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Autore: YukiWhite97    31/12/2016    0 recensioni
"Se la vita di Llweran era frenetica, quella di Legolas non era da meno".
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"E la sua vita era cambiata poco più di sedici anni prima, quando il suo piccolo Llweran era venuto al mondo, così all'improvviso, senza che nessuno se lo aspettasse".
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Aragorn/Legolas & molto altro.
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Se vi piacciono le mpreg, il fluff, gli intrighi familiari peggio di "Beautiful" e gli stereotipi da liceo americano, questa è la storia che fa al caso vostro!
[Primissima fanfiction in questo fandom, siate buoni se potete ^^]
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Aragorn, Legolas, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Mpreg, Triangolo
Capitoli:
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11

Eldarion sentì un brivido attraversagli la schiena. Ciò che stava vedendo era troppo. 
Aveva dovuto sopportare troppo. La scoperta sull'identità del suo vero fratello, il fatto che Shauna lo avesse lasciato per quest'ultimo, il bacio....
Sentì di odiarlo. 
Non era colpa di Llweran, lo sapeva, eppure in quel momento non poté fare a meno di incolparlo per tutto il male che stava provando, forse perché per la prima volta, sentiva di provare invidia, quando era chiaramente sempre stato il contrario.
Si fece avanti, lentamente. Quando Shauna se ne accorse si staccò immediatamente da Llweran, portandosi le mani davanti al viso.
"Oddio, Eld..."
"Eld?" - lo chiamò Llweran con un filo di voce. 
Il suo sguardo era quasi... disumano, e il biondo ebbe l'impressione che avrebbe potuto ucciderlo anche solo guardandolo.
"Brutto bastardo! - esclamò inveendogli contro - e così, ti fai la ragazza che amo alle mie spalle?"
"Cosa?! Ma di che parli?! Non è come sembra!"
"Non è come sembra?! - esclamò afferrandolo per le spalle - sei un traditore, un bugiardo! E dici di essere il mio migliore amico?"
"Smettila! - esclamò Shauna - Sei fuori di testa!"
Il ragazzo le lanciò un'occhiata terribile, facendola rabbrividire.
"Di quanto tempo stavate insieme?! Vi eravate messi d'accordo, dì la verità! E tu, tu mi hai seriamente lasciato per questo qui?!"
"Questo qui? Ma Eld..."
"Non chiamarmi Eld! Qual'è il problema, l'invidia era diventata troppa? Ma certo... il tuo migliore amico, popolare, amato, capitano della squadra di basket, che stava con una ragazza bellissima... era diventato troppo per te!"
"Ora basta, piantala!" - esclamò spingendolo.
 Un gesto a cui non si era mai lasciato andare, e  che sorprese anche il corvino, il quale però non fece altro che inviperirsi di più.
"Tu piantala! - esclamò spingendolo a sua volta - è utta colpa tua, per colpa tua si è rovinato tutto!"
"Non so di cosa tu stia parlando, io non ho fatto niente, accidenti! Sei tu lo stupido che non ha mai capito come stavo, che non ha mai saputo leggere i miei sentimenti! Va bene, ero invidioso, ebbene, vuoi darmi torto?! Tu hai tutta, una famiglia, la popolarità, tutti ti ammirano... ed io allora?! Come puoi biasimarmi?"
"Posso biasimarti e posso fare anche altro!" - esclamò lanciandogli un pugno sul viso. 
Llwera indietreggiò, con una mano sul punto colpito, mentre Shauna sentiva il nodo alla gola farsi sempre più insopportabile.
"No! - esclamò mettendosi tra i due - smettetela, non vi permetterò di picchiarvi!"
"Togliti tu! - esclamò Eldarion afferrandola per un braccio - non ti immischiare!"
Qualcosa si spezzò in quel momento dentro Llweran. Non aveva mai alzato un dito a nessuno, anche perchè non avrebbe avuto la forza, ma in quell'istante tutta la rabbia era fuoriuscita, e soprattutto, nessuno poteva trattare in quel modo la ragazza che amava.
"Lasciala stare!" - esclamò andandogli contro e spingendolo, costringendolo con la schiena contro il suolo. Lo immobilizzò, ma pareva che neanche quello potesse fermare l'ira dell'altro.
"Non mi toccare, è colpa tua, è tutta colpa tua!"
"Colpa mia?! Sei tu che si sempre stato troppo idiota per poter guardare al di là del tuo naso!"
"Ah, e così? - esclamò sollevandosi di scatto e spingendolo via - visto che sono troppo stupido, allora puoi benissimo dimenticarti che esisto! Anzi, fa finta che io sia morto, così la facciamo finita! Và al diavolo!"
Dicendo ciò si tirò indietro, prendendo a camminare a passo felpato. Llweran era ancora stordito, non riusciva a capire esattamente perché tutto ciò fosse successo, ma non ebbe neanche il tempo di riprendersi, che Shauna gli fu addosso.
"Llweran, ti prego, vagli dietro e parlargli! Non possiamo lasciarlo andare così!"
In realtà, l'idea di andargli dietro non lo entusiasmava parecchio, non dopo come lo aveva trattato, ma pretendeva delle spiegazioni.
"Hai ragione! - esclamò - Eldarion, aspetta!"

