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Autore: biatris    04/01/2017    0 recensioni
Sam si guardò intorno e sperò ancora una volta che arrivassero a salvarla il prima possibile. L'avevano lasciata sola per gran parte del tempo. Ogni tanto una donna del villaggio passava a portarle del cibo e dell'acqua e le chiedeva se andava tutto bene. Lei rispondeva sempre di sì. Cos'altro avrebbe dovuto dire? Era prigioniera su un altro pianeta solo in quanto donna e aspettava che qualcuno venisse a recuperarla spacciandosi per il suo compagno. E quel qualcuno sarebbe probabilmente stato il suo ufficiale superiore.
Ma lei stava bene, si disse. Era quello che si diceva sempre in fondo, pensò. Ne sarebbe uscita viva in qualche modo.
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jack O'Neill, Samantha 'Sam' Carter, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando la dottoressa Fraser ebbe riesaminato gli esami di Sam chiamò Jack e il generale Hammond per discuterne. La sua espressione non faceva presagire nulla di buono.
Jack la fissò, poi chiese “Cosa sta succedendo a Carter?”
La donna fissò prima lui, poi il generale, che annuì.
“Ho rifatto tutti gli esami ed è come sospettavo. La quantità di Naquadah nel sangue del maggiore Carter sta continuando a salire. Se continuerà così i dolori a poco a poco aumenteranno e poi” si fermò un attimo “Poi il maggiore morirà.”
Jack si passò una mano sul viso.
“Non è possibile, maledizione, ci deve essere una soluzione!” si innervosì.
Il generale Hammond, conoscendo il forte legame che univa i suoi due sottoposti, non si stupì della risposta del colonnello e non disse nulla per rimproverarlo.
“Colonnello, la dottoressa Fraser sta facendo di tutto per aiutare il maggiore Carter” disse invece “E sono sicura che riuscirà a trovare una soluzione. Noi intanto faremo quanto possibile per contattare i Tok’ra, i Nox e tutti i nostri alleati che potrebbero in qualche modo darci una mano in questa situazione.”
Il colonnello guardò il generale e annuì poco convinto.
L’altro uomo sospirò. Sapeva che in situazioni del genere potevano solo affidarsi alla fortuna, ma non poteva essere sicuro che in questo caso qualcuno fosse in grado di aiutarli.
“Jack” lo chiamò.
Jack alzò la testa verso il generale.
“Sam è una donna forte, ce la farà” disse il più anziano dei due.
Jack annuì poco convinto.
“Non riesco nemmeno ad immaginare l’SG1 senza di lei” disse poi in un sussurro.
Hammond lo fissò.
“Faremo il possibile e anche l’impossibile” disse “Ma ho bisogno di tutto il vostro aiuto.”
Jack annuì.
“Lo avrà, generale. Non dubiti” rispose.
 
