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Autore: corvonero83    02/01/2017    1 recensioni
Ricordavano molto bene quell’ultima notte passata a Cefiro.
Hikaru e le sue amiche l’avevano ben impressa in mente.
E con loro Clef, Felio e Lantis.
Ma andiamo per ordine.
Erano tornate in quel mondo magico dopo tre anni dall’ultima battaglia combattuta, quella contro Debonair, motivo? C’era un matrimonio da organizzare!
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ricordavano molto bene quell’ultima notte passata a Cefiro.

Hikaru e le sue amiche l’avevano ben impressa in mente.

E con loro Clef, Felio e Lantis.

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Ma andiamo per ordine.

Erano tornate in quel mondo magico dopo tre anni dall’ultima battaglia combattuta, quella contro Debonair, motivo? C’era un matrimonio da organizzare!

E quell’ultimo giorno passato a Cefiro era proprio il giorno delle nozze tra Cardina e Lafarga, l’indomani le tre ragazze sarebbero dovute tornare sulla Terra. Per aiutare la danzatrice magica erano rimaste su Cefiro tre settimane (vero è che mentre loro erano lì, sulla Terra si fermava il tempo e quando tornavano riprendeva a scorrere come se non se ne fossero mai andate!)

Cardina era bellissima in un abito accollato ma stretto ad evidenziare il fisico perfetto. La danzatrice era stranamente nervosa ma avere tutte le persone che amava lì presenti la calmò un poco, soprattutto quando si avvicinò all’altare della cerimonia a braccetto di Lafarga. L’uomo era in alta uniforme militare. Generale, non più capo delle guardie, quel ruolo era ritornato a Lantis per volere di Clef. Era sorridente come nessuno lo aveva mai visto a palazzo.

Fu Clef a celebrare le nozze con Hikaru a fare da giudice-testimone dal momento che era la nuova colonna del regno. Cardina non smetteva un momento di sorridere e ringraziare le tre ragazze che l’avevano aiutata, sottolineandone la bontà d’animo, il coraggio ma soprattutto la bellezza, in quei tre abiti lunghi a drappi che le fasciavano erano meravigliose.

Erano cresciute, erano tre giovani donne ormai e la cosa non era sfuggita agli occhi dei maschi presenti in sala.

Erano invitati tutti anche le principesse Tata e Tatra di Chizeta, paese di origine della bella danzatrice, i piccoli sovrani di Fahren e il principe reggente di Autozam, Eagle Vision. Il banchetto fu allegro e ricco, con scambi di battute e molte occhiate di dubbia origine. Calcolandone bene gli effetti Cardina aveva sistemato Umi vicino ad Ascot e ben lontana da Clef, Fuu invece era stata obbligatoriamente messa vicino a Felio ma soprattutto Hikaru si trovò seduta tra Lantis e Eagle. Tra tutte e tre fu proprio la nuova colonna di Cefiro a sentirsi a disagio.

Hikaru era nervosa, anche se stava mascherando i suoi sentimenti come poteva. Lantis si era dimostrato freddo con lei da quando era tornata sul pianeta, non un sorriso, se non di circostanza e parole dirette e dovute. E anche in quel frangente le cose non migliorarono, le scostò la sedia per farla sedere ma poi il nulla.

Eagle percepì la tensione tra i suoi due amici, a iniziate le danze prese la mano di Hikaru e la trascinò via con se senza darle modo di replicare.

-Andiamo!- la fece ballare per tutto il tempo, non voleva farla pensare a quel mulo di Lantis ma gli occhi tristi della ragazza lo portarono ad iniziare un discorso difficile per entrambe.

-Sai che quello sguardo cupo non ti si addice, vero? dov’è il tuo splendido sorriso?-

-Eagle…- voce remissiva -Mi dispiace! io ci provo, credimi! Ci provo a ad essere serena, ma mi fa troppo male…-

-È un idiota! Troppo testardo per ammettere a se stesso i suoi sentimenti!- si sedettero su delle sedie in disparte.

