Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: BereniceKerr    03/01/2017    1 recensioni
Zoe dopo due anni torna a casa per il funerale del padre ed in questa occasione conosce Daniel, con il quale all'inizio non vorrà avere nulla a che fare. Tuttavia i due, pur provandoci, non riusciranno a vincere l'attrazione che provano l'una verso l'altro.
C'è solo un problema: Daniel è il giovane amante di Victoria, la madre di Zoe.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Quando mi sveglio Victoria sta ancora dormendo distesa nuda su di me.
I lunghi capelli castani le coprono la schiena mentre morbide ciocche le ricadono sul viso poggiato sul mio petto.
Le sue gambe sono ancora intrecciate ai miei fianchi, ma la loro presa non è più stretta e forte come poche ore prima, tanto che posso scivolare facilmente via da lei senza farla svegliare.
Mi porto le mani al viso e poi tra i capelli, e ripensando a quanto è accaduto ieri sera mi lascio sfuggire un sospiro stanco.
Ancora una volta abbiamo litigato... Ed ancora una volta Victoria ha preteso di risolvere tutto quanto tra le lenzuola.
Ed io come sempre ho lasciato che lei l'avesse vinta. Non ricordo nemmeno il motivo per cui abbiamo litigato. Praticamente succede per qualsiasi cosa e sta diventando quasi un abitudine. Alle volte ho come la sensazione che Victoria cerchi la lite di proposito solo per potersi sfogare. 
Anche il sesso con lei è diventato più un mero sfogo animale che qualcosa di sentimentale o passionale. Sono stanco di questa situazione che dura ormai da parecchi mesi. Ma tutte le volte che prendo l'argomento o decido di chiudere questa nostra relazione malata, lei si lascia andare a crisi isteriche e di pianto, minacciandomi addirittura di fare gesti estremi. E sono sicuro che pur di farmi sentire in colpa ed averla vinta, ne sarebbe capace.

Ancora assonnato, allungo un braccio per prendere il cellulare poggiato sopra il comodino accanto a me e mi accorgo che sono già le undici del mattino.
«Vick, svegliati! Sono le undici, dobbiamo andare all'aeroporto» la scuoto delicatamente cercando di svegliarla nel migliore dei modi. Detesta essere svegliata, lo so, ma abbiamo un impegno importante e non possiamo assolutamente rischiare di perderlo. 
Tuttavia ottengo da lei solamente un grugnito mentre si gira dall'altra parte per continuare a dormire.
«Dai Vick, l'aereo di tua figlia non atterra tra un'ora? Alzati forza...» mi allungo su di lei e scostandole i capelli le bacio la schiena risalendo piano verso il collo e poi verso l'orecchio.
Victoria risponde a quel gesto con un suono roco «Mmm... Può sempre prendere un taxi!» mormora con la voce ancora impastata dal sonno mentre, girandosi sulla schiena, si stiracchia come una gatta al sole.
E' bella Victoria, ed anche molto seducente. Sa di esserlo ed usa queste armi  per ottenere ciò che vuole, riuscendoci la maggior parte delle volte. Anzi sempre. Ed io ammetto di non esserne immune.
Le rivolgo un'occhiata incredula «Stai scherzando spero! Non mi hai detto che non la vedi da due anni? Dai, qual'è quella madre che non vede l'ora di riabbracciare sua figlia dopo tutto questo tempo che non la vede?» la rimprovero bonariamente mentre mi alzo per andare a fare una doccia.
«Ma io naturalmente!» mi risponde lei sorridendo «Dico sul serio, sai? Del resto... L'indirizzo di dove avverrà il funerale lo sa! Ed è grande abbastanza per cavarsela anche da sola!» aggiunge come se fosse la cosa più ragionevole del mondo «Potrei mandarle un messaggio e dirle che ho avuto un contrattempo.  Ad esempio che il mio instancabile giovane amante mi ha costretta a stare a letto con lui tutta la mattina, per soddisfare le sue voglie perverse!» l'espressione del suo viso mi fa intuire che sta davvero prendendo in considerazione quell'idea assurda.
«Alzati e preparati! O faremo davvero tardi» le ordino prima di entrare in doccia dove pochi istanti dopo mi raggiunge anche lei.

