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Autore: CrisBo    29/12/2016    0 recensioni
Tsugumi si trovò a percorrere per la quarta volta il viale coperto dai residui di foglie morte.
Ad ogni passo lo schricchiolìo sfumava via in mezzo al vociare indistinto di tutte le teste variopinte che le si paravano davanti. C'era un miscuglio di anime pronte a mettersi in mostra, vedeva i profili spezzati, le uniformi, le varie schiene scoperte o coperte da mantelli rattoppati e luccicanti.
[...]
Genere: Azione, Commedia, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genos, Nuovo personaggio, Saitama, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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開運
Kaiun

( Sarai più fortunato )




Un trillo rumoroso invase le pareti della palestra, facendo alzare il viso di tutti quelli all'interno. Una voce altisonante invitava tutti gli iscritti a posizionarsi nelle sale apposite per cominciare le prove; le sale erano suddivise per ogni prova fisica e c'era una linea bianca al centro del pavimento antiscivolo che divideva la categoria femminile da quella maschile. Le giurie sedevano in dei tavoli piani, di un legno rustico ma lucido, immersi davanti ad una miriade di opuscoli con foto dei partecipanti, nomi e carte di identità. Le sale avevano le pareti altissime, alcune stanze erano illuminate da dei lucernari sul soffitto che lasciavano scorrere la luce attraverso delle travi di marmo che reggevano la struttura su degli spessi muri ad isolamento termico; la pareti erano rivestite con un intonaco speciale color grigio che regalava alla palestra un'aria un po' imperiosa e cupa. Il pavimento era realizzato in gomma sintetica in un color azzurrino slavato, imperlato da una strana iridescenza che brillava a seconda della luce. 
Tsugumi era rimasta imbambolata a guardare un piccione che si intravedeva su uno dei lucernari; l'avevano fatta spogliare e indossava solo una biancheria intima sportiva di un nero semplice e non ricamato. Cominciava a formarsi il segno di ematoma sul naso ma aveva fermato il flusso di sangue con dei piccoli pezzetti di carta da bagno che aveva infilato su per le narici. L'aspetto non era dei migliori e questo, ovviamente, aveva portato alcune ragazze a sghignazzare scettiche su quella presunta ragazzina dal fisico minuto. Non ne era rimasta intaccata per il semplice motivo che non era molto presente. Continuava a ripensare al momento in cui si era imbattuta contro Saitama. Era quasi sicura che Maki e Kin l'avessero vista al momento dell'impatto e avessero elargito con uno scuotimento di testa sin troppo teatrale, uno di quelli che alimentava ancora di più quanto Tsugumi fosse stupida. Sperava di poterle vedere durante le sue prove, giusto per alimentare un coraggio che ora sembrava fondersi insieme ad una tenacia improvvisa. Se era rimasta scettica sulla sua ammissione all'Associazione ora quella paura stava scemando per far spazio ad una consapevolezza diversa; quello scontro non poteva essere stato un caso.
No, non poteva.
C'era una percentuale infinitesimale di probabilità di trovarlo proprio durante l'edizione, di solito era raro incrociare gli Eroi, anche di classe bassa, in eventi di quel genere a meno che non fossero strettamente annunciati come giudici di gara o, semplicemente, come presenze di sostegno per eventuali giudizi alternativi. Saitama era lì per un motivo diverso, forse addirittura per sbaglio, ma qualsiasi fosse la causa era convinta che non fosse stata una casualità. 
Insomma, Tsugumi, la fantomatica sfortuna del numero quattro pare perdere potere o magari a te fa l'effetto contrario per equilibrare la tua sfiga durante la vita.
Nella sua testa il loro primo incontro era decisamente più epico e atmosferico; movimenti in slow-motion, sguardi intensi e frasi al limite della decenza. Anche una musichetta strumentale per enfatizzare il momento da antologia, ma di certo la realtà aveva disfatto con noncuranza tutte le sue fantasie e non era stata una cosa così maligna. Era quasi convinta che non sarebbe potuta andare meglio di così; non ci voleva un genio per capire che in una qualsiasi altra circostanza non avrebbe spiccicato parola e, probabilmente, sarebbe svenuta all'istante. O magari sarebbe morta di un infarto precoce per l'emozione ingestibile. Doveva trattenere quelllo stato d'animo dentro di sè visto la saggia decisione di non rivelare a nessuno di quella sua ammirazione nascosta, tant'è che nè Maki nè Kim erano a conoscenza di quella sua piccola ossessione. Già le immaginava, altrimenti, sballottarla in malo modo, con conseguente nausea, per avere dettagli, allerte, anticipazioni che nella sua testa erano ben vivide dal primo momento in cui lo aveva visto.
