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Autore: dream_liberty    30/12/2016    4 recensioni
Nel Regno del Sole esisteva una profezia.
Un giorno una bambina sarebbe nata, avrebbe avuto occhi color sangue e capelli color fuoco.
Quella bambina sarebbe stata la reincarnazione del male.
Fine era quella bambina.
Vecchio titolo: Schiava
Ho cambiato sia il titolo che la intro, perché non la trama precedente non mi convinceva più e non sapevo come continuarla.
Ero bloccata.
Poi oggi mi è arrivato un momento d'ispirazione (e forse pazzia) e quindi eccomi qua, dopo 3 lunghi anni d'assenza.
Non preoccupatevi, a parte qualche piccola correzione, i primi due capitoli ed il prologo non riceveranno modifiche.
Spero di riuscire ad aggiornare al più presto
Coppia principale REDMOON
Genere: Commedia, Sentimentale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bright, Fine, Rein, Shade
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Capitolo due

Il ragazzo al di sopra di quella creatura tanto illustre quanto pericolosa, continuò a fissarmi ed un altro brivido mi pervase. Quest'ultimo preferii associarlo ad un'ennesima sferzata di gelo.
Continuammo a fissarci così.
Io con una camicia fradicia ed aperta sul davanti mostrando un misero pezzo di stoffa che mi copriva i piccoli rialzamenti tipicamente femminili ed un altro brandello di tessuto che fungeva da mutandine, e lui al di sopra della bestia, con un cappello che gli copriva gli occhi, ed un vestito decisamente strano per un comune cittadino del Regno Solare. Forse era uno straniero.
-Chi sei?- il suono della mia voce ruppe quello spesso blocco di ghiaccio chiamato generalmente silenzio.
Lui alzò le spalle, un gesto che decisamente m'innervosì.
-Ti ho chiesto chi sei!- gli urlai contro collerica. E chi non lo sarebbe, data la situazione
Lui alzò di nuovo le  larghe spalle coperte da una casacca in cotone blu. Un tessuto pregiato usato comunemente dal Regno della Luna.
Mia sorella amava quel tipo di stoffa, e più volte provò a convincermi d'indossare uno dei suoi cardigan in cotone blu.
Non molto tempo fa accettai il regalo, ma la Magnanima Regina Elsa me la  confiscò, credendo che la sottoscritta l'avesse rubata alla tanto benevola ma quanto sprovveduta principessa Solare, o almeno furono quelle le sue parole. Quell'episodio ne conseguì un digiuno forzato di tre giornate, con l'assenza totale di cibo e acqua, ed una notte nelle fredde e fetenti stalle reali. 
Rein non lo venne mai a sapere. 
No Fine basta pensieri negativi, pensa... pensa al piccolo pezzo di torta glassata che qualche volta Rein riesce a reperire dalle eleganti cucine del palazzo.
La mia immaginazione cominciò a galoppare, come un cavallo imbizzarrito, verso il dolce che qualche volta le mie papille gustative inesperte potevano gustare in tranquillità. Ero già arrivata alla parte in cui la morbida glassa di nocciole mi si scioglieva in bocca e...
Okay Fine, adesso datti un po' di contegno, magari stai pure sbavando davanti a questo sconosciuto inurbano*.
Fortunatamente riuscii a controllare la salivazione che proveniva dalla mia cavità orale, ed a deglutire in modo “normale”, sempre se normale si potesse definire un po' di bavetta negli angoli delle labbra oramai screpolate per le basse temperature.
Lo straniero continuò a fissarmi dall'alto della bestia, ed io, per un motivo o un altro, sentii un'altra scossa nella colonna vertebrale, che nel mio umile parere di purificata mi scombinò tutte le ossa della vertebra.
-Dovresti coprirti- disse laconico. 
La voce calda mi arrivò nell'orecchio ed i timpani, che a quanto vedevo erano tornati dal loro lungo pellegrinaggio, accolsero giocondi la bellezza quasi ipnotica  del suono.
