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Autore: hinata 92    03/01/2017    1 recensioni
L'atteso (o forse no) seguito di Polvere Incantata.
A Death City volano fiori di arancio per Lucy e Simon e tutti sono pronti a festeggiare il lieto evento. Ma nessuno immagina che stanno per finire tutti vittima della più grande maledizione stregonesca della storia...
Una sorpresa in più: questa è una storia... a bivi!
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Polvere incantata'
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Nel bivio precedente avete deciso di seguire Simon, Lucy e Kevin?

Allora siete nel capitolo sbagliato, cliccate pure qui per raggiungerlo.

Non vi ricordate alcun bivio fra cui scegliere?

Può capitare, cliccate qui per rinfrescarvi la memoria.

Per caso avevate deciso che Simon dovesse diventare cattivo?

Allora siete nel capitolo sbagliato, cliccate pure qui per raggiungerlo.

Non vi ricordate nessuna scelta per Simon fra buono e cattivo?

Può capitare, cliccate qui per rinfrescarvi la memoria.

Siete convinti di seguire Maka, Soul e tutti gli altri?

Allora siete nel posto giusto! Buona lettura!

 

Amicizia e sospetto! Cosa possiamo fare per salvare il salvabile?

 

Soul entrò in casa trafelato: «Maka, sono...»

Il ragazzo, vedendo lo stato della compagna, non riuscì nemmeno a finire la frase.

«Lo sai già, vero?»

Maka si limitò ad annuire e Soul provò ad avvicinarsi a lei, con delicatezza.

«L’hai sentito?»

Maka annuì ancora, con gli occhi sbarrati.

«Capisco... ma non puoi reagire così, non è figo, sai?»

La ragazza iniziò a tremare: «Tu... tu non capisci... non puoi capire, nessuno qui può...»

«Lo so.»

Maka si sedette e Soul rimase vicino a lei.

«La lunghezza d’onda dell’anima di Simon... quella volta... mi è rimasta dentro... la sento continuamente, anima i miei incubi... un’anima così nera, così oscura, così... malvagia, io... io non riesco a sopportarla, non ho nemmeno bisogno di vederla, è così potente che la sento anche a distanza. E ora è qui! È qui, capisci? Mi sta facendo impazzire, è da allora che mi sta facendo impazzire, peggio di un kishin

Soul annuì: «Forse ho qualche notizia che potrebbe aiutarti.»

«Davvero?»

«Simon è tornato con Lucy e Kevin. È tornato per consegnarsi e Shinigami l’ha perdonato.»

«COSA???»

Maka si era alzata in piedi, agitata come Soul non l’aveva mai vista: «NON PUÒ FARLO! NON L’HA VISTO, NON HA VISTO LA SUA ANIMA! SIMON È MALVAGIO! ANZI, È L’INCARNAZIONE DI TUTTO CIÒ CHE DI MALVAGIO PUÒ ESISTERE! NON PUÒ FARLO! NON PUÒ FARLO!»

«E invece sì, Maka, l’ha fatto. Da domani tornerà a scuola con noi.»

«No... no...»

La ragazza scosse la testa: «Io come faccio a stare nella stessa aula con lui? Mentre sento la sua anima che cerca di inghiottirmi?»

Soul non sapeva cosa risponderle, e Maka se ne rese conto. Dopo un momento di pausa, cambiò argomento.

«E Lucy e Kevin?»

«Sembra che stiano bene e che stiano cercando di aiutarlo.»

La ragazza sembrò sovrappensiero: «Lucy... e Kevin...»

Soul la guardò preoccupata: «Maka?»

«Lucy e Kevin... ma certo! Sono la risposta! Lucy e Kevin!»

Il ragazzo non stava più capendo nulla: «La risposta? La risposta a quale domanda?»

Maka si alzò, di nuovo piena di energie: «Dobbiamo parlare con gli altri! Domani sarà dura, ma se ho ragione... se ho ragione... c’è una speranza! Ci deve essere! Il mondo non può finire domani!»

