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Autore: Ormhaxan    28/12/2016    2 recensioni
Scandinavia, IX secolo. Hrafnhildr giunge con il mutare della marea nell'isola di Fyn, regno danese sotto il dominio di Guthrum, spietato comandante vichingo al quale offre i suoi servigi di donna guerriera e di veggente. Guthrum non si fida di lei, così come non si fida Einarr, temuto jarl al suo servizio, eppure ben presto le profezie di Hrafnhildr si dimostreranno vere: quando giungerà il momento di salpare verso le terre a ovest degli angli e dei sassoni, di conquistare i loro fragili regni, entrambi gli uomini si ritroveranno ad avere disperato bisogno del suo consiglio e dei suoi divini presagi, affascinati da quella giovane donna tanto bella quanto misteriosa.
I corvi sono pronti a spiccare il volo, ad affondare i loro artigli nella carne di sovrani deboli e corrotti, far conoscere al mondo la forza e la grandezza dei Figli del Nord.
[Secondo capitolo (indipendente) della serie dedicata ai condottieri norreni che, nel tardo IX secolo, conquistarono con la loro Grande Armata i regni dell'allora Inghilterra.]
Genere: Avventura, Introspettivo, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Medioevo
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Il sole del terzo giorno stava iniziando la sua lenta discesa quando, da lontano, il vento dell’Ovest portò con se un rumore di zoccoli contro il bruno terreno, parole aspre pronunciate con fretta e nervosismo che solo un orecchio ben allenato e sempre attento come quello di Hrafnhildr avrebbe potuto cogliere tra il brusio del villaggio e il chiacchiericcio delle donne che, insieme a lei, stavano sbrigando le quotidiane faccende domestiche.
La giovane veggente mise da parte il suo minuzioso lavoro di intreccio, alzandosi in piedi e puntando il suo sguardo verso l’orizzonte ammantato di lunghe ombre del pomeriggio, pronta a scorgere in qualsiasi momento la cavalcatura spronata alla massima velocità farsi largo tra la folla e fermarsi davanti alla grande dimora in cui, impegnato con i suoi affari, si trovava Einarr.
Hrafnhildr aveva atteso quel momento dal primo istante in cui era giunta in quel villaggio di agricoltori e guerrieri, sicura delle sue parole e di ciò che queste avrebbero comportato per tutti loro eppure in quel momento, immobile e con il cuore che martellava veloce nel suo petto, la giovane ammise a se stessa di non essere pronta per ciò che Odino aveva in serbo per il suo futuro.

“Va tutto bene, cara?” chiese una delle donne con cui aveva lavorato tutta la mattina, accostandosi a lei e cercando di scrutare qualcosa di interessante tra la folla, nel punto in cui la giovane continuava a tenere puntati gli occhi.
“E’ giunto il momento. – sussurro la giovane dai capelli scuri, sospirando – Il messaggero è qui.”

Un passaggio si aprì tra la gente l’istante successivo, mostrando uno stremato ronzino dal manto marrone scuro cavalcato da un giovane dai capelli dello stesso colore e dal viso sporco di terra e polvere.
Il vichingo senza nome smontò di tutta fretta da cavallo e si incamminò a passo svelto e nervoso verso la dimora di Einarr, proprio come Hrafnhildr aveva preannunciato.

“È qui per me, — annunciò con voce grave — il momento tanto temuto e aspettato è finalmente giunto. Spero solo che Odino non mi abbia ingannato e che il Senz’Ossa abbia sconfitto gli eserciti della Northumbria com’è stato predetto.”

Ivar Ragnarsson era partito alla volta dei regni degli Angli e dei Sassoni mesi prima, persuaso da messaggeri che portavano notizie dai suoi fratelli minori impegnati in una cruenta guerra contro il signore della Northumbria, Ælle, l’uomo che aveva ucciso il loro padre e signore, Ragnar, quasi un anno prima. Otto drakkar erano salpate dallo stretto di Kattegat insieme a lui, vascelli da guerra portatori di morte, sulle cui prue era stato intagliato il drago vendicativo e spietato che avrebbe messo in ginocchio qualsiasi nemico.
Nessuno aveva avuto più notizie da quel giorno di quasi due mesi prima, tantomeno era loro nota la sorte di Bjorn, Hvitserk e Sigurd, figli minori di Ragnar Loðbrók, o quella di Gorm Knutsson, principe dello Jutland e figlio del sovrano della terra in cui Hrafnhildr era nata e cresciuta.