Solo dopo aver rielaborato bene la locuzione*, che di per sé era già piuttosto complicato dato che i timpani sembravano restii nel voler passare le informazioni necessarie all'encefalo e solo dopo un intervallo di tempo rilevante mi accorsi che effettivamente la situazione, se vista dall'esterno, risultava piuttosto equivoca.
Il circolo sanguigno aumentò, e sentii chiaramente le gote imporporarsi per l'imbarazzo.
-D...depravato, come hai osato vedere con tanta sfrontatezza il corpo di una donna! Dovresti vergognarti!- gli urlai contro poi, usando inconsciamente una frase di un romanzo che avevo letto , figuriamoci se parole dette con tale ardore uscivano dalla mia bocca.
Avevo lo sguardo rivolto in un'altra direzione, conscia del fatto che lui aveva libero arbitrio alla vista della mia persona, e forse anche ad altro. 
Lui invece inarcò lievemente il sopracciglio destro, innalzando lievemente il copricapo scuro, un gesto che io avevo provato più volte a fare davanti ad un coccio di specchio che Camelot era riuscita miracolosamente a scovare ma che inesorabilmente finiva in un miserabile fallimento.
Cercai di aguzzare la vista per placare la mia curiosità sui suoi occhi, eppure a parte l'impercettibile guizzo che avevo notato poco prima e che probabilmente erano le sue sopracciglia (cosa di cui non ero assolutamente certa), le iridi erano nascoste dalla penombra. Riuscivo appena a distinguerne la forma.
Erano grandi.
Ricominciai a guardarlo, ma stavolta più oggettiva.
Il viso, o almeno quello che era al di fuori della penombra creata dal berretto, aveva tratti spigolosi.
La pigmentazione era lievemente abbronzata e liscia.
Qualche ciuffo ribelle scappò dalla protezione del cappello. 
Erano mori quasi...blu. Un colore raro non c'è che dire.
Il corpo, coperto da quegli strambi indumenti, era asciutto ma ben allenato, ed aveva quel non so che che lo faceva più...virile, sì.
Decisamente un bel ragazzo.
-Donna? Credo che tu stia sopravvalutando un po' troppo il tuo corpo, ragazzina- 
Ragazzina?!
Mi aveva seriamente chiamato ragazzina? 
Io che avevo già sedici anni suonati e con niente da invidiare ad altre donne... be a parte le tette, ma quello era un discorso a parte... un discorso che non mi andava affatto di affrontare.
Comunque questa non gliela perdonavo. Affatto.
Mi rimangio ogni parola detta o pensata dalla mia mante malata, non aveva niente di bello quel cafone.
-Tu idiota! Deficiente di un fantino non azzardarti a darmi della ragazzina!- dissi, o meglio urlai, mentre il sangue mi ribolliva nelle vene.
-Oh, la bambina si è offesa! Ma io ti ho detto solo la verità... ragazzina-  l'ultima espressione era sottolineata con pesante causticità .
Se non fosse per l'animale che cavalcava, giuro su tutte le divinità menefreghiste del Regno del Sole che avrei commesso un omicidio in piena regola. 
-Ho quasi diciassette anni, deficiente!- i miei occhi si ridussero a due fessure accusatorie.
La sua espressione facciale non cambiò.
Non era sorpreso, né imbarazzato per le sue sbagliate supposizioni.
Il suo viso esprimeva l'indifferenza più totale.
E questo mi fece imbestialire ancora di più. 
-Non si direbbe- se ne uscì alla fine con una scrollata di spalle.
Eh no caro, volevi guerra e che guerra sia.
-Credi davvero che con un semplice “non si direbbe” si risolva tutto?-chiesi, scimmiottando lievemente alla locuzione detta da lui.
La mia domanda, ovviamente era retorica, ma lo straniero probabilmente non capì questo, ed aprì la bocca come per ribattere,
ma troncai la frase sul nascere.
-Hai oltraggiato il mio amabile corpo, mi hai vista praticamente nuda e come se non bastasse mi hai chiamata ragazzina, cosa dici a tua discolpa... straniero?- l'ultimo vocabolo lo sputai velenosa.
Lui, che continuò a non capire che la frase era evidentemente retorica, aprì di nuovo quella maledetta bocca.
E che bocca. 