-Quali sentimenti?- la voce di Hikaru si fece un po’ dura -Quali sentimenti, Eagle? Dimmelo se lo sai! io resto dell’idea che lui abbia capito di non voler aver niente a che fare con me! che lui mi odi! E come biasimarlo? ho ucciso suo fratello…-

-Smettila!- il ragazzo la bloccò, era arrabbiato -Hikaru, credimi, Lantis prova solo un sentimento nei tuoi confronti ed è amore! Dagli solo un po’ di tempo per capire come gestire queste nuove emozioni che per lui sono molto più temibili di qualsiasi mostro o nemico!- un sorriso addolcì il volto del ragazzo e quel sorriso riuscì lievemente a contagiare anche la giovane.

-Torna pure a ballare Eagle, non voglio tenerti qui con la mia malinconia-

-Scherzi! Mi sto divertendo un mondo!- il ragazzo rise di gusto -Guardalo! Ci osserva di sottecchi e chissà quali paranoie si sta facendo! Tu non lo sai ma è geloso, geloso del rapporto che abbiamo io e te. Io l’ho rassicurato che siamo solo amici ma lui ogni tanto continua a punzecchiarmi!- Hikaru guardò il punto fissato dall’amico, vi trovò Lantis che li osservava con evidente curiosità. Appena i suoi occhi si incatenarono a quelli della giovane entrambe distolsero lo sguardo imbarazzati. Eagle sospirò -Io non so proprio cosa devo fare con voi due!-

Hikaru si morse il labbro colpevole.

-Aspettami, vado a prendere da bere- Eagle si alzò e lei, lasciata sola decise di perdersi nell’osservare lo spettacolo che aveva davanti a se.

Umi ballava stretta ad Ascot ma i suoi occhi blu tenevano d’occhio la sagoma di Clef senza che nessuno, soprattutto il suo cavaliere nelle danze, se ne accorgesse. Sapeva di essere in bilico, in bilico tra due sentimenti completamente diversi. Lei voleva bene ad Ascot, lo trovava bello e puro ma…si, c’era un “ma” e le pesava sul cuore come un macigno. Ed eccolo il suo “ma” dileguarsi fuori dalla sala in completa solitudine. Umi con una scusa delle più banali e con un bacio sulla guancia lasciò Ascot confuso ma felice. La ragazza aveva in mente un piano e quella sera avrebbe ottenuto quello che voleva. Ad ogni costo!

Dal canto loro Fuu e Felio ballavano felici e innamorati più che mai. Di certo la ragazza protetta dal vento era stata la più fortunata delle tre con un amore corrisposto e semplice. Una voglia strana stava nascendo in loro, una voglia che solo Cardina poté capire guardando gli occhi di Fuu: presto si sarebbe potuto celebrare un'altra unione!

Tra gioia ed incertezza, paura e desiderio le tre ragazze “magiche” si stavano avvicinando al loro destino con passi lenti e cauti.

Nel salone oramai non rimasero che pochi invitati e Cardina e Lafarga stavano ancora ballando esausti ma felici.

Hikaru era rimasta seduta nell’angolo in cui l’aveva lasciata Eagle. Persa nei suoi pensieri non si era resa conto che l’amico si era fermato a parlare con Lantis e soprattutto che Plesea si era seduta vicino a lei. Il mastro armaiolo indossava un abito lungo e stretto che sottolineava le perfette forme femminili che solitamente nascondeva con la sua uniforme.

-Hikaru, piccola mia, che hai?-

-Niente, Plesea! Stai tranquilla, è solo un po’ di stanchezza-

-Sicura?-ma poi lo notò, notò lo sguardo della ragazza perso sull’entrata della stanza dove Eagle e Lantis stavano parlando animatamente. Quando gli occhi scuri del capo delle guardie reali si posarono in quelli della giovane combattente del fuoco, il mastro armaiolo la vide diventare rossa come la stoffa che drappeggiava parte del suo vestito. Hikaru sembrava persa, Plesea non avrebbe mai riconosciuto in lei l’eroina senza paura che aveva combattuto per Cefiro contro mostri spaventosi e contro le sue più profonde paure. Hikaru era sempre stata forte, coraggiosa ai suoi occhi. Solare! Ora era malinconica, persa in un mondo buio dove mancava l’amore. L’amore di quel testardo di Lantis.

-Scusami Plesea, vado a riposare-

La vide andarsene veloce, come se volesse scappare e Plesea sapeva che Hikaru stava proprio scappando da Lantis dato che non lo degnò di uno sguardo quando passò accanto ai due ragazzi.

-Benedetta ragazza! E lui è così testardo!- pensò con rammarico Plesea.