Soul, sempre più confuso, non poté fare altro che lasciarsi trascinare, tirato per una manica: «Maka, per favore, spiegati! Maka, tutto questo è molto poco figo! Maka!»

 

Il solito vecchio gruppo entrò in classe compatto e si sedette ben lontano dal trio.

Black Star sbuffò: «Io non ci sto capendo niente! Sono tornati, bene! Andiamo a salutarli!»

Maka, tremando, rispose: «No, Black Star, dobbiamo capire chi abbiamo davanti.»

Tsubaki, incerta, guardò di sottecchi i vecchi amici: «Secondo me è tutto a posto, mi sembrano normali...»

Soul la guardò incuriosito: «Non senti nulla di strano?»

«No. È da tempo che non sento più le voci, e neanche stare in classe con Simon cambia la situazione.»

«Questa mi pare già una notizia figa, no?»

Per un attimo lo sguardo di Maka indugiò su un posto vuoto, quello di Chrona. Da un paio di settimane aveva lasciato la prigione, ma ancora non gli era permesso di frequentare posti affollati, il rischio che impazzisse e cercasse di uccidere tutti era ancora troppo elevato. Sicuramente avrebbe detto che non avrebbe saputo come comportarsi, ma chissà cosa avrebbe pensato veramente...

Kid sospirò: «Maka ha ragione. Dobbiamo andarci cauti.»

Patty non disse nulla, rimase a fare compagnia alla sorella, in una crisi di mutismo completo.

Death the Kid si sedette simmetricamente al suo posto: «Per oggi osserviamoli e basta, poi decideremo cosa fare.»

Le ore di lezione trascorsero lente, lentissime, con sguardi alle spalle pieni di dubbio, speranza e dolore. Alla fine, quando verso le cinque del pomeriggio Simon venne chiamato dalle guardie e la classe si ritrovò un insperato momento di pausa, il gruppo si riunì nuovamente.

«Allora cosa ne pensate?»

Iniziarono tutti a parlare, sovrapponendosi a vicenda, tanto che Kid fu costretto a prendere in mano la situazione: «Ok, ok, facciamo così! Andiamo per alzata di mano, possibilmente in modo simmetrico! Chi pensa che dobbiamo stare attenti nei loro confronti?»

Solo Kid stesso alzò la mano.

«Fantastico, addio alla simmetria... e va bene, chi pensa invece che possiamo fidarci?»

Black Star, Tsubaki e Patty alzarono la mano.

«E voi cosa ne pensate?»

Soul rispose senza esitazioni: «Io sono stato preda del sangue nero, posso capire come si possa sentire Simon in questo momento e vorrei solo ritrovare il mio amico. Ma...»

«Liz?»

Per la prima volta nella mattinata, la ragazza disse una sola frase: «Finché non mi parlerà non posso dire nulla.»

Kid sospirò: «D’accordo. Maka?»

«L’anima di Simon è ancora nera, ma non mi da più quel senso di oppressione. Non mi sono sentita soffocare come l’altra volta, sono riuscita a stare tranquillamente nella stessa stanza con lui. Non so cosa pensare.»

«E quindi cosa facciamo?»

Maka, con uno sguardo determinato, rispose: «Io ho un piano.»

«Davvero?»

«Ma mi servirà aiuto. E forse più di quanto avessi pensato all’inizio.»

«Possiamo aiutarti noi?»

«Non subito. Prima devo chiedere consiglio a un’altra persona.»

 

La ragazza era messa peggio di quanto Maka avesse immaginato. Con gli occhi bassi e gonfi di pianto, taciturna e timida, era una persona completamente diversa da quella che ricordava.

«Era tanto tempo... che nessuno... veniva a trovarmi.»

Maka rimase colpita da quel modo di parlare. Soppesava con cura ogni parola, come per riflettere bene prima di pronunciare qualcosa di sbagliato.

