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Autore: Francy_Kid    04/01/2017    4 recensioni
~ Sequel di "Masque tombé" e di "Amour masqué" ~
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L'estate sta finendo e presto i nostri eroi dovranno tornare a scuola. Papillon è stato sconfitto ed ora convive "pacificamente" con Ladybug e Chat Noir, che ha scoperto essere Marinette e Adrien, suo figlio.
Lila, dopo la sua ultima battaglia contro i due eroi parigini è riuscita a rubare il Miraculous della volpe ottenendo nuovi poteri, ma un giorno si presenterà a lei una donna nel suo bar preferito che le promette ciò che vuole: vendetta e potere.
L'italiano accetta ed i possessori si ritroveranno in una battaglia contro una creatura mai vista.
Molti segreti sulla creazione dei kwami verranno svelati e le bugie che si erano raccontate per anni cadranno.
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Aggiorno il mercoledì ^^
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Gabriel Agreste, Maestro Fu, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The masked serie'
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Cap. 8

 

Nathalie respirò l'aria famigliare del salone degli Agreste, dopo aver raccontato la sua vacanza ad Adrien, siccome era interessato a com'era andata.

Gabriel, dopo aver parlato un po' con lei mentre si riposava dal suo lavoro, le assegnò gli incarichi di cui doveva occuparsi, per poi tornare nel suo studio.

La donna, non ancora abituatasi dal nuovo carattere permissivo e libero del suo capo, si sedette alla sua postazione di lavoro, scrivendo al computer gli impegni del ragazzo e del Signor Agreste, cercando di ignorare il mal di testa che l'assillava da quella mattina.

Avrà preso un colpo di sole, pensò lei, massaggiandosi le tempie.

I suoi pensieri sull'emicrania e su quanto fosse stato bello il mare italiano si interruppero quando sentì il suo cellulare di lavoro suonare nella borsa.

Quasi meccanicamente, trovò il telefono in meno di due secondi, guardando crucciata lo schermo notando che era un numero che non aveva salvato e che si trattava di un contatto straniero.

Pensando che fosse un cliente del Signor Agreste o una casa di moda che voleva fare affari; aprì la chiamata, sentendo immediatamente uno strano ronzio che disturbava la linea.

«Pronto?» domandò titubante.
«Prendilo

E tutto fu buio.


 

I quattro portatori erano riuniti nel piccolo appartamento di Master Fu.

Dopo l'irruzione di Lila, l'anziano ne approfittò per fare le "pulizie di primavera", buttando cose che non servivano e sostituendo quelle rotte con alcune nuove.

Si era persino preso una televisione per vedere il notiziario o per fare zapping tra i canali per quando non aveva nessun cliente.

Ora stava guardando gli altri tre portatori inginocchiati al tavolino basso con fare di rimprovero e che, a sua volta, lo guardavano crucciati, mentre i loro kwami erano seduti beatamente sulla superficie di legno.

«Immagino che nessuno di voi abbia visto il notiziario ultimamente.» esclamò il vecchietto.
«Compiti.» si giustificò immediatamente Marinette, alzando le spalle.
«Lavoro.» rispose a sua volta Gabriel.
Adrien tacque per qualche secondo, per poi dire non molto convinto: «Motivi personali?»
«Se intendi cazzeggio totale e tentato furto con scasso della verginità della tua donna, allora hai proprio ragione.» sbuffò Plagg, facendo subito arrossire la ragazza.
«Plagg!» urlarono in coro il biondo e la piccola coccinella, mentre Nooroo scoppiò a ridere.

Fu rimase in silenzio davanti alla scena che aveva davanti agli occhi: Adrien e Tikki che rimproveravano Plagg, che li ignorava beatamente, Wayzz e Gabriel che inspirarono esasperati, Nooroo che continuava a ridere e Marinette che si copriva il viso per non far vedere quanto fosse rossa.

L'anziano cercò di richiamare l'attenzione, non riuscendoci, così prese il suo bastone e lo picchiò –non molto forte– sulla testa di Adrien, che smise di litigare con il suo kwami e tornò a guardare il Guardiano.

«Perché l'ha fatto?!» domandò, massaggiandosi la testa dolorante.
«Se lo picchiavo sulla testa di Plagg non faceva il tuo stesso rumore.» rispose lui, riponendo il bastone di legno dove l'aveva preso.

Quegli adolescenti ed i loro kwami –che si comportavano come loro– gli avrebbero fatto venire un esaurimento, ne era certo.

Anche Gabriel.

Ora che ebbe l'attenzione di tutti, Fu si schiarì la gola per riprendere il discorso.