"Ow Tsugumi, che cosa romantica, dovrei farvi conoscere così uscirete per un appuntamento, lui ti offrirà la cena in quel ristorante di lusso a mangiare solo sashimi e tsukemono e poi passeggerete lungo la costa alla luce delle lanterne e lì vi darete il vosto primo ba-", "Ma smettila di dire 'ste schifezze, Tsugumi non è fatta per le storie romantiche e poi quel Saitama è un poveraccio sfigato pelato, ma davvero ci trovi qualcosa in lui?"
"Finiscila tu Maki, sei una gran rottura di scatole!"
"E tu sei un'ingenua!"
"Cooosa? Ritira quello che hai detto Maki-Chan o giuro che ti taglio la gola."
"Vediamo se ci riesci, stronz-."

"Numero 23.464, nome iscritta Tsugumi Ishii, nessun nome Eroe definito, 25 anni, alta 165 con un peso pari a 49. Capelli castani, a caschetto, occhi grigi e lentiggini potenzialmente finte sul viso. Seno poco prosperoso, nessun segno caratteristico, sedere nella media-"
Tsugumi si risvegliò da quel suo momento di scenetta mentale non appena una voce di donna la invase. Tutti avevano gli occhi puntati addosso a lei e quella donna aveva l'aria di star leggendo un opuscolo descrittivo, ad alta voce, seppure non avesse alcun tipo di emozione a macchiarle l'espressività del volto. Era una bellissima e perfetta statua di pietra, dal profilo perfetto, un paio di occhiali da vista affilati e lo sguardo felino e azzurro. Mise giù i fogli sul tavolo e intrecciò le dita tra loro.
"-bassissima percezione, livello concentrativo mediocre e poca predisponibilità a rispondere alle domande. Tsugumi Ishii, ritenti quest'esame per la quarta volta e il mio parere su di te non cambia di una virgola, spero che la tua tenacia se ne faccia una ragione questa volta."
"Signorina Yoko..." Tsugumi prese un profondo sospiro e poi sorrise. Uno dei pezzetti di carta dalle narici scivolò via, lasciandole un alone rosso raggrumato intorno alla pelle. "...le mie lentiggini sono vere, lo posso giurare."
La Signorina Yoko non era nient'altro che una giudice professionista per colloquiare i vari Eroi durante le loro prove di ammissione, nel tempo libero dedicava la sua vita all'insegnamento degli origami nelle sale d'aspetto per gli ospizi degli anziani. Persino quei poveretti, già reduci da guerre e mostri assassini, reputavano la Signorina Yoko come il male più atroce che potessero subire alla loro veneranda età. Era bella come una serpente ma velenosa, con solo il suo sguardo era capace di ammutolire gran parte delle teste pensanti di quel posto. Aveva un potere manipolatorio al di sopra del normale, era riuscita a livellare nelle varie industrie segrete dell'Associazione grazie ad un carattere forte, distaccato, quasi fosse solo un'osservatrice oggettiva capace di stilare resoconti senza alcun tipo di sbavatura.
Tsugumi non la temeva nonostante tutto,  ma la ammirava, nascondendosi sotto la scorza di paura reverenziale. Il suo sogno era quello di diventare austera e rispettata come lei, un giorno, ma questo si era ben premurata di dirlo ad alta voce. Non era un segreto che non fosse nelle grazie di Yoko; apparentemente la odiava, la considerava una poco di buono, una scansafatiche e una ciarlatana di prima categoria.
"Spero per te che questa volta abbia qualcosa in serbo per noi, altrimenti non vedo perché sprecare del tempo utile per una causa persa." 
