Nuovo anno, vecchie abitudini! :D Eccomi infatti di nuovo qua con un'altra storia Zade. O meglio, più storie: questo è, per l'appunto, un esperimento un po' diverso. Mi sono balenate in mente delle idee per numerose one shots (ovvero fan fiction autoconclusive) e ho notato che il minimo comune denominatore era che, senza neanche farlo apposta, fossero tutte temporalmente ambientate nella seconda stagione, soprattutto nella prima parte della suddetta, quando Zoe e Wade altro non facevano che proteggersi e nascondere i propri reali sentimenti dietro la frase "è solo (del buon) sesso".Spero di avervi incuriosito :D Non ho idea di quante saranno in totale queste one shots, né quando concluderò questa raccolta od ogni quanto aggiornerò: tutto dipenderà dall'ispirazione.

“Ugh, queste scarpe mi stanno uccidendo!” Una lamentosa Zoe entra nella portineria come se quella fosse casa sua (e non l'abitazione del suo vicino/amico con benefici), dirigendosi spedita verso il letto, su cui si lascia cadere distesa “Devo smetterla di comprare tutto su internet senza prima provarlo di persona: rimango sempre fregata” Conclude, massaggiandosi il piede dopo essersi sollevata dal materasso ed essersi tolta la calzatura destra incriminata con un sospiro di sollievo.

“Ciao anche a te, Doc” La saluta con un sogghigno ironico e il tono di voce imperturbabile come sempre Wade, mentre, seduto sull'altro lato del letto (il sinistro, che ormai è diventato il suo lato fisso da quando la dottoressa in questione ha preso a passare una notte sì ed una no nel suo letto), strimpella pigramente le corde della chitarra che tiene poggiata in grembo.

Zoe si volta appena verso di lui per fulminarlo con lo sguardo: la sua caratteristica tranquillità, che Wade probabilmente manterrebbe anche se il mondo stesse per cadergli letteralmente addosso, è una delle cose che la irritano di più di lui. Soprattutto quando lei non vuole far altro che lamentarsi senza che qualcuno minimizzi o ironizzi sui suoi drammi, cosa che invece per il suo vicino di casa è diventata ormai un vero e proprio intrattenimento.

“Giornata dura, eh?” Indaga lui, questa volta con un pizzico di dolcezza mischiata all'ironia, l'ombra di quel sorriso serafico che non accenna a sparire dalla sua faccia, mentre le dita accarezzano le corde dello strumento con la stessa maestria con cui sanno sfiorare ogni punto sensibile del corpo di Zoe, la quale sospira in maniera esagerata.

“A dir poco! Brick ultimamente è intrattabile per via della sua storia a distanza con Emily...” Riprende a sfogarsi la ragazza, scalciando da qualche parte sul pavimento anche l'altra scarpa “...e per di più se ne sta rintanato nel suo ufficio cercando di parlare con lei su Skype e io devo occuparmi anche dei suoi pazienti!”

“Non era quello che volevi?” Le fa notare Wade, mettendo da parte la chitarra, con cui è stanco di giocare ora che c'è qualcosa di molto più sinuoso e vivo su cui può sfogare la propria energia nervosa (e comunque sa bene che, ora che c'è lei nei paraggi, non concluderebbe niente comunque).

“Sì, ma essere schiavizzata e fare tutto il lavoro mentre lui amoreggia come un teenager?! Questo non era nei piani, nossignore” È la replica di Zoe, mentre fa leva sulle ginocchia per risalire verso l'agognato cuscino e Wade le dà silenziosamente ragione con una scrollata di spalle e una smorfia sul volto.

“Comunque, nella sfida a chi ha avuto la giornata peggiore mi sa che vinco io, Doc”

“Impossibile” Borbotta lei, liquidando la cosa sul nascere con fare lapidario.

“Al Rammer Jammer sono esplose delle tubature nei bagni e indovina chi ha dovuto ripulire tutto?” Le domanda in maniera retorica Wade, facendole storcere il naso.

“Oh, che schifo” È il commento di lei, che lo fa annuire con aria di chi lo sa bene.