 

 

 

Fuu venne accompagnata da Felio nella sua stanza. Entrarono con un po’ di titubanza e con una leggera gioia negli occhi.

-Sei felice di tornare sulla Terra?-

-Sono felice di tornare per rivedere la mia famiglia ma allo stesso tempo, allontanarmi da te, di nuovo e ancora per un tempo indefinito…- non finì la frase. Gli occhi le si riempirono di lacrime.

-Fuu! Non piangere, non ora! Vedrai che ci rivedremo presto-

-E se ripassassero altri tre anni? Felio io, io sono innamorata di te, io voglio viverti! Quando sono sulla Terra sento il vuoto assalirmi perché tu non ci sei!-

-Lo so, anche per me è così, è difficile ma io ti aspetterò sempre, per tutta la vita se necessario- il giovane principe la strinse a se. Poi si staccò improvvisamente e la guardò negli occhi, quegli occhi verdi che lo facevano sciogliere sempre. Sorrise malizioso e si inginocchiò davanti a lei.

-Fe, Felio? Cosa stai facendo’- Fuu impallidì.

-Fuu Hooji vorresti diventare la mia sposa?- Felio le prose una piccola scatoletta rotonda decorata con pietre verdi, smeraldi adatti a lei.

Dentro c’era l’anello che Felio le aveva già dato tempo addietro e che lei aveva restituito per pudore. Dal pallido passò al rosso fuoco, sentì le guance infiammarsi e gli occhi riempirsi di lacrime. Lacrime di gioia questa volta.

-Certo! Ovvio che lo voglio! Non so come gestiremo questa cosa ma io voglio stare con te per sempre!-

-Tu non puoi capire quanto ho aspettato questo momento!-Felio l’abbracciò stringendosela al petto e baciandola dolcemente.

Come se non ci fosse bisogno di altre parole, con uno sguardo d’intesa si avvicinarono al letto della ragazza. Sempre con dolcezza si spogliarono, pudore ed innocenza che ben presto vennero sostituiti dalla passione e dalla voglia di toccarsi. Pelle contro pelle. Si amarono come fossero loro i novelli sposi. Felio esplorò il corpo di Fuu come se avesse davanti un santuario sacro, era la prima volta per entrambe e fu la notte più bella della loro vita.

Forse Cardina aveva ragione, ci sarebbe stato davvero un nuovo matrimonio. Bisognava solo decidere una data e capire come gestire questa situazione. Come unirsi se provenivano da due mondi diversi? Nessuno dei due ora ci stava pensando. Solo il loro amore era importante per quella sera.

Quello che non sapeva Fuu era che anche una delle sue due amiche si stava accingendo a fare lo stesso grande passo.


 


 


 

Clef era chiuso nelle sue stanze, perso in mille pensieri che avevano come soggetto un'unica persona: Umi. La ragazza era diventata ancora più bella, se possibile e la sua vicinanza lo turbava. Lui non poteva permettersi tali debolezze, era un monaco guida, le donne, l’amore erano proibiti per lui. Aveva scelto la vita monastica e così doveva essere. Poi se davvero voleva cedere ad una donna, avrebbe dovuto farlo con colei che si era votata al suo stesso sacrificio, non con una ragazzina impertinente. Impertinente e bella da mozzare il fiato. Umi gli era entrata dentro come un colpo di freccia e la sua presenza non voleva più andarsene dal suo cuore.

Un leggero bussare alla porta lo ridestò dalle sue riflessioni.

-Avanti!- ed eccolo, l’oggetto dei suoi pensieri, scalza, i capelli sciolti senza fascia e una leggera veste da camera: era una dea.

-Umi!- si ritrovò la gola secca.

-Scusami. Scusa l’ora Clef! Ma devo parlare con te…-

-Certo!- e con un gesto della mano, dallo scettro fece comparire una sedia -Accomodati. Vuoi un infuso che ti faccia dormire?-

-No, grazie. Sarà una cosa veloce, spero…- abbassò un poco la voce, non voleva sembrare insicura ma un lieve rossore le velò le guance e Clef sorrise a quel rossore, era ancora più bella.

-Parla pure, Umi. Ti ascolto-

-Capito qui sempre nel cuore della notte. Mi spiace davvero ma io…Tu sai quello che provo per te, vero?- si lasciò sfuggire la verità.

