ciò che avrebbe potuto chiedere, se avesse avuto i tre desideri a disposizione. Inizialmente pensò a cose serie, come il tornare a casa, il rivedere suo padre, il salvare il regno, il far finire la guerra, il poter girare il mondo. Man mano, però, la serietà andò scemando e pensieri più frivoli iniziarono ad occupare la sua mente.
- Vorrei un vestito nuovo, e un letto più comodo. E oh, oh, un bel bagno caldo. Non che quello che faccio ora non lo sia, però… Un bagno caldo che duri ore, facciamo allora. Sennò vorrei vedere Rumpelstiltskin con i pantaloni al contrario, non sarebbe divertente? – domandò alla teiera con cui stava versando il thè che poco dopo avrebbe portato allo stesso folletto – E vorrei avere la sua capacità di schioccare le dita e farlo sparire in un altro posto. Lo manderei… Mmh, dove potrei mandarlo?
- Con chi stai parlando, dearie?
La ragazza sobbalzò, rischiando di versare tutto il contenuto del vassoio che aveva appena sollevato.
- I-Io? Con n-nessuno! Anzi, vi stavo giusto per… Per portare il thè – sussurrò, sollevando verso di lui il vassoio a dimostrazione di ciò che aveva appena balbettato.
Il folletto gettò una rapida occhiata all’oggetto in questione e accompagnando le parole con un gesto della mano esclamò: - Sarà per la prossima volta, io devo uscire di corsa. Ho un… Un impegno a cui non posso mancare.
- Posso venire? – tentò di dire Belle.
- Ovvio che no, dearie. Son venuto solo a suggerirti di non combinare pasticci in mia assenza, o ne subirai le conseguenze! – rispose con tono stucchevole, puntandole un dito contro.
Ma la ragazza afferrò dolcemente il dito e disse con un sorriso: - Non c’è bisogno di far così con me, Rumple, ormai conosco le regole.
Il folletto rimase un attimo interdetto, con le labbra socchiuse e gli occhi grandi e fissi sulla candida mano di lei, quindi si staccò bruscamente e aggiunse: - Sì, sì bene. Allora io… Vado.
E sparì in una nube violacea. Belle rimase bloccata, sentendo ancora la presenza di lui aleggiare intorno a lei e il suo respiro traballare a pochi centimetri dalla sua bocca, quindi scosse la testa e tornò alla realtà. Posò il vassoio sospirando e tra sé e sé pensò: - E adesso che faccio?
 
 
 
Non era la prima volta che rimaneva sola nell’oscuro Castello, tuttavia quel giorno si sentiva più malinconica del solito. Era un giorno d’inverno e la tiepida luce filtrava appena dalle vetrate. La temperatura all’interno era tiepida, ma fuori l’aria compieva mirabili cerchi ghiacciati che evidenziavano l’avanzare del freddo. Belle rabbrividì un poco e dopo aver finito le pulizie si avviò nel salone centrale, lasciandosi alle spalle la cucina, diventata improvvisamente gelida senza il suo padrone.
La vista dell’arcolaio nell’angolo le ridiede un attimo calore e per un secondo le sembrò di vedere Rumpelstiltskin filare, col suo solito ghigno che stranamente le trasmetteva tanta tranquillità. Persa in quella visione, si accorse in ritardo di uno strano luccichio ai piedi dello stesso. Si avvicinò incuriosita e spalancò automaticamente la bocca quando si accorse che l’oggetto in questione era proprio quella lampada del Genio su cui aveva tanto fantasticato.
Si guardò velocemente intorno, per assicurarsi che Rumpelstiltskin non fosse nei paraggi e che quello non fosse un suo scherzo, e poi, con un veloce balzo, raggiunse il magico oggetto. Il suo colore dorato brillava come quando l’aveva preso in mano per la prima volta. In un attimo tutti i desideri che aveva sognato le tornarono in mente. Era tentata di strofinare quella lampada quasi quanto era terrorizzata della reazione che avrebbe avuto Rumpelstiltskin se l’avesse scoperto.
Potrei sempre domandare che lui non lo scopra, pensò. E con un lieve tremore della mano prese a strofinare la lampada. Al terzo tocco quella iniziò a vibrare e dal suo becco fuoriuscì una nube dai colori blu. Subito dopo, di fronte alla ragazza apparve un uomo con un buffo turbante in testa e dei singolari bracciali d’oro alle mani.