No Fine non fare pensieri indecenti su uno straniero allocco. In quanto tuo buon senso te lo proibisco.
-Che è colpa tua- disse serafico.
Okay, adesso le opzioni erano due o quell'individuo di dubbia intelligenza voleva farmi impazzire prendendomi per il culo o voleva farmi passare per rincoglionita.
Se il suo obbiettivo era una delle due alternative, ci stava riuscendo alla grande.
-Colpa mia, ma sei scemo o cosa?! Sii uomo e prenditi le tue responsabilità straniero- 
-Sai che hai un linguaggio paragonabile ad uno scaricatore di porto?-
Scaricatore di porto?
Io, una dolce e fragile fanciulla, paragonata ad uno scaricatore di porto?
Io quel... quel tizio lo crucio, io lo...
No Fine, mostrati matura. Tu sei sicuramente più ponderata di quest'individuo.
Conta fino a sessanta, e poi fai lunghi respiri. Lo stress fa male Fine, e tu ne stai accumulando troppo.
Ecco brava così, non rispondere a provocazioni di cui poi ti pentirai a vita.
-Se non rispondi vuol dire che ho ragione...- s'interruppe per vedere la mia reazione, o almeno fu quello che mi parve dato che, ahimè, i suoi occhi erano celati da quel maledetto cappello.
Fine , non ti distrarre, la tensione ti farà venire le rughe.
Parole sante coscienza con la voce di Rein, parole sante.
 -Dopotutto chi tace acconsente, si dice così dalle vostre parti, giusto scaricatore di porto dal linguaggio scurrile?-
Che lo stress se ne vada a fanculo.
No Fine, regola il respiro, ti devi calmare,le rughe ricordi?
Che se ne vadano a fanculo anche loro, magari accompagnati da te, coscienza non richiesta.
Il mio corpo fremeva di rabbia, vendetta ed insulti verso cose, animali, il mondo. Lui.
-Fottiti idiota- mi limitai a dire, più per rispetto della meravigliosa creatura che cavalcava, che per altro.
Solo per questo.
Lui non sembrò particolarmente riconoscente per l'attenta scelta delle mie delicate parole.
In realtà rimase scostante persino a quest'ultima provocazione.
-Chi tace acconsente- lo ripresi vittoriosa, riprendendo per ripicca l'espressione da lui detta poco prima.
Lui scrollò nuovamente le spalle, come se il fatto di essere insultato da me non lo toccasse nemmeno, come se la cosa non gli riguardasse. E questo, inutile dire, mi fece infervorare maggiormente contro quel... quell'umanoide.
Oh andiamo, un momento di gloria me lo doveva concedere, dopotutto io gliene ho concessi abbastanza da avere una scorta a vita come minimo.
Sbuffai ancora risentita e parecchio offesa.
-Girati-
Il ragazzo, probabilmente poco avvezzo ad ubbidire, inarcò ancora una volta il sopracciglio destro, o almeno fu quello che mi parve.
-Perché dovrei?- chiese con lieve ironia.
Un cafone, ecco cos'era, altro che bel ragazzo.
Presi un profondo respiro, nel banale ed inutile tentativo di calmarmi, e di non prenderlo a pugni.
-Perché sì-
-Non è una risposta esaustiva, quindi ripongo la domanda: perché?-
Fine, ti devi calmare, è palese che ti stia provocando quindi adesso fai lunghi respiri e...
Com'era prevedibile non lasciai finire la ramanzina della mia beneamata coscienza che avevo già mandato in posti non molto suggestivi.
-Perché?! E me lo chiedi pure brutto troglodita?!- la mia voce risultò più stridula ed isterica di quanto non volessi. Questo ragazzo mi sta trasformando in una copia sputata di Camelot.
-Sembri quasi un ragazzo, te lo hanno mai detto?- se ne uscì così, senza un'apparenza logica. In realtà la situazione in sé era completamente illogica.
Ora basta! Non mi sarei trattenuta un minuto di più, ho avuto fin troppa pazienza.
-E tu sei proprio un maniaco!-
-Maschiaccio-
Sbaglio o quell'idiota godeva nel vedermi perdere le staffe?!
-Cafone- 
-Senti chi parla-
No, adesso giuro che lo strozzo!
-Vuoi botte per caso ?!- 
Ammetto che la frase con cui me ne sono appena uscita non era il massimo della femminilità, ed infatti la sua risata indistinta me ne diede conferma.

