I Will Always
Find You
6. Dice il saggio: se la montagna viene verso di te… corriii!
E’ una franaaaa!
-Eddai, Sesshomaru, ferm…-
-No.-
Mio fratello
viene zittito da un’occhiataccia del suo fratellastro del Sengoku,
mentre Inuyasha sbuffa irritato.
-E’ inutile:
lo dovresti sapere meglio di me.-
Inucchan
rotea gli occhi al cielo, ma rimane zitto. Io sorrido: si vede lontano un
miglio che il rapporto dei due fratelli è migliorato nei secoli. Soprattutto in
quei momenti in cui si lanciano quelle occhiatine d’intesa che, di certo, non
sono l’unica ad intercettare.
Per amor di
cronaca, è da tutto il pomeriggio che camminiamo e Sesshomaru
Io-Sono-Il-Principe-Dei-Demoni-Ghiacciolosamente-Ghiacciolosi è decisamente implacabile: non da ascolto
nemmeno a Rin, che mi ha chiesto già più volte di
aiutarla a salire in groppa ad Ah-Uhn perché non ce
la fa più a camminare.
Per un paio
di volte mi sono seduta a fianco alla bambina, ma poi ho ceduto il posto a
Kacchan, decisamente poco abituata a camminare. -Quando torneremo a casa, Aya-chan, andò a farmi una sauna, ma una sauna...!!!-
In ogni caso,
ho chiesto a Maru se si voleva sedere accanto a Rin-chan
per riposarsi, ma non ho capito se abbia rifiutato perché lui è troppo macho per
sentire la fatica -sebbene sia inevitabilmente umano- oppure se tema la
vicinanza della bambina. Non chiedetemi il motivo, ma in queste ore di assoluta
inattività mentale ho avuto il tempo di ideare queste piccole teorie. Idiote,
ma sempre teorie.
E’ più o meno
verso sera, mentre io sono incantata a guardare gli ultimi raggi di sole che
spariscono dietro l’orizzonte, che Miroku gioisce alla vista di un villaggio
lontano.
Ed è più o
meno un quarto d’ora dopo che dalle labbra di Rin-chan
esce un’esclamazione di puro stupore, alla vista dei miei capelli e dei miei
occhi cambiare colore. Addirittura Sesshomaru, in capo al gruppo sin dal
mattino, rotea il suo principesco busto di qualche grado per lanciarmi
un’occhiata, prima di schioccare la lingua e fermarsi sotto un albero. Kacchan
si avvicina a Miroku. -Andiamo al villaggio?- gli domanda, forse sperando in
una bella e sostanziosa cena. Lui annuisce, mentre incarica Inuyasha a farci
strada, come un cane da tartufo, grazie al suo (in)fallibile olfatto.
-Rin? Non vieni?- le domando, quando vedo che si è avvicinata
a Sesshomaru e Jaken che, chiaramente, non ci avrebbero seguiti al villaggio.
-Io… non…-
dice titubante, abbassando lo sguardo.
-Ayame, andiamo.- mi dice Maru, avvicinandosi di scatto a me
e prendendomi per il braccio. Io lo guardo stranita. -Cosa? Ma…-
-Non puoi
proprio fare a meno di controbattere in continuazione?- insiste brusco, iniziando
a tirarmi in avanti.
E adesso che gli prende? penso, mentre mi giro indietro e
guardo Rin salutarmi timidamente con la manina.
Tuttavia, considerando lo stato in cui mi trovo -girata all’indietro e tirata
in avanti-, il mio scarso equilibrio e la sfiga,
inciampo. Sui miei stessi piedi.
Emetto un
rantolo soffocato, mentre faccio un chek-up completo
del mio corpo e mi rendo conto che, no, non ho nulla di rotto. Alzo la testa
verso Maru.
-Il Karma.-
dice semplicemente lui, alzando un sopracciglio e illuminandomi con un suo
sorrisino di scherno.
Kamisama
e il suo perverso senso dell’umorismo.
-Bla, bla,
bla.- gli faccio il verso io, mentre cerco di rialzarmi, sbuffando.
-Come osi
trattare in questa maniera…- inizia Jaken, in una folle difesa verso il suo
padrone, prima che Miroku si avvicini e gli dia una bastonata sulla testa.
Adoro quel monaco!
-D’accordo,
d’accordo. Possiamo andare?- chiede Inucchan, attirando la nostra attenzione su
di lui e indicando la strada con un cenno scocciato.
Noi annuiamo
e ci avviamo, chi confuso, chi meno, chi divertito, chi meno, verso lo
sfortunato villaggio che sfortunatamente questa notte sarà turbato da spiriti
maligni e in cui, fortunatamente, agirà il monaco -depravato- Miroku.
