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Autore: queenjane    04/01/2017    3 recensioni
Riprendendo spunto da una mia vecchia storia, Beloved Immortal, ecco il ritorno di due amati personaggi, due sorelle, la loro storia, nella storia, sotto altre angolazioni. Le vicende sullo sfondo tormentato e sontuoso del regime zarista.. Dedicato alle assenze.. Dal prologo .." Il 15 novembre del 1895, la popolazione aspettava i 300 festosi scampanii previsti per la nascita dell’erede al trono, invece ve ne furono solo 101.. "
Era nata solo una bambina, ovvero te..
Chiamata Olga come una delle sorelle del poema di Puskin, Onegin ..
La prima figlia dello zar.
Io discendeva da un audace bastardo, il figlio illegittimo di un marchese, Felipe de Moguer, nato in Spagna, che alla corte di Caterina II acquistò titoli e fama, diventando principe Rostov e Raulov. Io come lui combattei contro la sorte, diventando baro e spia, una principessa rovesciata. Sono Catherine e questa è la mia storia." Catherine dalle iridi cangianti, le sue guerre, l'appassionata storia con Andres dei Fuentes, principe, baro e spia, picador senza timore, gli eroi di un mondo al crepuscolo" .... non avevamo idea,,, Il plotone di esecuzione...
Occhi di onice.
Occhi di zaffiro."
"Let those who remember me, know that I love them" Grand Duchess Olga Nikolaevna.
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Zarista
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Dragon, the Phoenix and the Rose'
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Nel mese di febbraio 1895, le cameriere e il resto dell’entourage che rappresentavano ogni movimento della giovane Alix alla zarina madre, la sua “cara” e impicciona suocera Maria,  registravano la sua debolezza, le nausee e gli svenimenti, una volta o due era capitato durante una messa.
Tutti la circondarono di attenzioni e premure, era tedesca, antipatica e supponente, ma faceva il suo dovere, era rimasta subito in dolce attesa e certo avrebbe dato alla luce il primogenito del nuovo zar, l’atteso erede al trono.
Aveva la mania delle caricature e di trattare il marito con eccessiva familiarità, ma certo avrebbe partorito un bambino sano e paffuto, che per la legge salica, restaurata dallo zar Paolo I, solo un maschio poteva ereditare il trono.





Alessandra si barcamenava nei malesseri della gravidanza, nell’imparare una nuova lingua, il russo, nel raffigurarsi i mobili della  casa che avrebbe condiviso con Nicola, vivendo nei loro primi mesi nelle stanze che lui occupava da ragazzo.,


Nel mese di novembre 1895 partorì una bambina, Olga, per lei e suo marito fu una gioia, per tutti gli altri una delusione, che era atteso un principe ereditario, non una principessa, per altro bionda, grassottella e sanissima.
La figlia della principessa Ella era nata nel mese di gennaio 1895, Ekaterina Petrovna Raulov, detta Catherine, alla francese, come aveva pronosticato e desiderato Nicola II e tale fu sempre il suo appellativo.
 
Per desiderio imperiale, le due bambine, si frequentarono fin da piccole per perpetuare una tradizione.
Nessuna obiezione si poteva muovere a quell’idea, visto che fin dall’infanzia il giovane imperatore era stato amico di Aleksander Aleksandrovic Rostov-Raulov e Pietr Paulovic Raulov, rispettivamente fratello e marito di Ella, con cui aveva prestato servizio negli ussari.
Credeva in quei legami, la coincidenza delle due nascite gli pareva di buon auspicio, non indagava, non voleva su altre ipotesi, era tra i suoi padrini e tanto bastava, aveva altri problemi che riflettere su una figlia ipotetica adulterina, e mentiva a se stesso.
Catherine e Olga spartivano i giochi e le bizze, entrambe viziate e vezzeggiate trovarono presto il modo di andare d’accordo, Olga la chiamava Cat, un diminutivo di Catherine, tranne che quella parola voleva dire gatto in inglese e la piccola granduchessa amava i mici..
Ella era stupenda, una ninfa affascinate e bruna, perfetta in ogni moto e atteggiamento, come una zarina doveva essere, tra  lei e Alix fu sempre una storia più o meno nascosta di contrasto  e sfida.
(Nel 1907 mia madre ne inventò una delle sue, come al solito)
 