Tsugumi non rispose a quella provocazione, sentiva i vari brusii delle ragazze dietro di lei, le sentiva sghignazzare, qualcuna la stava anche additando. Vide in lontananza la strana ragazza con i razzi nei capezzoli e anche quella la stava guardando ma, a differenza delle altre, era seria in quella che Tsugumi avrebbe definito come una stabile dote concentrativa.
Si voltò un'ultima volta verso la postazione degli spalti, c'erano dei gruppi di gente comune che incitavano i prematuri Eroi di mettercela tutta, di fargli vedere chi fossero, di non abbassare mai la guardia ma le mutande sì. Sperò di vedere le due gemelle ma non riuscì a scorgere nessuna bellezza dalle trecce dorate e ritornò a guardare verso Yoko. Di fianco a lei c'erano due uomini dalla faccia rude, un po' rugosa, decisamente più vecchi della signorina ma nemmeno lontanamente paragonabili alla forza di inquietudine che era in grado di trasmettere quella donna.
Fece un paio di passi in avanti e si mise davanti al tavolo, piazzando entrambi i piedi nudi su delle linee di nastro biadesivo bianco incollato al pavimento per l'occasione. Strinse i pugni e prese un respiro profondo, tanto da sentire ogni muscolo del corpo tremare.
Pensò a Saitama, al suo sguardo che aveva incrociato il proprio per pochi secondi.
"Prova numero 1: Saltelli di lato. Avanti Tsugumi, mostraci la tua vera potenza." La punzecchiò Yoko con voce annoiata prima di sbadigliare vistosamente, ma sempre con una grazia senza pari.







"E quindi? Non mi dire che hai fatto meno di 65." 
Kin si infilò in bocca uno dei bastoncini di caramello e guardò Tsugumi con aria apprensiva. Aveva le guance arrossate e l'aria un po' stralunata. Maki, dal canto suo, era di fianco alla sorella e aveva l'aria di non seguire la conversazione. Stava guardando il notiziario che faceva da sottofondo al piccolo bar di dolci che faceva angolo, subito dopo lo stradone degli alberi di ciliegio. L'odore del tè era pressante in quel posto; al centro del tavolo in cui erano sedute vi erano vari piattini in ceramica liscia con sopra dei centrini di pizzo. Maki aveva preso una varietà di dolciumi di ogni genere, ma quelli al caramello erano solo per Kin, era una grandissima golosa di dolci.
"Non lo so, ho evitato di aprirla e penso che la brucerò non appena arriverò a casa."
"Non puoi tenerci sulle spine così. Noi dobbiamo sapere; abbiamo anche già organizzato la festa a casa tua nel caso tu fossi stata presa."
"Cosa?" Tsugumi strabuzzò gli occhi e per poco non si strozzò con la sorsata di tè nero appena ingerita.
"Scherzo. Ma gli striscioni giuro che li abbiamo fatti sul serio." Insistette Kin, gonfiando le guance.
Tsugumi tirò un sospiro profondo e andò a pigiare la fronte contro il tavolo. Si sentiva ancora stanca per via di tutte quelle prove e di quelle domande. Alla fine era riuscita a finire ogni prova e, come volevasi dimostrare, a livello fisico rimaneva una bruscola incapace. Yoko si era premurata di sottolineare quel fatto con la massima professionalità, consegnandole un foglio pieno di giudizi in penna rosso fuoco, sventolandoglielo davanti al naso come fosse il contratto per la vendita della sua anima.  
Inappropiata.
Era uscita dalla palestra con quel senso di oppressione tipico che la avvolgeva ogni volta che tentava di superare quei test. Se fino a pochi attimi prima il buonumore era alle stelle, era bastato ripiombare sulla realtà dei fatti per annullare ogni forma di ottimisto e amor proprio. Le rimaneva una chance solo nell'esame teorico, doveva armarsi di una pazienza sopraffina per evitare di addormentarsi e cercare di raggiungere un punteggio decente. Non era facile come sembrava; erano in pochi a essere stati chiamati per quel turno e si era ritrovata in una stanza enorme con solo pochi banchi squadrati ai piedi di un lunghissimo asse di legno da cui troneggiavano i giudici e i carnefici di quel giorno. Donne e uomini incontaminati sedevano oltre la linea di demarcazione e li squadravano con un severo barlume di scetticismo.