-Umi?!- Clef rimase turbato.

-Ti prego, lasciami finire se no non riuscirò a dire quello che voglio!-

-Scusami, vai avanti-

Erano l’uno di fronte all’altra. Nonostante fosse cresciuto in altezza, Clef non la raggiungeva ancora, questo perché anche Umi si era ulteriormente alzata. Ora che lei era seduta e lui in piedi poteva guardarla dall’alto, ma la cosa invece di dargli sicurezza lo mise in soggezione ancora di più.

-Lo so che tu non puoi avere una compagna al tuo fianco, so che un monaco guida non può dedicarsi all’amore, ma ti prego, sii sincero con me. Se tu potessi, mi vorresti?- lo disse tutto d’un fiato, una semplice domanda che perforò il cuore di Clef.

Avrebbe voluto abbracciarla e stringerla per farle sentire che lui era lì, con lei. Ma rimase dov’era, immobile e serio.

-Umi- la voce però era dolce e forse un po’ insicura -Come potrei non volerti? Tu sei bellissima! Sarei un pazzo a non desiderarti. Ma tu sai come stanno le cose e credimi non è semplice dover rinunciare a te- si fece scuro in volto.

-Io devo chiederti una cosa, Clef. Ho bisogno di chiedertelo e tu devi aiutarmi, devi dirmi di si, solo così potrò continuare a vivere serena sulla Terra...-

Il monaco guida la guardò incerto, non capiva cosa volesse dire la ragazza -Dimmi. Se posso aiutarti in qualche modo ad essere felice Umi, cercherò di fare quello che vuoi-

La ragazza esitò un attimo, prese il coraggio a quattro mani e si alzò dalla sedia. Davanti a lui slacciò il nastro che teneva la veste da camera e con gesto rapido fece cadere questa per terra.

Clef sgranò gli occhi e un rossore violento gli tinse il volto.

-Umi?! Ti prego non…- fece per raccogliere la veste ma la voce di lei lo fermò.

-Clef. Non ti ho mi chiesto niente, ho sempre fatto quello che si aspettava da me e l’ho fatto per amore. Amore nei confronti di Cefiro e dei suoi abitanti, ma soprattutto l’ho fatto per te. Quindi ti prego, te lo chiedo con il cuore, anche se non potremmo mai stare assieme, passa la notte con me. Un'unica notte. Non ho mai conosciuto uomo e io, io ho bisogno che tu sia il primo. Solo così poi potrei lasciarmi andare all’amore di qualcun altro. Non so se puoi capire il mio bisogno…-

Clef capiva benissimo.

Appoggiò il bastone al muro e fece quello che avrebbe dovuto fare subito. L’abbracciò forte. Umi tremò, un po’ per l’emozione, un po’ per il freddo, era comunque nuda! Nuda davanti a lui e Clef ebbe timore. Era una di quelle poche volte in cui sentì timore, quasi paura. E non aveva mostri o demoni davanti a se, solo una semplice ragazza nuda! Una ragazza forte che più di una volta gli aveva tenuto testa ma che allo stesso tempo era dolce e fragile.

E ora doveva fare una scelta, ma doveva davvero? Per una sola notte?

-Umi io, io non sono adatto. Tu hai Ascot, lui ti ama da sempre. Io, io provo qualcosa per te, è vero ma non potrei mai darti quello che potrebbe darti Ascot. Per una notte, una semplice notte? Sei davvero sicura di volerlo?-

-Clef, io amo te. Voglio bene ad Ascot, forse potrei innamorarmi di lui. Ma so che tu sarai dolce, premuroso e io mi sentirò al sicuro con te. Tu mi tratterai con amore e ora so che se potessi tu staresti con me!- si teneva a lui, alle braccia di quel ragazzo, forse sarebbe meglio dire uomo, che l’aveva ammaliata subito in un rapporto incerto di presunzione e ammirazione.

E a quelle parole Clef cedette. La sua durezza si incrinò. La strinse ancora di più, strinse a se quel corpo nudo che ci mise alcuni secondi per capire quello che stava succedendo. Umi a sua volta cedette alle lacrime.

-Non piangere, Umi. Stanotte devi essere felice. Dobbiamo essere felici- e senza aggiungere altro la baciò. Un bacio dolce che divenne subito deciso e voluttuoso. La accompagnò al letto e si lasciò spogliare da quella ragazzina.