Ci vollero circa cinque secondi  prima che Aragorn e  Boromir si accorgessero di essere stati colti in flagrante. Il primo in particolare, poté leggere la rabbia e la delusione negli occhi di Legolas.
"Legolas - lo chiamò, impallidendo di colpo - cosa..."
Cosa? Chiedi a  me cosa? Ma cosa ti salta in mente? Ti diverti alle mie spalle, eh? Adesso ci penso io a te!
Qualcosa si spezzò in lui, qualcosa che non si seppe spiegare ma che mandò letteralmente al diavolo tutta la sua calma e il suo essere riflessivo.
"Ma che cazzo state facendo voi due?!" - esclamò furioso.
"Legolas! - esclamò Aragorn - aspetta..."
"Mi sa che qualcuno è piuttosto arrabbiato" - costatò Boromir.
"Tu! - esclamò l'altro indicandolo - ,mi stai prendendo in giro?! No, dico, sei serio? Pensavo che fossi mio amico, pensavo che fossi una brava persona!"
"Non ti considero mio amico da molto tempo ormai! - urlò l'altro spingendolo - da circa sedici anni!"
"Ragazzi, per favore - fece Aragorne esasperato - ci sentono tutti!"
"Ah, non mi importa! - esclamò Legolas - sono stato in silenzio per troppo tempo, adesso tocca a me parlare! Cosa credi, che facendo così Aragorn cadrà ai tuoi piedi?"
"Sicuramente lo renderei molto più felice di come fai tu, che non sei altro che un debole e gli hai sempre creato solo problemi!"
"Cosa?!"
"Ragazzi..."
"Tu non sai un cazzo. Mi sei sempre stato accanto, ma in realtà non ci sei mai stato. Doppiogiochista  e traditore!"- esclamò Legolas.
"Forse sono diventato così dopo essere stato buono per troppo tempo, tu che dici?" - rispose Boromir, fronteggiandolo.
"Smettetela, tutti e due! Non dovete farvi del male a vicenda"
"Hai paura che possa alzare un dito su questo qui? - domandò Boromir - no, non ci penso neanche. Scusate il disturbo, me ne vado, dimenticatevi di me!"
"Ma, aspetta...!" - provò a fermarlo Aragorn, senza però alcun risultato. Legolas lo guardò a braccia conserte.
"Aragorn"
"Legolas, qualsiasi cosa tu stia pensando è sbagliata! E' successo tutto così in fretta. Che casino..."
Il biondo sospirò. Probabilmente aveva esagerato, con quella sua reazione, ma adesso si sentiva decisamente meglio.
Che ne era della sua maturità? E di quell'amicizia? Era giusto che finisse così?
"E va bene, andiamo a cercarlo!" - borbottò a quel punto, trascinandosi l'altro dietro e cercando di mettere da parte, almeno per un po', quello che aveva visto.

