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Autore: Soul Mancini    01/01/2017    3 recensioni
Questa è la storia di un gruppo di ragazzi molto diversi tra loro, ma uniti da una grande amicizia.
Insieme, sotto il sole californiano, combineranno follie, si lanceranno sfide, si aiuteranno e si confronteranno. Tra intrecci amorosi impossibili, avventure sempre nuove e appassionanti e accese discussioni, i ragazzi vi terranno compagnia e vi coinvolgeranno in un anno scolastico pieno di colpi di scena ed emozioni.
♥ NOTE:
Ciao! Ho iniziato a scrivere questa storia tempo fa, spero che vi piaccia! Vi avviso già da ora che i primi capitoli sono stati scritti quando avevo undici/dodici anni e non li ho voluti modificare, quindi sono un granché, ma spero che la trama possa piacervi e incuriosirvi lo stesso! ;)
Se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate, accetterò di buon grado anche le critiche!
Buona lettura! :3
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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ReggaeFamily

Capitolo 24



A Tiffany piaceva lavorare all'aperto e finalmente le miti temperature di marzo glielo permettevano.

Nonostante la primavera non fosse ancora arrivata ufficialmente, nell'aria se ne sentiva l'odore: era piacevole crogiolarsi sotto il tiepido sole e osservare gli alberi del campus già carichi di coloratissimi fiori.

Così Tiffany, quel pomeriggio, aveva preso posto e digitava freneticamente sul suo portatile, circondata da libri e fogli di appunto che rischiavano di volare a ogni alito di vento.

Mancavano circa dieci giorni alla consegna della tesi e lei aveva buttato giù appena duemila parole. Ormai non aveva più tempo per niente: tornava nella sua camera dopo le lezioni e accendeva il pc per continuare il suo lavoro, dopo cena lavorava fino a notte fonda. Ormai era diventata una macchina: assorbiva e rielaborava informazioni tutto il giorno.

I suoi amici, preoccupati per lei, le ripetevano di fare una pausa perché altrimenti sarebbe impazzita, ma Tiffany non ne voleva sapere; questa relazione sarebbe stata decisiva per il voto di fine anno e si voleva impegnare al massimo.

Allora, un sinonimo di attaccare...” borbottò tra sé, dando un'occhiata a una pagina di internet.

Una voce alle sue spalle la fece sobbalzare: “Ciao signorina”.

Tiffany sapeva chi avesse parlato anche senza voltarsi. “Alex, lasciami in pace, sto lavorando.”

Tranquilla, non ti voglio disturbare” affermò, poi apparve nel suo campo visivo e si accomodò in una sedia vuota attorno al tavolo.

Non vuoi disturbarmi, ma lo stai facendo. Non sopporto di essere fissata.”

Lui non fece caso a quelle parole e prese a sfogliare distrattamente un libro senza guardarne il contenuto. “Allora, come va la tesi?”

Benissimo, grazie” tagliò corto lei, riprendendo a scrivere al computer.

Davvero? Quante parole hai scritto?”

Duemila più o meno.”

Calò il silenzio per qualche secondo. Alex lasciò perdere il libro e si avvicinò maggiormente alla ragazza, poggiando i gomiti sul piano del tavolo.

Alex, mi dai fastidio! Tu non hai da fare la tua tesi?” sbottò allora lei.

Io ho già scritto settemila parole, sono a buon punto.”

Non ci credo nemmeno se me lo giuri. Come è possibile?”

Modestamente sono molto rapido a sintetizzare e scrivere al pc. Ho anche il tempo di rileggere per correggere eventuali errori” spiegò lui, pavoneggiandosi.

Ecco: perché non vai a finirla e mi lasci in pace?”

Ma no, io voglio aiutarti!”

Tiffany sapeva esattamente dove Alex stava andando a parare e la cosa non le piacque per niente. Certo, la sua proposta era allettante, ma la sua dignità valeva più di qualsiasi cosa.

Si voltò verso il ragazzo, puntando i suoi occhi in quelli di lui. “Stammi bene a sentire, Alex: io non accetterò mai la tua proposta. Preferisco mille volte prendere un'insufficienza che accontentarti. Intesi?”

Lui non parve affatto turbato da quelle parole. “Va bene, ma sappi che io sono testardo quanto te. Non ti libererai facilmente di me. Questa volta hai vinto tu, ma ci saranno tanti altri round.”