-… sarei
onorato di servire il vostro villaggio e la vostra famiglia, eliminando questi
spiriti maligni…-
Guardo
sconcertata il monaco, indecisa se illuminarmi d’immenso -ragazzi, questo
palazzo è meraviglioso!- o se domandarmi se tutti i potenti di questo tempo
sono così creduloni.
-Ed ecco la
famigerata capacità di Miroku nel procurarci un tetto sulla testa.- dice
ironicamente Sango: probabilmente la ragazza è parecchio contraria ai modi
subdoli del monaco.
-Io non vedo
l’ora di mangiare una graaaandissima ciotola di
riso!- esclama invece Shippo, saltando dalle spalle di Kagome
in braccio a Sango. -E’ da così tanto che non facciamo un pasto come si deve.
Tutta colpa di quello stupido: è tutto preso dal suo inseguimento che non pensa
a noi nemmeno per un attimo.- dice, con un’aria da saputello che fa,
inaspettatamente, alzare un sopracciglio a Maru.
-Cosa dici,
nanerottolo?!?- esclama Inuyasha, prendendo il bambino per la coda e iniziando
ad agitarlo come una lattina di coca cola.
-Inuyasha,
lascia stare Shippo! Voi che dica di nuovo quella
parola?- lo minaccia Kagome, guardandolo
minacciosa.
-Feh.- è la sua ultima parola, prima di fare cadere a terra
Shippo e tornare verso Miroku, incitandolo a muoversi.
Kagome scuote la testa e prende in braccio
il volpino. -Inuyasha è un tale arrogante ogni tanto…-
-E anche
permaloso, borioso, maleducato, insensibile, bugiardo, presuntuoso, petulante,
testardo e scostante!- aggiunge Kacchan, facendo un rapido elenco di tutti gli
aggettivi negativi che le vengono in mente, che, casualmente, si adattano a
lui. Casualmente.
Inuyasha si
gira di scatto, fulminando la mia amica con lo sguardo, mentre mio fratello si
gela sul posto, non osando muovere un muscolo.
Scoppio a
ridere. -Andiamo, Kacchan, non essere troppo seve…- non termino la frase perché
la suddetta Kacchan mi lancia uno sguardo talmente arrabbiato che trancia di
netto ogni mio -inutile- tentativo di mettere in buona luce Inucchan.
Mi zittisco e
mi faccio piccola piccola vicino a Maru. Non mi
piacciono le occhiate di Kacchan quando è arrabbiata, proprio no.
Seguiamo
tutti il padrone di casa, un signorotto con un panzone talmente gonfio che
avrei tranquillamente potuto scambiarlo per Babbo Natale, che ci fa vedere ogni
angolo dell’immensa magione, con il solo scopo di aiutare il monaco nel suo
lavoro.
Tutte le
stanze sono simili e, considerando la grandezza dell’abitazione, ci mettiamo un
bel po’ a vederle tutte, ma Miroku si dimostra molto interessato e fa parecchie
domande: spero solamente che non abbia intenzione di scappare durante la notte
con i tesori del palazzo!
L’ultima
stanza che il signore ci mostra -grazie, o Onnipotente!- è quella dove è
racchiuso la pergamena con l’albero genealogico della sua famiglia.
Il padrone
srotola con delicatezza la suddetta pergamena, iniziando immediatamente a
investire il bonzo con la noiosissssima storia dei
suoi antenati. Da canto mio, la sua voce diventa un bla bla bla di sottofondo che, dopotutto, potrei anche trovare
piacevole.
-Oh santi
Numi…- sussurro, tirando la manica di Sesshomaru. -guarda, Maru!-
Lui segue il
mio sguardo sino alla pergamena srotolata, che copre parecchi metri del
pavimento. -Quest’uomo ha un albero genealogico che risale a Pipino il Breve!-
esclamo.
Kamisama, gli antenati di Babbo Natale fanno
un baffo a quelli di Sirius Black!
Sesshomaru,
tuttavia, non si degna di rispondere, così sbuffo: a quanto pare, i miei
tentativi di strappargli un sorriso sono un totale spreco di energie.
Alla fine del
luuuuunghissimo racconto, veniamo condotti in una
stanza vuota e, dopo pochi minuti, ci viene consegnata la cena. Io spalanco gli
occhi davanti al banchetto che ci viene proposto e la mia pancia brontola in
risposta: beh, dopo quasi due giorni di ramen
istantaneo, un po’ di riso, carne e pesce è come il pasto di un re. Solo dopo
aver formulato questo pensiero mi rendo conto che in quest’epoca è davvero
così.
