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Autore: _ChocolateKookie_    27/12/2016    2 recensioni
Due persone che si detestano, e che si mettono i bastoni fra le ruote possono arrivare ad amarsi?
Lavorano entrambi nella stessa banca, ma un episodio li porterà a farsi la guerra.
Si evitano, ma saranno costretti a lavorare insieme.
****
-"Non avevi una presentazione che doveva iniziare circa...venti minuti fa?" chiede.
+"Cretino" parlai senza il mio volere, mi era uscita spontanea la cosa.
+"Non per farmi i fatti tuoi, ma tu come mai vieni a lavoro a quest'ora? Anche tu sei in ritardo" dico acida.
-"Oh...ho fatto colazione con una cliente e mi sono trattenuto più del previsto"
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Jung Hoseok/ J-Hope, Kim Seokjin/ Jin, Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 1 Capitolo 1  

Love At Work

Guardo l'orologio e mi rendo conto che non ce la farò...
Mi ritrovo a correre per le strade affollate di Seoul. Io, la dipendente perfetta e capo team di consulenza fiscale della banca sono in grandissimo ritardo, per la prima volta dopo anni di lavoro. Tra tutti quei giorni perché proprio oggi quella maledetta sveglia non si è decisa a suonare? Tra l'altro nel giorno della presentazione più importante.
Dopo lunghe attese ai semafori e il traffico caotico della città arrivo a destinazione ormai sfinita, e con ancora il fiatone e i capelli al vento rovisto nella borsa per trovare il badge. Rovisto nella tracolla in mezzo alla confusione più totale, dando origine allo stesso casino che c'è nella mia testa, e finalmente riesco a individuare il mio badge che afferro tra le mille cose inutili.

"Sei in ritardo Miyon, non è da te!" dice una voce alle mie spalle. Non mi serviva voltarmi per capire a chi appartenesse quella voce, volevo solo strisciare quel badge e sparire, ma agendo in quel modo dimostravo di voler fuggire da lui, notai la sua figura alta e snella avvicinarsi e molto frettolosamente passai la carta nell'apposita macchinetta. Mi limitai a ignorarlo. Varco il corridoio e a passo svelto schiaccio il pulsante dell'ascensore, si mette di fianco a me attendendo anch'esso l'ascensore che tarda ad arrivare. Alzo di poco lo sguardo e mi incontro con i suoi occhi scuri, abbasso la testa d'istinto e torno a fissare il pavimento. 

Guardò frettolosamente l'orologio "Non avevi una presentazione che doveva iniziare circa... venti minuti fa?" chiede.
"Cretino" parlai senza il mio volere, mi era uscita spontanea la cosa. Le porte dell'ascensore si aprirono ed entrai. JungKook mi seguì sogghignando.

"Non per farmi i fatti tuoi, ma tu come mai vieni al lavoro a quest'ora? Anche tu sei in ritardo" dico acida.
"Oh...ho fatto colazione con una cliente e mi sono trattenuto più del previsto" dice con tono indifferente, portando le mani alle tasche dei pantaloni. 

JungKook è molto nominato in questo edificio, nominato per portarsi fuori tutte le sue clienti. Rimangono accecate da tanta bellezza e fascino, ma io sono ben felice di ritrovarmi a dire il contrario. A forza di pensare a lui mi sono persino dimenticata di premere il pulsante dell'ascensore, ma nemmeno lui lo ha fatto. "A cosa stai pensando con così tanta costanza da non spingere il pulsante dell'ascensore?". Accidenti, la distrazione in quei giorni stava prendendo il sopravvento, ci mancava solo lui per farmi dare di matto.
"Cosa ti sta succedendo? Non sei mai arrivata in ritardo...forse una sbandata per un ragazzo?". Alzo lo sguardo da terra e mi giro verso di lui. "Senti! Non sono affari tuoi del perchè sono arrivata in ritardo, e poi non te ne è mai importato niente quindi smettila di far finta di interessarti", gli dico aspra come un limone.
Lì per lì non sembra turbarlo nemmeno un po' la frase detta da me, ma poi, sulle sue labbra compare un insensato sorrisetto maligno.