-Sono qui con te. Non piangere più!-

-Lo so Clef! Sono solo lacrime di gioia. Non puoi capire quanto mi fai felice!-

Inizialmente Clef fu dolce e delicato. Aveva avuto delle esperienze in gioventù prima di farsi monaco e di aver cominciato l’iniziazione. In realtà aveva avuto qualche fuga amorosa anche durante il periodo di preparazione, violando le regole. Ma da quando era diventato ufficialmente un monaco aveva davvero rinunciato a quel tipo di piacere. Si sentì impacciato ma poi gli divenne tutto molto naturale, si lasciò andare ed Umi con lui, lasciando che la passione prendesse il sopravvento.

Erano uniti. Lui stava amando il tocco dei capelli di Umi sulla sua pelle, la sua bocca dolce e avida. I suoi occhi da bambina ma che in realtà appartenevano ad una donna quasi fatta.

Alla fine si addormentarono sfiniti, Umi felice tenuta tra le braccia dell’uomo che amava e che ora si stava chiedendo se poteva veramente fare a meno di avere quella ragazza nella sua vita.

 

 

 

In tutto il castello regnava il silenzio. Nello stesso momento in cui Umi entrò nella stanza di Clef, Hikaru si sedette sul bordo della fontana che si trovava al centro del giardino che lei amava.

Aveva messo a letto Mokona ma lei non era serena e sapeva già che dormire sarebbe stato impossibile. Non c’erano uccellini colorati a farle compagnia, solo il rumore dell’acqua che scorreva dolcemente. Sospirò persa nel buio delle sue paure, con i piedi immersi nell’acqua fresca.

Pensava a Lantis.

Hikaru era davvero convinta che lui non potesse amarla. Non avrebbe mai potuto farlo. Aveva ucciso suo fratello e anche se lo aveva salvato da Debonair, no! Era inconcepibile che potesse provare qualcosa per lei. Sentiva calde lacrime bruciarle gli occhi, aveva una gran voglia di piangere ma poi si sentì chiamare.

-Hikaru!- quella voce la conosceva bene e si gelò, come ogni vola che la sentiva -Speravo di trovarti qui. Coma stai?-

La ragazza non aveva voglia di affrontarlo, almeno non in quel momento. Ma doveva parlare, chiarire del tutto quei dubbi che la stavano divorando.

Si alzò lentamente e si portò davanti a lui.

Lantis nel vederla avanzare perse un battito del suo cuore. Hikaru era scalza, i capelli raccolti nella sua solita treccia posata sulla spalla destra, era bellissima. Non più una bambina acerba e irruenta ma una ragazza che si stava preparando a diventare donna. Avrebbe voluto prenderla tra le braccia quella ragazza che, unica in tutta la sua vita, gli aveva fatto battere il cuore e provare sensazioni nuove. Ma era un soldato, sottoposto proprio a lei che era la sua principessa e non fece niente di tutto ciò. Restò fermo cercando di capire l’espressione stana negli occhi di lei.

-Come sto?- Hikaru si era irrigidita. Il suo tono di voce era asciutto, quasi rabbioso -Secondo te? Come sto, Lantis ? dimmelo tu come dovrei stare?- gli occhi del ragazzo si spalancarono di colpo stupiti. Non capiva.

-Devi dirmi cosa fare, in cosa sperare. Io, io non lo so più. So solo che sto male, ogni volta che ti vedo. Ogni volta che siamo nella stessa stanza e tra di noi ci sono solo parole di circostanza e poi solo gelo!-

-Cosa vuoi dire?- si stava preoccupando.

-Dimmi la verità, Lantis. Me lo devi!- strinse i pugni e prese fiato -Tu mi odi vero? Io ho sperato di dimenticarti sulla terra, ho cercato di soffocare i miei sentimenti ma non ci riesco! Però, se tu mi odi io lo capisco. Anche se ti ho salvato, quella volta so che il mio amore non può compensare le perdite che ti ho causato. Quindi se è così, dimmelo! Io lo accetterò e ti lascerò libero di fare quello che vuoi senza dover stare alla mia presenza- ormai aveva ceduto. Le lacrime scendevano copiose e bruciavano tantissimo sulla pelle.