Tsugumi se la stava facendo sotto.
Si chiese se quella sensazione era tipica nei cuori dei novellini appena subentrati in quel mondo, ma era una domanda inutile da porsi. La varietà di personalità di quel posto rendeva impossibile rispondere a una domanda del genere. Eppure quegli occhi non cambiavano, erano sempre gli stessi, quelli che avevano giudicato Tornado, Silver Fang, King, Watchdog-man, e ora erano lì per giudicare lei. Si guardò intorno ed erano solamente in cinque, oltre lei, nella classe. Vi erano un paio di ragazzi e altre tre ragazze. Una di loro sembrava avesse la faccia a forma di topo ma non rimanette troppo a perlustrarla visto che i ragazzi hanno solo cinquanta minuti di tempo per rispondere alle domande, che potranno essere a carattere personale o generico, per cercare di capire se sono idonei per la protezione della nostra città, se non presentano anomalie mentali di dubbio gusto o pericolo per il nostro sistema operativo, grazie per la pazienza e ora cominciate subito, e la pazienza ce la mise davvero. 
Le domande erano noiose e teniche, le classiche banali domanducce che ti farebbero nei test per capire a quale segno zodiacale tu sia più affine.  Giusto su una di quelle si soffermò più a lungo, prendendosi il suo tempo.
Spiegaci in poche parole il motivo per cui hai deciso di entrare nell'Associazione.
Avrebbe potuto scrivere molte di quelle poche parole ma la risposta sarebbe sempre stata la stessa. Avrebbe scritto il suo nome ovunque, avrebbe spiegato il motivo per filo e per segno, riducendosi a sembrare una di quelle fan sfegatate da quattro soldi convinte di poter seguire i propri idoli nell'oltre e anche di più solo per una malsana idea di poter comparare con loro.
Ma non era questo quello che voleva. Scrisse qualche superficialissima scusa e consegnò il foglio pieno zeppo di parole, era riuscita a finire molto prima del tempo limite e se n'era uscita da quell'angusto edificio il più in fretta possibile. Aveva voglia solo di trovare Kin e Maki, di mangiare dei sani* dolci con loro e smetterla di pensare. 
"Ehi, Tsugy, ci sei?"
"Mh?"
"Non tenerci sulle spine, togliamoci questo dente subito."
Tsugumi sollevò una borsa a tracolla sulle gambe e tirò fuori da questa una cartellina color papiro. Gliel'avevano consegnata mentre era ancora nei camerini a cambiarsi. La velocità con cui giudicavano i potenziali Eroi era da ammirare, in effetti. Ci mise diversi secondi ad aprirla ma non fece uscire il foglio al suo interno, anzi. Lo sbattè sul tavolo e lo spinse verso Kin. Solo ora Maki sembrò ridestarsi da quella contemplazione verso il notiziario e degnare le altre due di uno sguardo.
"Oh, finalmente." Disse con enfasi Maki prima di prendere la cartellina e tirare fuori il foglio.
Tsugumi vide Kin affacciarsi in modo da sbirciare il risultato e tolse lo sguardo da entrambe. Non avrebbe sopportato l'idea di vedere le loro facce sconfortate, pietose e forse anche un po' accondiscendenti nell'informarla che l'associazione aveva preso in considerazione la sua proposta e che le linee guida ufficiali erano pronti a risarcirla con un buono omaggio per i grandi saldi visto che non era stata-
"...Presa." Mormorò Maki con un filo di voce, sgranando i grandi occhi azzurri verso Tsugumi.
"Sì lo so, ordina un'altra fetta di torta della casa, quella ai mirtilli, voglio ingrassare e andare a deprimermi a casa."
"No, Tsugumi...." Kin squittì come un topolino e per poco non si tuffò su tutto il tavolo per afferrarle le mani. "Sei stata presa. Hai fatto 70 punti, giusti giusti, ma li hai fatti. Hai superato la prova di teoria coi massimi dei voti. Ce l'hai fatta! Non ci credo!"
Tsugumi rimase a fissare Kin senza riuscire a spiccicare parola, aveva di sicuro la bocca aperta come un pesce palla e gli occhi fuori dalle orbite.
