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Autore: Endorphin_94    31/12/2016    1 recensioni
Una storiella di ordinaria follia, tra risate, alieni e superalcolici :D
Per augurare al fandom un buon 2017, augurandovi di passare stasera un capodanno divertente come quello dei protagonisti ^_^
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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New year’s eve


 
 
   “Ho fatto 6!” esclamò Purin raggiante. Il secondo dei suoi dadi si fermò poco lontano dal primo segnando il numero quattro. “Adesso Purin vi sorpassa tutti! Uno, due, tre…”
   “Non montarti la testa, scimmia, è solo il terzo giro!”
   “…nove e dieci!” Purin appoggiò il suo segnapunti a forma di zampa di cane su una casella del tabellone. “Taru-Taru è solo invidioso perché ha già perso un turno,” rispose all’alieno che mise il broncio. “Vediamo cosa deve fare Purin stavolta… com’era la regola della casella verde?”
   “Oh, no, ma che fortuna!” grugnì Ichigo già sapendo come sarebbe andata a finire.
   “Ah sì, dovete bere tutti tranne me!”
   “No, non era così!” protestò Taruto. L’intervento di Retasu con in mano il foglio con il regolamento fu risolutivo: “Allora, quando si capita su una casella verde bisogna tirare un dado: se si ottiene 1, si beve, in tutti gli altri casi tutti gli altri partecipanti bevono...”
   “Ah ah! Adesso Purin vi fa vedere!” la biondina lanciò il dado con sicurezza, sotto lo sguardo eloquente dei presenti. Retasu aveva una paura matta di stare male, aveva già bevuto un bicchiere di bianco a cena e quel gioco prometteva guai… Guardò di sottecchi Pai, che a tre sedie da lei osservava pigramente il tavolo da gioco al quale erano tutti riuniti e vestiti a festa. Ritirò in fretta lo sguardo quando lo vide alzare gli occhi.
   “5!” esclamò Purin.
   “No…” grugnì Ichigo che stava già iniziando a sentire una certa nausea.
   “Andiamo, Koneko-chan, abbiamo appena iniziato!”
   “Sta’ zitto, Kisshu, tu non hai dovuto bere tre volte per penitenza!”
   “Quante storie, tu bevi solo quella roba rossa nauseante, è leggerissima!” ridacchiò lui tirandole un pizzicotto.
   Keichiiro sorrise sorseggiando il bicchierino di liquore che gli toccava. Ichigo e Kisshu che si punzecchiavano facevano ridere tutti i presenti attorno al tavolo della cucina del Café. Se solo un paio di mesi prima gli avessero detto che avrebbe passato il capodanno a muovere la pedina di un gioco dell’oca alcolico in compagnia di tre alieni, non ci avrebbe mai creduto. Eppure la serata si era subito tinta di un piacevole quanto sorprendente calore familiare, che aveva toccato perfino i partecipanti su cui avrebbe scommesso di meno: Ryo aveva alleggerito le battute sarcastiche e parlava tranquillamente con Pai e Kisshu – quando non doveva contendersi Ichigo con quest’ultimo, certo – e perfino Zakuro sembrava divertirsi in loro compagnia, seguita da una più scettica Minto. Neanche a dirlo, erano stati Purin e Taruto a rompere immediatamente il ghiaccio e a far divertire tutti con i loro scherzi e non poteva che essere della più piccola del team l’idea del gioco. Kei la osservò spingere il bicchiere di Taruto per assicurarsi che lo stesse bevendo tutto e provocargli un attacco di tosse tra le risate generali, quindi toccò al pasticcere tirare i dadi.
   “Quattro e tre, sette,” disse spostando in avanti la sua pedina a forma di bottiglia. Lesse ad alta voce la scritta riportata: “Vediamo... ‘bevono tutti i maschi’! Mi sa che ci tocca, ragazzi,” sorrise stappando di nuovo il liquore al mirtillo fatto in casa.
   Ichigo tirò un sospiro di sollievo, mentre Ryo alla sua sinistra si versò con tranquillità un bicchiere di vino. Kisshu dall’altro lato della rossa aprì una lattina di birra e se la scolò, imitato da un più titubante Taruto che bevve la propria per metà.
   “Posso avere quello?” chiese Pai con tono incolore indicando la bottiglia di gin di fronte a Retasu. La verde gliela porse arrossendo e lo osservò con la coda dell’occhio versarsene due dita. Fu quindi la volta di Ryo, che capitò su una casella che recitava ‘beve la persona alla tua destra’ e Ichigo finì con una smorfia la sua vodka alla fragola tra le risate di Kisshu.
