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Autore: milla4    04/01/2017    2 recensioni
Il corpo è ciò che ci definisce, un compagno di vita che a volte tradisce lasciandoci allo sbando.
Genere: Angst, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una vita fa
 

La vedi l’ombra della tua mano proiettata sul mondo, con le sue lunghe dita oscure trattenute da fili brillanti di vita? Sono collegate: una a contatto con il calore, l’altra con il freddo eppure hanno un colore, una ragione d’essere, una definizione.

Non vedi le mani, le tue estremità più curiose: le hai usate più e più volte per appropriarti di anima e bellezza, della quotidianità. Ora non ti sembrano più tue fedeli alleate di mille e più battaglie, ora sono estranee, senza colore. Senza definizione.
In loro non vi è più il mondo, ma solo finzione, una coperta di ghiaccio che oscura tutto ciò che le sta intorno, anche te.
E le guardi ancora e ancora per ricercare quel fondo di lealtà, di fedeltà che le tue vecchie compagne avevano sempre avuto, fiduciosa che in qualche fondo possano trovarsi.

Parla la gente, di come il bianco ora faccia parte di me, ma io non voglio il bianco, intatto nella sua purezza; voglio il colore della mia infanzia, dello sporco, del vero, di ciò che ero e che nessuno conoscerà mai.
Tutto sta svanendo, rapiti da una maledizione senza cura e alla fine dei giochi siamo rimaste solo io e te, ombra, a spartirci ciò che è rimasto di una vita fa.





 
♦♦♦♦♦

 

Note: non so mai cosa scrivere in questi spazi lettore/autore perché ho sempre paura di cadere nel ridicolo (non sono brava nel "parlare") ed in fin dei conti tutto ciò che ho da dire (normalmente) è nel testo, mi piace pensare che nelle storie si possano trovare più verità, più interpretazioni. Mi piace molto confrontarmi, per capire dove la fantasia, l'immaginazione possano arrivare.
In questo caso, però devo dire qualcosa, perché riguarda una parte di me ancora fragile, che dovrà essere spiegata.
Avevo diciotto anni e due macchie bianche pallide su una mano, ora ne ho ventitre e nel tempo la vitiligine ha preso possesso del mio corpo.
Ci si è seduta sopra, spaparanzandosi senza pietà e lasciando a me il compito di accettarla.
Spesso sento dire che non è nulla, chiaro non è una cosa che da' il biglietto per Aldilandia, ma mentalmente è devastante. È come se la tua pelle, il tuo involucro non fosse più tuo, ti senti vulnerabile, i tuoi cavoli di nei che hai sempre odiato, scompaiono lasciando un vuoto, una parte di te che scompare, un corpo nuovo mai richiesto.
Non è una cosa razionale lo so, ma non posso sentirmi giudicata per questo... è una cosa con cui sto combattendo e che mi fa star male, so cosa provo, perché dovrei negarlo?
Ecco, la mia storia riguarda ciò che ho sempre sotto agli occhi, le mie mani, le "cose" che stanno oggettivamente scrivendo tutto.
Questa sono io, quello che sento, quello che provo; non è una bella storia, ma è uscita così, senza rimpianti, con la voglia di raccontarsi.
So che dopo questa premessa nessuno recensirà perché avrà paura di dire cose contro una storia così importante, io posso solo dirvi che è una storia e deve essere trattata come tale.
Fa schifo? Ditelo e provvederò in qualche modo, tutto ciò che è scritto rimane dentro me, il suo significato va al di là delle parole che ho messo.
Sto diventando troppo prolissa, ok taglio... a presto!
   
 
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