Pov. Shade

-Maleducato- borbottò, mentre io ancora sghignazzavo per l'affermazione appena detta.
“Vuoi botte”  una frase che avrebbe pronunciato un ragazzino immaturo, non di certo una donna.
Una frase che di certo non avrei dimenticato tanto in fretta. 
Una ragazzina interessante. Non avevo mai incontrato donne dal simile temperamento battagliero, e di donne, forse inutile dire, ne ho conosciute tante, soprattutto nel mio letto.
La ragazzina in questione continuò a fissarmi in cagnesco attraverso le sue iridi rubiconde. Un colore assai raro se non unico, dato che in tanti viaggi non mai avuto occasione di vedere occhi di tale colorazione. 
Peccato per il caratteraccio della giovine.
-Bene se non ti giri tu, mi girerò io, razza di guardone- disse con voce decisamente troppo alta, strappandomi così dalle mie considerazioni.
Effettivamente fu di parola,dato che si girò dalla parte opposta, dandomi completa mostra del suo lato B.
Prese un paio di pantaloni che mi parvero sin troppo leggeri per le basse temperature, e cominciò ad indossarli.
Corrugai la fronte lievemente confuso dal capo d'abbigliamento decisamente strambo per una donna.
-Perché indossi dei pantaloni?- chiesi senza riuscire a trattenermi. Era strano. Avevo sentito molto sul fatto che era socialmente poco accettato che le donne indossino pantaloni piuttosto che sottane.
-Perché sono comodi- rispose semplicemente, strabuzzai lievemente gli occhi, sorpreso, conscio che però non avrebbe potuto cogliere tale sbalordimento, ben nascosto nelle mie iridi scure.
-Quindi in questo Regno le donne indossano anche i pantaloni?- chiesi curioso ma attento a soppesare attentamente ogni parola, data l'aggressività di cui  era provvista quella femmina dalle forme acerbe.
Lei si girò, mentre cercava di sistemare i piccoli bottoni della camicia ancora per metà aperta.
Passarono svariati minuti in cui continuammo a fissarci, lei in cerca della risposta, ed io a pensare ad una sua possibile reazione violenta.
-Non lo so- finalmente si decise a rispondere con lo sguardo basso, il tono aveva un non so che si malinconico quasi triste.
La fissai stranito, più per la reazione docile che per la risposta in sé. Anche se quest'ultima se ben analizzata risultava poco chiara, strana. Dopotutto era pur sempre un'abitante di questo Regno.
O forse no. Preferii non approfondire ulteriormente l'argomento, in ogni caso non era affar mio, anzi non mi sarei neanche dovuto fermare a scambiare quella singolari battute con quella femmina che affermava di avere quasi diciassette anni a discapito delle sue forme quasi inesistenti.   
-Il cappello- disse infine. Per qualche secondo mi chiesi se avessi perso un pezzo della conversazione.
-Potresti formare una locuzione di ovvia comprensione? Sai, non tutti ti leggono la mente- l'ironia della frase era pungente quasi palese. 
Lei accompagnò lo sbuffo irritato con un borbottio indistinto, di cui però riuscii a captare soltanto ritardato.
Una ragazza non molto accomodante a quanto pare. 
Dotata però di bellezza, di una bellezza particolare a tratti quasi fulminante, solo un ceco non se ne sarebbe accorto, ed io, ahimè ceco non ero.
-Togliti il cappello straniero allocco- rispose strafottente.
Sospirai, probabilmente se sapesse del mio rango sociale non starei intraprendendo una simile conversazione minata da provocazioni bellicose, e magari si sarebbe prostrata con le lacrime agli occhi chiedendo perdono per le sue sconsiderate azione.
Ma dopotutto che divertimento ci sarebbe stato?
-E perché dovrei?- chiesi imperturbabile.
Roteò le sue iridi scarlatte con fare esasperato.
-Be mi sembra ovvio,dato che tu hai avuto modo di guardare il mio corpo quasi nudo, io, come minimo, ho diritto di guardarti in viso, è un discorso di equità!- la sua risposta assomigliava più ad un discorso di una bambina della metà dei suoi anni.
-Ho visto di meglio sinceramente- dissi riferendomi chiaramente al suo corpo, col puro intento di provocarla.
La ragazza colse la provocazione passando in tutte le sfumature possibili di rosso. Non saprei dire se per l'imbarazzo o la rabbia.
-Tu..tu brutto...ah lasciamo perdere- disse spettinandosi i capelli riccioluti della medesima rara colorazione delle iridi, quasi con esasperazione.
-Comunque in ogni caso preferirei guardare dritto negli occhi il nemico- nel mentre diceva queste parole non proprio lusinghiere, assottigliò gli occhi con fare accusatorio.
-E se non volessi?- 
Lei sbuffò per l'ennesima volta dall'irritazione.
-Senti straniero allocco, non fare tanti misteri e togliti quel cappello-
Incassai il colpo senza però rispondere.
Dopotutto che male c'era? Si vedeva lontano un miglio che era di un ceto sociale basso, non mi avrebbe riconosciuto.
Con un sospiro che aveva un non so che di rassegnazione, mi tolsi il cappello.

