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Cadeva la pioggia e tu le lasciavi inumidire i tuoi occhi, mentre incapace di piangere da solo mi osservavi dal cortile sotto la mia finestra. La luna ti illuminava il viso di quel panna calmo e rassicurante, rinfrescato dalle gocce che segnavano le tue guance. I capelli umidi ti scivolavano sul viso, appiccicandosi sulla fronte, scuri, in contrasto con la tua pelle, che non risentiva ancora del sole degli ultimi giorni, perfetta sotto il candido biancore delle nubi che incorniciavano le stelle. Queste si nascondevano nel blu della notte, facevano capolino per illuminare i tuoi occhi, per riflettersi su quelle superfici che al loro tocco si muovevano come un calmo specchio d’acqua , raggiunto da un ramo intorpidito nel freddo. Io dal davanzale fissavo incantata il tuo sguardo e di esso mi cibavo, e in esso respiravo. Senza quegli occhi, lo sapevo bene, sarei precipitata ai tuoi piedi, nel fango che passava tra le mattonelle. Mi lasciai accarezzare dalla brezza notturna, immaginando le tue dita al suo posto, e chiusi gli occhi per un istante. Quando sentii la mia sicurezza vacillare li spalancai per riagganciarli ai tuoi. “Ti amo, sai?”. Mi mancò il respiro. Lasciai scivolare il silenzio, esistente nonostante il ritmato suono della pioggia. “Dillo ancora”. Dischiuse le labbra e soffiò: “Ti amo”. Sorrisi: “Ora lo so”. E corsi da lui, scalza, infreddolita, camminando sulle nostre lacrime, sulla rugiada del nostro mattino.
Spero vi piaccia ^_^