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Autore: JH_Halen    30/12/2016    1 recensioni
Dopo la IV Guerra Mondiale, la popolazione rimasta è divisa in due: I nobili di Sonenclair e gli schiavi Senzanome.
Il principe della Famiglia Reale e futuro Re, Maximilian Adam di Sonenclair, costretto dal padre, Re Gregorian II di Sonenclair, deve scegliere uno schiavo per ricordare al popolo chi sono i padroni.
Verrà scelta una ragazza, Elizabeth Wexor, presunta discendente di uno dei tre generali caduti.
Quello che il futuro Re non sa è che Elizabeth Wexor è molto più di una semplice schiava. Quando scoprirà la verità sulla ragazza, Maximilian dovrà prendere una decisione, che lo porterà sul trono con una Regina, oppure all'inferno.
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non appena vengo scortata nella sala del trono, la prima cosa che posso notare è il soffitto altissimo dove pendono milioni di lampadari argentei, brillanti, prima di essere costretta ad inginocchiarmi sul tappeto rosso alla fine della lunga scalinata che porta ai troni del Re, della Regina e del Principe. Sento che le guardie mi prendono le mani e le legano dietro di me con una corda ruvida che mi ferisce i polsi. Potrei liberarmene in pochi secondi, ma devo mostrarmi sottomessa per poter essere libera di fare ciò che devo poi, una volta finite tutte le 'formalità'. "Abbassa lo sguardo per terra, schiava!" mi ordina una delle guardie, spingendo la mia testa in avanti, e io obbedisco. Non devo perdere il controllo, ma sento già le mie mani... bruciare. Inspiro ed espiro lentamente, trattenendo magnificamente il mio fuoco. Non mi sorprendo più di me. "Siamo al cospetto di sua altezza reale Re Gregorian II, discendente del Capo di Buona Speranza, e la sua sposa, Regina Maria Rebecka" li presenta un ufficiale prima di portarsi al lato di una porta automatica che si apre pochi secondi dopo. Li sento camminare fino a sedersi al trono e mi chiedo tra me e me 'Dov'è il principe?'. Passano pochi attimi prima che io senta l'ordine del Re di presentarmi. A quel punto mi alzo e mostro il mio viso. Il re è di aspetto molto vecchio, ma non ha nessuna malformazione. Sul capo porta una corona con tante vette che puntano verso l'alto mentre veste con abiti sontuosi. Gli allunga molto il viso, quella corona. La regina invece è la personificazione della perfezione: è di molti, fin troppi, anni più giovane d'aspetto del Re. Ha dei lunghi capelli biondi raccolti in una treccia laterale, la pelle ambrata e gli occhi scuri. Il suo corpo è vestito di un abito voluminoso e dorato, mentre sul capo porta una ghirlanda di rose d'oro. "Mi chiamavano Elizabeth Wexor, discendente del Generale Oliver Wexor" pronuncio, tenendo il mento basso, poi continuo con il 'discorso di sottomissione'. "Vi prego di donarmi un nome degno della vostra presenza" Il re scoppia a ridere e batte le mani. Si sta prendendo gioco del popolo caduto, ma è quello che vuole l'organizzazione. "Eccellente!" grida. "Stupefacente! Gli schiavi che mandano la prole di uno dei Generali Caduti! Non esiste modo migliore per chiedere benevolenza!" esclama, tra le risate sommesse sue e delle guardie, e i ghigni imbarazzati della Regina. "Fate entrare il principe!" ordina il Re, alzando la mano di scatto. Volto il viso in direzione della porta e vedo comparire un uomo alto, vestito con l'uniforme delle guardie, solo molto più bella ed elaborata. È moro, con la perfezione ereditata dalla madre e la postura regale dal padre. Una vittima perfetta. "Principe Maximilian Adam di Sonenclair". Il Re mi guarda con occhi divertiti e con tono ancor più beffardo, prima di continuare con: "Il tuo padrone". Abbasso il viso ancor di più, mostrando la mia alta sottomissione. "Per l'amor di Dio, una bambina!" esclama il principe. Riporto gli occhi su di lui e leggo il disgusto stampato sul suo viso. Bambina? Posso spaccargli la mascella, spezzargli tutte le ossa del corpo e lui... mi chiama bambina? Ingoio l'acidità delle parole che vorrei riversargli addosso e rimango zitta. "Beh, non parla?" continua il principe, e io rimango zitta. Non posso far saltare la mia copertura per il mio orgoglio. Sarebbe da stupidi. "Mostrami le mani, bambina" mi ordina e io alzo lo sguardo verso la guardia che mi libera. Non appena sento i polsi slegati, porto le mani davanti a me e tendo le braccia. Alzo gli occhi verso Maximilian e noto che sta scendendo gli scalini. Dopo qualche secondo si ferma a un metro da me. "È una mano artificiale quella, bambina?" mi domanda e io annuisco. Vorrei tirargli uno schiaffo, ma preferisco risparmiarmi la ghigliottina. Si avvicina ancora di un passo e porta un ginocchio per terra. Io lo guardo e lui sorride, perfido. "Portatela nella mia stanza." Si rivolge alle guardie con freddezza, tenendo gli