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Autore: queenjane    27/12/2016    2 recensioni
Riprendendo spunto da una mia vecchia storia, Beloved Immortal, ecco il ritorno di due amati personaggi, due sorelle, la loro storia, nella storia, sotto altre angolazioni. Le vicende sullo sfondo tormentato e sontuoso del regime zarista.. Dedicato alle assenze.. Dal prologo .." Il 15 novembre del 1895, la popolazione aspettava i 300 festosi scampanii previsti per la nascita dell’erede al trono, invece ve ne furono solo 101.. "
Era nata solo una bambina, ovvero te..
Chiamata Olga come una delle sorelle del poema di Puskin, Onegin ..
La prima figlia dello zar.
Io discendeva da un audace bastardo, il figlio illegittimo di un marchese, Felipe de Moguer, nato in Spagna, che alla corte di Caterina II acquistò titoli e fama, diventando principe Rostov e Raulov. Io come lui combattei contro la sorte, diventando baro e spia, una principessa rovesciata. Sono Catherine e questa è la mia storia." Catherine dalle iridi cangianti, le sue guerre, l'appassionata storia con Andres dei Fuentes, principe, baro e spia, picador senza timore, gli eroi di un mondo al crepuscolo" .... non avevamo idea,,, Il plotone di esecuzione...
Occhi di onice.
Occhi di zaffiro."
"Let those who remember me, know that I love them" Grand Duchess Olga Nikolaevna.
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Zarista
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- Questa storia fa parte della serie 'The Dragon, the Phoenix and the Rose'
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Colei che faceva battere il cuore del giovane zarevic era nata come Alix d’Assia e del Reno, sestogenita del granduca Luigi e di Alice d’Inghilterra, figlia di Vittoria, Regina di Gran Bretagna e Irlanda, poi imperatrice delle Indie. Vantava illustri ascendenze e tale retaggio sarebbe sempre stata orgogliosa.
 

Alice d’Inghilterra si era sposata nel luglio 1862, appena sei mesi dopo la morte del Principe consorte, Alberto di Sassonia Coburgo,l’amato marito tedesco di Vittoria.  
 La Regina, da allora in avanti cominciò a vestire  sempre di nero, uniche concessioni al colore una candida cuffietta sopra la pingue faccia e qualche gioiello d’oro.
 
Un testimone riferì che pareva più la celebrazione di un funerale piuttosto che di un matrimonio, tutti piangevano e all’uscita dalla chiesa scoppiò un temporale apocalittico.
Un tragico monito per una delle più sventurate famiglie reali della storia.

La corte degli Assia non era ricca e le continue guerre nel corso degli anni successivi, come quella dei ducati del 1864, contro la Prussia nel 1866 e via di seguito, ne ridussero ancora di più le sostanze.

La famiglia granducale era tuttavia in continua espansione, così che per risparmiare Alice allattava lei stessa i suoi bambini, ne riciclava i vestiti, le vacanze erano Inghilterra, ospiti della regina Vittoria, tranne che i soldi per l’acquisto di treni e navi dovevano essere accantonati con largo anticipo.
 Non  concedeva agi o mollezze, così come prescriveva la sua rigida educazione  ma nel contempo faceva di necessità virtù. I suoi bambini facevano bagni in acqua fredda, mangiavano porridge e mele al forno.
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Dura e inflessibile, sosteneva che la vita era fatta di doveri, non di piaceri, che "la felicità non appartiene a questo mondo”, frase che ripeteva spesso, per prepararsi alla malasorte ma così non era.
Nel 1873 morì il più piccolo dei suoi figli maschi, Frittie, di tre anni appena per le conseguenze di una caduta.
Anche se  il bimbo riprese conoscenza, le complicanze dell’emofilia di cui soffriva ne causarono il decesso.
Alice non si riprese mai dalla morte di Frittie, scriveva a sua madre di essere lieta di avere una piccola immagine colorata del suo tesoro, ma si sentiva  più triste che mai e le mancava  fino allo spasimo, continuamente, sognava il paradiso con il suo bimbo e il padre morto troppo presto.
Quella tragedia la segnò,ineludibile,  da quel giorno Alice d’Inghilterra non rise quasi più, mentre aumentava la distanza con il marito Luigi, ritenuto dalla moglie farfallone e distratto.
 
L’eterna mancanza di mezzi finanziari, la gestione della Casa reale e del Granducato (erano saliti al trono nel 1876) esaurirono ancora di più la principessa inglese, che cercava ristoro nei libri  e nella musica e nelle lunghe conversazioni con il teologo Strauss, creando non poco scandalo intorno a lei, la definivano atea, se non libertina.
Si preoccupava di tutto e tutti, cercava di fare del proprio meglio.
Sempre tesa e preoccupata, cercava di  soccorrere gli afflitti e aveva sempre un rimprovero per il marito, così Alix ricordava sua madre, anni dopo, aggiungendo che aveva perso la salute in giovane età, cosa che poi accadde alla sua piccola figlia.
 
Gli eventi precipitarono nel dicembre 1878.
Morì di difterite, dopo avere seppellito la figlia più piccola Maria.
Lasciava un  vedovo e cinque figli, la più grande aveva 15 anni, Alix solo di 6.
 
La bambina, chiamata Sunny, ovvero "Raggio di Sole", in famiglia per il suo carattere vivace ancorché timido, divenne sempre più malinconica e triste, sviluppando un grande attaccamento verso il padre Luigi e il fratello Ernie.
 