Llweran stava cominciando ad annaspare, ma non poteva fermarsi, non poteva permettersi di perdere il sui migliore amico, malgrado le parole dette, malgrado tutto ciò che era successo.
"Eldarion, ti vuoi fermare, dannazione!"
"Lasciamo in pace! - esclamò l'altro arrivando fino ad un semaforo rosso e attraversando comunque - hai già combinato abbastanza guai!"
Il biondo fu costretto ad infilarsi come lui, nel bel mezzo del traffico, con il rischio di farsi investire.
Certo che in quel momento, Boromir ed Eldarion, senza saperlo, stavano vivendo le stesse identiche frustrazioni. Il primo si era messo in macchina, e con le mani sul voltante si era allontanato alla svelta. Non voleva sapere più niente di Legolas, la loro amicizia era ufficialmente finita. 
Lo odiava, perché per colpa sua era sempre stato secondo, sempre messo all'ombra, e non sarebbe stato in grado di sopportare altre umiliazioni. 
Si dia il caso che il suo destino e quello di Eldarion stessero per incontrarsi, in modo fatale.
Il ragazzo infatti si accorse di lui, e pensò che salire in macchina fosse un buon modo per sfuggire alle attenzioni insopportabili dell'amico.
Tese il braccio, facendo segno di fermarsi.
"Eldarion?" - domandò Boromir, accostando.
"Puoi darmi un passaggio?" - domandò agitato.
"Sì, ma certo, entra pure"
"Eldarion!"
Llweran comparve in fondo alla strada, correndo come un forsennato.
"Accidenti! - esclamò l'altro afferrando lo sportello - ma perché non mi lascia in pace!"
Nel dire ciò fece per entrare.
"Aspetta, aspetta! - lo chiamò Llweran - non andare!"
Incredibilmente, era ruscito a raggiungerlo, ed era riuscito ad afferrare lo sportello, con il rischio di farsi male ad una mano, ed infilarsi dentro con lui.
"Llweran! - esclamò Eldarion - vattene via immediatamente!"
"Io non me ne vado! Ti devo spiegare prima!"
"Io non voglio ascoltarti, non voglio ascoltare le parole di un traditore! Tu mi hai rubato la ragazza!"
"Bene, vedo che a quanto pare è un vizio di famiglia" - borbottò Boromir, il quale aveva preso a  guidare.
"Io non ti ho rubato la ragazza, Eld, non è così. Io e Shauna ci amiamo da sempre, ma  tu non sei mi riuscito a  capirlo"
"Oh, certo! - esclamò - allora perché si  messa con me?"
"Perché voleva farmi ingelosire! - esclamò - probabilmente avrei fatto meglio a dirtelo prima, ma lo sai che sono timido, e poi lei piaceva anche a te, io non ti volevo perdere"
"Oh, guarda che bel risultato! - esclamò - io non ti voglio più vedere, Llweran!"
Il biondo a quel punto fu preso dalla rabbia e da tante, tante emozioni, e lo afferrò dalle spalle.
"Perché?! - esclamò - perché ce l'hai tanto ocn me? Cosa ti ho fatto?! Parlami!"
"Vuoi che ti parli?! - esclamò - va bene, te lo dico, tu....!"
Forse era proprio destino che Llweran non sapesse, almeno non ancora. Eldarion aveva fato per aprire bocca, ma a distrarli era stata una luce accecante. Non se ne resero conto in tempo, ma Boromir, lui invece sì, e aveva infatti cercato di frenare. 
Ma non riuscì a fare un tempo. Un camion li investì, e dopodichè fu il buio più totale.

Legolas ed Aragorn avevano passato tutto l'ora successiva a cercare l'amico che era andato via, senza però alcun risultato: Boromir sembrava scomparso nel nulla.
C'era molta tensione fra i due, una tensione che ben presto sarebbe scoppiata in un litigio furioso.
"Dove può essere andato? Spero non faccia idiozie!" - esclamò Aragorn.
"Io mi preoccuperei per altro se fossi in te! - esclamò  dico, che cosa diamine stavi facendo?! Come puoi baciare un altro così, come se nulla fosse?"
"Mi sembra di averti già detto che non era come sembra!"
"E allora com'è, Aragorn?! Perché mi viene molto difficile non pensare che tu stia solo giocando con me!"
"Maledizione, non è....!"
Aragorn fece per rispondere, ma prima che potesse farlo, il cellulare di Legolas prese a squillare all'impazzata. Quest'ultimo si sorprese parecchio nel rendersi conto che fosse un numero sconosciuto. 
Poi rispose.
"Pronto? Sì... sono io..."
Aragorn non lo udì più parlare. Poté soltanto vedere la sua espressione da rabbiosa divenire strana, quasi sconvolta. Solo in quel momento si rese conto che qualcosa non andava, e fu per lui naturale lasciare addietro la discussione che avevano avuto poco prima.
Quando poi vide il cellulare scivolargli dalle mani, si preoccupò ulteriormente.
"Legolas! - esclamò - che succede?"
Si voltò a guardarlo, con gli occhi vitrei. Stranamente non vi furono bisogno di parole. A lui bastò uno sguardo per comprendere ciò che era successo.