Mangiamo
chiacchierando del più e del meno e mi rendo conto che ci mettiamo un tempo
infinitamente breve a consumare il pasto. Quando
è fame…
-Come hai
intenzione di muoverti, Miroku?- chiede Kacchan, finendo di masticare il suo
ultimo pezzo di carne.
-Oh, non vi
preoccupate.- risponde questo, sventolando una mano. -Penserò a tutto io,
questa notte.-
-Tsk, vedi di non combinare qualche pasticcio, Miroku!-
sbotta Inuyasha, di cattivo umore. -L’ultima volta ci hai costretti a scappare
con la coda tra le gambe!-
-Inuyasha ha
ragione.- sottolinea Sango. -Abbiamo davvero bisogno di quel denaro.-
-Ma certo, Sanguccia: farò del mio meglio.- promette il monaco, prima
di girarsi verso di me e sorridermi raggiante, come colto da un’illuminazione.
Io aggrotto
le sopracciglia. -Che c’è?- hai visto il
Buddha?
-Ora che sei
umana, dolce Ayame,- inizia, avvicinandosi a me. -mi
sento molto più alla tua altezza, per questo sono in dovere di porgerti una
domanda molto importante.-
Io arrossisco
di botto, mentre lui prende le mie mani e avvicina il suo volto al mio.
-Vuoi avere
dei figli con me?-
…
…
…
Che cosaaaa?!?
Gli è andato di volta l’ultimo neurone che abitava la sua testolina bruna?
Non faccio
nemmeno tempo a formulare una risposta, che una serie di “Miroku!”, “Sei un
idiota!” e “Pervertito di un bonzo!” piovono da tutte le parti, assieme alle
ciotole vuote della cena appena consumata.
Sango, dopo
averlo sommerso di insulti -decisamente meritati, a mio parere.- si alza di
botto ed esce dalla stanza sbattendo la porta, seguita di corsa da Kagome, che si premura di lanciare un’occhiataccia
terribile al monaco, della serie “facciamo i conti più tardi!”. Al che,
vedendomi totalmente allibita e scioccata, Inucchan è così cortese da spiegarmi
che Miroku è solito a fare questa domanda a tutte le donne che incontra, con la
stessa frequenza a cui tocca loro il sedere.
A quel punto,
riesco a rilassarmi un pochino e addirittura ridacchio alla vista del bonzo che
mi rivolge un sorriso di scuse, massaggiandosi la testa che è stata la parte del
corpo cecchinata maggiormente dalla folla scandalizzata.
-Beh, è ovvio:- dice Kacchan, ad un certo
punto, attirando le occhiate di tutti quelli rimasti in sala. -voi uomini
ragionate solo con… oh, lasciamo perdere.-
-Kagome!- esclamo scandalizzata, voltandomi verso la mia
migliore amica e successivamente verso Inucchan, che ha la stessa espressione scioccata
che, sicuramente, ho anche io.
-Che c’è?-
chiede lei, santarellina. -E’ vero!-
-Certo che è
vero.- le rispondo, ignorando le occhiatacce che tutti i maschi, ad esclusione
di Shippo che non ci sta capendo un’emerita cippa
lippa, povero cucciolo, mi rivolgono. -Ma di solito non sei tu a fare notare
certe cose!-
-Beh, c’è
sempre una prima volta, no?- mi risponde placida, alzandosi e seguendo le altre
due fuori.
Noi rimaniamo
per qualche minuto in silenzio.
-Che cavolo
le prende?- domanda Inucchan, rivolgendosi, probabilmente, alla sottoscritta.
-Strano che
tu me lo chieda, Inuyasha, dato che sei proprio tu la causa del suo malumore.-
Mio fratello
aggrotta le sopracciglia. -Non dirmi che è ancora per quella storia della
reincarnazione!- sbuffa.
-Certo che è
per quello: crede di essere un rimpiazzo.- gli spiego pazientemente, per
l’ennesima volta.
-Un
rimpiazzo?-
-Oh, per
Nicholas Cage!- esclamo, alzando gli occhi al cielo. -Dunque, vediamo se così
ti è più chiaro: la tua ragazza è terrorizzata che tu stia con lei per il
semplice fatto che senti la mancanza di Kagome e che,
di conseguenza, tu finga di amarla solo per avere la parvenza di riaverla di
nuovo al tuo fianco. Mi sono spiegata?-
Inucchan
rimane zitto per qualche secondo. -E’ una sciocchezza.- decreta alla fine.