   “Adesso ti faccio vedere io...” bofonchiò tirando i dadi a sua volta. “Evvai! ‘Bevono due persone a tua scelta’!” annunciò trionfante puntando il dito contro l’alieno. “E poi... vediamo... Aizawa! Secondo me non hai bevuto abbastanza.”
   Minto alzò un sopracciglio con sufficienza, ma dentro di sé benedisse tutte le serate di gala a cui aveva partecipato e che le avevano dato una certa abitudine al calice in mano. Si versò del vino bianco e accettò perfino di brindare con Kisshu e la sua ennesima lattina di birra, accompagnata da un eloquente occhiolino. La ballerina alzò gli occhi al cielo e bevve, ma tutto sommato la serata era molto meglio di quanto si aspettava: vedersi quei tre ripiombare sulla Terra così all’improvviso le aveva messo in corpo una vaga irritazione, perché certo, alla fine della battaglia di anni prima le avevano aiutate, ma per i mesi precedenti avevano cercato di ucciderle e conquistare la città, non era poco. A lei non erano mai piaciuti, Taruto era una peste, anche da adolescente, Pai parlava poco e fissava tutti dall’alto in basso, mentre Kisshu si era appiccicato ad Ichigo – e lei, a detta di Minto, non stava facendo abbastanza per respingerlo –, ma non perdeva occasione per fare il viscido con tutte. Tuttavia, riavere tutta la squadra Mew Mew riunita al Café dopo tanto tempo era davvero bello, un po’ come tornare a casa... e in fondo anche gli alieni avevano condiviso con loro quell’avventura così indelebile nei cuori di tutti. Minto finì piano il proprio vino, quindi si versò un bicchiere d’acqua per scacciare gli effetti dell’alcol. Zakuro accanto a lei fece lo stesso lanciandole un’occhiata complice.
   Al turno di Kisshu, all’alieno toccò bere e scegliere qualcuno che bevesse con lui e al netto rifiuto di Ichigo, rossa come un peperone, scelse Ryo, sfidandolo a chi finiva la birra per primo in un solo sorso. Retasu riuscì a scampare il bicchiere con una casella bonus e Minto al proprio turno scelse categoricamente di bere piuttosto che fare una penitenza tra le assurdità che stava già proponendo Purin.
   “Bevono i nati in estate... beh io sono di settembre,” disse Zakuro al proprio turno, versandosi un bicchiere di rosso.
   “Io sono di agosto!” fece Purin, stranamente ancora piena di energia, agguantando il suo bicchiere. “Quand’è il compleanno di Taru-Taru?” chiese all’alieno.
   Taruto rispose al volo: “Ottavo del terzo giro... cosa sarebbe ‘estate’?”
   “Cosa sarebbe il terzo giro semmai,” ribatté la biondina.
   “È evidente che con loro questa casella non si può usare,” osservò Minto.
   “Magari si può trovare un’equivalente della stagione calda sul vostro pianeta,” disse Kei rivolto a Pai. “Non credo che esista,” rispose l’alieno pensandoci.
   “Ma come, non avete l’estate?” chiese Purin stupefatta.
   “Vediamo...” tentò Retasu. “Una parte dell’anno in cui il vostro pianeta è più esposto al sole?”
   Pai la guardò fisso, facendola arrossire violentemente. “Credo di capire, ma da noi non succede.”
   “Già, in compenso abbiamo una piacevole stagione dei meteoriti, va bene uguale?” rise Kisshu, attirando nuove domande curiose di Purin.
   “Potremmo stabilire che qui bevono i più giovani,” disse Minto alimentando nuove discussioni e proteste. Ryo, nato anche lui in settembre, cercava di convincere Ichigo di essere di aprile e non dover bere, mentre Kisshu approfittando della distrazione della ragazza le riempiva il bicchiere. Purin si convinse che se beveva lei, dovesse farlo per forza anche Taruto e cercava di immobilizzarlo per fargli bere il proprio bicchiere di birra, ma si tradì da sola perché il contenuto si rivelò essere tè al limone, svelando il motivo per cui la ragazzina sembrava ancora in piena forma dopo tutta la cena e il gioco. Venne infine deciso che la casella di Zakuro fosse da eliminare e la modella tirò di nuovo.
   Ma dopo un giro e mezzo la situazione stava già precipitando.
   “Bevi o tira di nuovo,” biascicò Ichigo reggendosi la fronte con la mano appiccicaticcia di vodka aromatizzata. “Col cavolo!” Lanciò di nuovo i dadi e mosse il suo segnalino a forma di cuore su una casella dell’ultimo anello del percorso. Retasu più vicina e meno ubriaca, la lesse per lei: “Bevi il drink di chi ti sta di fronte.”