 
A parte tutto, la zarina di tutte le Russie aveva un solo compito, ovvero partorire un maschio, ma Alix d’Assia non lo portava a termine, prima dell’erede al trono partorì quattro bambine, di cui si occupava personalmente.
Non si preoccupava della vita mondana, ogni sua apparizione in pubblico era uno strazio per lei e per tutti, le chiazze rosse le fiorivano sul volto e il suo disagio erano una tortura per sé e gli altri, non aveva il dono di mettere  le persone a loro agio e la sua timidezza era scambiata per superbia.
La principessa Ella seguiva sua figlia e compariva senza affanni alla vita mondana, compiva opere benefiche e leggeva a dismisura, colta, allegra e spiritosa, amante della Francia, di cui parlava in modo perfetto la lingua.
Lei e Alessandra erano l’opposto l’una dell’altra, non che Ella fosse migliore o peggiore, erano profondamente diverse, inutile ritenersi superiore, che, a  conti fatti, era Alessandra a essere zarina e moglie di Nicola e non lei. 

Che anni furono quelli, rammentava poi Ella, della prima età adulta, densi di sogni e progetti, una figlia, le attività benefiche, mai stava ferma, con piccoli oblii di passaggio, la lussuria degli antenati spagnoli, il famigeratp Felipe de Moguer .. pus che sgorgava da una ferita, dietro solide e smaglianti apparenze.


Il marito di Ella perse cifre importanti al tavolo verde, ma saliva nei gradi militari … con Ella non si intendevano né al principio né dopo, nessuno dei due era un martire o un santo, ma erano proprio agli antipodi, ognuno inadatto all’altra, la lettura di “Madame Bovary” non serviva a nessuno dei due, la vita non imitava l’arte e viceversa.
E la grande giocatrice d’azzardo, nella vita e non nelle carte da gioco,  si rivelò poi essere Ella dalle iridi di onice e miele, la ragazza flessuosa e appassionata che aveva amato un giovane principe, le tracce della giovane principessa fanciulla rimanevano nella donna algida e perfetta che era poi divenuta.
Il fratello di Ella si era accompagnato a una borghese e l’avrebbe sposata, se non fosse stata per la differenza di rango.
 Era  ingiusto ma il mondo girava in quel modo, infischiandosene dei principeschi desideri.
Da parte sua Ella preferiva che sua figlia studiasse e poco le importava che a imparare il ricamo preferisse la lettura, in fondo anche lei era stata così da ragazzina, era la sua immagine spuntata, o almeno così le piaceva credere.
Verso  il 1902-03 fece costruire un orfanotrofio una cui ala era destinata ai bambini difficili, sordomuti.
La direzione nominale era della zarina vedova, Marie, che lasciava carta bianca, Ella la conosceva da quando era una bambina e sapeva come trattarla, mediare con lei, aveva tatto, conoscendo le regole scritte e non per avvicinarsi alla formidabile vedova di Alessandro III.




Savoir faire, dote mai stata tra le corde di Alix d’Assia, di cui vi erano infiniti esempi, uno per tutti capitato nel 1896, quando la giovane zarina aveva lanciato un progetto benefico, ovvero “Assistenza mediante il lavoro manuale”.
Tale idea prevedeva la creazione di una serie di laboratori in tutta la Russia ove, sotto la guida di signore aristocratiche, le donne povere avrebbero imparato a cucire e simili. Un comitato, controllato e diretto dalla giovane zarina Alessandra, già Alix d’Assia, avrebbe controllato e diretto tutti i laboratori. Idea era insegnare uso di ago e filo per produrre esimi lavori da porre i vendita, dando il ricavato ai bisognosi. L’affluenza era stata numerosa, tuttavia la giovane imperatrice non aveva tenuto conto che, per quanto a livello nominale, il patrocinio di simili iniziative spettava a sua suocera, l’imperatrice vedova.
 E non l’aveva considerata, in primo luogo.
In secondo luogo, le nobildonne entrate nel comitato della giovane zarina si aspettavano un favore, un riscontro, tipo una nomina a corte o una posizione per i loro congiunti. Benefici, tangenti, in sintesi, ma Alix nulla voleva concedere e molti borbottarono sulla ingratitudine imperiale. Altre donne, mogli di bottegai e mercanti rimasero, solo perché partecipare a quella iniziativa dava il prestigio sociale di essere in contatto con la corte degli zar.
Di cucire i vestiti per i poveri non importava nulla a nessuno, trovando molto più comodo dare una offerta in denaro.

( Mia madre era una donna appassionata, con i suoi egoismi, madre adottiva di 80 orfani. Forse faceva il bene per riscattare il suo peccato carnale.  Ho impiegato una vita per comprenderla e so che in fondo era una persona buona, o, almeno, in via dolosa e volontaria, non ha mai cercato di fare male a nessuno, o così credo nella distanza amara, siamo tutti sopravissuti, Olga, io come lei, mia amata sorella).
 
 
   
 
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