Detto questo, si alzò e si allontanò con un sorrisetto strafottente stampato in faccia. Mentre passava accanto a Tiffany, allungò una mano e le diede un buffetto su una guancia; lei si ritrasse, irritata e quasi disgustata da quel contatto.

Quando lui fu a debita distanza, sbuffò pesantemente e si prese la testa tra le mani. Ma perché capitavano tutte a lei? Ora si ritrovava non con uno, ma con due enormi problemi: una tesi di dodicimila parole da scrivere e un ragazzo insopportabile che l'avrebbe tormentata per più di una settimana.


Il preside era un ometto sulla cinquantina dalle guance paffute e due occhietti piccoli ma attenti. Quando lo si guardava, si provava subito un senso di pace.

Nonostante il suo incarico, era una persona molto buona e amava il contatto con i ragazzi.

Quindi noi vorremmo organizzare una festicciola a sorpresa per un nostro caro amico, ma ci siamo resi conto che allestire tutto in una camera sarebbe impossibile e non avremmo abbastanza spazio” stava spiegando Cathleen.

Lisa, accanto a lei, aveva taciuto per tutto il tempo. Si era offerta di accompagnare la sua amica, ma in situazioni del genere non riusciva a parlare per via dell'ansia e del nervoso, e non era di nessuna utilità.

Ho capito: vi servirebbe il permesso per organizzare la vostra festa in un'altra stanza, giusto?” dedusse il preside in tono allegro e rilassato.

Esatto” confermò Cathleen, leggermente intimorita.

Avete una data precisa in cui vorreste festeggiare?” domandò l'ometto, afferrando un'agenda che giaceva sulla scrivania e sfogliandola frettolosamente.

Pensavamo per l'ultimo fine settimana di questo mese, ma non abbiamo una data precisa...”

Sabato sera nella stanza D1 dell'edificio centrale. Non sono previsti altri eventi in questo periodo, quindi potete cominciare a organizzare tutto. All'interno c'è un impianto da montare nel caso voleste mettere musica; anche quello è a vostra disposizione, ma fatevi aiutare da qualcuno più esperto di voi per utilizzarlo. Ah, ovviamente dovete prendere e restituire le chiavi della stanza al responsabile di quell'ala ogni volta che ci entrate” sentenziò il preside, con un sorriso bonario.

Dice davvero?” esclamò Lisa, aprendo bocca per la prima volta da quando si trovava nella stanza.

Grazie, grazie davvero!” aggiunse Cathleen, con un sorriso pieno d'entusiasmo.

Alt, un attimo! Dovete però seguire delle regole: il volume della musica non dev'essere troppo alto e dovete spegnerla alle due. Quella stanza è lontana dai dormitori, ma siamo comunque in una scuola! Poi... mi sembra ovvio che non dovranno esserci alcolici, ed eleggerò un adulto addetto a controllare che sia tutto a posto durante la festa.”

Rispetteremo tutte le regole, promesso! Non sa quanto le siamo grate...” promise Cathleen.

Vi conosco e so che siete ragazze affidabili, ecco perché vi ho dato il permesso. E poi mi sono accorto che tenete molto a fare questa sorpresa al vostro amico. Quanti anni compierà il ragazzo?”

Quattordici.”

Bene, allora vedrò di passare a dargli gli auguri sabato prossimo!”

Le due ragazze uscirono dalla presidenza talmente cariche di gioia e soddisfazione che non riuscivano a contenersi.

Abbiamo ottenuto il permesso, dobbiamo dirlo a Ben!” esclamò Cathleen senza riuscire a trattenere un gridolino, mentre camminavano in fretta lungo i corridoi deserti.

Oddio, ce l'abbiamo fatta! Ma io lo sapevo: il preside accontenta sempre noi ragazzi. E abbiamo anche l'impianto per la musica, non ci posso credere!” fece notare Lisa con un sorriso da un orecchio all'altro.

A chi potremmo chiedere aiuto per montarlo e usarlo?”

L'altro giorno parlavo con Ben e mi ha detto che conosce un certo Miles... non ricordo il cognome... comunque, un certo Miles che se la cava con queste cose. È il tipo che mette musica alle assemblee d'istituto, hai presente?” raccontò Lisa.

Sì, ho capito. E pensi che accetterà di essere il nostro dj per una sera?”