“E quel dannato pezzo di ricambio della Chevelle ancora non è arrivato, dopo che oggi ho aspettato il fattorino per ore!” Riferendosi alla sua preziosa macchina, la sua piccola, la voce di Wade si alza e fa trapelare tutta l'irritazione che prova, prima che lui si imbronci ripensando al pomeriggio perso ad attendere un pacco che non è mai stato recapitato.

“Ok, direi che abbiamo avuto entrambi due giornate da dimenticare” Gli concede con un sospiro ed un'alzata di spalle lei, la testa finalmente appoggiata sul cuscino.

“Mmm hmm” Concorda lui, sporgendosi verso Zoe mentre fa per sdraiarsi a sua volta “E io so esattamente come possiamo dimenticare” Sul volto di Wade si apre un sorriso malizioso, le sue intenzioni ben chiare, mentre lei, mettendo le mani avanti per fermare l'iniziativa dell'uomo sul nascere, si scosta dal suo raggio d'azione.

“Frena, cowboy” Lo redarguisce bonariamente, un sorriso che le sfugge dalle labbra, mentre lascia Wade sinceramente smarrito e con la bocca leggermente aperta per lo stupore e anche una strisciante delusione “Sono sfinita” Gli concede a mo' di spiegazione, le sue parole spente sul finire da un provvidenziale sbadiglio che ne sottolinea la veridicità.

“Oh ok, allora...” Butta lì Wade, visibilmente smontato del proprio entusiasmo e altrettanto confuso ed indeciso sul da farsi.

“Allora potremmo dormire” Propone Zoe con tutta la tranquillità del mondo, a cui lui risponde con tanto d'occhi spalancati e fronte aggrottata “Sai, quando ci si sdraia, possibilmente su un letto e con la testa sul cuscino, e si chiudono gli occhi” Lo punzecchia lei, un luccichio divertito nello sguardo: prendere in giro Wade Kinsella non passerà mai di moda.

“Molto divertente, saputella” Borbotta lui, mentre le si sdraia accanto e dalla bocca della ragazza esce una risatina. Wade non sa perché, ma si sente lievemente a disagio: non è che non abbiano mai dormito insieme, praticamente uno dei due si ferma sempre a casa dell'altro per la notte, troppo sfinito per raggiungere la propria abitazione dall'altra parte del laghetto dopo la loro intensa attività tra le lenzuola. Ma non hanno mai semplicemente e solo dormito, senza che il sonno fosse preceduto dal sesso. E il fatto che Zoe sia giunta lì, a casa sua e nel suo letto, deliberatamente per dormire...lo disorienta, ecco. Deglutisce, imbarazzato quando, sdraiato su un fianco accanto a lei, i suoi occhi incontrano quelli della sua invaditrice di letto, il cui viso si apre in un timido sorriso.

“Ciao” Gli bisbiglia nella semioscurità della camera, come se parlare a voce più alta rischiasse di rovinare il momento.

“Ciao” Sussurra Wade di rimando, dopo essere riuscito a vincere un po' di imbarazzo con un leggero colpo di tosse, ipnotizzato dal suo viso, che gli toglie il fiato e lo fa arrossire come un ragazzino (cosa di cui l'uomo spera Zoe non si accorga).

Lei gli sorride di nuovo, questa volta insolitamente dolce, e poi chiude gli occhi e il suo volto si rilassa visibilmente non appena il sonno la invade. Wade non sa per quanto tempo rimane a guardarla, completamente rapito (e attento a non muovere nemmeno un muscolo per timore di svegliarla), sa solo che, così indifesa e vulnerabile e senza una traccia di trucco, la trova bellissima, ancora più del solito.

Quando Wade si risveglia, il mattino seguente, entrambi hanno ancora tutti i vestiti addosso, eppure lui, entrambe le braccia attorno alla vita di Zoe, che dorme come una bambina con il viso affondato contro l'incavo del suo collo, non si è mai sentito così nudo e così connesso a qualcuno in vita sua. E capisce che infrangere le regole non è mai stato così bello.