"Hai usato la tecnica di seduzione che ti avevo insegnato? Parole piene di poesia da Eroe?" Incalzò Maki andando a guardarla con un sorriso. 
"Io..."
"Finalmente sei una di noi, possiamo chiamarti collega. O sorella. O sorcollega."
"Kin la pianti con queste stronzate?"
"Ragazze..." Tsugumi sentiva la testa che quasi girava. Sentiva le loro parole ma era come se fossero troppo lontane. Lo stomaco prese a fare un brusio anomalo e sentiva la gola secca, troppo secca, quasi da non riuscire neanche a deglutire quel poco di saliva rimasta. Guardava entrambe alternando lo sguardo prima su una e poi sull'altra. In quel momento ebbe l'insano impulso di balzare su di loro e abbracciarle ma evitò accuratamente quella parte. Si limitò ad abbozzare un sorriso un po' inquietante, tanto da mostrare i denti. "...credo che sto per sentirmi male."
"Vedi di non vomitare sui miei bastoncini di caramello." Rimbeccò Kin, tirando via il suo piatto di dolci.
"Dovrò rivalutare il numero quattro allora, non porta per niente sfiga ad una come te." Disse Maki,
"Credo che sia stata la botta." Mormorò Tsugumi, in ipnosi. "Il naso mi fa ancora male."
"Tsugumi mi sa che ti sta sanguinando ancora."
"Come? Devo seguire l'aurora?"*
"Mi sa che abbiamo perso Tsugumi." Kin sembrava sconsolata.
"Dalle tempo, è normale. Ti ricordo che tu hai saltato per casa per almeno due giorni dopo che ci avevano assegnato l'ultimo posto nella classe B o sbaglio?"
"Non hai le prove per dimostrarlo, Maki-chan."
Tsugumi non le stava più ascoltando. Aveva gli occhi fissi sul foglio che Maki teneva ancora in mano, sentiva la testa leggera come quella di un pallone e pensò che era così che si dovevano essere sentiti tutti quei nomi di successo proprio all'inizio della loro carriera. Quel senso di smarrimento misto ad un'angoscia pura dell'ignoto ma con una spruzzata di soddisfazione personale capace di creare un mix di sensazioni così intense da far venire il capogiro.
In quel preciso momento aveva solo voglia di svenire e urlare nello stesso momento, ma avrebbe di sicuro attirato l'attenzione di tutti in entrambi in casi quindi optò per quella sua attuale situazione statuaria, guardando le altre due con occhi da triglia e l'espressione di chi è sicura che stia sognando tutto.
"Potete...rileggere il foglio? Non sono sicura di aver sentito bene...mi hanno - cosa? Mi sto per sentire male. Oddio." Farfugliò Tsugumi ormai come un disco rotto, con una voce talmente esile che non era neanche sicura di aver parlato. Si piantò una mano sulla fronte, stando ben attenta a non toccarsi il naso ancora dolorante. 
"La informiamo Signorina Tsugumi Ishii che lei è stata presa come Eroe di Classe C, ultima qualificata, avendo accumulato 70 punti di valutazione. Il punteggio massimo lo ha ricevuto nella prova teorica, i giudici sono stati notevolmente colpiti dalle sue risposte e dalla fermezza con cui ha di nuovo tentato l'ammissione nonostante i fallimenti precededenti. Grazie a questa sua forza di volontà abbiamo deciso di promuoverla sperando di vederla migliorare di passo in passo nel futuro prossimo, che come ben sa è irto di pericoli e mostri distruttori. Le auguriamo una lieta giornata. Le lezioni di tirocinio incominceranno oggi pomeriggio alle 15.00 nell'aula M del secondo piano dell'edificio, l'Eroe Yoshio, 45° della classe A terrà la lezione sul portamento e sulle varie mansioni  che la spettano. Al più presto le verrà assegnato un nome da Eroe e, nel caso non ce l'abbia, la invitiamo a riprodurre un costume adeguato per il suo tipo di caratteristica."
"Oddio mi sento male..." Tsugumi si prese entrambe le tempie con le mani e un sorriso nervoso cominciò a palesarsi sul volto.