Bene, ottima giornata per morire, devo dire. Avrei preferito fare altre mille mila cosa, divenire un campione nel basket, diplomarmi, trovarmi un lavoro, sposarmi, avere una famiglia, e morire da vecchio.
Invece no, a quanto pare qualcuno ha deciso che dovevo morire così.
O almeno credo di essere morto. Sento rumori intorno a me, ma se provo a muovermi non ci riesco. E poi, cosa sono questi fili che mi stringono?
Diamine, liberatemi!
Ma probabilmente nessuno può sentirmi


Queste erano  le parole che scorrevano nella mente di Llweran senza un ordine preciso, come un fiume. 
Ma di fatto non avrebbe potuto reagire anche volendo. Non era morto. Era più corretto dire che si trovasse in una via di mezzo, ma questo non poteva saperlo, e probabilmente anche per questo si sentiva così tranquillo. Essere sospeso fra due mondi, fra la vita e la morte, aveva dello straordinario, e se fosse sopravvissuto, sarebbe stata una grande storia da raccontare...

Legolas aveva sentito il cuore spezzarsi in un milione di pezzi. Ed era rimasto così sconvolto che non aveva trovato neanche il coraggio di reagire. Semplicemente non riusciva più a parlare.
Deve essere uno scherzo... non può essere. Dio, fa che sia così.
Aveva pregato a lungo che i medici si fossero sbagliati, ma purtroppo non era così: Llweran, Eldarion e Boromir avevano avuto un gravissimo incidente, e tutti e tre si trovavano in fin di vita.
Non aveva sentito più di questo. Per il resto gli era sembrato tutto così ovattato, lontano. 
Poi Arwen li aveva raggiunti, ed era scoppiata in lacrime. Perché lui non ci riusciva? Perché lui doveva essere vittima di quella calma, di quell'indifferenza, così frustrante?
"Sopravviveranno? - domandò Aragorn - abbiamo bisogno di saperlo!"
"E' presto per dirlo. I due ragazzi si trovano in condizioni gravi e per il momento sono in coma... mentre invece l'altro... beh... sinceramente non credo si salverà, ma chissà..."
In coma L'ultima cosa che voleva, era vedere suo figlio attaccato ad una macchina per chissà quando tempo. 
Guardò Aragon negli occhi. Dio solo sapeva quanto in quel momento avrebbe voluto stringerlo a sé e trovare conforto, ma  non poteva, poiché al suo posto c'era Arwen. L'altro invece non poteva fare a meno di sentirsi in colpa. I suo figli erano in pericolo, e se li avesse persi.. no, non voleva neanche pensarci.
"Devo vedere mio figlio Llwean - proclamò ad un tratto il biondo - adesso"
"Anche io!"- esclamò Aragorn, quasi istintivamente.
"Mi spiace, solo i parenti più stretti" - rispose il medico.
I due si guardarono negli occhi. Adesso Aragorn avrebbe tanto voluto dire chi fosse veramente, quale fosse il suo vero ruolo, ma non poteva, non era il momento.
Legolas si armò di coraggio, quel poco che gli rimaneva, e si peparò ad afforntare forse il momento più difficile della sua vita.