“I Nox non rispondono, gli Asgard sono troppo lontani da questa galassia in questo momento e i Tok’ra sono tutti in missione compreso il padre di Carter” disse Jack con tono di rassegnazione.
Il generale Hammond sospirò.
“Non c’è nessun altro in grado di aiutarci?” chiese allora al colonnello.
Daniel intervenne.
“Nessuno che al momento non sia occupato in una guerra o troppo lontano da questa galassia” disse.
“Gli abitanti del pianeta dove siete stati non avevano una cura per queste situazioni?” chiese allora il generale.
“No” rispose Daniel “Loro sostengono che non sia mai capitato prima. E comunque si tratta di un popolo abbastanza primitivo. Deve pensare che tenevano Sam prigioniera solo perché era una donna.”
Hammond annuì.
“Non posso sopportare di veder morire la figlia si Jackob senza nemmeno poterlo avvisare” disse “Provate a richiamare i Tok’ra.”
Daniel annuì.
“Andrò io. Ci riproverò.” Disse prima di uscire velocemente dall’ufficio del generale lasciandolo solo con Teal’c e il colonnello O’Neill.
Il generale guardò il suo sottoposto. Poteva solo immaginare come si sentiva in quel momento. Se lui stava provando solo un decimo del dolore di Jack per lui doveva essere terribile.
“Vorrei poter dire che andrà tutto bene, ma non penso di crederci nemmeno io” disse allora.
Jack annuì.
“Sapeva che Sam” si fermò “No, nulla.”
Il generale lo fissò.
“Ne abbiamo passate così tante insieme” disse allora Jack passandosi una mano sul viso “Non posso credere che domani potrei non rivederla.”
Il generale annuì.
“Immagino. Ma non fasciamoci la testa prima di essercela rotta” disse “So che sarà difficile trovare qualcuno che ci aiuti, ma non posso credere che sia impossibile.”
Jack annuì.
“Posso andare da lei, signore?” chiese poi.
“Se la dottoressa Fraser è d’accordo per me non c’è nessun problema” rispose l’uomo.
Jack annuì.
“L’ha fatto per me” sussurrò.
“L’avrebbe fatto per chiunque, colonnello. Conosco Sam da quando era una bambina e posso assicurarle che non ho mai incontrato qualcuno di più testardo, ma nemmeno di più generoso di lei” rispose l’uomo.
Jack annuì, poi uscì dalla stanza.
 
Quando entrò nella camera di Sam la donna stava dormendo. Jack stette un attimo a guardarla, poi si sedette sulla sedia che era posizionata di fianco al letto.
Lei aprì gli occhi dopo poco.
“Come stai?” le chiese.
Sam scosse leggermente la testa.
“Da schifo” ammise “Mi sento come se mi fosse passato sopra un trattore.”
Jack sorrise. Sapeva quanto Sam odiasse farsi vedere debole, ma sapeva anche che nella situazione in cui si trovavano cadevano tutte le maschere.
“Starai meglio, troveremo una cura” le disse, senza nemmeno crederci lui.
“Jack” lo chiamò.
Lui la fissò. Erano rarissime le volte in cui le aveva sentito pronunciare il suo nome.
“Sam?” chiese.
“Sai meglio di me che non è vero” gli disse, poi si fermò per tossire “Visto che morirò potresti dirmi la verità per questa volta.”
Jack sorrise. Poi si alzò per risedersi sul letto di Sam
“Sam, ascoltami” le disse.
La donna lo fissò senza battere ciglio.
“Io non so come ne verrai fuori. Non so nemmeno quando ad essere sinceri, ma so che tu tornerai come eri prima. Uscirai da questa situazione, Sam. Usciremo da questa situazione. Insieme, come abbiamo sempre fatto” le disse.
“Jack” lo chiamò lei, ma lui la fermò.
“Shhhh, Sam” sussurrò “Ascoltami. Non posso nemmeno pensare all’SG1 senza di te” le disse “E non posso tollerare che tu ti sia sacrificata per salvare me. A dire la verità non potrei tollerare che tu ti sacrificassi per nessuno in particolare, ma men che meno per me. Perché non avrebbe senso e perché…Perché no.” concluse “Quindi adesso tu stai qui sdraiata mentre io, Danny e Teal’c cerchiamo un modo per tirarti fuori di qui, ok?”
Sam fissò l’uomo davanti a lei. Sapeva che quello che aveva ammesso era stato per lui un enorme sforzo. Sorrise.
“Ok” disse alla fine.
Jack sorrise in risposta.
“Ok” disse “Quindi io…Vado” disse poi “Passo di qui più tardi.”
Sam annuì.
“Ah, Jack” chiamò poi.
Lui si voltò.
“Ti voglio bene anch’io” disse Sam mordendosi le labbra.
Jack sorrise sospirando. Quella donna lo metteva sempre in crisi. E ora cosa doveva rispondere?
La fissò, sospirò un’altra volta, poi annui e uscì dalla stanza.
  
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