Universo d'occhi
L'Arido sole d'agosto,
confessò alla pelle ed al sale il tuo arrivo
come fosse un'aurora boreale all'equatore,
pronta ad impregnarsi del mare e della gente
travolgendo la terra fin a tramutarsi in fiammella nelle mie mani.
Le suadenti stelle,
esplose in un attimo come supernove
incorniciarono su uno sfondo d'arancio e di turchese
il momento fatale nel quale le nostre pupille si diluirono,
presagendo troppi guai all'orizzonte.
Beffardo il fato!
Volle che solo la notte ci vedesse,
per mille e mille sere
trascorse in una settimana
tra l'asfalto e le zanzare.
Il pesante scirocco,
sussurrava di noi mentre
ci nascondevamo dietro tende di velluto rosso,
fingendo che nessuno ci circondasse,
che nessuno sapesse ciò che a nostra volta non volevamo dire.
La fredda corrente di settembre,
ci avvolse svegliandoci dal torpore,
e profetizzando l'imminente scissione
ci spinse finalmente ad abbracciarci
avidi e disillusi mentre maledivamo la fatalità.
Maledetto Bacco!
mi costrinse ad assaggiare il tabacco dalle tue labbra,
mentre Venere sfacciata ci legava insieme le lingue,
coronando i vizi dei mortali ancora una volta,
e mi impedì di portarmi in salvo.
Neve di novembre,
mi abbraccia nella mia fredda e nuova città
ricordandomi del mare.
Nebbia artificiale,
mentre scrivo parole su cartine di riso,
offusca la mente ed il tuo ricordo.