Thranduil lo aveva raggiunto immediatamente dopo, mentre stava cercando di trattenere le lacrime. La sua emotività era strana, e probabilmente era stata accentuata dalla gravidanza.
Sicuramente però, anche in condizioni  normali non sarebbe riuscito a trattenersi. Llweran era in pericolo, come poteva stare tranquillo?
Stava male, e l'unica cosa di cui aveva bisogno sarebbe stata una stretta,un abbraccio dalla persone che amava.
Elrond arrivò poco dopo, e quando ciò avvenne, i due si guardarono, con leggero imbarazzo, dopotutto  non si erano più rivolti la parola dal loro litigio.
"Elrond" - sussurrò appena.
"Thranduil - disse avvicinandosi - ho fatto prima che ho potuto. Come stanno...?"
"Non lo so... Legoals è appena entrato, Arwen e Aragorn la stessa cosa. Sto morendo di paura. Es e non dovessero farcela?"
"Hei, non è questo il momento di pensare negativo. Si salveranno entrambi"
"E se non dovesse essere così? Non so se riuscirei a sopportarlo. Se solo... se solo fossi stato un po' più affettuoso con lui, se solo non  fossi stato sempre così severo..."
"Non ti devi sentire in colpa"
"Invece sì, invece sì. Perché non so prendermi cura delle persone che amo, non so tenerle vicino a me, e va a finire sempre che si allontanano. Sono io che le allontano, come ho fatto con te"
"Via, via, non mi hai allontanato, a volte capita di litigare" - disse avvicinandosi al suo viso. Quando l'altro lo guardò negli occhi, si rese conto di quanto quest'ultimi fossero lucidi. Stava... piangendo? Lui?
"Thranduil, ma cosa...?"
"Mi dispiace, d'accordo? Avrei voluto dirtelo in un altro momento, ma avevo paura che non l'avresti presa bene. Aspetto un bambino, Elrond. E se tu  ne vai ed io rimango solo, come dovrei fare? Lo vedi anche tu che non sono affatto portato per questo genere di cose, non più almeno, inomma, non era programmata, e se poi..."
Elrond lo aveva zittito, portandogli un dito sulle labbra. Non sembrava affatto arrabbiato, o infastidito,  stava sorridendo.
"Thranduil, non mi hai dato neanche il tempo di rispondere"
"Sei contento?"
"Mi chiedi se sono contento del fatto che la persona che amo aspetta un figlio da me? Tu che dici? Non ti avrei mai lasciato. Mai. E' una vita che stiamo insieme,e  così continuerà ad essere"
"Adesso mi sento stupido..."
"Oh, vieni qui - disse abbracciandolo - grazie per avermelo detto. Avevo bisogno di una notizia che mi risollevasse il morale. Questo significa ch torni a casa con me, giusto?"
"Sei pronto a  sopportare ogni mio malumore, ogni mia voglia, e  ogni mio insulto?"
"Lo faccio da una vita..."

Legolas era entrato nella stanza d'ospedale dove Llweran, immobile e inerme, si trovava. Aveva miriadi di fili attaccati al braccio, e il viso graffiato in diversi punti. Si avvicinò, quasi tremando. 
Non riusciva a guardare, era una visione troppo orribile.
L'ultima volta che lui e Llweran erano stati in un ospedale insieme era... era quando era venuto al mondo. Poi basta. Era sempre stato bene. Adesso invece, per qualche strano scherzo del destino, ecco che si trovava lì, in fin di vita.
Le cose non dovevano andare così.

C'è qualcuno? Non mi piace  non poter vedere, e se qualcuno entra e cerca di farmi del male? Non che possa stare peggio di così, è chiaro.

"Llweran"

Papà?! Papà, sei tu?! Meno male, non sai cosa è successo! O... forse te l'hanno detto. Ti prego, non arrabbiarti...

Si avvicinò ancora e si piegò, afferrandogli una mano che non avrebbe però potuto ricambiare la stretta.
"Llweran - lo chiamò di nuovo, questa volta non potendo trattenere le lacrime - piccolo..."

Cosa? Stai piangendo? No! Io non volevo farti piangere, ti prego perdonami. Se solo potessi stringergli anche io la mano... ma non ci riesco! Maledizione! Come posso fargli capire che lo sento? Come faccio ad uscire da questa situazione?

Era una realtà troppo dura da sopportare. Suo figlio steso lì, con una macchina che gli permetteva di respirare, suo figlio che non avrebbe più potuto avere certezze per il futuro. Non poteva sopportarlo, era  certo che se fosse morto... probabilmente lo avrebbe seguito
"Llweran, ti prego. Non smettere di lottare, io... ti prego... Ci sono così tante cose che ancora deiv fare nella tua vita, tante cose che devi sapere... e non ti puoi arrendere... perchè tu sei forte"

Io forte? Ne dubito fortemente. Ma sì, lotterò, non voglio morire così, non adesso. Farò del mio meglio, lo giuro.

Si portò l'altra mano sul viso. Pregava silenziosamente, a mente, senza trovare la forza di fare altro. Fuori intanto si era scatenata la tempesta.
Proprio come sedici anni prima, stesso posto, stessa pioggia...

Sedici anni prima...