Arriviamo all'aeroporto con un ritardo di circa quarantacinque minuti, ma di sua figlia non si vede nemmeno l'ombra. 
Victoria controlla nervosa ed infastidita il cellulare nell'eventualità che Zoe, questo il nome della ragazza, abbia chiamato o inviato qualche messaggio e quando prova a contattarla, le risponde la segreteria telefonica.
«Che fastidio! Mi chiedo cosa le passi per quella testolina vuota! E' sempre stata una bambina stupida e viziata, ma pensavo che con l'età avesse messo il senno! Essere irraggiungibile e non farsi trovare nel posto concordato, è un chiara provocazione nei miei confronti! Lo sa che odio aspettare! Sai che ti dico? Andiamo via, la signorina si arrangerà da sola!» mormora stizzita mentre si accende nervosa l'ennesima sigaretta.
«Vick, vorrei solo sottolineare che siamo noi in ritardo e di ben quarantacinque minuti! La funzione funebre inizia tra meno di quindici, sarebbe anche normale che tua figlia si fosse stancata di aspettarci ed alla fine avesse preso un taxi!» le rispondo, cercando con lo sguardo una ragazza di cui ignoro completamente l'aspetto e di cui Victoria mi ha comunicato l'esistenza solo due giorni fa.
«Appunto... E' talmente idiota che non si è nemmeno degnata di chiamare per informarci dove avremmo potuto trovarla! Andiamocene! Sono stanca di aspettare la principessa» esclama lei, dirigendosi verso il posteggio ed ignorando completamente le mie proteste.

Stiamo già entrando in auto quando sento la voce di una ragazza esclamare sprezzante «Ieri sera hai forse sbagliato la dose di sonniferi e stamattina non sei riuscita ad alzarti, Victoria? Oppure hai esagerato come al solito con l'alcool?»
Quando mi giro verso quella voce la vedo.
E'una ragazza minuta, non molto alta e dalla carnagione leggermente dorata. Indossa un tubino nero semplice che le arriva fin sotto il ginocchio e delle scarpe nere classiche con il tacco basso. Dei morbidi ed ondulati capelli color cioccolato, molto simili a quelli di Victoria, le ricadono a metà delle spalle e sul viso predomina un'espressione dura e fredda, in netto contrasto con i suoi lineamenti dolci e delicati.
Ma quello che cattura maggiormente la mia attenzione, provocandomi un inaspettato turbamento, sono dei profondi e splendidi occhi turchesi che saettano disgustati da me a Victoria.
«Zoe! Eccoti qui finalmente! A quanto pare l'averti mandata nelle scuole più care e prestigiose non è servito a correggere quella lingua velenosa che ti ritrovi! Sono preoccupata sai... Credo che dall'ultima volta che ci siamo viste, tu sia persino peggiorata!» è la risposta di Victoria che ricambia lo sguardo della ragazza con una smorfia di fastidio.

«Io invece noto che le tue visite dal chirurgo estetico si sono intensificate! Sicura che puoi stare al sole senza il rischio che ti si sciolga qualcosa dal viso? Sai... Non vorrei ritrovarmi uno dei tuoi zigomi tra i piedi!» poi volgendo lo sguardo su di me « Tu invece devi essere il suo nuovo giocattolo...» mi studia dall'alto in basso con aria fiera «Mi chiedo se la prossima volta debba aspettarmi un ragazzino che sta ancora frequentando il liceo! Lo sai che è un reato, vero?» mormora facendomi sentire stranamente a disagio mentre Victoria sembra avere smesso di ascoltarla ed è già entrata in macchina.