occhi fissi su di me. Per quanto non voglia ammetterlo, il principe è davvero perfetto. Abbasso gli occhi mentre si alza, e sento le guardie prendermi per rimettermi sui miei piedi e trascinarmi con loro. Dopo essere usciti dalla Sala del Trono, mi ritrovo con i miei "chauffeur" lungo i corridoi del palazzo. I muri sono tutti bianchi, con quadri dell'epoca pre-terza guerra mondiale appesi alle pareti. Ogni pochi metri ci sono delle porte automatiche che conducono alle varie stanze del castello. Saliamo delle scale a chiocciola che non finiscono più, e quando finiscono, riprendiamo a salire ancora delle altre scalinate. Giunti alla fine delle scale entriamo in un'ascensore e io ho la possibilità di vedere lo Skyline del Regno di Sonenclair: è vastissimo, più vasto di quanto potessi mai immaginare e al confine riesco a vedere la cupola che protegge il regno dai gas tossici. Nel momento in cui l'ascensore finisce di salire, capisco che siamo nel punto più alto del castello, la Torre Magna. Una guardia apre l'unica porta presente e mi getta dentro, chiudendomi nella stanza. Cado per terra, e cerco di rialzarmi subito ma sento un rumore nell'oscurità che mi costringe a rimanere ferma. Avverto il pericolo, mi sta guardando con occhi maliziosi. Il mio cuore sta per esplodere, così cerco di calmarmi e rallentare i battiti. "Ehi, bambina..." sento la voce del principe muoversi velocemente nel buio. Poi vedo una candela diffondere una flebile luce dietro di me. Mi volto lentamente e noto che un letto a baldacchino, con tende legate e coperte ordinate, nere, è illuminato. Un secondo dopo sento un fruscio e, quando riporto lo sguardo davanti a me, vedo i raggi della luna filtrare nei vetri di una grande finestra. "Si mostri, la supplico..." sussurro, respirando lentamente. Grazie alle poche luci posso constatare che la stanza è enorme: qui dentro può viverci una famiglia intera. Mi alzo in piedi e vago per la stanza, evitando le parti buie. "Non hai paura?" mi chiede la voce del principe e io scuoto la testa, avvicinandomi all'unica parete illuminata dalla luce della luna, dove vedo appesa una sua fotografia ingrandita. Si mostra regale, possente, nella sua uniforme. "Dovresti." Lentamente noto la figura di un'ombra nera sovrastare la mia, poi vedo due ali, con apertura di almeno 4 metri, coprire interamente l'unica fonte di luce. Mi giro lentamente verso il principe e sono sbalordita, sia dal suo profilo che dai suoi occhi, gialli e brillanti. Nella sala del trono, dove diamine nascondeva tutto ciò? Indietreggio contro il muro e, non appena sbatto contro esso, vedo la figura di Maximilian avvicinarsi a me con pochi passi. Istintivamente faccio due passi in avanti, sfrego le mani e accendo il fuoco, liberando il mio potere che avevo trattenuto a lungo e mi scaglio contro di lui per attaccarlo. Non appena però Maximilian vede le mie fiamme bruciare tre le dite delle mani, con un colpo secco di ali le spegne e l'aria è così forte che mi sbatte contro il muro. Tossisco per l'urto e mi rialzo in piedi velocemente, ma lui è più agile di me e mi solleva per il collo. Il panico si impossessa di me come non lo faceva da tempo e sfrego le mie mani sul suo braccio, ustionandolo. Devo proteggermi, non servirò a nulla da morta. Mi lascia andare, emettendo un gemito di dolore, e si tira indietro. Tenendosi il polso con l'altra mano, mi guarda e semplicemente mi ordina: "Inginocchiati." Capisco che la battaglia è finita, quindi mi inginocchio e abbasso lo sguardo. Lui si avvicina, mi alza il viso e scruta nei miei occhi in cerca di qualcosa, ma io rimango impassibile; ho già combinato un disastro. Non dovevo mostrargli la mia abilità... Ora potrebbe usarla contro gli altri e, soprattutto, su di me. "Sei molto potente, vedo..." insinua la sua mano tra i miei capelli scuri e li pettina con le dita. "Ma pur sempre una bambina che non è ancora capace di controllarsi. Quanti anni hanno visto i tuoi occhi?" Mi mordo la lingua con forza quando mi dice che sono senza controllo e rispondo con un: "17" "Come non detto: Bimba." dice, prendendosi gioco di me prima di diventare serio. "Ecco le regole. Starai sempre al mio fianco: che io sia a letto con un'altra o in palestra ad allenarmi. Dormirai nel mio letto e da nessun'altra parte. Mi soddisferai, se necessario, ma dubito che avrò bisogno di questo da un corpo come il tuo. Obbedirai ad ogni mio ordine e soltanto a me. Guardami negli occhi ancora una volta perché da adesso in poi ti è vietato anche solo alzare lo sguardo su di me. Un'ultima cosa: devi rivolgerti a me con "Padrone". È tutto chiaro, bimba?" Ingoio l'acido che hanno provocato le sue dannate regole e abbasso gli occhi sul pavimento prima di chiuderli e mormorare. "Si, padrone."
   
 
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