Quando a Legolas avevano detto che il travaglio fosse doloroso, non immaginava così doloroso! Era ala cosa più insopportabile che avesse mai provato, certo che sarebbe morto!
"Vuoi andare più veloce maledizione?! io sto morendo!"
"Ho capito! _ esclamò Thranduil nervoso - ma non posso correre, c'è un temporale assurdo, non lo vedi?!"
"No me ne importa un bel niente, sbrigati e...". Fortunatamente ad interromperlo ci pensò una contrazione abbastanza forte.
"Hei, hei! Vedi di trattenerti, la mia macchia  non diverrà un ospedale!"
Trattenersi... sembrava facile per gli altri che guardavano... ma per lui non lo era affatto
Non avrebbe più avuto figli dopo quella volta, ne era sicuro.

"Cazzo! - esclamò - ma come fa la gente a fare figli ogni giorno, è tremendo!"
"Legolas! - esclamò Thranduil, rivolgendosi poi alla gente lì intorno - scusatelo,  un po' nervoso, è la prima volta"
"Prima e ultima. E adesso cosa succede? Cosa mi faranno? Mi uccideranno, vero?"
"No, no, ma che uccideranno!Ti faranno l'anestesia e non sentirai niente di niente, sarà come dormire!"
"Stammi accanto lo stesso"
"Ma..."
"Ti prego..."
"Oh - sospirò - e va bene, come vuoi!"
Glielo doveva. Passare quel momento da solo era già abbastanza difficile.
Legolas nona aveva realizzato, fino a quel momento, i cosa stesse andando veramente incontro. La sua vita sarebbe cambiata per sempre. E aveva paura e tanti dubbi, voleva avere accanto la persona che amava ma questo non sarebbe accaduto. Però non ci sarebbero stato tempo per avere paura. Si addormentò subito dopo a causa dell'anestesia,e l'ultima cosa che udì fu un tuono, all'esterno.

Si svegliò dopo quelle che parvero ore. Aveva dormito bene però, come ormai non faceva da tempo. Girato su un lato com'era, si portò una mano sul ventre, rendendosi conto di come quest'ultimo adesso fosse piatto e tirasse, probabilmente a causa dei punti di sutura.
"Bene, ben sveglio!" - esclamò una voce accanto a lui. Legolas si voltò piano. era Thranduil, il quale teneva tra le braccia un bambino minuscolo, ma dalle guance rosse, avvolto in una copertina azzurra.
"Papà - chiamò- mi sei veramente stato accanto per tutto il tempo"
"Figurati, e che volevo passare il mio tempo con lui - disse indicando il bambino - non vuoi conoscere tuo figlio?"
Suo figlio. Fino a quel momento nona aveva idealizzato ancora la cosa, ma adesso era tutto reale ed era stordito, malgrado i nove mesi di preparazione psicologica. L'altro gli porse il piccolo, il quale aveva aperti gli occhi a metà- Era molto grazioso ed i capelli erano così biondi da risultare invisibili.
Legolas rimase interdetti per qualche secondo, provando una miriade di sensazioni diverse. Incredibile che quel piccolo fosse stato dentro di lui per tutto quel tempo.. incredibile... che l'avessero fatto loro.
"Oh... ciao.. allora eri tu chi mi davi tutti quei calci, eh?"
Delicatamente gli accarezzò una guancia. Nona avrebbe saputo dire con esattezza a chi somigliasse, ma probabilmente era presto per dirlo.
Era u bambino perfetto. Avuto dal suo grande amore. Che però non era lì. E questa era cosa molto triste, si era immaginato quel momento in maniera molto diversa.
"Dunque, in nove mesi non avevi ancora deciso che nome dargli? Adesso lo sai?"
Guardò fuori dalla finestra. Il temporale era scomparso, ed adesso una arcobaleno dipingeva il cielo.
"Sì - sussurrò piano - il suo nome sarà... sarà... Llweran"
Il bambino a quel punto si lasciò andare ad un versetto, quasi come se avesse intuito che quello d'ora in poi sarebbe stato il nome con lui l avrebbero chiamato.


Quello stesso bambino che aveva cresciuto, stretto a sè e nutrito adesso si trovava immobile, gelido e con il viso spento. Legolas non poteva pensare che sarebbe morto, doveva assolutamente avere bisogno di un'altra possibilità.
Lo aveva chiamato in quel modo per un specifico motivo, perché dopo una cosa brutta c'è sempre una cosa bella. E lui era stata la cosa bella dopo tante sofferenze
"Non preoccuparti, Llweran. Io mi fido di te. C'è sempre l'arcobaleno dopo la tempesta"


N.D.A
"Llweran" viene da "Ilweranta" che dovrebbe significare "arcobaleno" in elfico.
   
 
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