Cercando di camuffare il mio imbarazzo, le sorrido mentre le porgo la mano per presentarmi «Daniel Brant, piacere di conoscerti. Scusaci per il ritardo ma abbiamo avuto un guasto al motore dell'auto. Com'è andato il viaggio? Tutto bene?»

Zoe mi guarda di nuovo con quegli occhi profondi e penetranti. Nonostante continui ad avere quell'espressione fredda e sprezzante, mi sembrano gli occhi più belli che io abbia mai visto. Mi fanno venire in mente l'acqua limpida e cristallina di alcune meravigliose spiagge incontaminate che una volta ho visto in un documentario alla televisione.

«Zoe Harmon. Ma penso che tu sappia già chi sono... O almeno me lo auguro» mi risponde secca «Voglio chiarire subito che non occorre che ti senta in obbligo di essere gentile con me o di fare per forza il simpatico. Il fatto che ti scopi mia madre e che a colpo d'occhio possiamo essere coetanei, non implica che dobbiamo essere per forza amici!» ignora volutamente la mia mano ed avvicinando un carrello dove sono disposte in maniera ordinata le sue valigie «Se per favore adesso possiamo andare, vorrei cercare di arrivare almeno in tempo per vedere mio padre un'ultima volta, prima che lo chiudano in una bara e lo mettano sotto terra per sempre!»

La strada verso la chiesa dove da li a poco si sarebbe svolta la funzione funebre, sarebbe stata maledettamente pesante e difficile da sopportare se non ci fosse stata un po' di musica da ascoltare durante il tragitto in auto.

Victoria mi aveva accennato al fatto che fra lei e la figlia c'erano delle incomprensioni, ma non immaginavo che tre le due ci fosse in atto una guerra all'ultimo sangue.

Per tutto il viaggio sembrano ignorarsi. Victoria parla al cellulare o chatta con chissà chi, mentre Zoe è come se si fosse estraniata da tutto e da tutti.

Mentre guido, involontariamente, lancio degli sguardi distratti verso di lei attraverso lo specchietto interno dell'auto. In molti tratti del suo viso riconosco quelli di Victoria, anche se in Zoe sono molto più dolci e meno marcati.

Si accorge che la sto scrutando e dopo un'iniziale espressione di sorpresa, che le provoca un sorprendente quanto fulmineo rossore sul volto, mi lancia un'occhiataccia per poi girarsi infastidita verso il finestrino ed indossare dei grandi occhiali neri da sole mentre borbotta qualcosa tra sé.

Quando arriviamo al cortile della chiesa e fermo l'auto, Zoe scende velocemente per raggiungere con passo svelto gli altri parenti li presenti che, quando la vedono, si chiudono tutti intorno a lei abbracciandola e baciandola.

Al contrario invece, quando vedono Victoria, la salutano a malapena.

«Guarda quegli stupidi sempliciotti! Tutti stretti intorno alla piccola orfanella triste, che deve essere consolata per la morte del suo adorato papà! Nemmeno si degnano di venirmi a salutare! Cafoni... » esclama Victoria stringendosi improvvisamente a me, mentre si accende una sigaretta guardando tutti con sdegno ed altezzosità e salutando distrattamente qualche amico, che le si avvicina per farle le condoglianze.

«Deduco che tu non sia rimasta in buoni rapporti con la famiglia del tuo ex marito» commento conducendola verso la porta d'ingresso della chiesa.