"Oh avanti! Come puoi pensare una tale cosa su di me...che non mi interessi..." dice, con ancora quello stupido sorrisetto, e con un gesto veloce porta indietro con la mano la frangia lunga scompigliandola. In quel momento l'ascensore arriva al nostro piano e le porte si spalancano. Con passo deciso esco, ignorandolo completamente. Sento la sua voce alle mie spalle, ora non più come prima.
"Sono stato chiamato per calmare il signor Kim TaeHyung, il tuo cliente, visto che sta attendendo da più di mezz'ora la sua consulente fiscale. Quindi mi riguarda eccome!" detto ciò si incammina a passo svelto nella sala riunioni, rimango stupefatta per un attimo, ma poi riprendo a camminare con il mio passo svelto seguendolo. Afferra la maniglia e apre la porta con decisione, non appena mettiamo piede nella sala noto il mio cliente che sta sorseggiando del caffè, intrattenuto dal nostro capo. Butto uno sguardo su di lui e la sua occhiataccia mi bastava per capire quanto fosse agitato e nervoso vista l'importanza del nostro cliente. Il signor Kim è un tipo che odia aspettare, e uno degli uomini più ricchi di Seoul che non fa altro che viaggiare per lavoro tra l'America e la Corea del Sud. La sua fortuna è di aver ricevuto un'eredità da un parente lontano, e seguendo le orme del padre si è ritrovato a girare mezzo mondo. Con il suo modo severo di comportarsi faceva intimorire chiunque e quasi tutti lo temevano per il suo carattere rigoroso.

JungKook si avvicina con passo deciso verso il mio cliente protendendo la mano "È un piacere rivederla signor Kim!" esclama JungKook.
"Il piacere è tutto mio JungKook" dice il signor Kim stringendo la mano di JungKook e sorridendo calorosamente.
Io, mi limitavo a fissare quei due, su quanto andassero d'accordo. Poi il signor Kim si accorse della mia presenza lanciandomi un'occhiata.
"Ah! Signorina Lee...la stavo giusto aspettando..." l'occhiata non era stata sufficiente visto che persino il suo sguardo burbero e il suo tono di voce erano cambiati rispetto a come aveva salutato calorosamente JungKook.

"Mi scusi per il ritardo, so benissimo che non saranno sufficienti, ma la prego di accettare le mie scuse" nello stesso istante che pronunciavo le parole mi inchinavo, ma vengo interrotta con un suo gesto di mano. JungKook interviene posando la mano sulla spalla del signor Kim, "Ehm signor Kim la prego di accettare le scuse della mia collega ha avuto parecchi problemi in quest'ultimo tempo, una ramanzina farebbe cadere ancor di più il suo morale, non pensa?" Il signor Kim buttò uno sguardo su di me, osservandomi per un breve istante, chiuse gli occhi e sospirò amareggiato. "Bè, signorina Lee sono convinto che dopo oggi non mi farà più attendere per avere la sua presenza qui". E quindi alla fine grazie a JungKook il nostro caro Kim ha ceduto, e io mi sono risparmiata il rimprovero.
"La ringrazio signor Kim per la comprensione, non succederà più!".

Il nostro capo vista la situazione interviene. "Bene! Allora io e JungKook togliamo il disturbo e vi lasciamo lavorare". Entrambi si avviarono verso la porta, ma la voce del signor Kim li fermò. "Seokjin, cosa ne dici se JungKook fosse presente nella riunione, insieme a me e alla signorina Lee?".  
Jin dal canto suo sapeva tutti gli scontri che c'erano stati tra me e JungKook e al solo pensiero sospirò appena, si trovava in grande difficoltà, glielo si leggeva in faccia.

"Ehm, ecco credo che JungKook abbia già un impegno importante per quel giorno" dice con fare agitato torturandosi le mani. Ma quell'appuntamento non avrebbe rovinato i pensieri che il signor Kim aveva fatto, se lui voleva una cosa era quella e non si poteva discutere, come tutte le altre cose gli sarebbe stata semplicemente concessa a suo parere. Non è di certo un tipo che si arrende al primo no, e in confronto il nostro capo è piuttosto deboluccio su questo aspetto, perchè alla fine rischia di farsi convincere.
"Seokjin, sai che come risposta non accetto i rifiuti" il suo tono era calmo e pacato, ma trasmetteva inquietudine al tempo stesso.

Jin annuisce, ormai rassegnato da quella battaglia fatta di sguardi per decidere sul da farsi. "JungKook, credi di riuscire a fare presto al tuo appuntamento?" gli chiede.
"Certo, arriverò in tempo". E proprio in quel momento il viso del signor Kim si fece più sereno e sorridente, soddisfatto della sua vittoria andò a sedersi su uno dei divanetti di pelle nera lucida affiancato dal mio nemico numero uno: JungKook, che attendeva per ascoltare la mia proposta.

Il signor Kim, l'uomo più ricco di Seoul e JungKook, successore di una ricca famiglia, mi scrutano e attendono seduti di sapere cosa aveva progettato la mia mente. Libero la mente da tutte queste distrazioni e inizio la mia presentazione.   
  
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