- Yahw – sbadigliò – In che epoca sono?
Belle lo guardò meravigliata.
- Quindi è vero, tu sei un genio – esclamò.
- Perspicace – rispose lui.
Da parte sua la ragazza sollevò un sopracciglio.
L’uomo sospirò. – Ebbene sì, sono un genio, e sono qui per esprimere tre vostri desideri. Dunque comandate, padrona.
Belle tornò a sorridere eccitata, mentre le idee le si affollavano alla testa.
- Posso chiedere di tutto?
- Beh, non proprio tutto tutto… - e così dicendo il genio fece apparire una lunghissima lista, inforcò degli occhiali e prese a leggere – Non potete desiderare la morte di qualcuno, o la sua decapitazione, o la sua rovina, o il suo funerale, o il trasformarlo in ratto, o anche…
- Ma io non voglio nessuna di queste cose! – lo interruppe Belle, improvvisamente disgustata.
- Oh bene, allora passiamo direttamente all’ultimo punto. Bla bla, non potete questo e quello, oh sì, ecco. Non potete desiderare che una persona si innamori di voi.
La ragazza spalancò i suoi occhioni azzurri.
- Beh, io non voglio far innamorare nessuno!
Il genio si guardò intorno, e stavolta a sollevare un sopracciglio fu lui.
- Umh, beh, meglio così mia cara. Ora, colmati tutti i dubbi, domandate pure.
- Oh ecco, io vorrei…
- Un attimo, vorrei prima ricordarvi – la interruppe nuovamente il genio – Anche se questo dovreste già saperlo, visto dove vivete – le fece un occhiolino, e lei colse il riferimento - Che la magia ha sempre un prezzo. Quindi, se desideraste ad esempio rivedere qualcuno, ricordatevi che potrebbe essere l’ultima volta, e con ultima volta intendo la sua ultima volta. Girano voci di una ragazza che ha chiesto che un ragazzo si preoccupasse per lui almeno una volta, e che un attimo dopo si è ritrovata a terra, senza vita. Ma con questo non intendo spaventarvi. Prego, domandate pure.
Belle si ritrovò improvvisamente in un limbo, con le gambe che presero a tremare per la paura. La magia ha sempre un prezzo. Questa frase, che sentiva costantemente uscire dalle labbra di Rumpelstiltskin, significava solo una cosa: qualunque cosa avesse domandato riguardo i suoi cari, avrebbe significato rischiare di perderli. Per sempre.
D’altra parte, se anche avesse desiderato la libertà, di sicuro, una volta ottenuta, Rumpelstiltskin sarebbe andato a cercarla per l’accordo infranto e le avrebbe fatto pagare il suo tradimento.
Inoltre, c’era una piccola parte di lei che si sentiva stranamente attratta da quell’essere che suo padre aveva definito mostro, ma che lei sapeva fosse molto di più, e sentiva di non aver voglia di abbandonarlo così.
- Mia cara, io posso aspettare pure mille anni, ma tu no, quindi vogliamo darci una mossa? È Natale oggi, ci sarà qualcosa che vuoi!
- Cosa è Natale? – domando incuriosita la ragazza, mettendo un attimo da parte i suoi pensieri.
- Come, non lo sai? Natale è una festa dove tutti si scambiano regali e son contenti e altre robacce simili. Una faticata per noi geni, che dobbiamo esaudire migliaia di desideri.
A Belle brillarono gli occhi alla sola idea di una festa simile. Improvvisamente seppe cosa voleva. Una cosa semplice, che non avrebbe causato ripercussioni su nessuno.
- Vorrei che tutti conoscessero il Natale! – disse, sperando che la gioia della festa di cui parlava il genio arrivasse anche a suo padre.
- E così sia – rispose con un sorriso lui.
In un attimo una magica polvere scese su tutto il Castello e le zone circostanti, andandosi a spargere sempre più lontano. Un grosso albero decorato apparve al centro della stanza, prendendo il posto di un esotico bonsai che Rumpelstiltskin aveva collezionato nel suo ultimo viaggio. Estasiata, Belle si avvicinò a toccarlo, per accertarsi che non fosse frutto della sua immaginazione.