«In realtà non mi hanno mai potuta sopportare. E naturalmente l'antipatia è sempre stata reciproca. Hanno sempre sostenuto che io abbia incastrato il loro amato Neil. Mi hanno additata come una cacciatrice di dote, un'arrampicatrice sociale. Non facevano che metterlo in guardia sul fatto che sposandomi avrebbe fatto un grosso errore e che lo avrei reso infelice per tutta la vita! Ed ora guardali! Come mi scrutano con occhi pieni di odio e di rancore. Deve rodergli parecchio il fatto che l'assoluta beneficiaria del patrimonio di Neil sia io! Scommetto che tutti qui dentro, la mia figlioletta adorata in testa, preferirebbero di gran lunga che dentro quella bara ci fossi io e non lui!» getta la sigaretta ancora quasi integra per terra e, sistemandosi meglio la provocante scollatura dell'abito nero aderente che indossa, entriamo con gli occhi di tutti quanti puntati addosso.

«Vuoi che io mi metta in disparte durante la cerimonia? Forse è il caso che lì davanti rimaniate solo tu e Zoe» le sussurro all'orecchio, infastidito da tutti quegli sguardi accusatori su di noi.

«E perché mai? Sei così bello che sarebbe un vero peccato non mostrarti a tutti e far morire d'invidia tutte le donne qui presenti! Vieni, siediti accanto a me» e facendo una rumorosa risata che attira ancora di più gli sguardi di tutti, si stringe ancora di più a me dirigendosi verso la panca dove ha già preso posto Zoe.

Tuttavia quando sto per sedermi anche io accanto a lei, intercetto lo sguardo di Zoe che mi fissa con un'espressione di orrore e sgomento ed improvvisamente sento una forte morsa allo stomaco.

«No, dai... Preferisco stare in fondo. L'odore dell'incenso mi da fastidio e comincerei a starnutire» le invento poggiandole un bacio sulla fronte per poi dirigermi a testa bassa ed in silenzio verso gli ultimi posti dove prendo posto da solo, tentando di scomparire.

Durante la cerimonia  Victoria, Zoe ed altre persone si avvicendano sul pulpito per parlare di Neal. Zoe dedica al padre "La fine del giorno" di Charles Baudelaire. E' un momento molto dolce e commovente, che mi fa capire quanto quella ragazza fosse legata al padre e quanto, al contrario, detesti sua madre con la quale, per tutta la durata della cerimonia continua ad ignorarsi pur standole seduta accanto.

Quando la funzione termina Zoe viene avvicinata da un uomo di mezza età molto distinto. Non so chi sia, come la maggior parte delle persone qui presenti del resto, ma dato che poco prima ha salutato con calore anche Victoria, ne deduco che non deve essere qualche parente del marito, ma qualche amico di famiglia.

Me lo conferma poco dopo Victoria che prendendomi sotto braccio e con voce nervosa ed anche piuttosto incazzata sibila «Usciamo subito fuori da qui. Ho un assoluto bisogno di fumare ed anche di bere! A quanto pare il mio caro ex marito, ha cambiato all'ultimo minuto il suo testamento e pare che ci abbia infilato anche lei! Harvey Dixon, l'avvocato di Neal, la sta mettendo al corrente di tutto... Immagino sarà felice come una Pasqua! Non aspettava altro quella smorfiosa! Inoltre temo che dovrò sopportarla ancora a lungo, dato che non sarà possibile aprire il testamento non prima di un paio di settimane, per via di una stupida clausola che ha voluto mettere quello sciocco di Neal»

Le rivolgo uno sguardo curioso alla quale lei mi risponde facendo una smorfia spazientita ed accendendosi una sigaretta.

«A quanto pare avremo un terzo incomodo in casa... Neal ha dato ordine che io e Zoe dovessimo vivere insieme per almeno quindici giorni prima dell'apertura del testamento. Ma ti rendi conto? Che idiozia! Sarò costretta a cancellare il mio viaggio ai Caraibi che avevo previsto di fare tra una settimana per questo suo stupido capriccio!» sbuffa infastidita mentre con la coda dell'occhio vedo Zoe agitarsi e gesticolare nervosa con le mani.

Non so perché ma improvvisamente ho come l'impressione che mi attendono due settimane molto pesanti.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: BereniceKerr