Io mi alzo in
piedi di scatto. -Non è una sciocchezza, cazzarola! E’ una sciocchezza che tu
non gliel’abbia detto prima, dato che la stai facendo soffrire per niente. E in
ogni caso è normalissimo pensarla a questo modo, te lo garantisco!- esclamo,
uscendo inviperita. Passando a fianco a Miroku, tuttavia, noto un particolare
che mi fa sorridere: la ciotola di riso di Maru è accatastata assieme alle
altre, segno che è stata ricevuta in testa dal monaco pervertito. Allora anche lui è geloso, ogni tanto…
Scuoto la
testa e sospiro. -Mi chiedo: perché è capitato proprio a me un fratello così
scemo?- borbotto, cercando le mie amiche. Le trovo tutte e tre sedute sotto il
portico e, ovviamente, l’argomento di discussione è la stupidità degli uomini,
in particolar modo di Miroku e Inuyasha.
Da parte mia,
non ho nemmeno bisogno di annunciarmi: inciampo e faccio un gran fracasso.
-Ayame!- dice Kacchan, alzandosi subito per aiutarmi.
-Stai serena,
Kacchan: ho detto talmente tante parole ad Inuyasha che uno di questi giorni
verrà a scusarsi di certo.- le dico, dalla mia posizione con la faccia
spiaccicata sul pavimento di legno.
Lei
ridacchia. -Non ti preoccupare. Non ho intenzione di perdonarlo tanto
facilmente.-
Faccio
spallucce. -Lo so, ma tentar non nuoce, no?-
-Ayame?- mi chiede Sango ad un certo punto, attirando la mia
attenzione. -Posso farti una domanda?-
-Certo.- le
rispondo, sedendomi a fianco a lei.
-Tu sei la
reincarnazione di Rin, giusto?-
Annuisco.
-E… tu e
Sesshomaru…-
Io arrossisco
e abbasso lo sguardo. -Io e Sesshomaru ci amiamo, per quanto possa sembrare
strano. Però non ditelo a voce alta.- aggiungo, ridacchiando. -E’ molto orgoglioso
e non gli piace sbandierare i suoi sentimenti al vento.-
Sango e Kagome mi fanno l’occhiolino.
Tuttavia, non
fanno in tempo ad aggiungere altro, perché la porta dietro di noi si spalanca e
Miroku esce di corsa, seguito da Maru e dai due Inuyasha.
-Ragazze,
abbiamo un problema!- esclama trafelato, mentre Inuyasha estrae Tessaiga e la punta contro la porta, rimasta aperta.
Sango ne
approfitta per tirare fuori il suo Hiraikotsu, mentre
Kagome incocca una freccia.
Passano un
paio di interminabili secondi, quando dalla porta spunta un enorme demone lupo,
che sbava e punta i suoi occhietti iniettati di sangue su di noi.
Io rimango
agghiacciata. -Un… demone lupo?- sussurro, nello stesso momento in cui Kagome esclama -Naraku!-
Ci fissiamo.
-Niente di
tutto questo: è un demone che ai nostri occhi assume la forma di ciò che temiamo
più al mondo.- ci spiega Miroku, puntando il suo bastone verso il demone.
-Oh, porca
puttana!- esclamo, spalancando gli occhi sorpresa, seguita a ruota dalle
espressioni scioccate di coloro che, probabilmente, non sono abituati a sentire
simili oscenità uscire dalle labbra di una donna.
-Ci
aggiungerei anche un “merda”.- mi spalleggia Kacchan, guadagnandosi a sua volta
occhiate sorprese.
-Tsk. Niente può resistere alla mia Cicatrice del Vento!-
esclama Inuyasha, ignorando la scurrilità delle sue due nuove compagne di
viaggio.
-Fermo,
Inuyasha!- urla Sango, per farsi sentire sopra al frastuono causato dal demone.
-Distruggerai il villaggio: dobbiamo attirarlo lontano da qui!-
Inuyasha
sbuffa, irritato, poi ci voltiamo in contemporanea e iniziamo a correre come
dei disperati. Per tutto il tempo, Kagome e Sango
attaccano il demone come meglio possono, cercando di evitare di colpire le case
o i rari passanti che al nostro passaggio cacciano semplicemente un urlo e si
rifugiano nella prima stalla disponibile. Beati loro che ne hanno la
possibilità: non ci crederete, ma mi sto cacando sotto. Azz,
volevo dire: sto morendo dalla paura.
In ogni caso,
non ho molto tempo per pensare al mio stato d’animo, poiché sono assolutamente
concentrata a mettere un piede davanti all’altro perché, sono sicura,
inciamperò e mi farò davvero molto, ma molto male. E dato che la mia sfiga
rasenta il massimo umanamente e demonemicamente
possibile, sono assolutamente certa che succederà una catastrofe prima di
domani mattina.
Angolino
dell’autrice: Salve a
tutti! Vi chiedo immensamente scusa del ritardo, ma sono in piena sessione d’esami
e lo studio mi lascia ben poco tempo libero.
Spero tanto
che il capitolo vi sia piaciuto! Alla prossima ;)
Sami