Presto anche il Danese si unirà a loro. È Odino che lo comanda. —


 


**
 



“Mio Signore? – una voce rauca e timorosa parlò – Mio Signore, cosa credete sia giusto fare?”

Einarr si riscosse dal torpore dei suoi pensieri e guardò l'anziano dalla folta barba grigia e nera giunto quella mattina al suo cospetto. Come ogni settimana, era consuetudine dello jarl ricevere la gente che viveva nel villaggio e in quelli limitrofi, ascoltare le loro lamentele e prendere decisioni importanti circa delicate questioni.
Quella mattina in particolare erano stati molti quelli accorsi alla sua presenza, uomini e donne che lamentavano faide con i vicini circa il bestiame o il raccolto, contadini che avevano perso i frutti della terra a causa di una pioggia troppo violenta o del caldo improvviso, artigiani non pagati per il loro minuzioso lavoro e che avevano deciso di portare il mal pagatore davanti al loro comune signore, sperando in una punizione esemplare.
L’allevatore che se ne stava immobile in piedi davanti alla sua imponente sedia intagliata e ricoperta di pellicce continuò a fissarlo accigliato, domandandosi se quel giovane uomo della stessa età del maggiore dei suoi figli avesse ascoltato anche solo una parola del suo racconto, se fosse davvero interessato ai problemi dei suoi sudditi o semplicemente fingesse.
“Perdonatemi, mi devo essere assorto senza volerlo. — rispose con vergogna Einarr — In questi giorni la mia mente è colma di pensieri e oneri che gravano sulle mie spalle.”
L’allevatore grugnì, nient’affetto soddisfatto da quella giustificazione per lui sciocca e puerile; un signore che non riusciva a mettere da parte le preoccupazioni era uno jarl debole, che ben presto sarebbe stato scalzato da un guerriero più forte, più meritevole di tale compito.
“Le mie pecore, Minn Herra1 – ricordò piccato — I lupi hanno attaccato il mio gregge, uccidendone almeno cinque, di cui tre appena nati e per questo vorrei essere ricompensato.”
“Non posso ricompensarvi per tale costo, ma posso darvi qualche pezzo d’argento2, un calice magari, così da poter ripopolare il vostro gregge.”
L’allevatore si strinse nelle spalle leggermente ricurve, annuendo e accennando un lieve inchino in segno di rispetto: sapeva che non avrebbe potuto chiedere altro e, contento, permise ad alcuni soldati di scortarlo fuori, dove avrebbe avuto il suo lauto risarcimento.

Einarr si lasciò cadere all’indietro, spalle a braccia contro la seduta, sospirando: quella giornata sembrava non finire mai, ogni ora era lunga come un anno e la parte più difficile doveva ancora arrivare. Era il terzo giorno, il sole stava per tramontare e lui si stava preparando mentalmente a ciò che presto avrebbe dovuto fare: condannare a morte la Veggente, come il suo signore Guthrum aveva ordinato.
Nessuna notizia era giunta da Odense, nessun messaggero con notizie da Est, dalle terre in cui i figli di Ragnar stavano combattendo una decisiva guerra che, se vinta, avrebbe per sempre cambiato le sorti del loro popolo.
Una parte di lui sperava di non dover affrontare anni incerti, guerre e saccheggi che avrebbero lordato le sue mani eppure un’altra parte sapeva che la guerra era ciò che più importava nella vita di un vichingo; la guerra lo avrebbe condotto nel Valhalla, dove avrebbe banchettato nelle immense sale dai tetti di scudo insieme ai suoi amici e ai suoi antenati, al cospetto di Odino.

Lo stesso Odino che mi ha tolto ogni cosa, che ha permesso a Hel, Signora degli Inferi, di strapparmi tra le braccia la mia amata moglie e il mio neonato bambino. —