Maki fece un colpetto di tosse e strinse meglio i lembi del foglio, continuando a leggere velocemente. I suoi occhi si puntarono su una frase in particolare.
"Ma davvero hai messo come tuo motto preferito: Chi va piano arriva dopo?" Maki strabuzzò gli occhi divertita e li puntò su Tsugumi. 
"Oh, eccovi qua bellezze, c'è da correre. Il mastino dice che ci sono dei disordini nei limiti della città A e chiedono qualche rinforzo di classe B." 
Un ragazzo si palesò davanti al loro tavolo interrompendo quella conversazione. Le gemelle si voltarono a guardarlo. Maki non accennò neanche un sorriso, Kin invece gli fece un inchino di saluto con la testa, che Tsugumi lo prese come una forma di assenso alle sue parole.
Il ragazzo non avrà avuto più di 20 anni, era alto e aveva i capelli di un rosso fuoco, lisci, con un ciuffo spauracchio proprio sopra la fronte. Indossava degli occhialini rotondi con le lenti verde pisello e aveva una spiga mangiucchiata all'angolo delle labbra. Nel complesso sembrava una sottospecie di motociclista, con tanto di giacchetta di pelle rossa e nera, pantaloni stretti e anfibi di cuoio lucidi e impeccabili. Lo aveva visto parecchie volte ai notiziari, si trattava di Eishi, uno dei primi della classe C. Era un tipo divertente ma un po' spavaldo, un po' troppo spavaldo. Una volta lo aveva visto invitare a cena l'intervistatrice durante una diretta TV mentre un lombrico gigante, dietro di lui, faceva a pezzi uno dei supermercati di Isetan. La cosa l'aveva divertita enormemente. Alla fine si era beccato uno schiaffo in diretta, un insulto da parte del cameraman e il lombrico gigante gli aveva vomitato addosso litri e litri di bava verdastra. Come ne fosse uscito indenne era un mistero anche per lei.
"Eishi ma tu ci trovi gusto a romperci le scatole?" Maki lo fulminò con lo sguardo.
"Nervosette eh?" 
"Se fosse qualcosa di pericoloso sarebbe passato al notiziario e l'Associazione ci avrebbe messo in guardia. Ammettilo che vuoi solo trovare scuse per uscire con noi."
"Ah certo, la mia massima aspirazione è cercare di rimorchiare una vipera come te inventandomi la storia dei disordini cittadini." Eishi sembrava scocciato. Maki lo sembrava ancora di più. Giusto Kin si alzò dal tavolo puntando i palmi su questo e indicando Tsugumi con un dito. Kin trovava gusto additare le persone quando voleva enfatizzare un concetto o, come in quel caso, far deviare ogni attenzione su un altro punto così da far disperdere il nervosismo che si era creato. 
"Eravamo qui con la nostra amica Tsugumi, è stata appena presa come Eroe di Classe C dall'Associazione e volevamo congratularci con lei ma se c'è bisogno del nostro aiuto siamo qui per dare una mano, vero Maki-nee?"
"Già." Si alzò anche Maki dal tavolo, con una lentezza scocciata, andando a guardare Tsugumi che, in quel momento, era lì che osservava la scena ancora in una fase onirica. Aveva seguito quel quadretto giusto perchè era obbligata a farlo, ma la sua testa non ne voleva sapere di articolare delle frasi composte. Le venne in mente un antico detto di sua nonna paterna che le diceva: "Ricordati, piccola mia, che le menti più brillanti sono sempre quelle che fanno grandissimi giri e poi tornano sulla retta via ricordandosi che- Maria il tenpura è pronto!"
Non aveva mai finito la frase, era solita perdersi tra le faccende e dimenticarsi il filo del discorso, ma Tsugumi sapeva che quella sarebbe stata una grandissima frase saggia da usare in situazioni come quella. Si ritrovò a sorridere quando si vide additata da Kin e puntò lo sguardo su Eishi. C'era da dire che aveva un bellissimo sorriso pulito e degli occhi verde smeraldo intensi. 
"Piacere, mi chiamo Tsugumi Ishii."
"Piacere mio. Credo che tu abbia sentito parlare di me, in tal caso sono Eishi, soprannominato Moreno Ghost." 