«Ovviamente non sapete cosa è successo a Parigi nel mentre che voi eravate "occupati", giusto?»
«Mio padre si è rimesso ad akumatizzare persone?» domandò il biondo, indicando il genitore con un cenno del capo.
«No.» rispose lo stilista. «Ora le uniche farfalle che vedo sono quelle sugli abiti.»
«Perché le "farfalle" di quei video non le citi?» ghignò Plagg, facendo arrossire sia il suo portatore che Marinette.
«Se quelle le guarda mio figlio non lo so, ma quei video io non li guardo.» disse in tutta tranquillità, pulendosi gli occhiali con il panno che teneva in tasca.
«Padre!» squittì il giovane, notando che la sua ragazza lo stava fulminando con lo sguardo. «Principessa, non ascoltarli, non è vero!» cerco di giustificarsi, ma la corvina guardò oltre, incrociando le braccia al petto.
«Certo, certo, perché ci sono le foto di Marinette della vostra serata ubriaca che ti ha inviato Alya.» borbottò annoiato il kwami nero.
«Cosa?!» esclamò imbarazzata e arrabbiata la giovane, arrossendo più di prima.
«PLAGG!»

Fu colpì nuovamente la testa di Adrien.

«Io penso che non avrei dovuto ascoltare questa conversazione.» si schiarì la gola Gabriel, cercando di evitare il contatto visivo con il figlio o con la povera Marinette.
«Non vi ho chiamati qua per parlare del più e del meno. Questa cosa riguarda tutti e tre.» spiegò il Guardiamo irato, accendendo la televisione sul notiziario locale.

Un uomo sulla trentina, con occhiali quadrati e un taglio di capelli disordinato, stava presentando un reportage dal titolo: "Che fine hanno fatto Ladybug e Chat Noir?"

«Questi due ragazzini sono stati visti l'ultima volta al Louvre nel bel mezzo della notte ad amoreggiare anziché fare la loro ronda.» disse il giornalista, mentre stava andando in onda il video dei due che si baciavano nell'angolo destro in alto.
«Come hanno fatto ad avere quel video?!» urlò Marinette con misto di rabbia e di imbarazzo, battendo le mani sul tavolino.

Come se non bastassero già le provocazioni di Plagg e Adrien, ora ci si metteva anche quel tizio.

«Ora che non si sa che fine ha fatto Papillon, questi due credono di poter andare in giro a sbaciucchiarsi quando ne hanno voglia! Sapete che vi dico? Combattete il crimine e pensate ai flirt nella vostra vita privata, razza di scostumati
«Abbiamo un hater, My Lady.» disse il ragazzo come se nulla fosse.

Fu spense la televisione non appena il servizio finì, poggiando sul tavolino il giornale del giorno precedente; in prima pagina c'era un articolo che spiegava dei furti in un paio di gioiellerie.

«"La ladra, sorpresa dalle videocamere di sicurezza, è una delle commesse della gioielleria della famosissima catena Agreste, ma lei continua a dichiararsi innocente".» lesse Marinette.
«Hanno già catturato il colpevole, visto?» sbuffò annoiato il biondo, volendo alzarsi per tornare a casa, ma la sua ragazza lo fermò, pur non staccando gli occhi dalla pagina. «Non vedo come questa cosa ci possa interessare.»
«La vostra reputazione sta vacillando tra "i mitici eroi parigini" e "coloro che preferiscono sbaciucchiarsi al Louvre" per le immagini che vengono trasmesse in televisione. Io vi consiglierei di ascoltare con attenzione la donna incarcerata per furto, così da sapere qualcosa e riscattarvi.» disse Fu.
«Va bene, ma andiamo domani. Stasera c'è la cena a casa di Marinette.» rispose il biondo, alzandosi e stirandosi i muscoli degli arti e della schiena.



 

I tre, dopo aver salutato il Grande Guardiano, uscirono per andare alla macchina –una Fiat 500 Abarth nera– con cui erano arrivati, guidata da Gabriel.

Anche se era uno stilista famoso non significava che doveva possedere una macchina di lusso per i piccoli spostamenti, come una Ferrari, una Jaguar, un'Aston Martin o una Porsche.

L'ultima volta che era salita su quella macchina era subito dopo la battaglia contro Papillon per portare Plagg dal Grande Guardiano, in pericolo di vita poiché Chat Noir aveva utilizzato due volte il Cataclisma.

E successe tutto un mese fa, rifletté malinconicamente Marinette.

«Signor Agreste.» lo chiamò la corvina non appena ebbero raggiunto l'autovettura.

Lo stilista alzò lo sguardo dalle chiavi, spostando gli occhi su di lei.

«L'avevo già chiesto ad Adrien, ma vorrei chiederglielo di persona per sicurezza: soffre per caso di qualche allergia o intolleranza alimentare, prima che i miei la avvelenino col cibo?» ridacchiò nervosamente, grattandosi la nuca.
«No, non soffro di nulla.» rispose, sentendosi leggermente imbarazzato non appena la sua conversazione con Nooroo su cosa le aveva fatto pur di avere il suo Miraculous gli tornò in mente.
«Perfetto, allora la aspetto stasera alle sei e mezza a casa mia.» disse, per poi salutare i due Agreste e rifiutando il passaggio poiché prima doveva fermarsi in sartoria, ringraziandoli.

Da come la ragazza si comportava sembrava che fosse spaventata da lui, che non avesse ancora dimenticato ciò che era successo il mese passato.

Ma come biasimarla: era pronto ad ucciderla pur di avere ciò che desiderava.

Preso dalla foga, tese la mano e le afferrò il polso, fermandola.