   Ichigo alzò gli occhi e incontrò quelli scuri di Pai, che sollevò un poco un sopracciglio, quindi lentamente abbassò lo sguardo sul bicchiere di gin che l’alieno aveva davanti. Aveva bevuto sempre e solo bicchieri di quella roba orribile che Kei teneva in cucina da anni senza che nessuno lo finisse mai. E c'erano dei motivi.
   “No, niente da fare, io quello non lo bevo!”
   “Le regole sono regole, Ichigo...” fece Ryo con finta professionalità.
   “Esatto!” aggiunse Kisshu ridacchiando. “Avanti, butta giù!” prese il bicchiere di Pai e lo piazzò in mano alla rossa, che protestò: “Datemi almeno qualcosa da mangiare!”
   “Se proprio insisti…” Ryo adocchiò la scatola di cioccolatini al liquore che aveva portato Minto e ignorando lo sguardo di rimprovero di Kei ne porse uno ad Ichigo che se lo ficcò in bocca, quindi si tappò il naso e bevve il gin di Pai, tra le risatine della ballerina, quelle più sguaiate di Kisshu e i tentativi di Retasu di fermarla. Posò il bicchiere vuoto sul tavolo e lo guardò per una buona ventina di secondi, quindi spinse rumorosamente indietro la sedia e si alzò barcollando mormorando qualcosa riguardo al bagno e al letto. Retasu si affrettò ad alzarsi per accompagnarla.
   “Non vale, devi finire il gioco!”
   “Stai zitta, Purin, hai barato per tutta la sera,” le abbaiò Taruto.
   “Non è vero!”
   “Sì che è vero!”
   I due più giovani del gruppo ricominciarono a litigare e ad inseguirsi per la stanza e stavolta era Taruto che cercava di far bere Purin qualcosa di davvero alcolico. Kisshu soppesò i dadi e guardò i presenti rimasti seduti al tavolo. Le pedine di Zakuro e Pai erano a due caselle dalla fine, quella di Ryo era subito dietro, quella di Minto era retrocessa molto indietro per penitenza e quella di Kei era stata usata da Purin per lanciarla addosso a Taruto che svolazzava per il salone. “Allora, per i sopravvissuti, andiamo avanti?”
   Ryo fece saltare il tappo di una nuova bottiglia di birra e si mise le mani dietro la testa con nonchalance. “Per me nessun problema.”
   Pai fece un mormorio di assenso versandosi dell’altro gin nel bicchiere, ma rimase un attimo sbigottito quando vide Zakuro porgergli il proprio per farsi versare un po’ di quella roba.
   “Quindi anche la stangona ci sta,” ghignò Kisshu. “Passerotto?”
   Minto non aveva ancora smesso di fissare Zakuro e il suo bicchiere, chiedendosi da dove le venisse tutta quella resistenza. La ballerina doveva ammettere di essere ampiamente oltre la propria soglia. “Dichiaro la resa, finite voi,” disse arricciando il naso e sperando di apparire dignitosa.
   “Anch’io credo che lascerò la partita, vorrei cercare di impedire a Purin e Taruto di distruggere il locale,” rise Kei grattandosi la testa.
   “Ah, non sapete divertirvi!” disse Kisshu.
   “Prima di stasera tu non avevi mai bevuto alcolici,” osservò Ryo.
   “Ti sorprenderai, biondino, ma noi abbiamo anche altri modi di divertirci,” ridacchiò l’alieno, raggiunto da un’occhiataccia di Pai.
   “Ah sì?” un lampo attraversò gli occhi di Ryo. “Kei? Fai da mazziere ad una Roulette Russa per i nostri ospiti?”
   Keichiiro si passò una mano nei capelli, ma fu felice di essersi tirato fuori dal gioco appena in tempo. Con l’aiuto di Minto liberarono il tavolo da tutte le bottiglie, cioccolatini e tabellone del gioco dell’oca, quindi, nascondendosi ai quattro partecipanti, riempirono tre bottiglie vuote senza etichetta, una di acqua e due di vodka. Con quelle riempirono sei bicchieri, tre e tre indistinguibili e li misero sul tavolo.
   “Ad ogni turno scegliete, uno a testa, giro antiorario,” spiegò Ryo addentando un grissino.
   “Va bene, tocca a me!” fece Kisshu afferrando un bicchiere e svuotandolo d’un fiato. “Vodka,” tossì con una smorfia e si pulì la bocca nella manica. Minto raccolse schifata il suo bicchiere con due dita e lo sostituì con uno pieno da una delle due bottiglie.
   Zakuro prese un bicchiere, che Kei constatò poi essere stato pieno di vodka e lo bevve senza una piega, Pai fece lo stesso, ma la sua era acqua.