Lantis non sapeva cosa dire. Quelle parole furono una stilettata al cuore, ma doveva aspettarselo. Era naturale che lei lo pensasse. Era stato freddo, distante, un muro di ghiaccio! ma lo aveva fatto pe proteggersi. Non la odiava, non avrebbe mai potuto odiarla! Lei era il suo modo per rinascere. L’unico modo per rinascere. Odiarla? No, non avrebbe mai potuto. Ma lui non riusciva a dimostrare i suoi sentimenti, non a lei poi! Era un guerriero forte e coraggioso ma ora, aveva paura! Si, semplice paura. Aveva ragione Eagle, in quelle questioni era un codardo, la paura di lasciarsi andare lo attanagliava. Paura di amare. Di parlare e chiarire. E il silenzio che mantenne fu un male. Male per come lo interpretò Hikaru.

-Il tuo silenzio mi conferma tutto. Anzi, mi disprezzi talmente tanto da non volermi neanche parlare! Bene. Non potevi essere più chiaro di così!-

Velocemente Hikaru mise nelle mani dell’uomo quel medaglione che lui le aveva regalato anni prima. Quel medaglione che le aveva dato false speranze.

-Non credo di meritarmelo, non io! E stai tranquillo! Non sarò più davanti ai tuoi occhi, né sulla tua strada! addio Lantis!-

Scappò via rapida ma quell’addio stava rimbombando nella testa di Lantis che dovette realizzare in fretta cosa stava succedendo. E ugualmente in fretta decise di muoversi.

La prese per un braccio e voltandola verso di se la strinse al suo petto. Cercò di essere dolce.

-Sciocca!- la rimproverò.

-Lasciami!- lei tentò di divincolarsi. Quel contatto bruciava, bruciava troppo sulla sua pelle -Tu! Tu..-

-Taci! Sei una sciocca!- e più lei tentava di liberarsi più lui la stingeva per non farla scappare.

-Lantis io….- piangeva disperata -Ti ordino di lasciarmi!-

-Non hai capito niente! Come potrei odiarti se sono innamorato di te!- riuscì a dirlo e quelle parole calmarono Hikaru che lo guardò incredula. Lantis la staccò un poco da se -Io sono innamorato di te, principessa. Quello che è stato è stato e sai bene che non è stata colpa tu! Mio fratello è morto per amore e Emeraude ha voluto seguirlo. Il destino ha voluto questo. Perdona, perdona i miei silenzi, la mia freddezza ma…- non sapeva come dirlo, come dirle che aveva paura di amare, di legarsi a lei e magari un giorno perderla.

Decise quindi di interrompere quel discorso e di baciarla per dimostrarle che quello che stava dicendo era vero. Hikaru tremò a quel contatto. Era il suo primo bacio in assoluto e lo stava ricevendo dall’uomo che amava e che forse la stava ricambiando. Si lasciò andare al calore di quelle labbra permettendo alle loro lingue di incontrarsi e assaporarsi.

-Lantis, tu? tu mi vuoi?- era confusa ma felice.

-Certo che ti voglio. Se tu lo vuoi! Tu sei la mia principessa…- le accarezzò il volto dolcemente -Stai con me stanotte, vuoi?- un sussurro sicuro.

-Lantis, io…- era insicura però.

-Stai tranquilla! Voglio dormire con te. Solo quello. Tenerti tra le mie braccia e darti un po’ di serenità-

-Lo voglio. Voglio passare la notte con te! godermi ogni minuto che mi resta da passare con te!-

Si incamminarono all’uscita ma Lantis si fermò di colpo.

-Aspetta! Questo è tuo! E non ti venga più in mente che non sia così. Voglio che sia tuo, per sempre. Soprattutto quando saremo lontani- le ridiede il medaglione di sua madre.

-Scusami- Hikaru arrossì -Sono una sciocca!-

-Si una piccola sciocca ma anche una coraggiosa, meravigliosa e bellissima principessa-

La prese sotto il suo mantello e giunsero nella stanza della ragazza dove passarono la notte più serena della loro vita.

 

 

Presumo di aver fatto un danno. Ma era lì da anni e facendo pulizia ho detto “perché non pubblicarla?”

I personaggi non mi appartengono e i fatti sono solo una mia piccola invenzione

P.s: io amo Hikaru e Lantis, non hanno consumato qui perché ho una ff tutta per loro!

 

 


 

  
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