- Mancano ancora due desideri, mia cara.
Belle si avvicinò alla finestra pensierosa, fissando le brulle montagne che circondavano il Castello Oscuro. Quell’anno erano ancora più spoglie del solito perché non aveva nevicato. La neve le era sempre piaciuta e ad Avonlea era tradizione che chi creava la scultura più bella con essa avesse diritto a una cena con la famiglia reale. Lei da bambina adorava in particolare quell’ultimo momento, perché ogni volta saliva sulle ginocchia del vincitore e si faceva raccontare storie di regni lontani e fatati. Questo, prima della guerra degli Orchi. Quei tempi erano ormai andati da molti anni.
La neve, tuttavia, continuava ad affascinarla. Sorrise. Aveva deciso cosa esprimere come secondo desiderio.
- Voglio… Voglio che nevichi come non ha mai nevicato!
Il genio schioccò nuovamente le dita e copiosi fiocchi presero a scendere dal cielo, colorando di bianco il terreno.
- Un ultimo desiderio.
La ragazza realizzò improvvisamente che espresso il terzo desiderio il genio sarebbe scomparso e lei sarebbe tornata ad essere sola in quel Castello tanto triste e buio. La sua mente corse all’unico in grado di riscaldare quell’ambiente con la sua sola presenza. Colui che in quel Castello l’aveva imprigionata, ma che le aveva al tempo stesso permesso di uscire da un'altra prigionia: quella del suo castello e della vita di corte. Da principessa era passata a cameriera, ma si sentiva molto più soddisfatta ora, quando finiva di spolverare una stanza o di preparare una cena, piuttosto che dopo un ballo di corte. Suo padre le mancava da morire, ma al tempo stesso prendersi cura della “bestia” le aveva fatto crescere dentro dei sentimenti nuovi. Se in un primo momento aveva odiato la vita al Castello Oscuro, ora sentiva di esserci legata e la sua prigionia era diventata molto più sopportabile. Soprattutto grazie a lui, che si mostrava tanto scontroso ma che poi tremava quando lei lo sfiorava. Lui, che in quel momento era chissà dove a fare chissà cosa, non riempiendo il Castello della sua vistosa presenza. Non voleva essere sola, non quel giorno.
- Vorrei che… Vorrei che Rumpelstiltskin fosse qui – disse sottovoce, quasi istintivamente. Poi, realizzando che sarebbe stato furioso, aggiunse: - E che non si arrabbiasse di ciò che ho fatto, anzi, che si dimenticasse proprio della lampada.
Il genio schioccò le dita e, con un ultimo sorriso, sparì, mentre Belle gli sussurrava un commosso “grazie”. Subito dopo anche la lampada sparì e al suo posto comparve un confuso Rumpelstiltskin.
Il folletto si guardò intorno spaesato.
- Ma… Che ci faccio qui? E dov’è finito il mio bons…
Ma la ragazza non gli lasciò il tempo di concludere la frase che gli gettò le braccia al collo sospirando: - Rumple!
Rumpelstiltskin, dopo un attimo di esitazione, si scostò leggermente per guardarla negli occhi e disse: - Come mai questo entusiasmo, dearie? Che hai combinato?
Belle sorrise, scuotendo la testa.
- Nulla, è solo che è Natale.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Yessssss, I’m back. Intanto buon Natale a tutti, in secondo luogo devo dirvi che se trovate questa piccola one shot orripilante è perché l’ho scritta in neanche due ore senza neanche troppe idee, ma semplicemente partendo da uno script di Skin Deep. La scena in questione, eliminata, mostrava Belle trovare questa lampada magica e chiederne spiegazioni a Rumple, quindi passare oltre. Io mi son focalizzata su questo passaggio, immaginando cosa sarebbe potuto succedere se i tre desideri fossero finiti in mano sua. Non avendo molte idee, ho pensato a ciò che ci circonda proprio in questi giorni, ovvero il Natale, i regali e la nev… oh, ok, niente neve, *sigh*, e ho scritto questa piccola storiella. Prendetela alla leggera, eh: è volutamente OOC. Perché in fondo a Natale siamo tutti più buoni, no? ;)
Ps. All’interno del testo son nascosti alcuni easter eggs, riuscite a trovarli tutti?
   
 
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