«Ti chiedo scusa, forse sarei dovuta venire prima.»

«Non ha... importanza.»

La ragazza cercò di sorridere in modo più incoraggiante: «Se vuoi... stare più comoda, posso chiedere che ti tolgano quella roba, io non ho paura di te.»

Rachel sorrise, quasi intenerita: «Ma io sì. Lasciami la mia... camicia di forza, te ne prego. L’ho chiesta io... non appena ho saputo che saresti venuta... a trovarmi.»

«D’accordo, allora.»

«Immagino che tu sia qui... per Simon.»

«Sai che è tornato?»

«Le notizie corrono... in fretta, persino agli... arresti domiciliari.»

«Tu sei l’unica che possa spiegarmi come stanno le cose, perché ha quell’anima nera, se si può fare qualcosa.»

«Vuoi... aiutarlo?»

«Forse. Ma temo che per ora sia al di fuori delle mie possibilità. E non so nemmeno se possa essere salvato. Stamattina, quando è entrato in classe... sembrava quasi a posto. Aveva ancora l’anima nera, sì, ma a parte questo era abbastanza normale. Ma col passare delle ore ho iniziato a sentire i brividi alla schiena. No, non so cosa gli sia successo, non è sicuramente la stessa persona che abbiamo incontrato durante la guerra delle streghe, ma non è nemmeno il Simon che conoscevamo. Non so cosa sia e mi fa paura.»

Rachel abbassò ancora lo sguardo: «Paura... conosco... questo sentimento.»

Maka la guardò preoccupata: «Anche tu hai paura di Simon?»

La ragazza scosse la testa: «Io ho paura... di tutto. Della mia... schizofrenia, di cosa... potrei fare se... uscissi da Death City... di quello che pensa... di me... Simon. Papà... già mi odia. Se n’è andato. Ha deciso che... tutta la sua famiglia... è morta... per sempre... e che io... io... io l’ho uccisa... insieme alle streghe...»

Un paio di grossi lacrimoni scesero dai suoi occhi azzurri e Maka si sentì in colpa per quanto la stava costringendo a rivivere.

Rachel si fece forza: «Se posso aiutarti... se posso almeno un po’... rimediare a quanto... ho fatto... sarò felice... sarò felice di aiutarti!»

Maka la guardò sinceramente commossa dalla forza d’animo di quella ragazzina mentalmente devastata: «Grazie.»

«Qual è il tuo... piano?»

«Cominciare a salvare chi è possibile salvare, e quando sarà chiara la situazione di Simon vedere cosa si potrà fare per lui. Ho controllato a lezione, per loro nulla è cambiato.»

Rachel la guardò confusa: «Loro?»

Maka annuì: «Aiutami a salvare Lucy e Kevin dall’influenza dello Stregone Oscuro.»

 

Patty: Uhm...

Black Star: Ta-dah!

Patty: Lascia stare, provo io! Bhu!

 

Soul Eater, Richiamo di sangue, 22° capitolo: Tutto ciò che è rimasto in sospeso! Piani basati su qualcosa che non esiste?

 

Death the Kid: Ma insomma! Si può sapere cosa state facendo vestiti da clown?

Patty: Cerchiamo di far ridere Liz!

Liz: ...

Black Star: Non è possibile che una somma divinità come il sottoscritto non ci riesca! Io sono unico, inimitabile, irresistibile, io sono BLACK STAR!

Death the Kid: L’unica cosa che so è che sei... un clown totalmente asimmetrico!!! Fuori, fuori, fuori da casa mia!

Black Star: Non puoi buttare fuori di casa il grande BLACK STAR!

Death the Kid: Posso eccome! Ora vedrai!

Liz: ...

Patty: Neanche questo ha funzionato? Oh, sorellina...

Liz: ...

 

Ed ecco qua! Cosa succederà da qui in poi?

Al prossimo capitolo!

 

Hinata 92

 

  
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