Allo stesso modo, la guerra avrebbe risparmiato la vita della Veggente, a lui una condanna a morte ingiusta: la fanciulla dello Jutland si era dimostrata diversa dai soliti indovini giunti nella sua dimora, dal vecchio cieco, morto anni prima per sua mano, la cui anima era avvizzita e le cui parole erano state portatrici di morte e sciagura per lui e la sua famiglia.
Hrafnhildr era gentile con tutti, si impegnava molto nelle faccende domestiche e, nonostante il suo carattere controverso e i segreti che, Einarr ne era sicuro, custodiva nel suo animo tormentato, faceva del suo meglio per non dare nell’occhio e non inimicarsi la popolazione poco incline a simpatie verso stranieri o persone come lei.
Mi ha minacciato, promesso morte eppure io non ho alcun desiderio di privarla della vita. —
C’era qualcosa in lei, qualcosa di misterioso e indecifrabile che Einarr trovava affascinante, qualcosa che lo attirava e allo stesso tempo lo teneva lontano: lo jarl non avrebbe permesso alla sua curiosità di trasformarsi in debolezza, farlo avvicinare più del dovuto a Hrafnhildr, renderla una piacevole compagnia, una possibile alleata e amica. Lei era sua prigioniera e, proprio per questa ragione, Einarr si era tenuto alla larga da lei, evitando qualsiasi contatto, sia verbale che fisico.

La grande porta lignea si aprì dall’altro lato della sala, permettendo al vento della prima sera e a un messaggero mai visto prima di fare il loro frettoloso ingresso.
Einarr si raddrizzò sul suo scranno, riconoscendo immediatamente lo stemma di Guthrum cucito sulla mantella consunta del giovane, pronto a ricevere qualsiasi notizia, scoprire la sorte di Hrafnhildr e la propria. Neanche per un istante aveva dubitato della memoria del suo signore, mai aveva messo in dubbio le sue parole, poiché il Danese non diceva mai nulla con leggerezza e mai dimenticava le promesse fatte.
“Minn Herra. – il messaggero si inginocchiò al suo cospetto — Porto notizie dal Danese, un messaggio importante.”
Einarr deglutì rumorosamente e trattenne il fiato: ancora pochi istanti e avrebbe scoperto il suo destino. Sarebbe stata guerra o morte? Guerra contro gli adoratori dell’unico dio o morte per la bella veggente venuta da lontano? Il suo animo era spaccato in due.
“Il Senz’Ossa ha mandato messaggeri da Jorvik3, dove egli banchetta insieme ai suoi fratelli e festeggia la vendetta per suo padre Ragnar e il proprio nome. – annunciò — Ælle è stato sconfitto, attende la morte in una fredda cella e ben presto l’ira dei figli di Ragnar si abbatterà sui restanti regni degli Angli e dei Sassoni. La Mercia sarà il loro prossimo obbiettivo o l’Anglia dell’Est.”
“E così le parole della Veggente si sono dimostrate vere. — sussurrò, più a se stesso che al giovane — Ditemi, Messaggero, quali ordini da Odense?”
“Guthrum richiede quanto prima la vostra presenza. La vostra e quella della Veggente, poiché ritiene che ella sarà una presenza preziosa nella guerra che incombe. Inoltre, il Danese vi chiede di radunare i vessilli, riempire la sua flotta con le vostre migliori drakkar e prepararvi a salpare entro due settimane.”
“Una promessa per entrare nel Valhalla. – Einarr sorrise, percependo il suo lato vichingo risvegliarsi nel profondo del suo animo — Torna dal tuo signore, Messaggero e comunicagli questo: tra cinque giorni, Einarr Þórvaldsson giungerà ad Odense con i suoi più leali e forti uomini, pronto a solcare i mari e portare morte e distruzione agli adoratori dell’unico dio. Ditegli, inoltre, che tra le mie fila ci sarà anche Hrafnhildr la Veggente, la nostra più preziosa arma.”
 



**
 


Hrafnhildr fu scortata all’interno della sala grande non appena il messaggero si rimise in sella, diretto verso Odense dopo un frugale pasto a base di zuppa di patate e pane appena sfornato.
Einarr la osservò avvicinarsi lentamente, lo sguardo basso e il viso pallido, domandandosi cosa le passasse per la testa: Odino era tornato nei suoi sogni, avvisandola dell’arrivo del messaggero e di ciò che sarebbe accaduto oppure anche lei brancolava nel buio, non più certa del futuro?
I disegni degli dei erano spesso nebulosi, le interpretazioni dei mortali ancor più fallaci: lui per primo lo sapeva bene, aveva pagato a caro prezzo la sua tracotanza, forte delle parole che per mesi il dannato vecchio gli aveva ripetuto, promesse vacue di un erede sano e forte, di una dinastia che avrebbe portato avanti il suo nome per decenni.