«Aspetta un secondo.» esclamò Gabriel, sorpreso anche lui dalla necessità con cui lo disse.

La ragazza di voltò, incuriosita e sorpresa.

«Io... Io... –iniziò l'uomo, balbettando– Io volevo... Volevo... Ma perché deve essere così difficile dirlo?!» sibilò a denti stretti, lasciando andare il polso della corvina e voltandosi di lato.
«Nemmeno io fui così impacciato quando mi dichiarai.» commentò Adrien, comodamente appoggiato al tettuccio della macchia mentre osservava la scena divertito.

Il padre lo fulminò con lo sguardo ed il biondo levò gli occhi al cielo, iniziando a fischiettare innocentemente; nel mentre, Plagg era poggiato sulla sua testa, ghignandosela sotto i baffi.

Gabriel tornò a guardare Marinette, che si portò le mani al petto con fare nervoso, iniziando a giocherellare con il ciondolo che Adrien le aveva regalato durante il loro quarto mese, e riuscì ad intravedere la leggerissima e pallida cicatrice procuratale dalle corde con cui Volpina l'aveva legata percorrerle i polsi, visibile solo perché si era leggermente abbronzata durante l'estate.

L'uomo inspirò profondamente, facendosi coraggio, poi espirò.

«Volevo chiederti scusa per ciò che ti ho fatto: ero pronto a sacrificare tutto pur di avere i Miraculous della creazione e della distruzione, anche mettere a repentaglio le vostre vite per raggiungere i miei sporchi fini.» disse tutto ad un fiato, sorprendendo Marinette, persino Tikki che guardava tutto dalla borsetta.

La ragazza gli sorrise dolcemente, rilassandosi e avvicinandosi di un passo.

«Non deve chiedermi scusa. L'ha fatto perché voleva riunire la sua famiglia.»
«Ma vi ho quasi uccisi...» esclamò Gabriel, invaso nuovamente dal senso di colpa.
«Ma non l'ha fatto ed ora siamo tutti qua: lei, Nooroo, Adrien, Plagg, Tikki ed io. Tutti qui a sostenerla per quando diverrà il prossimo Grande Guardiano.» spiegò lei, avvicinandosi ancora di un passo.

L'uomo la guardò stupito, incapace di parlare: quella ragazza aveva davvero un cuore d'oro.

«Ora la nostra famiglia è riunita. Certo, la mamma non c'è più, ma questo non significa che dobbiamo vivere nel terrore puro o, sopratutto, cercando di akumatizzare gente.» disse Adrien, mettendosi accanto alla sua ragazza, ricevendo uno sguardo di ghiaccio dai due. «Gli Agreste fanno coppia fissa con i Dupain-Cheng, e stasera ne avremo piena certezza.» continuò il biondo come se nulla fosse.
«Ah certo, perché così ti puoi ingozzare di croissant quando vuoi.» commentò acidamente Plagg.
«Quello è un dettaglio minore che conta ben poco.» rispose il portatore, liquidando la frase con una sventolata della mano.
«Gabriel dovrà cucire abiti per taglie forti allora.»

Il giovane iniziò a discutere con il felino nero e Nooroo guardava la scena con Tikki, dopo che uscì dalla borsetta della giovane, ridacchiando alle frecciatine che si lanciavano.

Marinette sbuffò, per poi tornare a sorridere a Gabriel, che spostò la sua attenzione nuovamente su di lei.

«Quello che Adrien ha detto è vero riguardo le nostre famiglie. In futuro se le servirà qualcosa, qualsiasi cosa, può venire alla nostra pasticceria, anche solo per un caffè o una semplice chiacchierata: la accoglieremo a braccia aperte.» disse, allargando le braccia come a fare un abbraccio.
«Due famiglie in una. Una famiglia allargata!» esclamò Adrien dopo aver zittito il suo kwami con una fetta di Camembert. «Io, mio padre, Marinette, Tom e Sabine. Sarà perfetto.»
«Hei, e noi?» ridacchiò Tikki volando dal tettuccio della macchina fin davanti ai portatori.
«Ci siete anche voi.» rispose la ragazza, dando un bacio sulla testa del suo kwami.

Gabriel aveva le lacrime agli occhi.

Non solo Marinette l'aveva perdonato, ma presto la sua famiglia sarebbe stata ancora più numerosa.


 

Erano le sei e venti di sera e Catherine scrutava da lontano le porte del cancello dell'immensa villa che si aprivano, vedendo uscire l'Abarth nera con a bordo i due Agreste.

Sapeva che suo marito avrebbe attuato il piano non appena ci fosse stata occasione e doveva tenere d'occhio il ragazzo per entrare in azione prima che sia troppo tardi.


 

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Chissà che cosa ci vorrà fare lo scienziato pazzo🌚

La gentilezza di Marinette e le frecciatine di Adrien non hanno limiti.

Povero Master Fu.

Anyway, vedrete cose interessanti dal capitolo 10, ve lo assicuro🌚

A mercoledì prossimo con il capitolo 9😘

Bye ;)

Francy_Kid

  
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