"Mi ricordo di te, ti ho visto spesso in televisione."
Eishi fece un sorriso che sembrava imbarazzato e si piantò una mano dietro la testa, andando a grattarsi i capelli. "Già, la vita dell'Eroe è dura, devi sempre stare attento a quello che dici o fai perché potrebbe ripercuotersi contro di te."
"Ma non mi dire." Tsugumi fece un sorriso.
"Tsugy ricordati che tra un'ora hai la lezione, ci vediamo presto e vedi di non strafare. Credo che sei in sovraccarico di emozioni e vorrei che tu non scoppiassi. Dai Eishi, portaci dai disordini." 
Dopo che Maki la ebbe salutata si ritrovò Kin addosso. La strinse in un abbraccio caloroso e le diede un bacio sulla guancia. Aveva un buon odore di caramelle ma la sua pelle era ghiacciata, si chiese se non fosse innaturale visto la calura di quella giornata.
"In bocca al lupo, non far ammattire il professore e mi raccomando, se vedi Genos..."
"Sì, non gli guardo i pettorali, d'accordo."
Tsugumi tirò su un pollice e le guardò andare via. Non era molto contenta del fatto  che avrebbe dovuto affrontare quella situazione da sola, aveva bisogno di un supporto che le stesse affiancata. Quante  volte si era mangiata le mani per non essere riuscita a entrare insieme alle gemelle, di sicuro sarebbe cresciuta insieme a loro e non avrebbe avuto bisogno di ammattire nel caso le cose non si fossero messe bene. 
Andò a recuperare il suo foglio, che ormai considerava una reliquia sacra, e lesse mentalmente tutte le parole scritte sopra. Non le sembrava vero tutto questo, si era creata già la continuazione della sua giornata sapendo che non sarebbe stata presa neanche questa volta. Ora tutti i suoi piani erano saltati. Non avrebbe potuto guardare la 98° puntata di "Il mio sedere mi parla". 
Sì brava, pensa ai sederi, è il modo giusto per iniziare la tua nuova vita.
A
ll'improvviso si sentì picchiettare la spalla. Per poco non ebbe un collasso per la sorpresa ma riuscì a voltare la testa e a guardare in alto.
Era di nuovo Eishi, sorrideva in maniera sciolta e stava pinzando la spiga ai lati della bocca con indice e pollice.
"Credo che troverai mio fratello nella lezione di oggi. Pensa di essere un tuttofare ma tu lascialo parlare e fregatene altamente di quello che dirà."
"Mh?" Rimase a fissarlo interdetta per qualche secondo prima di prendere una bella boccata d'aria. "Ho conosciuto gente che si credeva tuttofare negli ambiti più disparati, penso che potrò sopravvivere."
"Io ti ho avvertito Moschita
Moschita era un soprannome orribile, doveva farlo suo.
"ci vediamo in giro allora, e ancora complimenti. Ah, il tuo naso si sta gonfiando."
Quando lo vide uscire dalla porta Tsugumi si rese conto che la giornata era ancora molto lunga, molto dispendiosa e molto improbabile. Non sarebbe stata capace di reggere un altro colpo di scena senza rimanerci secca. Di sicuro il fatto che il suo naso assomigliasse, ora, ad una patata gigante era l'ultimo dei suoi problemi.









Note: capitolo 2 finito, non mi piace granchè ma è uno di quei capitoli che mi servono per arrivare a quello dopo. Insomma una specie di trampolino di lancio ecco. Di nuovo, se siete arrivati fin qui senza annoiarvi vi ringrazio enormemente, mi fate felice anche solo leggendo. Questa volta ho aggiunto un altro personaggio ( sempre inventatissimo da me ) perché ho deciso di giocare un po' col fatto che in questa Associazione ci sono molti Eroi e credo che mi divertirò parecchio a caratterizzarli. Infatti non sono finiti qui ma GIURISSIMO che quelli che conosciamo compariranno molto presto, già dal prossimo capitolo...come il nostro amato Genos e Spatent Rider :D E forse forse Saitama, ma forse forse. Vabbè in realtà è inutile che spoilero visto che non lo so neanche io come andrà. Quindi niente, di nuovo grazie <3 
  
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