Tutto ciò che ho avuto è stato un bambino morto pochi mesi dopo il parto, troppo gracile per sopravvivere all’inverno, e una moglie morta nel suo stesso sangue. —  


“Notizie sono giunte da Odense! – esclamò a voce alta Einarr, ghignando — Guthrum ha mandato un messaggero per comunicarmi importanti decisioni, decisioni che riguardano il nostro imminente futuro.”
Einarr continuò ad osservarla attentamente, cercando una qualche reazione da parte della fanciulla: il suo volto era una maschera indecifrabile, persino i suoi occhi non lasciavano trasparire alcuna emozione. Attorno ai suoi fianchi sinuosi era legato un sacchetto contenente delle rune, dalle quali non si separava mai, e Einarr si domandò se anche quella mattina, come tutte le altre, la Veggente le avesse consultate. Cosa mai le avevano detto i messaggeri degli Æsir? Che lei conoscesse più di quanto lui stesso o anche Guthrum sapevano, piani divini ancora da svelare?
“Il Senz’Ossa ha diffuso preziose notizie, informazioni circa una preziosa vittoria a Jorvik, nella terra chiamata Northumbria. – proseguì solenne – Egli ci chiede di unirci a lui nella conquista dei restanti regni, dividere con lui la grandezza dei Figli del Nord, rendere immortale i nostri nomi. Una Grande Armata sorgerà, portatrice di morte per chiunque la incontri sul suo cammino e tutti noi siamo chiamati a unirci. Anche voi, Veggente, che prima di tutti gli altri avete previsto attraverso le rune e i sogni ciò che è il volere di Odino e degli Æsir.”
Hrafnhildr si lasciò scappare un lieve sorriso: “Cosa ordinate, dunque?”
“Guthrum vuole tenervi stretta, poiché le vostre parole sono preziose e, sebbene la mia opinione riguardo quelli come voi non sia cambiata, sarò più che felice di esaudire la sua richiesta. — fece schioccare la lingua sul palato e, facendo leva sulle braccia possenti, si alzò — Partiremo entro quattro giorni alla volta di Odense, quindi tenetevi pronta e non scomparite nell’oscurità della foresta, perché in quel caso vi inseguirei e la punizione non sarebbe piacevole.”
“Non temete, non fuggirò: ora la mia vita ha finalmente un senso; adesso posso mettermi al servizio di qualcuno che conosce il mio potere, che mi rispetta e mi renderà grande. Entrambi lo diventeremo e di noi e delle nostre gesta si parlerà per dieci, cento anni, fino a quando l’uomo tramanderà la sua storia e la sua mente saprà ricordare.”
 

*




1. In norreno significa: "Mio Signore"
2. Anticamente nella società norrena il valore di argento e di oro non era necessariamente legato al conio, che all'epoca era poco noto. Per questo motivo, il conio, quel poco che arrivava, era valutato esclusivamente per il suo peso e non per il suo singolo valore. Esso, infatti, circolava insieme ad altri oggetti dello stesso metallo - argento e oro - come per esempio i gioielli o i bottini delle razzie. Questa tipologia di economia veniva chiamata "Economia della massa/metallo" (in inglese Bullion Economy), in cui è appunto il peso e la purezza del metallo ciò che più importa e non la forma che esso prende. 
3. Antico nome della città di York.




Angolo Autrice: Hello, Folks! Posso dire con certezza che un primo, importante capitolo di questa storia si è chiuso. Da adesso in avanti il tono cambierà, entreremo più nel vivo della Storia, degli avvenimenti degni di nota e delle battaglie. Le parole della nostra Veggente si sono concretizzate, ognuno dei personaggi adesso si deve preparare alla guerra e al proprio destino. In questo capitolo, inoltre, si sono accennate brevemente le vicende narrate nella mia principale storia, Figli del Nord, che appunto vede Ivar Ragnarsson, il Senz'Ossa, e i suoi fratelli impegnati nella conquista di York e nella sconfitta dell'esercito della Northumbria. Non mi sono volutamente soffermata molto, poichè più avanti farò chiarezza sulle vicende per chi non segue l'altra storia, andando a presentare, per pochi capitoli, i protagonisti dell'altra. Insomma, se avete domande fatele pure, ma sappiate che tutto avrà una risposta a breve. Per tutto il resto c'è Mastercard  potete consultare le fonti citate nel prologo o semplicemente Wikipedia.

Alla prossima,
V.


P.s. Cosa ne pensate del nuovo banner? Meglio questo o il precedente? :3
  
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