Pov. Fine

Rimasi incantata a fissare quegli occhi color cobalto, così profondi, quasi magnetici.
L'uomo più bello, o almeno esteticamente parlando, che i miei occhi avessero avuto modo di vedere. Assomigliava ad un principe appena uscito da un romanzo cavalleresco.
-Cos'è non parli più- disse quasi divertito del mio piccolo attimo di smarrimento.
Boccheggiai un paio di volte alla ricerca di qualcosa di intelligente da dire, assomigliando invece ad un pesce lesso.
Alla fin fine le mie labbra riuscirono a racimolare una frase sensata. Be si più o meno.
-N-no ma c-che dici!- esclamai balbettante, ancora imbarazzata per essermi inebetita davanti a quello stolto. Già il senso non ce l'avrebbe visto neanche un infante.
-Sì come no- 
-Screanzato- borbottai risentita.
-Maschiaccio- rispose lui serafico.
Eh no, la deve smettere con questa storia del maschiaccio.
-Straniero allocco-
-Brutta befana-
Gonfiai le guance offesa per la non molto incoraggiante descrizione della mia persona. 
Conoscevo il fatto di essere di non essere una gran bellezza, al contrario invece di mia sorella.

Pov Esterno

Il viso della giovine si adombrò  per quella consapevolezza, mentre altri ricordi le andavano a pesare ulteriormente l'anima.

Una bambina dalla corta treccia rossa si aggirava spaesata nei lunghi corridoi deserti del palazzo. Era vietato, lo sapeva, ma la sua mente da piccola infante di sei anni non rammentava il percorso che tra quegli intricati corridoi, l'avrebbe portata nuovamente nella sua prigione, o forse era la sua stessa mente a rifiutare di rievocare quel passaggio.
I domestici non facevano caso a lei dato che i suoi capelli dalla vivace tintura erano coperti da un enorme copricapo che le copriva anche le iridi dall'infausta colorazione. Probabilmente l'avevano semplicemente scambiata per la figlia di una servetta, non di certo  della Regina.
La bimbetta camminava veloce, silenziosa, come le serpi  con cui amava tanto giocare durante la purificazione, finché non si ritrovò davanti ad un portone immenso, così grande ed imponente che in confronto lei appariva un gracile insetto.
La curiosità era molta, e la piccola senza pensare alle immediate conseguenze, cercò di aprire uno spiraglio con le sue manine minute.
-Non la voglio mai più vedere quello scempio!- l'urlo rabbioso fece sussultare sul posto la bimba, facendola inevitabilmente irrigidire.
L'urlo era della sua mamma.
La Regina.
-Ma mia Signora, Fine ha bisogno di una madre, è soltanto una bimba- 
Fine, era quello il suo nome, riconobbe immediatamente la voce morbida della sua vecchia governante.
-.Camelot, deve capire che quel demonio non è una semplice infante come invece lo è Rein- la piccola Fine sentì quasi una venatura dolce nel mentre la Regina pronunziava il nome della sorella.
-Allora mi spieghi cos'ha Fine di diverso dagli altri bambini- chiese con lieve sfrontatezza la gentile balia.
La voce della reale s'indurì nuovamente.
-I suoi occhi, i suoi capelli! È evidente che è diversa dagli altri bambini, lei è un demonio- la governante sussultò, come la pargoletta del resto, nel sentire parole di tale crudeltà.
Lei era diversa? Era un mostro?
Piccole lacrime amare e silenziose solcarono il visino della bimba.
-Mia Signora... lei è pur sempre sua madre- le ultime parole la governante le sussurrò, quasi spossata da quella conversazione.
-Non sono e non sarò mai la madre di quella sciagura! Non provare mai più a insinuare simili castronerie Camelot,o la* bandirò dal Regno per sempre- urlò con così tanto odio che la bambina al di fuori del portone si dileguò con ancora piccole stille che le incorniciavano il volto appannandole la vista.
Aveva capito finalmente.
Lei era un mostro.


Dizionario
Locuzione: frase
Inurbano: maleducato
Quel la per chi non lo avesse capito è riferito alla stessa Camelot dato che nel castello vige una severa etichetta.

Angolo Autrice
Buongiorno ragazzuole mie!
Allora sono tornata, in ritardo, ma sono tornata.
Allora che dire, questo capitolo è più un capitolo di passaggio che vi fa un po' capire la situazione in generale, qui in più c'è il focoso incontro tra Fine e Shade^^.
Come vedete Fine ha un bel caratterino e Shade non si fa mettere i piedi in testa, chissà cosa succederà a queste due teste calde.
Spero di leggere presto qualche vostra recensione, mi sono già mancate^^.
Bene io vi saluto e vi auguro in anticipo:
 Buon anno nuovo!!
   
 
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