Secondo me sì!”

Le due continuarono a parlottare tra loro, passeggiando per il campus immerso nella luce color lava del tramonto.


Tiff, smettila di scrivere, ti prego!”

Lionel, per favore, non insistere! Ci pensa già tuo fratello a farmi perdere la pazienza!”

La ragazza si era posizionata nel suo solito tavolino all'esterno della biblioteca per lavorare alla sua relazione.

Quella notte aveva dormito per tre ore, ma ne era valsa la pena: il suo documento Word segnava quattromilacinquecento parole.

Ormai era quasi sicura di potercela fare senza l'aiuto di Alex; l'unico problema era l'imminente verifica di storia dell'arte per cui avrebbe dovuto studiare almeno un pomeriggio intero.

Mi stai per caso paragonando ad Alex? Io lo dico per il tuo bene! Si vede lontano un miglio che sei distrutta!” ribatté Lionel.

E va bene, hai vinto tu! Che ne dici di andare al bar? Ti offro qualcosa!” cedette la ragazza, spegnendo il pc e cominciando a riporre i libri dentro un grande zaino.

No, offro io perché tra poco è il mio compleanno!” la contraddisse lui, dandole una mano a sistemare tutto.

Che c'entra? Invece voglio offrire io perché... sono più grande!”

I due continuarono a battibeccare finché non furono all'interno del locale.

I due si accomodarono in un tavolino e ordinarono qualcosa di caldo da bere.

Ah, Lion! Non abbiamo più avuto occasione di parlarne: come sono le foto di quei due? Non me le hai fatte vedere!”

Giusto, Lisa e quell'altro tipo! Ho tenuto solo una foto perché l'altra era mossa e non si riusciva a vedere quasi niente. Guarda, questa è venuta benissimo, si nota il profilo di Lisa.”

Lionel tese il cellulare a Tiffany e lei lo prese per osservare meglio lo scatto.

Il display mostrava una coppia seduta su una panchina e incorniciata da una miriade di rametti e germogli verdi. Le due sagome erano state catturate di spalle, ma il viso della ragazza era rivolto verso quello del ragazzo. Il volto di lui era nascosto dai suoi capelli mossi dal vento; cingeva le spalle di Lisa con un braccio per avvicinarla maggiormente a sé.

Era palese: quella era Lisa e stava baciando un altro ragazzo.

Tiffany sorrise nell'accorgersi che Lionel aveva rinominato la foto Lisa e quell'altro tipo.

Perfetto! È una bella foto, molto artistica!” osservò, rendendo il telefono al suo amico.

Perché non lo possiamo dire a Cathleen?” domandò lui, desideroso di coinvolgere anche la sua migliore amica in quella piccola follia.

Te l'ho già detto: Cat è un'inguaribile ottimista e spesso è troppo buona. È convinta che Lisa prima o poi dirà la verità a Ben e non vuole intromettersi in questa storia. Se sapesse che vogliamo portare a Ben le prove, farebbe di tutto per fermarci. Ma noi sappiamo benissimo che Lisa non sputerà il rospo entro quest'anno solare e che Ben non merita di essere preso in giro; noi lo vogliamo solo aiutare.”

Esatto! E poi siamo persone corrette: le lasceremo il tempo di dire la verità e non la forzeremo!” aggiunse lui con solennità.

Bene! Quindi non dirlo a Cat!”

Hai la mia parola!”


Un blocco ad anelli, una penna blu e la pace.

Tanti uccellini pigolavano e gorgheggiavano sulla sua testa; si chiamavano e si inseguivano tra i rami fioriti del melo, come in una danza di cui solo loro conoscono il ritmo.

Il sole sospeso a est illuminava il mondo di una luce nuova e brillante, in grado di sciogliere il fresco frizzante del mattino.

Lei stava seduta sull'erba profumata e ancora leggermente umida, con la schiena appoggiata al possente fusto dell'albero. E scriveva.

Era difficile incastrare le parole, modellarle per dar loro un senso e una musicalità. Doveva rifletterci su, ripetersele e canticchiarsele in mente, ma le piaceva e le trasmetteva calma.

Posò la penna sul foglio e si soffermò ad ascoltare i cinguettii, i ronzii e i fruscii che la circondavano.

Avrebbe voluto restare per sempre lì, sospesa in quella fresca mattinata di rugiada.



   
 
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