La regina Vittoria, detta Granny, o Gangan, si occupò sia da vicino che da lontano dell’educazione della bambina, di cui lodava lo splendido aspetto e cercava di indurla ad acquisire maggiore fiducia in sé stessa, invitandola a fare discorsi dinanzi a un circolo di sedie vuote, o suonare il pianoforte dinanzi a più di due persone.
Cardini educativi della giovane principessa furono l’impegno, il ferreo senso della morale, l’abnegazione, l’imperativo che non bisognava mai cedere né moralmente né spiritualmente.
 
La sua bionda avvenenza e la sua incantevole timidezza colpirono il giovane zarevic.
Dopo il soggiorno di Alix in Russia nel 1889, i due giovani svilupparono una corrispondenza per il tramite della granduchessa Ella, sorella di Alix e zia acquisita di Nicola, che divenne sempre più appassionata negli anni.
 
In matrimonio del futuro zar di Russia non era solo un affair di cuore, sottolineava lo zar Alessandro III, occorreva che la sposa portasse un ottimo nome, una buona dote e ricche alleanze.
Per quanto nipote della regina Vittoria, dal 1876 imperatrice delle Indie, la giovane era  solo la figlia di un piccolo granduca, di scarsi mezzi e fortuna.
Per quanto avvenente, la sua timidezza poteva essere un freno nella vita dell’alta società, considerato l’impegno mondano in cui si erano profuse le ultime imperatrici russe.
Che la giovane fosse colta, educata, pia e di inoppugnabili costumi non pareva interessare nessuno tranne che Nicola.
Principe cui erano proposte varie candidate, possibili unioni che per un motivo o l’altro non si completavano, come la principessa Elena di Orleans o Margaret di Prussia.
Verso la metà del 1893 la salute di Alessandro III cominciò a declinare e le lettere tra i giovani conobbero un nuovo slancio.
Tuttavia vi era una questione, la sposa dello zar doveva essere di credo ortodosso  ma Alix era di fede luterana, occorreva che si convertisse, come avevano fatto tante altre principesse prima di lei.
 

“.. Mio caro Nicky, cerca di capirmi, sai quello che provo per te.. ma questo fatto mi tormenta e mi rende infelice …. Non posso agire contro la mia coscienza e mutare credo religioso, sarei afflitta per tutta la vita. Come potrebbe essere felice una unione che inizia senza la benedizione di Dio? È un peccato cambiare la religione in cui sono cresciuta e che amo, perderei la pace e sarei una compagna indegna, di nessun aiuto nelle difficoltà della vita…”
 
Quando la principessa Ella lesse quelle parole comprese perché le fosse piombato in casa, triste e ubriaco, quella era l'ultima lettera di Alix a Nicola.
Suo marito era assente, via con la guarnigione, erano loro due soli, tranne la servitù e l’attendente dello zarevic e la sua guardia del corpo .
Altre parole, altro alcol, la corazza della principessa Ella si andava sfaldando, collera e gelosia verso chi buttava via la speranza, lei avrebbe barattato il suo titolo, il suo matrimonio disgraziato per avere quella possibilità che Alix andava calpestando.
Erano insieme e, nel contempo, Nicky pensava a quella sciocca colma di scrupoli, Ella la riteneva così e non si curava delle ragioni sottese dell’altra ragazza.
Lei era libera di scegliere e rifiutava Nicholas per scrupoli religiosi, lui l’amava e pareva non importare, invece di prendere a sua occasione lo respingeva.
Che ironia, lei era sposata, in metaforiche catene e non aveva potuto scegliere.

Mio principe, lo appellò, lui rispose pronunciando il suo appellativo, Ella, percependo le mani di lei ferme sulle sue clavicole, la sua voce di seta, olio e miele, già una carezza.
Rimani con me, stanotte, a posteriori nessuno dei due ricordava chi avesse detto quelle parole.

La loro attrazione era lì, palese, evidente, in tutta la sua nuda forza,almeno in quel momento non avevano il cuore di occultarla,  furono leali verso loro stessi e un sogno che sarebbe durato appena un battito di cuore.
Che sarebbe stato solo allora e mai più.
O così credevano, ignorando che sarebbero stati legati per la vita e per la morte, fine e principio dell'altra l'uno.

La principessa Ella fece preparare la stanza azzurra per l’augusto ospite, poi si congedarono, formali, l’uno dall’altra, due guardie avrebbero vigilato la porta della stanza ove dormiva lo zarevic, Ella si era ritirata.
Un quarto d’ora dopo, emerse da un passaggio segreto, annuì quando lui le chiese se era sicura, lo aveva desiderato per tutta la vita.
I suoi capelli scuri piovevano come una pioggia oscura sulle spalle e la schiena, Nicola strinse una ciocca, il desiderio lo percuoteva come una febbre.
In quel momento, a Ella importava poco se era lì per lei o per chi…
Lo aveva sognato per tutta la vita.
Era invitante, teso e allusivo, saggiava la sua pelle e i suoi seni come un cartografo, un navigante che conosce nuove rotte, dentro lei era fuoco e potenza, veloci e furiosi nel rapido amore dei giovani amanti, profumava di arancia amara e bergamotto, le sue spezie preferite.

 
   
 
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