   “Va bene,” disse Ryo sentendo la vodka scendergli giù per la gola. “Per il prossimo giro fate quattro e due.” Minto lanciò uno sguardo eloquente a Kei, prima di riempire due bicchieri di acqua e quattro di alcol. Alla fine del secondo giro, Ryo stava facendo di tutto per dimostrare che la propria resistenza batteva quella di Kisshu, nonostante anche l’alieno mostrasse palesi i segni della sbronza. Quando infatti il verde sbatté sul tavolo il terzo bicchiere di vodka, la sua voce era alquanto alterata. “Ehi principessa, sei sicura che ci fosse anche l’acqua tra i bicchieri?”
   “Certo che sì, non è colpa mia se non sai scegliere,” ribatté lei altezzosa.
   “Secondo me lo hai fatto apposta per farmi ubriacare e poi infilarti nel mio letto…”
   Minto gli rivolse uno sguardo disgustato e riempì un nuovo bicchiere.
   “D’accordo, ho capito,” fece l’alieno alzandosi a fatica. Prese una bottiglia di birra aperta e ne scolò il contenuto. “Scusate, ma credo che ora sarò io a ritirarmi ed infilarmi nel letto di qualcun altro… ottima partita, biondino, sayonara!”
   “Ehi, dove credi di andare?!” lo apostrofò Ryo alzandosi per rincorrerlo. “Non ci pensare nemmeno!”
   “Suppongo che siano due ritiri,” osservò Kei guardando la porta della cucina sbattere. “Non vorrei essere nei panni di Ichigo…”
   “Con tutto quello che ha bevuto, se lo merita,” replicò Minto acida posando la bottiglia.
   I rumori di tavoli e sedie ribaltate, seguiti da un inconfondibile quanto disgustoso suono di qualcuno che lasciava sul pavimento l’arrosto mezzo digerito, rassicurarono i quattro rimasti in cucina sul fatto che né Kisshu né Ryo sarebbero riusciti anche solo a raggiungere la porta della stanza dove dormiva Ichigo.
   Zakuro guardò Pai di sottecchi, lui ricambiò impassibile, come se fosse stato qualcun altro a bere i suoi bicchieri per tutta la sera.
   Minto e Kei non fiatavano, ma i loro sguardi tradivano la preoccupazione per i loro amici. In effetti avevano bevuto più di tutti gli altri.
   Senza una parola Zakuro prese tra due dita un bicchiere di quelli rimasti sul tavolo - e l'ultima acqua era stata già bevuta - e lo svuotò tenendo gli occhi fissi in quelli ametista di Pai. Lo posò senza una smorfia e attese la sua mossa. L’alieno strinse la mandibola e bevve a sua volta un bicchiere, anche lui guardando impassibile la sua avversaria.
   C’è più tensione ora di quando si lanciavano fulmini nelle battaglie, pensò Minto pregando che la sua sorellona avesse la situazione in mano.
   Zakuro bevve un altro bicchiere, Pai fece lo stesso.
   Keichiiro ne fece altri due sudando freddo. Quanto sarebbero andati avanti? Cercò lo sguardo di Minto che gli mostrò eloquente la bottiglia finita e pensò a qualche altra bevanda da tirare fuori dalla dispensa, ma non gli venne in mente nulla, la vodka che aveva in mano era l’ultima. Forse giù in cantina…
   Zakuro passò lentamente la punta dell’indice sul bordo del quarto bicchiere vuoto e guardò Pai osservare il proprio, quindi trangugiarne il contenuto.
   L’alieno posò il bicchiere sul tavolo trattenendo il fiato, deglutì e guardò Zakuro.
   La ragazza alzò un sopracciglio interrogativa.
   Un occhiò di Pai tremò, quindi un brivido forte gli scosse la schiena.
   “P-pai-san…?” sussurrò Kei.
   L’alieno non cambiò espressione, ma lentamente si sbilanciò di lato… e cadde rovinosamente a terra con un tonfo.
   Minto a bocca aperta fissava alternativamente lui e Zakuro indecisa sul da farsi. La modella accennò un sorrisetto e socchiuse le palpebre con classe. Quindi si alzò da tavola tranquilla e posò nel lavandino i due bicchieri rimasti.
   L’orologio della cucina batté la mezzanotte in quel momento, rompendo il silenzio denso di imbarazzo. Pai prese a russare rumorosamente sul pavimento. Nel salone Taruto e Purin dormivano uno sull’altro su un divano, Kisshu su un altro, mentre Ryo era probabilmente riuscito ad arrivare alla propria stanza. Magari con Ichigo avrebbe provato la prossima volta. Keichiiro sorrise alle due ex mew mew rimaste in cucina, che ridacchiarono a loro volta. “Allora, buon anno, ragazze!”
   “Buon anno Kei-san.”











   
 
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